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4.1.1. LA TEORIA DEI DIRITTI DI PROPRIETÀ DELL’IMPRESA

L'integrazione non è altro che il trasferimento della proprietà delle risorse da un individuo o gruppo a un altro. La teoria dei diritti di proprietà dell’impresa, elaborata da Grossman, Hart e Moore (GHM), spiega come l’integrazione influisce sulle prestazioni all’interno della catena verticale. L’assunto di base dell’approccio GHM è: “L’integrazione determina la proprietà e il controllo delle risorse ed è attraverso proprietà e controllo che le imprese possono sfruttare i contratti incompleti.”. In altri termini, l’integrazione conta perché determina chi controlla le risorse, prende le decisioni e assegna i profitti quando i contratti sono incompleti e i partner commerciali non sono d’accordo.

La teoria GHM parte da un’afermazione semplice ma importante: la scelta tra produrre o acquistare determina il...

diritto legale al controllo delle risorse e alla distribuzione dei ricavi ottenuti dall'utilizzo di tali risorse. Il proprietario di una certa attività può concedere all'altra parte il diritto di usufruire di quella attività o di ricevere i proventi che ne derivano, ma detiene tutti i diritti di controllo di cui nel contratto non si parla in maniera esplicita: i diritti residuali di controllo. In questo caso si parla di quando la proprietà passa da un soggetto a un altro vengono trasferiti anche i diritti residuali di controllo. Se i contratti fossero completi, non avrebbe importanza chi sia il proprietario dell'attività. Sotto la guida di un contratto completo, le due parti saprebbero sempre come risolvere le proprie divergenze sulle campagne di promozione, indipendentemente da chi possiede cosa. L'approccio GHM analizza come la proprietà influenza sulle decisioni delle parti riguardo agli investimenti in attività.

Elevata specificità. Viene presa come esempio una situazione in cui due imprese intraprendono una transazione che comporta una serie di decisioni operative che le imprese devono prendere insieme. Secondo la teoria GHM esse non potranno stilare un contratto che specifichi tali decisioni operative a priori, ma dovranno negoziarle di volta in volta quando la transazione sarà già in atto. La proprietà influenza il risultato di queste negoziazioni e di conseguenza influenza l'efficienza della produzione.

4.1.2. MODI ALTERNATIVI DI ORGANIZZARE LE TRANSAZIONI

Per comprendere meglio l'approccio GHM si pensi a due imprese, ognuna con i suoi manager. Per semplicità assumiamo che l'impresa 1 si trova, nella catena verticale, a monte rispetto all'impresa 2. Le decisioni prese dai due gruppi manageriali sono importanti ai fini dell'efficienza della catena stessa; inoltre, le condizioni di fornitura e domanda sono tali che non sarebbe possibile stilare un

contratto semplice nel quale fosse indicato come ogni gruppo di manager deve comportarsi.fi fi fl ffi ffi ff flfi fl fl fi44

Il mercato potrebbe essere in continuo cambiamento, per cui un contratto vecchio di un anno potrebbe dare indicazioni non valide nel presente. Possiamo immaginare tre modalità alternative per organizzare la transazione:

  1. non-integrazione: le due unità sono imprese indipendenti, ciascuna delle quali controlla le proprie attività;
  2. integrazione a valle: l'unità 1 possiede le attività dell'unità 2;
  3. integrazione a monte: l'unità 2 possiede le attività dell'attività 1.

Secondo l'approccio GHM la forma di integrazione influenza gli incentivi che possono spingere entrambi gruppi dirigenti a investire in attività a elevata specificità. Questo riguarda sia gli investimenti ex ante che quelli fatti nel corso della transazione, ma anche altre decisioni operative di cui emerge.

L'esigenza man mano che la relazione si evolve. Dato che tali investimenti e decisioni possono avere costi maggiori per un'impresa più che per un'altra, nessuno dei due gruppi di manager vorrà prendersi la responsabilità e si arriverà a un adattamento poco efficiente ai cambiamenti del mercato.

Quindi, secondo l'approccio GHM, la forma di integrazione ha effetti sulle trattative e sul mancato adattamento. La teoria implica che l'integrazione verticale è auspicabile quando l'investimento di un'impresa in attività a elevata specificità ha un impatto sul valore creato lungo la catena verticale significativamente maggiore rispetto all'impatto dell'investimento operato dall'altra impresa. Quando gli investimenti delle due imprese hanno pari importanza, la non-integrazione è la scelta migliore dato che in questo modo i differenti manager avranno incentivi sufficienti a investire rimanendo in piedi.

Questo suggerisce l'esistenza di trade-off tra strutture proprietarie alternative. Enfatizzando l'importanza della proprietà delle risorse, l'approccio GHM ci aiuta a comprendere certe soluzioni pratiche intermedie fra l'integrazione verticale e la transazione di mercato.

4.2. GOVERNANCE

Spesso si pensa che i problemi dovuti alle inefficienze contrattuali si risolvano automaticamente quando coloro che prendono le decisioni appartengono alla stessa organizzazione, ma non è necessariamente vero: se l'integrazione riuscirà a ridurre o eliminare i problemi di holdup e di coordinamento dipende dai sistemi di governance. Se pensiamo ai contratti come strumenti per assegnare i diritti decisionali e il controllo delle risorse tra le due imprese, allora i sistemi di governance servono per assegnare i diritti decisionali e il controllo delle risorse all'interno di un'impresa. L'analogia con i contratti ci suggerisce un modo semplice percomprende i sistemi di governance: quando partner commerciali indipendenti non concordano su quali azioni intraprendere o su come dividere i guadagni, per risolvere la situazione si adano ai contratti e ai tribunali. Quando sono gli individui all'interno di una stessa impresa ad avere contrasti, la situazione viene risolta grazie alla guida e all'autorità della direzione generale: essa deve essere a conoscenza del fatto che i propri impiegati tenderanno ad agire nel proprio interesse. Il successo dell'integrazione dipende pertanto dall'abilità della direzione generale di premiare e punire i dipendenti in modo non previsti dai contratti. I contratti, invece, funzionano bene quando i premi e le punizioni si basano su criteri oggettivi, per cui è importante che la direzione generale sappia utilizzare al meglio la propria saggezza nell'implementare criteri soggettivi. Inoltre, la direzione generaledeve sapere quali decisioni possono essere delegate e quali no. Inoltre, è importante considerare che la delega delle decisioni può comportare rischi legati all'interesse personale e alla mancanza di chiarezza nei contratti. Per premiare i lavoratori che si impegnano per garantire il coordinamento della produzione dei design attribute e per punire quelli che adottano comportamenti di holdup nei confronti dei colleghi per ottenere profitti non meritati, è necessario identificare gli aspetti della produzione che sono più suscettibili a tali inconvenienti. Un altro ruolo fondamentale della direzione generale è quello della delega delle decisioni. Questo implica stabilire quali decisioni saranno prese direttamente e quali saranno lasciate ai dipendenti. L'approccio GHM (Generalized Holdup Model) può essere utile per comprendere quali decisioni possono essere delegate. Ad esempio, si possono distinguere due tipi di decisioni che un manager può prendere: quelle relative all'utilizzo di impianti e macchinari e quelle relative all'utilizzo del capitale umano, come il tempo e lo sforzo dedicato al lavoro. La direzione generale deve essere consapevole di quali decisioni possono essere delegate in modo efficace e quali richiedono un controllo diretto. In conclusione, per gestire al meglio la produzione e incentivare i comportamenti desiderati, è importante comprendere i rischi legati all'interesse personale e alla mancanza di chiarezza nei contratti. Inoltre, la delega delle decisioni è un aspetto cruciale che richiede una valutazione attenta delle responsabilità e delle competenze dei dipendenti.

può ottenere il controllo sui macchinari, ma non avrà mai il pieno controllo del capitale umano perché ogni singolo dipendente può decidere con quanto impegno lavorare. Se l'investimento in capitale umano di un manager è essenziale ai fini di un uso più produttivo degli impianti, allora il controllo degli stessi dovrà essere delegato a questo manager. Avendo ricevuto la delega, il manager sarà spinto a fare i necessari investimenti in capitale umano.

Quando il capitale umano e le attrezzature sono altamente complementari all'interno di una data attività, allora l'autorità deve essere delegata. Quando, invece, il capitale sico è complementare, ma in attività tra oro diverse, è preferibile centralizzare le decisioni.

4.2.2. RECAP: LA TEORIA GHM

La teoria GHM afferma che i diritti decisionali centrali per un'attività vanno attribuiti al manager le cui decisioni avranno il più

elevato impatto sulle prestazioni dell'attività stessa. Questo porta a diversi possibili scenari per i manager: - Se il successo della fusione tra le imprese A e B dipende dalle conoscenze specialistiche dei manager dell'impresa B, allora l'autorità decisionale dovrà essere conferita a loro. Questo, in genere, significa che sarà l'impresa B ad acquistare l'impresa A, in modo che proprietà e controllo delle risorse dell'impresa A siano nelle mani dell'impresa B. La fusione può avere successo anche se A acquisisce B, purché adelegi il potere decisionale ai manager di B. - Se il successo dipende dalla sinergia tra le risorse combinate di A e B, come nel caso della risoluzione di problemi di coordinamento e di holdup tra un fornitore e un compratore, allora le due imprese dovranno fondersi e l'autorità decisionale dovrà essere centralizzata. - Se il successo dipende in ugual misura dalle risorse e dalle competenze di entrambe le imprese, allora potrebbe essere necessario creare una nuova entità che unisca le risorse e le competenze di A e B. In questo caso, l'autorità decisionale potrebbe essere condivisa tra i manager delle due imprese o potrebbe essere creata una nuova struttura decisionale.misura alle conoscenze specialistiche dei manager dientrambe le imprese e non esistono sinergie derivanti dall'unione delle risorse, allora Ae B dovranno rimanere indipendenti.

4.2.3. DIPENDENZA DAL PERCORSO (PATH DEPENDENCY)

Spesso, il processo all'interno della quale si sviluppano i sistemi di governance mostra una dipendenza dalle decisioni prese nel passato, ovvero alcuni possibili sistemi di governance si escludono a causa di circostanze che si sono presentate nel passato.

La path dependence attraverso la quale le imprese si sviluppano può influire anche sulla capacità di un'impresa di vendere prodotti ad altri compratori diversi dalle altre divisioni dell'impresa stessa. Se un'impresa, invece di produrre in proprio, compra l'impresa fornitrice, la situazione cambia: l'impresa acquisita saprà come vendere i propri prodotti ad altre imprese e queste competenze di marketing saranno una delle risorse che l'impresa madre

acquisirà con la fusione.

4.3. DECIDERE DI INTEGRARSI VERTICALMENTE

4.3.1

Dettagli
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A.A. 2020-2021
95 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bergas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Strategia, Organizzazione e Mercati e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Mollona Edoardo.