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VERSO L’APPRENDIMENTO ASSISTITO DALLA VALUTAZIONE (AAV)
Nell’AAV è fondamentale il concetto di regolazione; infatti la valutazione formativa acquista un
senso in relazione all’obiettivo di consegnare nelle mani dell’alunno la regolazione dei suoi
intervenire in un funzionamento per ottimizzarlo mediante
apprendimenti. REGOLARE =
l’utilizzazione adeguata dell’informazione di ritorno -> attuare adeguamenti per avvicinarsi a un
funzionamento ottimale -> è un paradigma feedback-adattamento, in cui le tre parole chiave
sono: scopo - informazione (di ritorno) - adeguamento.
La valutazione consiste dunque nell’attingere un’info di ritorno (sui risultati e gli effetti
dell’azione) utile per adeguare l’azione, cioè adattarla meglio allo scopo -> la valutazione è solo
un momento della regolazione, che non si riduce alla valutazione.
Nel meccanismo di regolazione ci sono sempre due aspetti:
Feedback:
- pone il risultato dell’azione in rapporto allo scopo
Guida:
- adatta l’azione, riorientandola in una direzione che offre maggiori chances di
raggiungere lo scopo.
Il feedback “intelligente” illumina la guida. (Schema p.115).
CAPITOLO 5: IL FEEDBACK, LA RICERCA DELL’INFORMAZIONE UTILE
Un itinerario didattico: alla ricerca di modelli operativi.
Educazione = attività attraverso cui si cerca di salvaguardare e orientare lo sviluppo di
un essere umano; un suo sottoinsieme è costituito dalle attività di insegnamento
Insegnamento = azione sistematicamente organizzata per aiutare i discenti, attraverso
l’attuazione di strategie specifiche, a far propri determinati strumenti cognitivi che una
disciplina consente di costruire, creando le condizioni che consentano agli studenti di
apprendere.
Didattica = disciplina che ha per oggetto lo studio delle procedure di insegnamento e di
formazione e la ricerca di quelle più pertinenti; è una razionalizzazione della pedagogia
-> studio delle procedure in cui si incarna lo sforzo di insegnare
Pedagogia = riflessione sull’atto di educare -> studio delle procedure in cui si incarna lo
sforzo generale di educare.
Insegnamento = sottoinsieme dell’educazione; didattica = sottoinsieme della pedagogia
(in ambito scolastico); didattica = riflessione sull’insegnamento; pedagogia = riflessione
sull’educazione.
L’insegnante si trova di fronte a 4 compiti (schema p. 119):
1 Occorre sapere che cosa si vuol fare
È fondamentale avere degli scopi; quelli istruttivi (= di insegnamento) si inseriscono in quelli
educativi (= più ampi ed elevati); -> 2 modelli:
Scopi dell’insegnamento: riguardano una disciplina -> sono determinati da un’attività
scientifica che si esercita sui contenuti; MA: l’insegnamento non può ridursi a indicare i
contenuti da acquisire e i mezzi di apprendimento, ma deve costruire strategie proprie
della disciplina, coglierne l’essenza (es: in matematica i contenuti devono permettere agli
alunni di padroneggiare la capacità di matematizzare -> bisogna chiedersi in cosa
consiste) -> modello di funzionamento dell’oggetto.
Scopi educativi: implicano un “modello di sviluppo positivo”: bisogna chiedersi che cosa
sia auspicabile, qual è il modello ideale dell’uomo pienamente realizzato -> modello del
dover-essere, che descrive i fini e le condizioni di una trasformazione legittima.
I modelli di sviluppo cognitivo riguardano sia i contenuti che gli individui e dicono cosa accade
quando un individuo incontra un contenuto (es: come si apprende?).
2 Occorre sapere dove si vuole andare
Problema: costruire un duplice referenziale, di obiettivi e competenze.
obiettivi
Gli esprimono in termini di comportamento osservabile il risultato del confronto tra
modello di dover essere e modello di funzionamento cognitivo del soggetto; le competenze da
sviluppare scaturiscono da un confronto tra quest’ultimo modello e il modello di funzionamento
dell’oggetto di studio -> bisogna definire quale modello di funzionamento cognitivo può fondare
crescente
l’AAV. I lavori nelle scienze cognitive sembrano orientare verso un modello di
complessità , che nasce dall’incontro tra costruttivismo e cognitivismo.
autoregolazione
Il costruttivismo, con Piaget, parla di un processo di che presiede le costruzioni
dei diversi livelli di sviluppo intellettuale: lo sviluppo cognitivo dipende da un meccanismo di
riadattamento o riequilibrio continuo; quando avvenimenti perturbatori (problemi, difficoltà)
squilibrano il soggetto, egli costruisce strutture mentali più potenti per risolvere i problemi e
ristabilire l’equilibrio, raggiungendo anche forme di equilibrio più progredite e stabili, -> si parla
di “riequilibrio crescente” = movimento progressivo attraverso cui il soggetto costruisce le
proprie strutture mentali; questo riequilibrio ha anche una dimensione sociale -> si parla di auto-
socio-costruzione dei saperi. -> 2 idee nel costruttivismo:
- La struttura cognitiva è il risultato di una costruzione
- Il soggetto individuale partecipa in modo essenziale a questa costruzione
Piaget individua 3 costruzioni che costituiscono la struttura cognitiva: degli schemi senso-
motori, delle operazioni concrete e delle strutture di cooperazione, e delle strutture formali
tipiche del pensiero ipotetico-deduttivo.
STRUTTURA COGNITIVA = insieme dei modelli di comportamenti operativi di cui
dispone un soggetto in un dato momento della propria storia.
Le scienze cognitive descrivono questi modelli operativi e circoscrivono il dinamismo della vita
cognitiva. metacognizione,
È fondamentale la che consente di prendere coscienza delle modalità di
funzionamento della propria struttura cognitiva e del sistema interno di pilotaggio.
competenze
Le sono un saper-fare in una data situazione, in un settore specifico e in campo
scolastico sono strettamente collegate ai contenuti disciplinari -> richiedono una riflessione
sull’essenza della disciplina e il ricorso a un modello di funzionamento dell’oggetto di
apprendimento.
3 Occorre saper inventare compiti pertinenti
La padronanza minima di un modello in ciascuno dei 3 assi (dover-essere, funzionamento
cognitivo del sogg, funzionamento dell’ogg di apprendimento) ha lo scopo di costruire un
referenziale di obiettivi e competenze, ma anche di selezionare/inventare pertinenti situazioni
di apprendimento: l’insegnante organizza l’ambiente costruendo situazioni-problema che
obiettivo-ostacolo
consentono, attraverso il confronto con un , di creare una destabilizzazione
crescente -> modello di funzionamento della situazione di apprendimento (-> tot = 4 modelli).
pedagogia di padronanza
Ciò rimanda al concetto di , basata sull’ipotesi che, in appropriate
situazioni di insegnamento, pratiche e realistiche, il 95% degli alunni dovrebbe riuscire a
padroneggiare le materie insegnate; MA: ogni alunno ha bisogno di un tempo richiesto specifico
-> differenziazione dei tempi di insegnamento; MA ancora più impo è il tempo impegnato nel
compito. Le prime strategie privilegiamo un ciclo base:
- Tempo 1: sequenza di istruzione (l’insegnante insegna)
- Tempo2: test formativo (l’insegnante valuta il grado di raggiungimento degli obiettivi)
- Tempo 3: riparazione (propone sequenze correttive)
- Tempo4: test finale (valuta i risultati dopo la correzione)
Questo procedimento si basa sulla sequenza feedback-riparazione e si ritrova il paradigma
feedback-adattamento al centro dell’AAV. Ci sono anche altri modelli:
R/M-P: rinforzo-miglioramento prerequisiti -> impo del lavoro preliminare alle sequenze
didattiche
SPR: spiegazioni e partecipazione rinforzate -> si migliora la spiegazione e si aumenta la
partecipazione attiva
PMS -> sviluppa i processi mentali superiori
Impo del “fare” dell’alunno e della valutazione per evidenziare le sue condizioni (controllo
dei prerequisiti) e i suoi effetti (valutazione dei risultati) -> “funzione specchio”, impo
anche per gli insegnanti, che hanno bisogno di un’info utile sul loro lavoro.
4 Occorre saper regolare i confronti soggetti-compiti
Il processo feedback-riparazione è impo in classe sia per gli alunni, che affrontano le situazioni-
problema, sia per gli insegnanti, che orientano l’attività e immaginano nuove attività più adatte.
Dai modelli alla raccolta di informazioni
Come i modelli orientano la raccolta di info?? Linda Allal afferma che la VF si organizza in 3
tappe successive:
A. Raccolta info su progressi e difficoltà alunno
B. Interpretazione info, in prospettiva diagnostica
C. Adattamento attività di insegnamento-apprendimento
La logica delle 3 tappe è quella del feedback-adeguamento; devono riferirsi a un quadro teorico
per definire quali aspetti osservare, quali principi devono guidare l’interpretazione dei fati, quali
procedimenti mettere in atto ->
A. Osservare processi più che i risultati, le strategie, gli errori, per capire il funzionamento
cognitivo dell’alunno di fronte al compito, attraverso colloqui, osservazione diretta…
B. Interpretazione di strategie e procedure, piuttosto che sulla correzione dei risultati
per giungere a una diagnosi delle difficoltà, mettendo in relazione caratteristiche degli
alunni con le caratteristiche del compito
C. Modificazione del compito per creare un divario ottimale (no troppo facile/difficile).
Impo delle info su struttura del soggetto e delle sue reazioni di fronte al compito.
Impo sapere in che cosa consiste l’apprendimento dal pdv del soggetto (modello del
funzionamento cognitivo) e del lavoro del soggetto nel suo ambiente (modello di
funzionamento della situazione di apprendimento).
osservazione formativa:
Perrenoud propone di parlare non di valutazione, ma di
Ampliamento delle forme di osservazione: qt, ql, deliberata o accidentale, con diversi
strumenti (non è necessario definire una strumentazione specifica all’AAV)
Ampliamento del campo dei dati osservabili: tutti gli aspetti della situazione didattica
(affettivi, relazionali, cognitivi, materiali…).
La valutazione non si riduce mai a una raccolta di info, è sempre un’osservazione interpretativa.
Concretamente… come si ricerca l’info utile???
Caso di una valutazione deliberata, rigorosa e approfondita -> l’operatore ha 4 necessità:
1 Scatenare: deve costruire una situazione di osservazione in grado di scatenare il
comportamento oggetto dell’osservazione -> il valutatore deve determinare il compito adeguato;
es: situazione-problema centrata su un ostacolo da superare, trovando il divario ottimale
2 Osserva