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Quel che resta di queste stagioni di profondo cambiamento dell’architettura della programmazione
televisiva è soprattutto un ritratto del pubblico sempre più consapevole delle proprie esigenze e dei propri
gusti.
Dopo le clamorose elezioni del 1994 la questione della par condicio enfatizza e rende autoreferenziale una
televisione che diventa mira dei dibattiti -non solo politici- e contenuto pregiato di tutti gli altri media.
Il contesto di logorato utilizzo del mezzo televisivo per la comunicazione politica porta a un disincanto
generale dei pubblici e, soprattutto, dell’uditorio giovanile.
I segnali di crisi si connettono a episodi di stanchezza dei generi e dei linguaggi televisivi, ma anche a una
maggior indipendenza e spirito esplorativo delle audience. E’ la stagione dell’inizio del disincanto e del
nomadismo dei telespettatori che sfruttano le interruzioni pubblicitarie per consultare il resto dell’offerta
televisiva, pronti a cambiare canale qualora il contenuto fosse più stimolante.
Quello che accade successivamente nel periodo a cavallo tra il secondo e il terzo millennio è, tuttavia,
tutt’altro che crisi. Anzi, si registra un aumento delle audience mai raggiunto precedentemente, che
prepara una stagione di rivisitazione del rapporto con il mezzo televisivo.
Si apre così la via verso l’ultimo stadio evolutivo sperimentato dal mezzo in bilico tra le offerte tradizionali e
lo sconvolgimento prodotto dalla potenza di Internet.
3. L’ultima stagione di cambiamento, ossia la lunga
transizione al digitale
La tv è morta. Viva la tv
La curva degli ascolti dal 1987 al 2008 ripropone all’attenzione dello studioso di comunicazione
l’ipotesi di un indebolimento progressivo del rapporto tra gli italiani e la tv.
La televisione, in particolare, si trova, in questo periodo, a dover esplorare nuovi territori, el
competere con gli altri mezzi di comunicazione, assumendo conformazioni diverse, che la
porteranno a sperimentare e a perfezionare nuove tecnologie, allontanandosi progressivamente,
per certi aspetti, dalla sua funzione principale.
Varata la legge 66/2001, che delinea il velocissimo passaggio (2002-2006) del sistema televisivo
italiano dall’analogico al digitale, nel settembre 2002, il ministro delle Comunicazioni Gasparri
presenta un disegno di legge per il riordino del sistema radiotelevisivo.
Il sistema televisivo italiano inizia, con l’ingresso in Sky e con il lancio più deciso del digitale
terrestre, a lasciare spazi agli altri operatori.
Verso il digitale. Questioni di definizione
Con la legge Gasparri, si stabiliscono le prime scadenze per lo switch off dell’analogico e si lanciano
le strategie governative per la promozione della tv digitale terrestre. Un decollo tutt’altro che
realistico, in cui la tv digitale viene affiancata alla retorica della gratuità e dell’interattività.
L’unico elemento che è riuscito a sopravvivere è il concetto stesso di digitale.
Prove di società… con le altre tv
Anche se non siamo entrati del tutto nell’era del generalismo digitale, è utile segnalare che la
moltiplicazione dell’offerta televisiva, come anche la proliferazione di un gran numero di soggetti
coinvolti nella produzione, distribuzione, ricerca e formazione per la comunicazione, siano anche il
sintomo dell’appeal esercitato dai prodotti televisivi sulle nostre vite. In questa prospettiva, il
mercato dei contenuti appare come uno tra i principali settori strategici per il futuro della nuova
comunicazione.
In Italia il Censis rileva un decremento della fruizione generalista a favore delle altre tv.
A prima vista, infatti, la fruizione televisiva complessiva aumenta, ma l’incremento di più di due
punti percentuali non è dovuto affatto alla fruizione tradizionale, quanto all’aumento delle quote
per le altre forme trasmissive.
Si assiste ad un duplice cambiamento. Dal punto di vista della domanda, si delinea la tendenza
verso una minore omogeneizzazione dei gusti e delle scelte dei telespettatori.
La strategia vincente in termini di contenuti è stata, almeno fino ad ora, la trasformazione e
l’adattamento degli stessi ai nuovi comportamenti di fruizione, offrendo la possibilità di
condividere, e a volte anche di sottrarre, quote di audience con/alla vecchia tv. Si tratta di prime
occasioni per sperimentare la moltiplicazione dell’offerta.
La diffusione della televisione digitale in Europa. Verso la DigItalia
In Italia, come negli altri paesi europei, la sfida del digitale terrestre si giocherà soprattutto sui
contenuti e sulle capacità di rispondere a quella parte dell’audience dimenticata dalla televisione
tradizionale: i giovani.
L’evoluzione del mercato della tv digitale, tanto a pagamento quanto in chiaro, sta modificando
profondamente lo scenario competitivo che abbiamo conosciuto finora. Il lancio dell’offerta
terrestre e l’accesso sempre più ampio e diversificato ai contenuti premium hanno notevolmente
accresciuto le opportunità di accesso ai contenuti audiovisivi da parte degli italiani, trasformando
in questo modo la struttura complessiva del mercato e dell’offerta televisiva, che oggi è diventata
sempre più multicanale e multipiattaforma.
Alla tv per tutti si affianca una tv fai da te, dove lo spettatore avrà la possibilità di scegliere un
palinsesto adatto ai propri interessi.
Il satellite come incipit
Non si può esitare a riconoscere a Sky un ruolo importante nella ridefinizione degli scenari
televisivi nostrani.
Finora la tv digitale satellitare è stata relegata entro quadri pregiudiziali, interdetta perché a
pagamento, una realtà poco interessante perché non in grado di incidere sull’opinione pubblica,
data la sua limitata copertura sociale. Oggi la situazione sta cambiando, al punto che Sky Italia è
diventata un competitor interessante sia dal punto di vista delle preferenze dei fruitori che da
quello degli investitori pubblicitari.
La tv oltre la tv. Il digitale satellitare come strategia
Il satellite si propone come una risposta di mediazione. Infrastruttura tecnologica e adattamento
ai nuovi trend di consumo e stili di vita ritrovano riscontro in una programmazione che armonizza
elementi di continuità e di rottura con le vecchie e le nuove tv.
Si tratta di una prima convincente sperimentazione della moltiplicazione dell’offerta: utile come
esercizio produttivo che prepara lo sviluppo di altre formule audiovisive digitali, nonché
l’incremento dell’interattività come possibilità di integrazione con gli altri media. La strategia
vincente in termini di contenuti è stata la trasformazione e l’adattamento degli stessi ai nuovi
comportamenti di fruizione, soluzione che ha garantito la possibilità di condividere quote di
audience con/alla vecchia tv.
Nuovi palinsesti per nuovi e vecchi pubblici
Genere e fascia oraria, i due concetti chiave del palinsesto nella tv generalista, in questo contesto,
sembrano scompaginarsi. Il genere abbandona il suo ambiente naturale che è la fascia oraria, per
estendersi in più canali dove il tempo si è dilatato. Il tempo della televisione del futuro è capace di
moltiplicarsi, fermarsi, tornare su se stesso o correre più veloce, assicurando allo spettatore i
contenuti.
Prove generali di tv… digitale
E qui si apre un nuovo problema: quello della democrazia nel monitoraggio degli ascolti televisivi,
di fondamentale importanza per garantire trasparenza e universalismo agli investitori pubblicitari.
In definitiva, possiamo ritenere che l’esperienza della tv satellitare in Italia stia contribuendo a
realizzare il sogno di oltrepassare il tradizionale duopolio. Con quest’esperienza, la società italiana
ha dimostrato di saper trasferire l’innovazione di comunicazione in vissuto, strategia di
cambiamento e superamento della crisi.
Ma le sorti di Sky non sono ancora definite.
4. Tre generi (anche) per il futuro: fiction,
informazione, programmazione per bambini
Quali potrebbero essere i generi e i contenuti che avranno ancora cittadinanza nella televisione del futuro?
Letteratura scientifica, documenti aziendali e dati di fruizione fanno convergere la scelta su tre tipologie di
programmazione: informazione, fiction e programmazione per bambini e ragazzi.
Analizzando, infatti, quello che accade dell’ambiente multichannel, non passano inosservate le
performance, nettamente superiori in termini di fruizione, dei canali dedicati ai contenuti selezionati.
La fiction tv nella stagione dell’abbondanza
Diventa fondamentale in questa sede la rappresentazione della fiction in quanto tipologia di
programmazione ibrida, che riesce a trasmettere contenuti attraverso parabole e strategie di
coinvolgimento del telespettatore diverse da quelle dell’informazione. Decontestualizzati e resi umani, i
personaggi riconducibili alla storia sociale e politica del Paese diventano persone comuni, con i loro difetti,
passioni e qualità, in grado di persuadere e far identificare fasce piuttosto rilevanti di popolazione.
Risulta fondamentale aprire una riflessione su quelli che sono i punti deboli del patto comunicativo tra
l’universo della produzione e quello della fruizione, in particolare, quello dei pubblici giovani. Il racconto
televisivo storico e mitizzante deve mantenere al centro le persone, la loro sensibilità e la loro
sceneggiatura per il passaggio al futuro.
Il mondo della fiction diventa, dunque, il terreno di sperimentazione per lo studio delle nuove modalità con
le quali l’utente moderno si relaziona a quel tipo di programmazione tv che più riesce ad intrattenere
informando ed educando.
Rispecchia pienamente sia le difficoltà della tv tradizionale italiana di mantenere il patto comunicativo con i
pubblici giovani, sia un’evidente atteggiamento esplorativo da parte degli stessi giovani rispetto ai
contenuti in ambienti multimediali.
Il palinsesto funge come opportunità e come vincolo, nello stesso tempo. E’ un vincolo soprattutto per il
fan. Il fandom è liquido, si estende dal prodotto al genere, si muove con facilità tra piattaforme diverse:
riassunti/collage , il magazine ufficiale, i videogames, il merchandising, etc.
La produzione, inclusa quella fiction, va ripensata in funzione delle mission che si prospettano per la tv del
futuro: immaginando una più solida sinergia tra mezzi tradizionali e innovativi, giochi di specchi e rimandi
stimolanti per i pubblici, ma anche per le imprese ormai multimediali. I contenuti a utilità ripetuta come i
film e la fiction possono trovare spazi privilegiati nel più grande archivio dell’umanità che è Internet.
Passaggio al futuro
La fiction italiana è scarsamente competitiva sul piano internazionale e riesce d