Riflessione sul DISCORSO DELLA RECITA e INCOMPONIBILE DOPPIEZZA del
o personaggio. NB: tema del DOPPIO non solo per vecchio e nuovo Michel, ma anche perché
finge di fronte a Marceline.
“come per ogni cosa di fronte alla quale bisogna vincere il disgusto, giunsi a provare piacere
nella dissimulazione stessa”
capitolo che contiene tutti i germi dell’Immoralista che Michel sta per diventare: annuncia la
NUOVA MORALE. Ma manca l’idea del MODELLO: Ménalque, propagandista di
immoralismo, si fa espressione vivente di ciò.
8° capitolo
Vive nel presente, ammirando ciò che lo circonda. Mentra procede verso Positano da solo, viene
- superato dalla carrozza che trasporta Marceline. Il cocchiere è ubriaco, il cavallo cade e Marceline
vuole fuggire, ma Michel inizia una rissa col cocchiere. Vorrebbe ucciderlo, ma l’idea della polizia
lo blocca.
Continuano insieme fino a Sorrento e lì per la prima volta fa l’amore con Marceline. “Nulla
- impedisce di essere felici come il ricordo della felicità. Ahimè! Mi ricordo di quella notte...”
Ora che si sente più forte di lei, la vede più fragile e si sente in colpa di trascurarla così tanto. Si
- sente ricolmo d’amore e pensa se mai un giorno dovrà occuparsi di lei.
9° capitolo
Passano giorni sereni e tranquilli ed entrambi hanno il desiderio di rientrare. Michel ha voglia di
- tornare a lavoro. Ritorna a studiare e vuole passare da Ravenna. Il suo interesse maggiore va al
giovane re Atalarico, bambino di 15 anni, ribellato a sua madre Amalasunta, gettar al vento la
cultura e, preferendo la società dei Goti incivili a quella del troppo saggio Cassiodoro, si gode per
pochi anni una vita violenta, voluttuosa e sfrenata, per poi morire a 18 anni. cerca di persuadersi
ad imparare una lezione dalla spaventosa morte di Atalarico.
Pensando al futuro con Marceline, decidono di passare del tempo nella sua casa in Normandia: la
- Morinière, sorvegliata dal vecchio guardiano.
Gli arriva una lettera in cui gli viene offerto una cattedra (supplenza) al Collège de France e
- decide di accettare anche per rendere felice Marceline.
“Che cosa sarebbe il racconto della felicità? Nient'altro che ciò che la prepara, e poi ciò che la
distrugge. E fino ad ora vi ho raccontato tutto ciò che l'aveva preparata”.
Seconda Parte
1° capitolo
Si trovano nella Morinièere, dove il guardiano è Bocage. Michel torna ad occuparsi di gestire il
- patrimonio
Marceline gli confida di essere incinta e lui sente di doverle mostrare più tenerezza. I ricordi non
- sono distinti perché tutto si mescola in UNIFORME BENESSERE.
Michel riprende gradualmente il suo lavoro e sente che quel posto ha un’ottima influenza.
-
il dominio delle sue terre accompagna Michel nel suo desiderio di placare le sue pulsioni (ora che
Marceline è incinta) aspira alla PIENEZZA ESISTENZIALE (immagini di pienezza ed abbondanza
sovrastano la scena)
Un giorno non vede altro modo di vivere che quello degli antichi e il giorno dopo è felice di
contemplare il paesaggio.
Arriva il figlio di Bocage, Charles: bello, agile, 17enne ma non ne dimostra più di 15 per il suo
- sguardo infantile, timido e riservato. Il giorno seguente Michel e Charles pescano insieme e
quest’attività diventa un gioco e nell’eccitazione Michel inizia a dargli del tu.
Charles conosce le terre di Michel meglio di Michel stesso, non apprezza i campi incoltivati e le
- erbacce. Gli confida che la gestione delle terre non è ottimale e Michel diventa sospettoso, inizia a
sorvegliare il suo bestiame e chiede a Marceline di controllare i conti: Bocage risulta onesto.
Quando 2 fattori vanno da lui per il rinnovamento del contratto chiedendo un affitto più basso,
Michel al contrario chiede un affitto più alto e la restituzione di terre non coltivate: non accettando,
i due fattori se ne andranno alla fine del contratto. Michel da tempo pensavi di dare la gestione a
Charles e quando glielo confida, Charles ne è evidentemente felice (e Michel gioisce di questa
felicità). Ma Bocage vuole che il figlio studi ancora perché non è pronto.
Tra i cavalli di Michel, c’è un puledro che tutti definiscono ingestibile, ma Charles riesce ad
- addomesticarlo, renderlo docile e cavalcabile. Michel e Charles vanno a cavalcare tutti i giorni e
Michel ogni giorno rientra rinvigorito e Marceline lo incoraggia.
Michel continua a lavorare sulle lezioni che dovrà dare, ma non si appassiona ai classici, bensì al
- pensiero dei Goti VITALISMO BARBARO.
Paesaggio: rigoglioso e verde della Francia. I paesaggi hanno sempre dei significati
- È un romanzo POVERO DI EVENTI, si fonda su:
- Sensazioni e
o Epifanie del personaggio
o
2° capitolo
Parigi, in un appartamento. Marceline è preoccupata delle spese, ma Michel pensa di poter far
- fronte a tutto col suo lavoro e le rendite delle fattorie.
Marceline è esausta per la vita mondana a cui non è abituata e Michel cerca di sostituirla anche se
- odia ricevere ospiti e andare a visitarli. Trova i salotti frivoli. Incontra persone del suo ambiente,
filologi ed archeologici, ma non trova piacere a parlare con loro. Non nasconde a Marceline che
stare con loro lo fa sentire morto e poi quando torna a casa lei è stanca quanto lui senza fare nulla.
“Nonostante ciò, non avrei saputo dire né cosa intendevo per vivere, né se il piacere che mi aveva procurato
una vita in luoghi più spaziosi e aerati, … non fosse il segreto molto semplice del mio disagio; quel segreto
mi sembrava molto più misterioso: il segreto di un resuscitato, pensavo; poiché ero straniero fra gli altri,
come qualcuno che torna dal regno dei morti.”
Con la pubblicazione del suo lavoro, più che orgoglio nasce in lui la COSCIENZA DEL PROPRIO
- VALORE: ciò che lo distingue dagli altri e lo rende unico. Il personaggio sente queste pulsioni
trasformarsi in sapere e allo stesso tempo si SPOGLIA DELLA CULTURA (vita nei salotti vs vita
naturale) vuole abbracciare la filosofia dell’INCULTURA
Nelle sue lezioni afferma “che la Cultura, nata dalla vita, uccideva la vita” =retorica degli
OPPOSTI (Opposizione ossimorica) Leitmotif: rifiuto dell’ordinamento della cultura (sente
l’esaurirsi del significato della cultura).
la sua inquietudine s’infiltra nella sua vita PUBBLICA e nella sua FILOFOFIA.
Dicendo che la cultura uccide la vita, sembra dire che tutte le passione REPRESSE emergono
nell’ambito che lui ricollega al suo “vecchio io”, mentre nell’idillio di Morinière sono represse.
Incontro con MéNALQUE, vecchio amico, che una volta non gli piaceva, pareva indifferente alla
- sua vita e quindi si stupisce quando egli va alla sua lezione e felice quando addirittura gli sorride.
Di recente era stato oggetto di un processo scandalistico e questo attira Michel ancora di più. Dopo
la lezione Ménalque lo rassicura sulla lezione. Decidono di incontrarsi dopo cena. Michel non vede
l’ora di vederlo e arriva nelle sue camere nell’albergo in cui ora vive in anticipo.
Ménalque gli dice che è stato a Biskra, sapeva che Michel era stato lì e aveva cercato informazioni.
- Aveva scoperto che usciva spesso senza libri e solo o con bambini e ciò l’ha stupito. Gli dice di
aver comprato la fiducia di Mokir, ma essendo ladro e bugiardo non sa se quanto gli ha detto sia
vero: Mokir gli aveva rubato delle forbici e aveva visto che Michel l’aveva visto in uno specchio
ma non aveva detto nulla. Vuole dunque sapere la ragione del suo SILENZIO.
Michel dice che in tutto questo gli manca IL SENSO MORALE.
- Quando le persone che si dicono loro amici vanno a casa nel loro salotto il giovedì, Michel è
- infastidito, non partecipa alle conversazioni, è attento ai loro atteggiamenti e pensa che Ménalque
sia fortunato a non possedere nulla. Mentre lui soffre perché vuole conservare.
Al suo salotto si presenta anche Ménalque, a cui era stato dato un nuovo incarico dal ministero e
- ora i media lo lodavano quasi dimenticandosi degli insulti di poco tempo prima. Ménalque non
vuole ricevere complimenti e gli dice
“esisto solo nella mia totalità. Non miro a null'altro che ad essere naturale e, per ogni azione, il piacere che
provo è segno che dovevo compierla”
e ancora:
“È a se stessi che ognuno vorrebbe somigliare meno. Ognuno si sceglie un padrone, poi lo imita; a volte non
sceglie nemmeno il padrone da imitare; accetta un padrone già scelto. Tuttavia ci sono altre cose da leggere,
Non si osa. Non si osa voltare pagina. Le leggi dell'imitazione; io le chiamo: leggi della paura. Si ha paura di
trovarsi soli; e non ci si trova affatto. Questa agorafobia morale mi è odiosa; è la peggiore delle viltà.
Tuttavia è sempre da soli che si inventa. Ma chi tenta qui? Ciò che si avverte in sé di diverso, è esattamente
ciò che si possiede di raro, ciò che costituisce il valore di ciascuno - ed è proprio quello che si cerca di
sopprimere. Si imita. E si ha la pretesa di amare la vita!”
Anche se era esattamente ciò che lui stesso aveva detto a Marceline, ora risponde a Ménalque
- quello che Marceline disse a lui: non si può pretendere che ognuno si distingua dagli altri. Si
vergogna di quello che dice e glielo confessa. E gli dice di odiare tutte le persone con dei principi.
Ménalque gli dice in segreto quando partirà e gli chiede di passare con lui la notte prima che parta.
- Le condizioni di Marceline peggiorano il medico le prescrive una medicina che lei non vorrebbe
- prendere perché sa che non fa bene al bambino ma si trova costretta ad assumere.
Michel si prende cura di Marceline, ma entrambi sono peoccupati.
- Poi arriva la sera dell’incontro con Ménalque. Si sente inquieto a lasciare Marceline e poco a poco
- raggiunge uno stato di ipereccitazione, di esaltazione particolare, molto diversa e nello stesso
tempo molto simile all'inquietudine dolorosa che l'aveva fatta nascere, ma ancora più vicina alla
felicità.
Ciò che Ménacle gli dice è che nella vita bisogna scegliere, che
-
“Delle mille forme della vita, ognuno può conoscerne solo una. Invidiare la felicità altrui è una follia; non
sapremmo che farcene. Non si vuole la felicità già fatta, ma su misura.”
Michel dice che la sua felicità è su misura, ma che ora a volte lo soffoca.
- Ménalque:
- Si crede di possedere, ed invece si è posseduti.
Non voglio ricordare: è dall’oblio che creo le nov
-
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