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Il sistema individuale, che si basa sul diritto liberale, prevede il riconoscimento di una serie di diritti,

tuttavia se al diritto non corrisponde il dovere di qualcuno, diventa tutto un po’ evanescente.

Papa Francesco ha ribadito che si considera, ormai, l’essere umano in sé stesso come un bene di

consumo, che si può usare e si può gettare (la logica dello scarto). Quando Papa Francesco dice che

“l’economia uccide”, fa riferimento proprio a questa logica dello scarto, l’uomo che non serve

all’economia la quale si sviluppa a vantaggio di pochi scartando gli altri, in quanto non utili a criteri

di redditività. È questo l’economia che vogliamo?

Nel suo discorso alla delegazione della “Global Foundation” (gennaio 2017) ribadisce che ci troviamo

in un sistema economico che scarta gli uomini costituendo una disumanizzazione del sistema

politico ed economico; si diventa macchine senz’anime e si verrà scartati dal dio denaro prima o

poi. È proprio il denaro che governa conferendo paura, disuguaglianza, violenza economico, sociale

e culturale che genera sempre più violenza.

Il modo di ragionare dell’economista si riduce ad una semplice macchina (non è umano). Spesso

nelle teorie economiche più diffuse si parla di homo economicus, una “modellizzazione” della

persona umana che agisce in maniera del tutto razionale nel prendere le decisioni, come un

calcolatore il cui unico scopo è quello di massimizzare il profitto personale. Ciò è una semplificazione

della realtà, è un modello che trascura il fatto che la dimensione irrazionale fa parte della vita di

ognuno. Tutte le volte che si riduce le questioni umane a livello di numeri si diventa una semplice

1

macchina, ben lontano dal concetto di persona che delinea la Dottrina Sociale della Chiesa . In

questo modo si va delineare un’economia che non tratta di persone, il comportamento viene

talmente tradotto a livello quantitativo che l’uomo svanisce, anche se lo scopo della teoria

economica è quello di andare a studiare i comportamenti delle persone.

A questo punto si arriva ad una divinizzazione del denaro (“Dio Denaro”), il quale può essere inteso

come una modalità universale di scambio che dà l’idea dell’infinito. L’uomo quindi è tentato di

considerarlo come divinità, un’idolatria, il denaro diventa l’idolo nel cui nome spesso si sacrificano

vite.

Secondo la teologia invece l’uomo si deve occupare degli scambi non con una logica di calcolo, ma

di dono.

Quindi ogniqualvolta ci si trova di fronte ad una teoria economica occorre capire qual è la visione

che vi sta dietro, come viene considerata la persona in quel modo di vedere l’economia.

Durante il suo viaggio in Messico (febbraio 2016) e il discorso per l’incontro col mondo del lavoro si

riferisce al paradigma dell’utilità economica che ha provocato la perdita della dimensione etica

delle imprese; la DSC pretende di porre attenzione all’integrità delle persone e delle strutture sociali

che bisogna perdere qualcosa affinché vincano tutti (la DSC non è contro nessuno, ma a vantaggio

di tutti).

1 Da qui in avanti abbreviata in DSC. 2

Ovviamente l’impresa non deve essere un’organizzazione di beneficenza, ma deve perseguire una

modalità di fare profitto che permetta anche un miglioramento sociale e personale. Spesso però

l’indirizzo è quello di conseguire il vantaggio di pochi e l’indifferenza di tutti gli altri.

Quindi l’impresa deve essere in grado si perseguire uno sviluppo, ma con un certo equilibrio tra

vantaggio personale e di altri.

Nel suo discorso agli imprenditori riuniti in Confindustria (febbraio 2016), Papa Francesco ricorda

che il bene comune deve essere la bussola che orienta l’attività produttiva, così facendo crescere

un’economia di tutti e per tutti, che non resti indifferente di fronte ai bisognosi.

È necessario nel fare impresa che ci sia spazio anche per l’Altro, in questo modo si può ottenere una

crescita comune.

L’economia sarebbe più godibile ed equa se fosse un gioco cooperativo e non puramente

competitivo, dove vince che ottiene il profitto più elevato. 3

2. La Dottrina Sociale della Chiesa

Definizione: è l’accurata formulazione dei risultati di un’attenta riflessione sulle complesse realtà

dell’esistenza dell’uomo nella società, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale.

La DSC rientra nella teologia morale, la quale declina la Rivelazione nel comportamento dell’uomo.

Nella teologia morale si vede lo stato delle cose (i dati), si interpretano i dati e si analizza la loro

conformità con il Vangelo.

Scopo: interpretare la realtà per orientare il comportamento cristiano. Quindi la DSC ha un compito

di insegnamento, di guida.

Natura: di tipo teologico-morale, suddividendosi in 3 livelli:

fondativo delle motivazioni, cioè che cosa motiva l’agire umano

Ø direttivo delle norme del vivere sociale

Ø deliberativo delle coscienze

Ø

Se un soggetto escludesse la rivelazione si limiterebbe, in caso contrario si aprirebbe una

dimensione più ampia che si basa su un circolo tra ragione e fede. La cultura liberale vive la religione

esclusivamente nella sfera privata e ciò oggi nella cultura occidentale è prevalente, senza

considerare il fatto che ci sono dei modi di trattare la vita e l’economia in comunione con Dio.

Hobbes sosteneva il principio dell’Homo homini lupis, ma Dio non ha creato così il mondo, occorre

quindi sganciarsi da questa logica abbracciando una dimensione operativa orientata al Dono di Sé.

Questo potrebbe essere un modo di fare economia, senza una visione aggressivamente competitiva,

bensì cooperativa.

Fonte: la dottrina sociale trova il suo fondamento essenziale nella Rivelazione biblica e nella

Tradizione della Chiesa; la fede (rivelazione) che interagisce con la pratica e la ragione (natura

umana).

Chi la elabora: la Chiesa come comunità (sacerdoti, religiosi e laici) contribuisce a elaborare,

diffondere e insegnare la dottrina sociale, rappresentata dal Magistero.

A chi si rivolge: prima destinataria è la comunità ecclesiale in tutti i suoi membri, perché tutti hanno

responsabilità sociali da assumere; oltre a questa ha una destinazione universale ed è un

insegnamento rivolto a tutti gli uomini di buona volontà.

La Teologia ha la pretesa di aver a che fare con l’assoluto come Gesù aveva la pretesa di far emergere

un amore assoluto, attraverso metodi non violenti, senza imporlo, morendo sulla croce. In questo

modo i veri credenti non voglio imporre agli altri la DSC.

Nascita: La DSC è formalmente nata con Pio XI, ma in realtà già Leone XIII nel 1891, con la sua

enciclica Rerum novarum (“delle cose nuove”) discute sulla questione operaia, mettendo in luce gli

errori che provocano il male sociale, escludendo il socialismo come soluzione e esponendo una

prima bozza di dottrina sociale.

La rerum novarum:

interpretazione del contesto, mettendo in luce i grandi mutamenti storici, come

Ø l’urbanizzazione. In questo contesto le persone non hanno più riferimenti sociali a causa

dello sfruttamento delle masse operaie.

offre un’interpretazione alla luce del Vangelo.

Ø Esclude il socialismo in quanto contrario alla rivelazione.

Ø 4

Espone delle soluzioni: non solo Stato e Mercato, ma anche Società civile, riconoscendo e

Ø valorizzando anche tutta una serie di organi intermedi (associazioni sindacali)

Pio XI designa la prima dottrina sociale mettendo insieme temi di rilevanza sociale e segnalando la

necessità che la Chiesa intervenga in un modo nuovo. In particolare, Pio XI interviene dopo la grande

depressione del ’29:

Respinge socialismo e liberismo e richiama il valore della giustizia sociale.

Ø Valorizza il principio di sussidiarietà per il riconoscimento delle associazioni intermedie.

Ø Posizione contro il totalitarismo.

Ø

Seguono:

• Pio XII, è presente nel periodo della 2^ guerra mondiale e il dopoguerra tramite discorsi e

radiomessaggi.

• Giovanni XXIII

a. Mater et Magistra (1961) discute sul problema demografico, la relazione tra paesi

ricchi e paesi poveri; in particolare, si mettono in evidenza le divergenze tra paesi

ricchi e paesi poveri. Ci sono 3 mondi:

Primo mondo > capitalismo

§ Secondo mondo > socialismo

§ Terzo mondo > paesi emergenti

§

b. Pacem in terris (1963) fa riferimento ai diritti umani e alle condizioni della pace (in

un periodo di guerra fredda).

• Paolo VI

a. Populorum progressio (1967) è un richiamo ai potenti della terra perché siano

soludali con i popoli svantaggiati e fissa anche i criteri di effettivo benessere della

vita.

b. Octagesima adveniens (1971) tratta le condizioni dei giovani, delle donne e

dell’ambiente. In particolare, i giovani cominciano a orientare il mercato.

• San Giovanni Paolo II

a. Laborem exercens (1981): esplora il senso personale, sociale e teologico del lavoro

umano;

b. Sollicitudo rei socialis (1987) denuncia la disuguaglianza tra nord, sud, est, ovest e

chiarisce il ruolo della dottrina sociale, che non è un’ideologia e non possiede

soluzioni tecniche, ma fa parte della missione della Chiesa;

c. Centesimus annus (1991) analizza i motivi della caduta del muro di Berlino e spiega i

vantaggi della democrazia e dell’economia di mercato, insieme ai rischi che

comportano quando applicati erroneamente. In particolare, mostra come

un’economia di mercato sia più confacente alla realtà dell’uomo.

• Benedetto XVI, in Caritas in veritate (2009) analizza le cause della crisi economica del 2008

e propone un nuovo umanesimo cristiano fondato sulla carità, cioè mostra come declinare

il comportamento di Cristo nell’economia.

• Francesco, in Laudato sì (2015) denuncia il deterioramento dell’ambiente e propone una

concezione integrale di ecologia, che al tempo stesso consente la cura della persona, della

società e dell’ambiente. 5

3. Fondamenti biblici del pensiero sociale

La DSC si rifà alla rivelazione e alla Sacra Scrittura per individuare il suo pensiero sociale. Sotto

questo punto di vista è necessario analizzare i fondamenti biblici della DSC:

Esodo, il secondo testo dell’antico testamento identifica la struttura della fede di Israele. Il

o racconto dei 10 comandamenti, che Dio consegnò nelle mani di Mosè, insegna la vera

umanità dell’uomo, perché mettono in luce i

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Publisher
A.A. 2017-2018
13 pagine
19 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Dantes95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Salvioli Marco.