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IMPORTANZA STRATEGICA
30 Bassa Alta
PUNTI DI FORZA SUPERFLUI
PUNTI DI FORZA ESSENZIALI
Alta ZONA DI NON RILEVANZA
FORZA RELATIVA PUNTI DI DEBOLEZZA CRITICI
Bassa Analisi strategica del business – SWOT
1)Esame opportunità e minacce dell’ambiente (PESTLE);
2)Rilevazione punti forza e debolezza impresa (risorse, competenze);
3)Assegnazione importanza ai fattori individuati (opportunità, minacce – forze, debolezze);
4)Confronto posizionamento su fattori interni ed esterni;
5)Individuazione linee di azione.
Esempi:
Opportunità = incremento numero potenziali acquirenti, nuove occasioni di consumo, nuove
tecnologie produttive, ecc.
Minacce = incremento potere contrattuale dei distributori, nascita prodotti sostitutivi, modifica
regolamentazione normativa, ecc.
Punti di forza = alta flessibilità strategica, elevata immagine di marca, ecc.
Punti di debolezza = copertura distributiva bassa, modesta immagine di marca, ecc.
CAPITOLO 6: Lo sviluppo delle risorse e delle competenze.
Il mantenimento e il rinnovamento del vantaggio competitivo in un mondo in evoluzione
richiede lo sviluppo e il continuo arricchimento di risorse e capacità già disponibili, nonché
l’emergere di altre in precedenza assenti.
Lo sviluppo delle risorse
Nel caso delle risorse (tangibili, intangibili, umane) l’analisi è relativamente semplice, in
quanto si è a conoscenza di quali siano e sono disponibili numerosi concetti e tecniche da
utilizzare per svilupparle. Tuttavia, ci sono sia dei problemi posti dalla disponibilità di
informazione limitata, che rappresenta il rischio principale associato al reperimento di risorse
sul mercato, sia delle sfide poste dallo sviluppo di risorse interne.
La sfida dello sviluppo delle capacità (competenze)
Il rapporto tra risorse e competenze non è facilmente interpretabile. Le competenze non sono
semplicemente una conseguenza delle risorse sulle quali esse si basano. Le imprese che
dimostrano di possedere le migliori capacità non sono necessariamente quelle più dotate di
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risorse. La risorsa veramente fondamentale per lo sviluppo delle competenze è rappresentata
da: dirigenti con le conoscenze necessarie a questo scopo.
La dipendenza dal percorso e il ruolo delle prime esperienze. Cosa determina le competenze
organizzative di un’impresa? Le competenze richiedono tempi lunghi per la loro
configurazione. Esse sono path dependent, dipendono dal percorso, dalla storia dell’impresa
(es. Wal-Mart (Usa, leader mondiale nella vendita al dettaglio) – competenze eccellenti:
logistica e supply chain grazie al fatto che Wal-Mart decise di sviluppare un proprio sistema
di distribuzione e grazie all’estrema attenzione verso l’efficienza di costo).
Le relazioni fra risorse e competenze. Le competenze scaturiscono dal coordinamento di
risorse e skill situati in diversi ambiti dell’organizzazione. In questo coordinamento possiamo
distinguere la dimensione:
-formale richiede che i soggetti che devono utilizzare una determinata competenza siano
collocati all’interno della stessa funzione. Il coordinamento necessario per la competenza
organizzativa richiede anche opportuni sistemi di gestione, fra i quali sistemi informativi che
consentano a ogni membro dell’organizzazione di identificare circostanze in cambiamento e
di conoscere le azioni dei colleghi e sistemi di incentivazione che premino la cooperazione e
lo sforzo;
-informale routine organizzative (modelli ripetitivi di attività, che vengono di norma svolti
senza consapevolezza esplicita), la cui efficacia ed efficienza dipende dall’apprendimento
organizzativo (il coordinamento viene perfezionato con la ripetizione) e dalla cultura
organizzativa (la capacità da parte dei membri di un’organizzazione di comprendersi l’un
l’altro e di collaborare insieme in assenza di continue indicazione da parte della dirigenza
dipende da percezioni condivise, valori comuni e norme comportamentali – tutti elementi della
cultura organizzativa).
Le competenze organizzative sono rigide o dinamiche? Se le competenze:
• si sviluppano su periodi lunghi;
• sono incorporate all’interno della struttura organizzativa;
• sono legate alla cultura organizzativa.
possono costituire degli ostacoli alla capacità di cambiamento dell’impresa. Quanto più sono
sviluppate le competenze organizzative di un’impresa, tanto più essa troverà difficile adattarsi
a nuove circostanza. L’idea che per le imprese le competenze implichino rigidità è stata
criticata da due punti di vista:
• La flessibilità nelle routine organizzative. Persino diverse operazioni elementari
presentano una certa variabilità, nonché la capacità di adattarsi;
• La competenza dinamica può essere considerata “un processo di livello più elevato”
attraverso il quale un’impresa modifica le proprie routine operative. Molte imprese sono
capaci di adattarsi a circostanze in cambiamento. La capacità di cambiare è essa
stessa una competenza organizzativa. Le competenze dinamiche non sono frequenti.
Per la maggior parte delle imprese, l’esistenza di competenze altamente sviluppate
relative a prodotti e tecnologie già esistenti rappresenta un ostacolo allo sviluppo di
competenze in nuovi prodotti e tecnologie. Nella maggior parte dei nuovi settori, le
imprese di maggior successo tendono ad essere di nuova creazione, anziché aziende
già sviluppate.
Gli approcci allo sviluppo delle competenze
Lo sviluppo delle competenze organizzative può avvenire per via:
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Esterna l’acquisizione di competenze: fusioni, acquisizioni e alleanze.
1. Acquisizione di un’impresa detentrice delle competenze di cui l’impresa vuole disporre.
Problemi:
• costo;
• risorse – competenze anche non necessarie;
• integrazione competenze, cultura, sistemi dell’impresa acquisita con le proprie.
Troppo spesso scontri culturali, di personalità o fra dirigenti, o l’incompatibilità fra sistemi di
gestione può avere come risultato il deterioramento o la distruzione di quelle stesse
competenze che l’impresa acquirente stava cercando.
La capacità di selezione e integrazione delle imprese acquisite è una competenza
organizzativa essa stessa;
2. Un’alleanza strategica rappresenta un rapporto di collaborazione fra imprese che
comporta la condivisione delle risorse per il conseguimento di un obiettivo comune.
Problemi:
• necessità di disporre di una competenza relazionale;
• chiarie se l’obiettivo è di avere accesso alle competenze dell’impresa partner o di
acquisire queste competenze, creando una “competizione per le competenze” che
destabilizza la collaborazione.
La gestione di rapporti di alleanza rappresenta in se stessa un’importante competenza
organizzativa. Quanto più un’impresa esternalizza le attività della propria catena del valore
verso una rete di partner alleati, tanto più è necessario sviluppare la “competenza di
integrazione di sistemi” per coordinare e integrare le attività disperse su più sedi.
Interna obiettivi e priorità. Per lo sviluppo delle competenze organizzative occorre:
• disporre delle risorse necessarie;
• integrare le risorse per poterne fare qualcosa.
Disporre delle risorse migliori può ostacolare il raggiungimento di elevati livelli di integrazione.
Lo sviluppo di competenze deve essere sistematico. La chiave nello sviluppo di competenze
superiori è:
• fare leva anzitutto sulle risorse esistenti;
• concentrare gli sforzi su alcune (poche) competenze prioritarie;
• farle crescere attraverso la sedimentazione di esperienze;
• preferibilmente in maniera sequenziale.
Se la nuova competenza richiede una struttura, dei sistemi e una cultura diversi da quelli
originali, può essere opportuno svilupparla all’interno di un’unità separata dell’organizzazione
principale (es. IBM).
La gestione della conoscenza e la “knowledge-based view”
Gestione della conoscenza = raggruppa una varietà di tecniche e processi organizzativi che
condividono la caratteristica comune di interessarsi ai meccanismi di generazione di valore a
partire dalla conoscenza. Il contributo fornito dalla gestione della conoscenza è di:
-mettere a disposizione un’unica visione d’insieme delle molteplici attività di sviluppo,
trasferimento e utilizzo della conoscenza operanti all’interno dell’impresa;
-identificare esplicitamente caratteristiche comuni e differenze.
Knowledge-based view of the firm = l’idea che l’impresa sia costituita dall’assemblaggio di
patrimoni di conoscenze il cui valore deriva dalla loro utilizzazione.
Tipi di conoscenza:
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Il know-how è per sua natura di tipo tacito (conoscenza personalizzata):
• implica abilità che vengono espresse attraverso il loro utilizzo;
• non può essere codificata. Può essere acquisita con la pratica e il suo trasferimento è
lento, incerto, costoso.
La conoscenza tacita è più difficilmente trasferibile, quindi può essere fonte di vantaggio
competitivo. Ma se non si riesce a replicare all’interno dell’organizzazione può non dispiegare
appieno il suo potenziale valore.
La conoscenza in genere (knowing about) è essenzialmente esplicita (codificata e
sistematizzata):
-comprende teorie, fatti, insiemi di istruzioni;
-può essere trasferita a costi modesti nel tempo e nello spazio (è un bene pubblico: una volta
creato, può essere replicato fra un numero illimitato di utenti e costi contenuti).
La conoscenza esplicita non può costituire una fonte di vantaggio competitivo duraturo,
perché ne possono disporre tutte le imprese. È necessaria ma non sufficiente, almeno che
non sia protetta legalmente.
Processi relativi alla conoscenza che promuovono lo sviluppo di competenze
È cruciale operare una classificazione all’interno dei processi relativi alla conoscenza
distinguendo fra quelli che si concentrano sull’acquisizione di nuova conoscenza, e quelli che
sfruttano la conoscenza già esistente. Ciò definisce il tradeoff fra esplorazione (cioè
creazione interna di conoscenza + acquisizione di conoscenza) e sfruttamento (cioè uso della
conoscenza disponibile + suo sviluppo).
• Nell’area dell’identificazione della conoscenza, la sfida fondamentale consiste
nell’individuare i patrimoni di conoscenza disponibili all’interno dell’impresa (proprietà
intellettuale d