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“CONCEZIONE DEL MONDO, DELLA VITA E DELLA POSIZIONE IN ESSO OCCUPATA DALL’UOMO”
Abbraccia una triade: dio, l’uomo e il mondo. Quest’unità è talmente familiare che i tedeschi vi fanno costantemente
riferimento: “ho parlato di dio e del mondo” per dire “ho parlato proprio di tutto”.
FINE 800 – rappresentava un sistema coerente, si poteva spiegare il mondo, le leggi dello sviluppo,
l’immagine dell’uomo.
FREUD – la definiva come un ideale non raggiunto dall’umanità, una soluzione unificata ai problemi
dell’esistenza, qualcosa che ci fa sentire sicuri e che ci dà uno scopo. Se la religione e la filosofia sono
discipline che per loro natura offrono una Weltanschauung, la psicoanalisi è totalmente inadatta a crearsene
una.
La W. Della Germania nazista è stato il più grande trauma della storia tedesca, che non svanì con la sconfitta del
nazismo. Una metà della Germania restava assoggettata alla Weltanschauung comunista, l’altra non riusciva ad
accettare di portare il lutto della catastrofe collettiva e dell’olocausto. Non c’è famiglia tedesca che non abbia avuto
parenti nazisti o assoldati nella polizia segreta comunista. Ogni cambio generazionale ha lasciato incomprensioni
profonde.
Oggi la Weltanschauung dei giovani tedeschi è fondata sul riconoscimento del passato nazista e comunista che ancora
influenzano la loro vita. Non esiste più una Weltanschauung compatta e immutabile, una sorta di accesso privilegiato
alla verità. L’identità tedesca è oggi più frammentata e flessibile, capace di adattarsi ai mutamenti della storia.
Schroeder disse che la Germania non aveva una visione del mondo bensì uno stile di vita.
ALBERT SPEER – aveva trent’anni quando Hitler mise il mondo ai suoi piedi e fino all’ultimo gli restò fedele. Vide
Hitler immobile, chiuso nel bunker da lui progettato che gli porgeva l’ultima foto con scritto “all’amico di sempre”. A
Norimberga riconobbe il suo “fallimento morale” poiché non solo aveva preso parte alla guerra, ma l’aveva prolungata
con le sue capacità. È stupefacente come abbia sostenuto il processo senza cedimenti, un autocontrollo e una resistenza
interiore che non lo abbandonarono nemmeno durante i suoi 20 anni passati in carcere. “la chiave del successo è la sua
necessità. I successi non capitano, si programmano”
La differenza tra fascismo e nazismo, dice, è dovuta al carattere italiano. Gli italiani sono gente che ama la famiglia ed è
indulgente con i bambini. Ma non possono essere buoni soldati, perché hanno rapporti umani diversi dai tedeschi. I
tedeschi, grazie al carattere freddo, sono buoni soldati. Speer riuscì anche a neutralizzare la burocrazia, affidando ai
burocrati solo gli incarichi senza importanza, affidando la produzione di armi direttamente ai capi di industria.
Speer non ha mai pronunciato una parola di rammarico, nessun accenno ad Auschwitz. In Hitler, dice Speer di aver
visto colui che avrebbe salvato i valori del 19 secolo contro il mondo orrendo delle metropoli.
HEINRICH BOLL – quando gli venne conferito il premio Nobel disse “sono tedesco e l’unico passaporto valido che
nessuno mi deve rilasciare è la lingua”. L’amore per la lingua gli veniva spontaneo e dava l’impressione che cogliesse
sfumature e segreti che sfuggono a noi comuni mortali.
Der Wegwerfer ‘colui che butta via’ è la storia di un giovane assunto per buttare via la corrispondenza inutile che
arrivava alle ditte; Der Lacher ‘colui che ride’ si guadagnava da vivere producendo risate per la radio e le serie tv.
Questi sono solo un paio dei personaggi con mestieri inesistenti che lui inventava.
I suoi racconti sono stati un pungolo alla memoria. ‘poiché l’uomo non è buono e ognuno porta la guerra con sé, il vero
deterrente è la memoria dell’orrore’. Spiegava che la prima cosa da raggiungere sempre è almeno la pace formale,
ovvero l’assenza di guerra che si chiama pace. Lui non credeva che parlare di superiorità o inferiorità avesse senso,
poiché se la loro superiorità significava che si potesse uccidere 30 volte, mentre noi li possiamo uccidere 20, sembra
che basti.
MISCHA WOLF – fino al 1979 era stato l’uomo senza volto, la spia più famosa del mondo da cui dipendevano 20 mila
agenti in tutto il mondo. La sua prima foto fu uno scoop che gli procurò non pochi problemi con MIELKE, il capo della
Stasi. Mielke diffidava da Wolf, ma non osava contrastarlo poiché Wolf era molto più abile di lui. L’invenzione più
brillante fu quello delle ‘spie per amore’, le tante funzionarie e segretarie che venivano sedotte dai vari ‘romeo’ mandati
da lui in occidente e convinte a diventare spie.
Il suo segreto era prendere il mondo com’era, farsi sentire vicino ai propri collaboratori tanto più quando erano in
pericolo. Un altro dei suoi principi era che il denaro compra quasi tutto, ma non tutto. Spiegava che tutti abbiamo
bisogno di un sostegno morale, di credere di agire per il bene.
Il suo successo maggiore fu piazzare Gunter Guillaume al posto più alto, ma Wolf ne parlava come un incidente in
quanto in campo politico fu una sconfitta.
Negli ultimi 15 anni visse a Berlino scrivendo libri che parlavano di tutto, ma di niente che non fosse già noto, tanto che
l’attesa autobiografia ebbe un successo modesto.
JOSCHKA FISCHER – ‘Mein langer Lauf zu mir selbst’, Fischer era l’europeista che fece squillare il campanello
d’allarme, dicendo che la risposta a tutto era andare avanti fino al compimento dell’integrazione. La sua carriera vacillò
quando dovette scusarsi pubblicamente per il suo passato.
Nestbeschmutzer – l’insozzatore del nido
Il Nestbeschmutzer è l’individuo che insozza il suo nido, il nucleo a cui appartiene. Sporcare il nido è un’azione
indegna, persino per gli animali. Tutto quello che danneggia il nido o distoglie dalla sua sacralità per i tedeschi è
profanazione. Chi sporca il nido non merita perdono.
HEINE – è un classico Nestbeschmutzer. Le più belle poesie sono state scritte da questo poeta tedesco, che stanco di
essere tormentato dalla censura scappò a Parigi. La Germania era il suo ‘amour de loin’, mentre il popolo della Francia
gli sembrava ‘leggero’, ma per i tedeschi rimase un ‘poeta per commessi viaggiatori’.
Di Heine i tedeschi non tolleravano l’ironia, che ai loro occhi sfiorava il sacrilegio quando sbeffeggiava la Prussia e le
sue virtù militari. Heine ha talento perché non ha carattere. La storia dei monumenti che non eseressero al loro più
grande poeta romantico è esemplare.
1887 -un gruppo di cittadini si costituì per erigere a Heine un monumento a Düsseldorf, città natale del poeta. Destino
dei Nestbeschmutzer è di avere un piccolo combattivo numero di ammiratori. Il tentativo fallì ma molti altri seguirono.
1926 – una statua di bronzo fu commissionata allo scultore Edgar Lederer, restò in piedi un paio di anni e poi fu tolta
dal piedistallo.
Dopo la guerra fu installata, in un parco di Düsseldorf, una scultura ‘dedicata’ ad Heine per il suo centenario, ma non
c’era alcun riferimento visibile al poeta e sul piedistallo c’era scritto ‘armonia’.
1988 – all’università di Düsseldorf venne dato il nome di Heinrich Heine Universität.
MARLENE DIETRICH – così come Heine ebbe una nostalgia bruciante per la Germania. Viveva a Parigi, ma due volte
alla settimana si faceva portare del cibo tedesco. La Germania non l’aveva mai trattata bene, i tedeschi non le
perdonavano che fosse tornata in Europa durante la guerra a fianco dei soldati americani, nel 1939 aveva preso la
cittadinanza americana ma cantava ‘ho ancora una valigia a Berlino’. Per i suoi funerali, l’amministrazione comunale di
Berlino non autorizzò neppure una commemorazione pubblica.
WILLY BRANDT – agli occhi di tanti cittadini era anche lui un Nestbeschmutzer, il suo inginocchiamento nel getto di
Varsavia fu visto dalla Germania come una vergogna. Giovanissimo si era impegnato nel partito social democratico
nella resistenza contro il nazismo. Era figlio illegittimo e nel 1961 Adenauer lo denigrò come ‘figlio di nessuno’.
Per molti tedeschi era una personalità inafferrabile, era un gaudente e un malinconico incline alla depressione. Era un
uomo che senza avventure amorose, sigarette e alcool faceva fatica a vivere. Ci sono lettere e lettere che scrisse da
Berlino alle sue tre donne: sua moglie, sua figlia e la sua amante.
Querdenker – il pensatore laterale
C’era una volta il Quertreiber, un navigante che invece di seguire la rotta prescritta, andava di traverso e finiva per
tagliare la strada ad altri navigatori. Questo per dire che ‘quer’, traverso, in tedesco non ha mai significato nulla di
buono. Chi pensava per conto proprio senza seguire l’ordine prestabilito era un personaggio sospetto, che poteva
diventare un ‘insozzatore del nido’. Avere idee indipendenti non giovava per andare avanti con la carriera. I Querdenker
sono un a piccola minoranza di intellettuali scomodi che mettevano il dito sul conformismo e autoritarismo.
La parola fu ignorata dai vocabolari fino al 1991 e dal quel momento sembra che i Querdenker in Germania dilaghino.
E anche se il tedesco medio continua ad amare le regole, i media traboccano di lodi all’originalità. L’originalità è
diventata per i tedeschi una passione e ne hanno fatto subito oggetto di istituzionalizzare.
Dal 1995 un gruppo di aziende tedesche hanno finanziato una Querdenkenakademie per pensare di traverso. Per un
autentico Querdenker è uno sviluppo imbarazzante, un outsider non solo viene perdonato ma gode anche di grande
stima.
ENZENSBERGER – vive a Monaco, e come Diderot ha sempre combinato ambizioni letterarie a filosofiche, arte e
morale. Di Diderot l’aveva sedotto la straordinaria autoironia. Da Querdenker autentico, terminò il suo discorso per il
ö
premio Ludwig B rne dicendo che il prezioso dono di pensare con la propria testa non lo abbandonerà mai, quello che
manca non è il pensiero, bensì il carattere.
Schadenfreude – godere delle disgrazie altrui
È un sentimento che esiste in molte società ma che solo in tedesco viene condensato in un concetto. Per la BBC esprime
il sentimento più caratteristico dei nostri tempi. Il tedesco ha tutta una gamma di vocaboli legati alla gioia:
vordenfreude è la premonizione che la delusione verrà e che il momento della gioia