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Il tempo del film è il presente. Tempo diegetico è tempo filmico. Analessi(esterna, interna,
mista)/flashback – prolessi(esterna,interna,mista)/flashforword. Rapporti tra tempo della
storia e tempo del racconto (Genette): pausa (segmento narrativo corrisponde a una durata
diegetica nulla); estensione (tempo del racconto è più ampio rispetto a quello della storia
vd. Slot motion); scena (TR=TS); sommario (tempo del racconto è minore del tempo della
storia); ellisse (a una durata della storia non corrisponde nessun tempo del racconto).
Frequenza: numero di volte che un evento è nel racconto in rapporto al numero di volte che
è nella storia: racconto singolativo (1R/1S – nR/nS) racconto ripetitivo (nR/1S) racconto
iterativo (1R/nS).
Focalizzazione: modo in cui vengono regolati i rapporti tra istanza narrante,
personaggio, spettatore. Focalizzazione zero (narratore>personaggio); focalizzazione
interna (narratore=personaggio); focalizzazione esterna (narratore<personaggio).
Focalizzazione spettatoriale: lo spettatore ne sa di più del personaggio.
Ocularizzazione (Jost) : relazione che si instaura tra quello che mostra la mdp e
quello che vede il personaggio. Interna primaria/secondaria: ciò che vedo è quello che è
visto da un personaggio e nella primaria se ne hanno le tracce; zero-. shot: vedo
direttamente senza mediazione (enunciazione mascherata/marcata).
Inquadratura: rappresentazione in continuità di un certo spazio per un certo tempo. È il
risultato di scelte a livello del profilmico (ciò che sta davanti alla mdp) e filmico (modi in cui
vengono rappresentati gli elementi profilmici).
Modi in cui si può concepire l'ambiente (Martin): realista, impressionista (paesaggio di uno
stato d'animo), espressionista/artificiale (stilizzato in funzione simbolica). Ambienti digitali
puri o parziali che usano immagini dal vero (realistici o fantastici). Tecnica che fa interagire
personaggi dal vero con ambienti realizzati al computer: chroma key.
Luce intradiegetica/extradiegetica; illuminazione contrastata/diffusa; key light (principale) fill
light (di riempimento) back light (controluce). Cinema classico assegna un ruolo di primo
piano alla luce, il cinema moderno riproduce le luci così come sono senza piegarle al
racconto.
Chion individua tre momenti nella storia del colore: bariolage (accozzaglia dei colori, anni
’50-‘60); anti-bariolage (anni ’60- ’70); neo-bariolage (anni ’80).
Rapporto fra attore e personaggio: personaggio rappresentato con tecniche precise o
rivissuto (metodo Stanislavskij).
Metodo Brecht: si nega l'identificazione tra attore e personaggio e si contrappone lo
straniamento. Cosicché l'attore possa esibire l'elemento di finzione proprio ad ogni
performance.
Recitazione minimalista, sovraccarica e naturalista. Attore replicante e attore creativo.
Scala dei piani: compro lunghissimo, campo lungo, campo medio centralità personaggio->
figura intera, campo americano, mezza figura, mezzo primo piano, primo piano, primissimo
piano, particolare/dettaglio.
Dialogo tra campo e fuori campo: entrate e uscite di campo, sguardo del personaggio,
suono off, uso di inquadrature che tagliano in due il personaggio. Fuori campo esterno:
Fuori campo attivo = inquadrature a struttura centrifuga che tendono verso l'esterno;
passivo = inquadrature a struttura centripeta dove tutto converge verso il proprio interno.
Fuori campo interno: in campo ma celato allo sguardo dello spettatore da un elemento
profilmico.
Soggettiva, semi soggettiva,falsa soggettiva. Identificazione primaria quella dello spettatore
con la mdp, identificazione secondaria quella con i personaggi.
Movimenti di macchina: panoramica (la mdp ruota su un cavalletto), carrellata (la mdp è su
un carrello che corre su binari o su un veicolo), travelling (movimenti complessi realizzati
con gru o dolly), macchina a mano o a spalla.
Correzione di campo/reinquadratura: brevi movimenti di mdp che hanno il compito di
mantenere l'equilibrio e la centratura del piano.
Montaggio: consiste nell’unire la fine di un’inquadratura con l’inizio della successiva.
Stacco; dissolvenza in entrata,in uscita, incrociata; Iris; tendina.
Due possibilità per dar vita alla rappresentazione filmica di uno spazio diegetico
(segmentazione dello spazio, decoupage): 1. Quadro d'insieme e varie inquadrature che lo
frammentano (cinema classico); 2. Inquadrature parziali che non mostrano mai la globalità
dello spazio.
Montaggio ellittico: quando si tende ad omettere momenti importanti di una narrazione sia a
livello intrasequenziale sia intersequenziale. Montaggio alternato: alterna inquadrature di
due eventi che si svolgono di solito contemporaneamente in luoghi diversi.
Cinema classico= produzione hollywoodiana tra il 1917-1960. Mirava a dar vita ad uno
spettatore inconsapevole che si identificasse con i personaggi, che scivolasse nella finzione
finendo per confondere la realtà. Il lavoro di scrittura del film era quindi il più mascherato
possibile: cinema della trasparenza, montaggio invisibile (decoupage classico).
decoupage classico
Bazin individua tre caratteristiche fondamentali del : motivazione,
chiarezza, drammatizzazione. Il passaggio da un'inquadratura A a B deve avere una sua
ragione, deve rappresentare chiaramente cosa sta accadendo e mettere in rilievo gli sfondi
drammatici (vd. costruzione del climax attraverso avvicinamento progressivo). Un altro
principio chiave è quello della continuità poiché si cerca di controllare la forza disgregatrice
del montaggio: costanza e omogeneità della luce, centralità dei personaggi in rapporto allo
spazio inquadrato, raccordi. Principali tipi di raccordi: di sguardo, di movimento, sull’asse,
sonoro. Un’altra caratteristica è rappresentata dal sistema di spazio a 180^ che determina
l'esistenza di tre raccordi: di posizione, di direzione, di direzione di sguardi.
Montaggio connotativo: il tratto dominante è la costruzione del significato. Per
Ejzenstejn la rappresentazione filmica della realtà non ha in se nessun particolare
interesse, ciò che conta è il senso che si cattura attraverso la sua interpretazione. Teoria
delle attrazioni: libero montaggio di azioni (attrazioni) scelte arbitrariamente dotate di un
preciso orientamento verso un effetto finale. Questo tipo di montaggio si basa sul conflitto, il
cui fine principale è quello della significazione.
Montaggio formale: funzione estetica del montaggio, pone in primo piano gli effetti
formali attraverso immagini che instaurano tra loro un rapporto di volumi, linee.. Es. Ozu. Le
inquadrature sembrano quasi sovrapporsi fra di loro per un gioco di reciproche somiglianze.
Montaggio discontinuo: nega apertamente i modelli della continuità. Violazione del
sistema a 180^, si dà vita ad uno spazio di 360^ in cui la mdp viene sistemata liberamente.
Jump cut/falso raccordo/montaggio a salti e inserti non dietetici che interrompono la
naturale successione di inquadrature attraverso piani estranei al racconto.
Bazin sostiene: 1. Che il reale vada rappresentato nel rispetto delle sue caratteristiche
essenziali, 2. Nessun avvenimento deve essere dotato di un senso determinato a priori, il
reale è caratterizzato da un’ambiguità che il cinema deve saper rispettare. Parla di
montaggio proibito ogni volta che l'essenziale di un avvenimento dipende dalla
presenza simultanea di due o più fattori d'azione. Va rifiutato il montaggio con profondità di
campo e piano sequenza: la profondità permette la disposizione di oggetti e personaggi su
più piani e il loro reciproco interagire (a livello spaziale); il piano sequenza svolge le funzioni
di una scena o di una sequenza (a livello temporale).
Se nel cinema classico e nel modello di Ejzenstejn è il regista a decidere il significato per
noi, piano sequenza e profondità di campo danno allo spettatore la possibilità di decidere.
Critiche alle ipotesi di Bazin: la realtà è la sua rappresentazione non possono essere
confuse poiché il cinema è sempre frutto di una rappresentazione; il piano sequenza e la
profondità di campo indirizzano comunque lo spettatore e impongono una lettura delle
immagini univoca in alcuni casi.
Suono diegetico/extradiegetico(“suono over”). Suono in campo (“suono in” fonte sonora
all'interno dell’inquadratura) o fuori campo (“suono off” fonte sonora esterna). Chion
distingue: suono ambiente, suono interno (ricordato da un personaggio), suono on air.
Acusmatico: suono di cui non si vede la fonte.
Supercampo: campo audiovisivo determinato dal suono ambiente proveniente non sono
dagli altoparlanti dietro lo schermo, ma anche da quelli disseminati in sala.
Suono simultaneo (sonoro e immagini stesso tempo narrativo) non simultaneo (sonoro
anticipa o segue le immagini che stiamo vedendo, vd. ponte sonoro: le parole, la musica, i
rumori della scena successiva a quella presente sullo schermo iniziano già a sentirsi prima
che se ne vedano le immagini).
Auricolarizzazione (Jost): rapporto fra ciò che sentiamo noi e ciò che sente il personaggio.
Interna, ancorata ad un determinato personaggio; esterna non ancorata. Primaria,
dimensione soggettiva, alterata; secondaria, evidenziata dal montaggio audiovisivo.
La parola ai tempi del muto: narratore e didascalie. Chion tre tipi di parola cinematografica:
parola teatro (intellegibile e emanata dai personaggi); parola testo (del narratore); parola
enunciazione (ciò che viene detto non è pienamente compreso, non connessa al centro
dell'azione). Fra le funzioni: eliminare le ambiguità delle immagini.
La musica si rapporta alle immagini attraverso due metodi: partecipazione e distanza.
Leitmotiv: tema melodico ricorrente che caratterizza fatti, personaggi, momenti.
Avvio/interruzione improvvisa: la musica si avvia o cessa di colpo con lo scopo di
accentuare la drammaticità di una scena. Musica diegetica (valenza informativa) ; musica
extradiegetica (prospettiva dell'istanza narrante).
Il rumore rende credibile un determinato ambiente.
analisi del film
Non esiste un metodo universale di , pone come oggetto primario il testo
filmico, lo smonta e rimonta per coglierne la struttura. Il primo segno distintivo è l'aderenza
al testo filmico, poi bisogna avere una prospettiva attraverso cui guardare ad esso. Prende
le mosse da una provvisoria interpretazione del testo. La coscienza dell’utopia dell’analisi
esaustiva ha finito col privilegiare l'analisi del frammento. Strumenti descrittivi: scenografia
desunta (descrizione delle inquadrature del film nel suo stato finale), suddivisione del film in
sequenze, descrizione singola inquadratura. Strumenti citazionali: prelievo dal corpo del
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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