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CAPITOLO 4: IL II SECOLO

Luci e ombre

LUCI:

secolo che tocca la sua massima espansione

welfare state, lo stato si fa carico dei problemi e garantisce le condizioni basilari dell’esistenza anche se non

in maniera capillare

progresso tecnico tocca nuovi traguardi con notevole mobilità

integrazione delle aristocrazie di periferia nel senato romano

OMBRE

I barbari cominciano a premere ai confini dell’impero

Mortalità elevata per epidemie portate da batteri delle guerre di conquista come la peste, nome con cui

indicavano episodi epidemiologici

Il welfare state è anche la riprova che il benessere non è capillare

Composizione scritte degli imperatori in cui si sente il peso di vivere, in Marco Aurelio la caducità della vita

NERVA 96-98

Fonti limitate perché Svetonio con le Vite termina con la dinastia Flavia. Ci si basa su Cassio Dione e Plinio il

giovane, e le monete.

Con il senato si giunge a un compromesso. Il principe avrebbe individuato la persona più adatta a

succedergli e il senato avrebbe ratificato, un mutamento di facciata in quanto era logico che se avesse

avuto un figlio maschio avrebbe scelto lui. Il suo breve principato ha indirizzo filosenatorio e di welfare

state: abolisce le misure più impopolari di Domiziano avallando la damnatio memorie del tiranno, tra cui

l’abolizione della tassa per i giudei come ci testimoniano le monete. Garantisce quindi l’ordine interno, poi

vara una legge agraria le cui prime attestazioni sono in Traiano: lo stato concede prestiti, gli agricoltori

ipotecano i propri terreni, l’interesse dell’ipoteca serviva per il bisogno dei più poveri.

Riorganizza l’approvvigionamento idrico con Sesto Giulio Frontino, i cui scritti sugli acquedotti sono giunti

sono a noi. I pretoriani chiesero la punizione degli assassini di Domiziano, Nerva acconsente punendo chi

l’aveva portato al potere. Poi adotta il senatore di origine spagnola Marco ulpio Traiano dopo tre mesi

muore.

TRAIANO 98-117

È originario della Spagna betica (in età imperiale la spagna è divisa in Terraconense, Betica e Lusitania) e la

notizia della successione gli arriva mentre è governatore in Germania superior (meridionale). Consolida il

confine renano ed è a Roma nel 99. Le fonti sono favorevoli perché incarnava l’optimus princeps per

l’esperienza militare e il senso di appartenenza al senato: il panegirico di plinio il giovane e le sue lettere da

governatore di Bitinia all’imperatore nel 111, Tacito nel proemio alle storie dice “una nuova era in cui si può

pensare ciò che si dice e dire ciò che si pensa”, il principato iniziava con le più rosee aspettative, Tacito

doveva comporre un’opera sul periodo traianeo in realtà compone gli Annales che andavano dal 14 al 68e

le storie iniziano con il 69 e finiscono con la fine dei flavi. Ma lo troviamo anche in Dante nel X canto del

Purgatorio nei superbi ma grazie alle preghiere di Gregorio Magno si reincarna in cristiano ed è assunto in

Paradiso nel XX canto. Principato di progetti edilizi, provvedimenti assistenziali e aspetto militare tanto che

il ritratto classico lo vede con il drappo della divisa da generale.

Le campagne daciche: la dacia che corrisponde alla Romania era governata da Decebalo che aveva ricevuto

un pagamento da Roma per la resa sotto Domiziano. Traiano la provincializza per due ragioni: rivendicare il

prestigio dei romani agli occhi dell’impero dopo la triste pagina della pace comprata che era costata a

domiziano molti consensi, e perché è ricca di miniere d’oro. Traiano intende continuare la politica a

sostegno dell’argento per le classi medio basse, l’afflusso che si sarebbe garantito di oro sarebbe servito

per le guerre di espansione, per un programma di costruzioni edilizie, per continuare la politica a sostegno

del sesterzio deprezzando l’oro. Ci sono quindi due campagne: una si conclude nel 102 una nel 106.

Contemporaneamente l’Arabia viene provincializzata, la zona della giordania e la penisola del Sinai con il

quale Roma acquisiva il controllo per la via commerciale per mare verso l’India.

I sussidi alimentari: testo epigrafico tavole di Veleia, tesimonia che chi aveva alto reddito era obbligato a

prendere un prestito dallo Stato, e questo chiedeva il 5% di interesse con la quale finanziava indirettamente

poi i figli deli proprietari italici in povertà in quanto sarebbe stato messo a frutto in agricoltura. L’Arco di

Benevento è ulteriore testionianza, costruito per commemorare un ulteriore tratto aperto della via Appia

che arriva ora a Brindisi. Il forcipe dell’arco raffigura genitori che tengono per mano bambini che vanno a

prendere dei pani, il duplice significato è la munificenza imperiale e il fatto che sia lungo una strada

significava che il benessere vuole essere capillarizzato lungo tutta l’estensione dell’impero.

Il foro Traiano è realizzato tra il 16 e 113 e vi si trova: a destra i mercati traianei, poi le rovine della basilica

Ulpia dal gentilizio dell’imperatore, poi la colonna con le due biblioteche. Il foro è completato a sinistra da

Adriano con il tempio a divo traiano. L’architetto fu Apollodoro di Damasco ed è stato costruito per

dimostrare la sua grandezza ma anche per l’indotto di lavoro che crea, le colonne sono di marmo di Paro,

quindi il trasporto, la raccolta del materiale in loco, opere che danno benessere e raccolgono consenso.

La colonna era sormontata dalla statua di Traiano sostituita poi con quella di San Pietro, e l’ordine è di tipo

tuscanico perché non poggia sullo stilobate direttamente. La funzione è funeraria sul modello della

Biblioteca di Celso in asia minore, le ceneri di Celso erano tra due biblioteche. Il messaggio evidente è che

l’epoca pagana ormai non riesce a dare più risposte soddisfacenti sull’aldilà ad esempio,i nuovi culti non si

sono ancora affermati e la speranza di poter protrarre la propria esistenza è individuata in ciò che si è fatto

(imprese daciche) ma soprattutto nei libri e nel pensiero. È una colonna coclide, a forma di rotolo.

I parti: preso dal sogno iniziato con Crasso e Cesare, la provincializzazione e conquista di tutto l’Oriente.

Nel 105 roma era riuscita a far eleggere sul trono partico Cosroe, un candidato che credevano ma che non

si rivela filoromano. Cosroe mette sul trono di Armenia un suo candidato senza consultare Roma, questo è

preso come espediente giustificazionista da Traiano che parte con un esercito enorme contro i Parti.

Quando l’esercito romano arriva in Siria, importante avamposto per l’oriente, Traiano nomina come suo

successore e governatore di Siria Adriano, marito di sua nipote. Quindi Roma procede con vittorie e

provincializzazioni: 114 Armenia, 115 Assiria, 116 Mesopotamia poi all’improvviso tutto comincia a remare

contro. Traiano riporta una ferita che lo avrebbe poi ucciso e nel frattempo c’è un episodio che si colloca tra

la prima e la seconda giudaica: la rivolta della diaspora giudaica. A macchia d’olio, ovunque tranne che in

giudea, i giudei si rivelano, Roma ritira i suoi eserciti dai territori appena conquistati. Cominciano i

contrattacchi, per primi dai Parti. L’esercito romano corre al riparo nel porto sicuro di Sria dove vi sono 4

legioni di auxilia che garantiscono la sicurezza del rifugio. Traiano muore in Cilicia, il senato riconosce

Adriano nuovo imperatore e il suo regno inizia proprio dalla gestione di questa emergenza.

ADRIANO 117-138

Originario di Italica, una città della Betica (Andalusia) aveva fatto la carriera di senatore a Roma, poi a fianco

di Traiano nella guerra dacica, poi governatore di Siria e comandante dell’esercito che affrotò la grande

rivolta giudaica in Mesopotamia e Cirenaica.

Abbandona le ultime conquiste e ogni progetto espansionistico, mette a morte 4 ex consoli forse perché

oppositori di questa politica incentrata sul consolidamento intenro, senza chiedere consenso al senato

tanto che nella Historia Agusta è trattato male dal principio, si dice che la moglie di Traiano avrebbe

completato l’atto di adozione tenendo segreta la morte del marito.

Tacito ci ricorda che Augusto aveva raccomandato di non espandere, per gelosia di chi avrebbe potuto farlo

o per timore? Già c’erano state crisi con Domiziano derivanti dall’espansione per esempio conquistando la

Caledonia e dovendo gestire il fronte occidentale di Mesia e Germania. Poi l’amministrazione, Adriano

ritiene che per tenere Assiria, Armenia e Mesopotamia sarebbero occorse sei legioni cioè 30000 legionari e

altrettanti ausiliari da rifornire inc ambio di cosa? Inoltre sono legioni mal integrabili nell’impero, Augusto

stesso diceva che non aveva provincializzato l’Oriente in quanto sarebbero stati focolai di insurrezioni.

Riforma giustizia: cominciano a guardare all’impero come un tutto a prescindere dalla presunzione

dell’Italia della centralità, questa viene divisa in 4 distretti giudiziari affidari a quattuorviri consulares, venne

trattata come una provincia. In italia chi voleva una sentenza si recava a Roma, il governatore si sposta solo

nelle province.

Ma altri storiografi come Cassio Dione o Appiano, intellettuali greci erano entusiasti di qeusta riforma,

anche perché l’imepro li accoglie come elitè provinciale all’intero del senato.

L’obbiettivo era portare la periferia al cuore dell’impero, e il centro alla periferia, filosofia cosmopolita alla

base della politica adrianea.

Viaggi: 121-24 europa, africa; 125 grecia e oriente; 129-134 grecia, oriente. Portando se stesso e i simboli

della romanità ai confini dell’impero. Opera di costruzione, il vallo sull’istmo Tyne-Solway lungo 120 km,

alto 4 m con un fossato profondo 4 m intervallato da torri e fortini quasi a tagliare in due l’isola. I soldati

per il consolidamento dei confini avevano famiglie lì vicino avrebbero difeso lo sconfinamento dei barbari

con più decisione.

Organizzazione militare: i numeri, reparti speciali trapiantati nelle legioni che conservavano e costituivano

l’eccellenza militare delle singole legioni.

Arte: anelito al recupero classicista, recupero di copie ellenistiche. Il suo ritratto è idealizzato, con la barba

alla maniera dei filosofi e con il mento alto ad indicare l’anelito all’ elevazione e la spiritualità.

Villa adriana a Tivoli, 120 ettari alle pendici dei monti Tiburtini

Padiglioni non unitari realizzati a partire dal 118, legati da vie sotterranee. I nuclei maggiori sono il canopo,

la piazza d’oro ecc. all’interno del complesso c’erano le raffigurazione di quello che nel mondo lo aveva

colpito di più come il tempio di atene, le immagini egizie del canopo. L’ideologia si riflette nelle

raffigurazione di antino, amante di

Dettagli
A.A. 2018-2019
52 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinaboco97. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Cristofoli Roberto.