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La ferrovia e la trasformazione della dimensione politica

Micheal Chevalier affermava che la nuova civiltà e il nuovo equilibrio politico e sociale avrebbe avuto come agente materiale più diffuso e potente la ferrovia. La ferrovia ampliava in modo sostanziale lo spazio che gli esseri umani potevano dominare, collegando destinazioni remote ed espandendo il territorio che occupavano. La ferrovia e il telegrafo promettevano di estendere non la collettività degli individui ma la portata e l'autorità degli stati e delle nazioni, e dovevano trasformare la dimensione politica. Quindi queste grandi innovazioni dell'800 si sposavano anche a una visione territoriale. La telegrafia prese piede qualche anno dopo le prime ferrovie, ma evocava immagini spaziali differenti. La ferrovia dipendeva da un sistema di comunicazione che correva parallelo a uno di trasporto fisico, e le loro tracce materiali serpeggiavano fianco a fianco attraverso la campagna. I treni univano vaste aree di terra che avevano un'estensione di.portata continentale ma si fermavano quando arrivavano sulle rive dell'oceano, mentre i cavi del telegrafo no. In termini spaziali quest'ultimi avevano un potenziale differente, e soprattutto quando furono posati i cavi sottomarini intercontinentali dalla fine degli anni '70 dell'800, le reti sempre più capillari introdussero una metafora di globalità e interconnettività commerciale. Indicavano i fili di un'economia mondiale nascente. Se da una parte potevano essere considerati alla stregua di segni del potere imperiale, essi rappresentavano anche i rapporti fra la società civile e gli assi del commercio su scala mondiale. Le ferrovie servivano all'impero nella misura in cui fossero state realizzate nei vasti territori acquisiti oltremare, il che significava che rimanevano legate a una visione di dimensioni e rivalità. Ma il telegrafo attraversava l'oceano e serviva anche la globalità, promettendo una.

comunità di notizie e di informazioni.

Chevalier aveva quantificato il potere sociale dell’innovazione in termini di controllo territoriale, che calcolò attraverso multipli di velocità. Lo spazio territoriale che la ferrovia prometteva di ampliare avrebbe richiesto lealtà collettive di gran lunga maggiori rispetto a quanto non avesse fatto in precedenza lo spazio statale. I sovrani davano al loro territorio una frontiera, ma non necessariamente un sentimento di lealtà e di appartenenza. Avevano mappato il territorio per la riscossione delle entrate, e le ferrovie che essi finanziavano erano il nerbo dello stato-nazione. Le ferrovie ampliavano le comunità di appartenenza, ma non erano necessarie al nazionalismo, per motivi politici o economici, né erano sufficienti. Le rivendicazioni del nazionalismo hanno preceduto le locomotive a vapore, e secoli di guerre avevano contribuito a creare il senso di comunità nazionale, così come

gli sforzi compiuti dai sovrani e amministratori settecenteschi per sviluppare e razionalizzare il territorio. Cresceva la convinzione che le divisioni naturali di frontiera potessero essere superate, gli amministratori facevano di tutto per sminuire l'importanza delle caratteristiche geografiche naturali al fine di governare in patria. La mappa politica mostra il territorio come spazio "amministrato". La coesione territoriale stava emergendo come attributo significativo del nazionalismo. Così anche le élite di fine '700 e dell'800 verificarono gli indici di progresso su base spaziale. I sansimonisti misurarono le forze produttive dei dipartimenti; lo sviluppo industriale e i livelli di ricchezza furono calcolati geograficamente. La nuova repubblica americana affrontava alcuni problemi analoghi, tra cui l'aggregazione del potere in grandi unità provinciali. Ma la nuova confederazione doveva raccogliere un'ulteriore sfida, ovvero come

provvedere all'acquisizione di vaste terre fino a quel momento non organizzate da coloni bianchi. Il consolidamento della coscienza territoriale richiedeva forse qualcosa di più di una riforma amministrativa. Il territorio come risorsa politica per la nazionalità poteva essere evidente per un'isola o una regione da tempo compresa all'interno di una frontiera riconosciuta, ma in molti casi le situazioni erano problematiche e davano origine a contese. Cosa ha consentito alla nazione (identificazione tra stato, terra e senso di una comunità pubblica dominante) di diventare molto più coesiva nell'800? Un impulso giunse dall'illuminismo e dalle ideologie rivoluzionarie di partecipazione pubblica al governo. Le costituzioni rivoluzionarie erano molto diverse da quelle antiche. I nuovi regimi dovevano stabilire procedure per la naturalizzazione o concessione della cittadinanza. Si affermò l'idea di fornire documenti

dell'informazione e della globalizzazione, la cittadinanza ha assunto un ruolo ancora più complesso. Ora, non solo determina il diritto di residenza e di voto in un determinato paese, ma può anche influenzare l'accesso a servizi e diritti sociali, come l'assistenza sanitaria e l'istruzione. Inoltre, la cittadinanza può essere acquisita attraverso diversi modi, come la nascita in un determinato paese, il matrimonio con un cittadino di quel paese o la naturalizzazione. Quest'ultima richiede solitamente un periodo di residenza stabile nel paese e il rispetto di determinati requisiti, come la conoscenza della lingua e la dimostrazione di un buon comportamento civico. La cittadinanza, quindi, non è solo una questione legale, ma anche sociale e culturale. Essa può influenzare l'identità e l'appartenenza di una persona, definendo la sua relazione con la comunità in cui vive. In conclusione, la cittadinanza è un concetto complesso che ha subito diverse trasformazioni nel corso della storia. Oggi, è un elemento chiave per l'inclusione sociale e per l'esercizio dei diritti e delle responsabilità di un individuo all'interno di una società.

ferroviaria intorno al 1840 la metà del traffico merci all’interno della Francia viaggiava su strada e l’altra metà per via d’acqua, ma i corsi d’acqua navigabili potevano contribuire alla crescita economica solo nelle vicinanze di dove erano ubicati. Quindi la ferrovia rappresenta una grande promessa per lo stato nazionale, ma non soltanto per la crescita economica. I risparmi sociali aumentavano con l’incremento delle linee ferroviarie e la maggiore efficienza dei viaggi. Le vie d’acqua alternative facevano sì che i risparmi variassero in base alla geografia. Le vie d’acqua potevano sostenere il pesante traffico di prodotti sfusi così come le ferrovie, ma secondo alcuni studiosi in nessuna parte d’Europa le ferrovie avevano fatto la differenza tra sviluppo e stagnazione. Questi calcoli però colgono solo marginalmente l’impatto trasformativo delle reti ferroviarie. A prescindere dal modo in cui si

Misurare l'impatto economico, la ferrovia è stata la tecnologia emblematica dello stato-nazione ottocentesco. Le autorità statali sentivano la necessità di unire i confini della nazione attraverso una comunicazione rapida e più fluida. I 40 anni di sviluppo della rete dal 1850 al 1890 hanno coinciso con i decenni di costruzione e ricostruzione delle nazioni, spesso attraverso la guerra. Le elite rivendicavano nuovi territori e consolidavano quelli che erano stati nominalmente all'interno dei loro confini. Costruivano collegamenti trasversali, rendendo plausibile un territorio nazionale sia ampliando linee distanti sia costruendo fitte reti attorno a un perno centrale. Ma era vero anche il contrario: la maggiore capacità di controllare il territorio o di penetrare al suo interno in termini di risorse, di comunicazione, di valorizzazione delle sue rivendicazioni culturali, doveva diventare essa stessa una condizione per la comparsa e la crescita del nazionalismo.

L'intensificazione della territorialità dava potere, e il territorio non era più solo un contenitore ma una fonte comune di energia e di autorealizzazione. Lo sviluppo della ferrovia doveva essere spaziale e nazionale. Gli imprenditori associavano il progresso economico a uno spazio nazionale. Il territorio politico era diventato il quadro di riferimento per le strategie industriali.

Le ferrovie assunsero presto i contorni di progetti statali. Gli amministratori settecenteschi ritenevano che la produttività agricola fosse fondamentale per sostenere lo stato e la società, e alcuni paesi ritenevano essenziale anche il successo commerciale sui mari. Anche le ferrovie erano urgenti per esigenze strategiche, come i prussiani capirono quasi subito. Gli stati-nazione assunsero fisionomie nuove a metà del secolo in virtù dell'accresciuta concorrenza internazionale. La tecnologia offriva nuove opportunità per l'esercizio della forza militare.

cosicché il prestigio dello stato, lo scopo nazionale, il mantenimento del territorio e i progetti ferroviari non potevano essere più tenuti separati. In che modo le ferrovie andavano pagate? L'investimento privato non è mai stato sufficiente, e le grandi società finanziarie di Londra non avevano risorse illimitate. La ferrovia richiedeva sovvenzioni statali anche quando le imprese private avevano il diritto di costruire le linee. Occorreva definire la politica fiscale, tariffaria e delle risorse e si svilupparono nuove politiche finanziarie nazionali. Le ferrovie erano necessarie per la nazione, e una nazione più centralizzata e attivista era necessaria per le ferrovie. I primi progetti ferroviari degli anni '30 e '40 dell'800 attrassero autorità che volevano linee di prestigio e investitori che ci intravedevano una possibilità di successo commerciale in aggiunta a canali, fiumi e strade. in Gran Bretagna il parlamentoautorizzò l'espropriazione di terreni rurali e urbani necessari per il diritto di passaggio, e in seguito consentì agli investitori di organizzare società per azioni senza bisogno di autorizzazioni parlamentari. I proprietari terrieri si opponevano a che i loro possedimenti venissero divisi in due dalla ferrovia. Le compagnie ferroviarie dovevano condurre contrattazioni e sborsare cifre alte ai nobili. Quando non riuscivano ad accordarsi con i proprietari, le società avevano la facoltà di appellarsi a una giuria che poteva assegnare loro il diritto di passaggio a un prezzo pattuito. Ma in genere le parti si accordavano su una transazione in contanti soddisfacente per entrambe. Le imprese ferroviarie insistevano sul fatto che non esistevano diritti di proprietà assoluta, ma che la terra era affidata ai proprietari per il bene comune. Lo sviluppo delle ferrovie andava di pari passo con una grande quantità di affari e transazioni poco chiari.XX secolo, l'Italia ha affrontato una serie di problemi economici e sociali che hanno contribuito a creare un clima di instabilità e incertezza. La scarsità di capitali ha limitato gli investimenti e ha reso difficile lo sviluppo delle imprese. Molte società, pur essendo formalmente costituite, erano in realtà vuote e prive di risorse finanziarie e umane. Questo ha portato a una mancanza di competenza e professionalità nelle organizzazioni, con conseguenti inefficienze e inefficacia. Inoltre, c'era una sovrabbondanza di avvocati, che spesso si occupavano di questioni legali piuttosto che di sviluppo economico. Questi fattori hanno contribuito a rallentare la crescita economica e a creare un clima di sfiducia e incertezza tra gli investitori.
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Publisher
A.A. 2019-2020
78 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher .Artemis. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Verga Marcello.