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1.6 LA TEMPORALITÀ DELLA DIDATTICA DIGITALE
Dal tempo dell’orologio al tempo della cyberception
Essere digitali o divenire digitali significa subire e contemporaneamente vivere ed esperire il tempo
al di fuori del paradigma moderno del “tempo dell’orologio”, ed affacciarsi verso una nuova
dimensione: la cyberception del tempo.
Si tratta dell’immersione a 360 gradi delle nostre funzioni cognitive all’interno di un tempo/spazio
tridimensionale della comunicazione.
De Kerckhove dice che: “…oggi la velocità di interazione è aumentata fino all’immediatezza.
Questa trasformazione implica un radicale ripensamento delle funzioni cognitive della mente, così
come delle sue modalità di apprendimento”.
Il fatto è che nell’epoca di internet, mentre lo spazio, in quanto distanza e dunque barriera alla
trasmissione dei saperi, viene ridimensionato, il tempo permane.
La disponibilità di un ambiente multimediale esteso per l’apprendimento, come un’aula virtuale, in
affiancamento a quello reale, può essere un elemento decisivo, insieme agli investimenti in
personale e in formazione sulle nuove tecnologie, che permetta di integrare il tempo sincronico e
della relazione didattica frontale con il tempo qualitativo e intensivo della relazione asincrona, che
può realizzarsi mediante un uso avvertito del Web.
Bisogna rendere pertanto possibili forme di tutoring e di mentoring personalizzate, che permettano
all’insegnante e al discente di costruire la relazione formativa seguendo le differenti temporalità
qualitative di apprendimento dei singoli gruppi di studenti, e di stabilire un nuovo scambio tra
scuola, discenti, famiglie e società.
Ciò è possibile solo se le forme della progettazione didattica e della legislazione in ambito
formativo tengono a mente come la tecnologia applicata alla didattica non deve essere considerata
come uno strumento per accelerare i tempi di formazione, oppure per aumentare l’efficienza e la
produttività della scuola, o peggio, una “macchina per insegnare”.
Al contrario, essa può permettere di migliorare e rendere più fitta la relazione tra tempo della
scuola, tempo del sociale e tempo della vita.
L’utopia negativa del tempo reale: verso la sparizione del tempo
Secondo Baudrillard, il mondo si manifesta a noi sotto forma la cifra dell’illusione, esso è un nulla
che ci illude di esistere.
La verità stessa è illusoria, è il circolo infinito che si stabilisce tra il mondo e il polo della
soggettività, che da questa apparenza si lascia “volentieri” ingannare e costruisce sul nulla progetti
di senso. Qualora l’illusione del senso o il senso dell’illusione (la coscienza della mancanza di senso
del mondo) avesse il sopravvento, il mondo avrebbe fine.
Secondo Baudrillard, la novità distruttiva che viene introdotta dalla tecnologia, ciò che è
impossibile nel mondo reale, e cioè l’annullamento della distanza tra soggetto ed esperienza, il
“forward” veloce della temporalità, l’annullamento della distanza spazio-temporale, è, invece,
possibile nell’universo tecnologico della comunicazione digitale.
Baudrillard individua nella nuova tecnosfera (tecnorama digitale) l’attore, il personaggio del giallo
che può far scomparire la distanza temporale, il buio dell’assenza, trasformando la vita degli uomini
in un giorno perpetuo, nel quale tutti gli istanti sono illuminati ed accecanti.
Per egli, le nuove tecnologie si presentano come attori del “delitto perfetto”, ossia della rottura
dell’equilibrio tra illusione e volontà di dare senso, che, appunto, i media telematici producono.
Campanili, orologi, tabelle con scadenze e orari di fabbrica sono inutili dinanzi al tempo reale, al
just in time e alla fabbrica snella: è il segno di un mutamento epocale, ma anche di una crisi della
società che è paradossalmente in ritardo rispetto alle modalità delle sue organizzazioni pratiche.
L’Eu-topia: il tempo esteso e i suoi riflessi sul mondo della formazione
Analizziamo in che modo la Computer Mediated Communication influenza la nostra nozione e
percezione del tempo:
Tempo reale: ciò che accade quando si accede all’informazione in tempo reale mediante il
WWW è “distrattenzione”. Invece di fruire i contenuti secondo la temporalità omogenea
della successione dei significanti alfabetici, adottiamo una modalità non lineare e veloce di
accesso all’informazione che procede secondo una temporalità che prevede lunghe pause di
“distrazione” ed improvvise accelerazioni di “attenzione” concentrata. Il tempo del Web è,
pertanto, non lineare come i suoi contenuti, è noia ed eccitazione insieme. Tale tempo altera
e rimodella caratteristiche cognitive quali la riflessività e l’attenzione.
Rimediazione della formazione: l’estasi temporale dell’immediatezza delle informazioni e la
“distrattenzione” non provocano solo l’ansia da sovraffollamento dei contenuti, ma
permettono di sfruttare la velocità del tempo reale, modulando in maniera nuova la fruizione
dei contenuti della comunicazione o della formazione. Il problema non è quello di sostituire
il paradigma lineare della formazione gutenberghiana con quello multicodicale del
multimedia, quanto di “rimediare” la temporalità della scrittura lineare e della formazione
riflessiva del tempo gutenberghiano, inserendola nel nuovo contesto della “temporalità
topologica” dei media telematici. Le nuove tecnologie della comunicazione digitale
(formazione online, in presenza, in teledidattica, gruppo virtuale, community) permettono di
esperire insieme al “tempo dell’orologio” e alla “durata interiore” anche nuove forme di
temporalità correlate alla fruizione dei media digitali di trasmissioni dei saperi. È utile
rilevare come lo spazio della formazione a dimensioni multiple, reso possibile dall’uso
blended delle metodiche d’aula e delle nuove tecnologie della formazione, generi un nuovo
spazio/tempo della formazione caratterizzato dal suo essere mixed. Tale mescolanza
riorienta lo spazio/tempo tanto della formazione tradizionale, quanto dell’e-learning di
prima e seconda generazione.
Tempo esteso: i media digitali come strumento di integrazione e di mixaggio del tempo
interiore con il tempo dell’orologio e il tempo del mondo è molto interessante come pista. Si
tratta di un nuovo modo di aprire alla soggettività individuali e sociali nuove possibilità di
modulare e gestire il tempo, che diviene, pertanto, non solo tempo reale, ma esteso, poiché
esteso anche a livello individuale e soggettivo. Anzi sarebbero meglio parlare di tempo
individuale/sociale globale mediato dalle tecnologie digitali.
CAPITOLO 2.
LA GENEALOGIA DELL’E-LEARNING
2.1 La Storia E Le Teorie Dell’e-Learning
Il ciclo di vita dell’e-learning
Il “fenomeno” dell’e-learning si è sviluppato con nomi differenti e mediante l’uso di diverse
tecnologie nel corso degli ultimi 50 anni.
Dal “distance schooling” al “complex learning”: antenati e fratellastri dell’e-learning
La Open University degli anni Settanta ad Oggi
Si tratta del più famoso esperimento britannico nel campo della formazione superiore degli adulti: il
progetto formativo iniziale, che rientra nella formazione a distanza (distance learning) risale alla
fondazione della Open University del 1971. L’obiettivo di quest’ultima era di espandere la
possibilità di una formazione universitaria. Oltre alla tradizionale forma della corrispondenza, per la
didattica venivano impiegati televisione, audiocassette e si svolgevano in tutto il Regno Unito.
Fu grande il successo dell’Open University che si sviluppò a livello internazionale, permettendole
di sviluppare tutto il “ciclo esteso dell’e-learning”, dal distance learning analogico (basato sulle
tecnologie dei mass media) all’adozione delle prime metodiche di distance learning digitale (es.
Cd-rom di autoformazione, computer based training (CBT)), ed in seguito agli anni ’90 all’e-
learning propriamente detto (abilitato delle tecnologie digitali della comunicazione di rete).
Oggi, l’Open University è una delle maggiori istituzioni britanniche nel campo delle tecnologie
digitali della formazione e applica anche metodiche integrate di blended e complex learning, ossia
di uso collaborativo e socialmente interattivo.
Il Consorzio Nettuno
La sua nascita è sancita dalla Legge italiana n.341 del 1990, che definisce la possibilità per le
università di sviluppare un nuovo modello formativo comprendente l’istituzione del diploma di I
livello universitario, usando modalità di erogazione nuove, anche se legate al modello di diffusione
uno-molti proprio del media televisivo.
Il Consorzio Nettuno, nonostante il non uso di metodiche orientate ad un approccio learner centred,
aveva come scopo quello di diffondere il sapere in modo democratico ad un’utenza vasta, cercando
di eliminare privilegi e squilibri sociali e regionali nel campo della formazione.
Il Consorzio inizia con un’interazione telefonica, nel frattempo si sviluppano anche tecnologie di
supporto al media televisivo (televideo e videoregistratore), che permetteva al discente di registrare
le videolezioni che si tenevano a notte fonda. Anche fax e posta supportavano gli scambi tra gli
utenti a distanza e tutor/docenti.
Nonostante arrivi il computer e, quindi, l’applicazione di esso alle tecnologie didattiche, l’offerta
formativa resta quella standard.
Intanto Internet si affaccia al mondo tecnologico e il Consorzio nel 1996 inizia a progettare
modalità didattiche innovative, ma lo sviluppo avviene più sul versante dei servizi allo studente che
verso la didattica: il primo sito web fu una bacheca elettronica.
Con la diffusione di Internet e la televisione satellitare, il Consorzio decolla, grazie alla disponibilità
di due canali satellitari con trasmissioni di qualità elevata: ciò permetteva la diffusione diretta verso
l’utenza finale, tanto da far diventare l’Italia, la prima nazione con erogazione 24h su 24h di corsi
televisivi di formazione universitaria.
L’obiettivo ad oggi del Consorzio, nella progettazione del modello didattico, è di creare un modello
pedagogico misto, dunque con flessibilità spazio temporale, ma che consente di evitare l’isolamento
dello studente. Il Nettuno, d’altro canto, scegliendo di offrire strumenti di formazione incentrati sul
media televisivo, non permette a se stesso di sfruttare il vantag