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AUTORIFLESSIVITà E AUTOVALUTAZIONE NEI
GRUPPI COLLABORATIVI
Autoriflessività e metacognizione
Il concetto di autoriflessività inteso come acquisizione di consapevolezza dei propri processi
apprenditivi e conoscitivi rinvia a quello più ampio di metacognizione, costrutto teorico reso famoso
dagli studi di Flavell.
Flavell definisce la metacognizione come una presa di coscienza dell’esperienza cognitiva e una
presa di coscienza delle conoscenze acquisite. Questa acquisizione di consapevolezza consente sia
la selezione che la revisione o l’abbandono di certi compiti cognitivi, di obiettivi e strategie, se
messi in relazione tra di loro e con le abilità dell’allievo e i suoi interessi per l’impresa in corso.
Secondo il modello di Flavell, l’abilità di una persona nel monitoring di imprese cognitive si
determina mediante l’interazione di 4 classi di fenomeni:
la conoscenza metacognitiva
l’esperienza metacognitiva
gli obiettivi o i compiti
le azioni o le strategie.
Anche modelli immediatamente successivi hanno arricchito la riflessione teorica sul costrutto, ma
in sintesi, possiamo affermare che la dimensione metacognitiva è insieme:
metarappresentazionale (il soggetto si rappresenta le proprie rappresentazioni della mente,
del pensiero, della conoscenza e il modo in cui queste rappresentazioni funzionano);
autoregolativa (il soggetto regola le proprie procedure cognitive mediante strategie di
controllo e monitoraggio);
autoriflessiva (il soggetto riflette sui propri processi apprenditivi e cognitivi, sulle proprie
conoscenze, sulle proprie prospettive e schemi di significato, sulle proprie configurazioni
attribuzionali, sulle proprie emozioni).
Per quanto la dimensione metacognitiva sia tale, essa non emerge come fatto spontaneo ma implica,
a sua volta, apprendimento: si deve apprendere a gestire l’apprendimento e la conoscenza e a
pensare il pensiero. Anche la metacognizione richiede mediazione.
L’autoriflessività si configura come un processo che non nasce né si esaurisce nel soggetto stesso
come fatto individuale, ma implica un dialogo/incontro/confronto con l’altro.
L’apprendista osserva il maestro o l’esperto che mostra “come si deve fare” una certa attività e lo
imita poi (modelling); il maestro o l’esperto assiste ed agevola il lavoro (coaching), fornisce un
sostegno in termini di stimoli e risorse (scaffolding), ed infine diminuisce progressivamente il
supporto per lasciare autonomia a chi apprende (fading).
Autoriflessività e metacomunicazione nella comunità
Nelle comunità di apprendimento e di pratica, la metacognizione si configura come acquisizione di
gruppo, prodotto della capacità collettiva di riconoscersi come un tutto organico, come “noi”.
La costruzione del “noi”, e dunque di una learning community, non è spontanea: richiede ai singoli
di mettere in gioco se stessi in quanto capaci di riconoscersi nell’altro e attraverso l’altro, di essere
consapevoli delle proprie intenzioni comunicative, di saper essere in relazione mediante il dialogo e
la conversazione.
È nel discorso, nel linguaggio che la comunità si costituisce come tutto.
Le comunità di apprendimento costruiscono un linguaggio comune mediante il quale articolano
processi di apprendimento, piani, scopi e assunzioni.
Il discorso è il medium che permette la costruzione dell’identità collettiva. L’imparare a imparare
come gruppo assume il significato di imparare a comunicare nel senso dell’imparare ad essere in
relazione.
Sono il saper comunicare, il sapere dialogare a far sì che l’intreccio delle storie e dei linguaggi si
traduca in identità condivisa e senso di appartenenza.
Ciò purtroppo diviene problematico quando la comunità si avvale delle tecnologie di rete, dove si
“occupa” lo spazio mediante il testo, i silenzi, i simboli (emoticons).
In una comunità di apprendimento in rete l’adesione ad un principio di cooperazione sul piano
comunicativo diventa uno “sforzo” che i soggetti dovrebbero compiere in modo necessario. Una
scarsa consapevolezza degli impegni che una buona conversazione comporta minaccia alla base la
possibilità stessa di collaborare.
Autovalutazione come processo autoriflessivo e partecipativo
L’autoriflessività come competenza del gruppo investe anche la dimensione valutativa: le nuove
forme di valutazione, che hanno radici nel costruttivismo, mirano ad interpretare e comprendere il
senso ed il significato delle trasformazioni dell’apprendimento degli allievi.
Nel paradigma costruttivista valutare non significa giudicare se lo studente ha raggiunto o meno
l’obiettivo prefissato, ma coinvolgere lo studente in un processo di autosservazione e
automonitoraggio sui processi di costruzione della conoscenza.
L’attenzione ai processi messi in atto per raggiungere gli obiettivi porta all’esigenza di documentare
la crescita e le trasformazioni del modo di pensare e di apprendere dello studente mediante diversi
strumenti (portofolio, diari,…), stimolando pratiche di autoriflessività e chiedendo agli studenti di
riflettere sui processi che hanno seguito nella soluzione del problema.
In tale ottica, la valutazione si configura come un’attività autoriflessiva, svolgendo una funzione
formativa e orientativa.
Diversamente, la valutazione delle attività di formazione in rete richiede di definire un modello
valutativo che tenga conto delle caratteristiche specifiche della comunicazione online e valorizzi gli
elementi di costruzione condivisa della conoscenza.
L’apertura verso processi di valutazione collaborativi diventa fondamentale per il successo di una
comunità di apprendimento: la funzione formativa della valutazione si collega alla consapevolezza
che lo studente ha del percorso di apprendimento, consapevolezza che si acquisisce solo mediante
una partecipazione diretta a tutte le fasi del percorso e quindi anche durante la costruzione delle
modalità e dei criteri della valutazione (ottica costruzionista).
CAPITOLO 6. COSTRUIRE UN GRUPPO DI LAVORO
ONLINE
Perché i gruppi online
La costituzione di gruppi collaborativi online rappresenta una metodologia promettente in tutte le
situazioni in cui si vogliano valorizzare autonomia e costruzione attiva di conoscenza da parte di
soggetti interessati, sia in ambito formativo (università, formazione post universitaria) che
lavorativo (team di progetto), con limitazione eventuale degli incontri in presenza ad una soglia
minima.
In rete, rispetto che in presenza, oltre che ai vantaggi economici, la libertà dai vincoli di tempo e di
spazio permette ai soggetti la possibilità di intervenire senza disturbo reciproco nei momenti più
congeniali mediante ritmi personali, di interagire contemporaneamente con più gruppi avvalendosi
anche di risorse appartenenti ad altre comunità o disponibili sulla rete.
Tuttavia, un “lavoro di gruppo online” va costituito con apporti aggiuntivi sul piano della
consapevolezza metodologica e gestionale integrata con eventuale infrastruttura tecnica.
Gruppi in presenza / gruppi online
Il lavoro di gruppo richiede sempre un’adeguata azione di “costruzione del gruppo” (team
building): una cosa sono i gruppi tout court, caratterizzati da una semplice “interazione”; una cosa è
il “lavoro di gruppo”, caratterizzato da “integrazione”.
Un gruppo va considerato come il punto di unione di diverse tipologie di bisogni: - individuali
(sicurezza, identità, stima); - di gruppo (mantenimento e conseguimento dell’obiettivo, della
memoria condivisa); - dell’organizzazione di appartenenza (ottenere i risultati economici/morali,
sviluppare innovazione, risorse umane).
Sono molto importanti le dinamiche emotive: per esempio, il conflitto è un’esperienza nota nella
vita relazione dei gruppi.
La vita di gruppo possiede diverse dimensioni:
una più interna o fantasmatica: miti, fantasie, emozioni dell’individuo;
una reale: riguarda la struttura osservabile del gruppo (ciò che fa e produce)
una rappresentata: relativa ai modelli culturali e cognitivi cui dà vita (cultura del gruppo,
modelli, stereotipi);
una sociale: relativa al senso di appartenenza istituzionale.
Il processo di team building, necessario anche per predisporre un gruppo a lavorare in modo
efficace in presenza, richiederà degli accorgimenti aggiuntivi, tenendo conto delle specificità della
tipologia comunicativa “mediata dal computer”:
la criticità del canale tecnologico è sottovalutata, i problemi tecnici possono allora costituire
un argomento di conversazione parallelo che può assorbire gran parte delle energie del
gruppo per tutta la durata della sua attività.
L’area più vulnerabile, segnalata dalla letteratura per la sua criticità nei gruppi in presenza,
riguarda il soddisfacimento dei bisogni di identità e autostima. Quel feedback che in
presenza si ottiene attraverso la comunicazione non verbale, in rete viene ritardato e
relegato al messaggio scritto.
Le caratteristiche specifiche del mezzo influiscono anche in altro modo: anche se favorisce
una comunicazione senza spazio e tempo, amplifica le potenzialità relazionali, facilita però
soluzioni di dispersività e frammentazione comunicativa.
Data la carenza o assenza totale di contatti in presenza, viene ostacolata la presa di
decisioni: se si è in presenza ci si serve della comunicazione extraverbale (sguardi, cenni,
ecc.) per valutare direttamente la sostenibilità delle ipotesi esposte da uno o un altro
membro del gruppo; nella rete, al contrario, qualunque decisione condivisa rappresenta
un’operazione faticosa, poiché per decidere qualcosa insieme è necessario adoperare un
sondaggio.
Collaborare in gruppo online: quali condizioni di efficacia?
Qui si presenta un modello di sintesi utile per il progettista o formatore nella fase di preparazione
dell’ambiente di lavoro, e per gli stessi partecipanti del gruppo collaborativo.
Il modello sottolinea alcune dimensioni e fasi di intervento, sia per l’allestimento che per la gestione
di un buon sistema collaborativo.
COMPONENTI:
- Soggetti (partecipanti): consapevolezza acquisita circa il modello collaborativo a cui
attenersi e le criticità eventuali che possono insorgere
- Soggetti (coordinatore e altre figure di leadership): capacità umana del coordinatore o altre
figure simili di coadiuvare il processo (sollecitazioni, mediazione, capacità di sintesi)
- Tecnologia: componente tecnica di sostegno (piattaforma attrezzata con strumenti sp