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LA REALIZZAZIONE DELLA RIFORMA IN FRANCIA E IL SUO

SVILUPPO FINO AL DECRETO NAPOLEONICO (1776-1804)

- L’edizione francese del testo di Piattoli (di d’Azyr) è accompagnata da un discorso preliminare del

traduttore in cui troviamo anche alcune opinioni dei predecessori e i principali decreti pubblici

sull’argomento => si faceva il punto sulla questione dei cimiteri nel 1778.

L’interesse è dovuto al fatto che siamo in anni in cui in Francia la questione dei cimiteri subisce una

svolta decisiva.

MOBILITAZIONE DI MEDICI E PARLAMENTI

- L’ordinanza del parlamento di Parigi del 1765 non aveva avuto conseguenze pratiche.

- A inizio anni ’70 il dibattito sui cimiteri si intensifica: i medici mobilitano l’opinione pubblica sulla

pericolosità dei miasmi = molti resoconti di tragiche esumazioni e varie raccomandazioni per le

sepolture fuori città.

 Sono gli organi giudiziari, le municipalità, le Accademie scientifiche + i medici a denunciare il

pericolo.

- Il parlamento di Tolosa emana una decreto per la regolamentazione delle sepolture nelle chiese

(1774), dal momento che tutti i vescovi, i pastori e i medici avevano chiesto un regolamento. Non si

vietava la sepoltura nelle chiese, ma ci si limitava a verificare la legittimità dei titoli di chi asseriva di

averne diritto = i cimiteri fuori dall’abitato devono essere costruiti solo dalle parrocchie che non

hanno il cimitero o lo avevano troppo piccolo e scomodo all’interno del villaggio o della città.

LA LETTERA PASTORALE E L’ORDINANZA DI LOMENIE DE BRIENNE

- Lomenie de Brienne (arcivescovo di Tolosa), 1775 = scrive una lettera pastorale in cui fa riferimento

alle lamentele presenti nella diocesi, ai processi dei verbali delle visite fatte nelle diverse

parrocchie, al parere dei medici consultati e in cui comunica il provvedimento preso di vietare la

sepoltura nelle chiese. Nella lettera si rivolge anche al clero affinché non si faccia turbare dal

provvedimento: ciò che conta è condurre una vita santa e pura.

Non si proibiva la sepoltura nei chiostri: lì si possono trasferire le sepolture già esistenti nelle chiese

(così come nei chiostri dei capitoli e dei conventi). Tutti gli altri fedeli devono essere sepolti nei

cimiteri delle parrocchie. Inoltre i cimiteri dovevano essere circondati da un muro + c’è la

preoccupazione di preservare la sacralità della costruzione (deve esserci una croce).

Nel testo non vengono date istruzioni circa i funerali.

Questo provvedimento viene riconosciuto dal Parlamento di Tolosa.

- Assemblea generale del clero (1775) = de Brienne vi partecipa come capo del Bureau de Jurisdiction

= propone una dichiarazione sui cimiteri nello spirito della sua dichiarazione => viene approvato.

- Luigi XVI (1776) fa una Dichiarazione reale sulle inumazioni e questa viene poi registrata dal

Palamento di Parigi.

LA DICHIARAZIONE REALE DEL 1776

- A questo punto la questione sulla riforma delle sepolture era passata al Consiglio del Re: la

dichiarazione di cui sopra (1776) è il primo atto pubblico con cui si avvia la riforma in Europa = si

definisce cosa si intende per cimitero e si passa da una concezione religiosa delle sepolture a quella

amministrativa.

- Il consiglio del Re in questo periodo prende un provvedimento in merito alla creazione della

Commissione di medicina per le malattie epidemiche => inizia la più importante inchiesta

amministrativa del 1700.

- L’editto del 1776 non riguarda la città di Parigi, ma tutto il territorio francese; la sepoltura per nelle

chiese è solo per arcivescovi, vescovi e curati + fondatori delle cappelle. Le sepolture nelle chiese

conventuali sono trasferite nei loro chiostri e quelle delle chiese parrocchiali nei cimiteri adiacenti

(chi aveva il diritto di sepoltura in chiesa mantiene una zona riservata).

- Si tratta di un provvedimento moderato rispetto a quello del 1765: non si danno indicazioni sui

funerali e non si impone una totale espulsione dei morti.

Novità: le municipalità erano incaricate dell’acquisto dei terreni => è l’autorità pubblica a gestire la

morte.

La Chiesa voleva mantenere un controllo sulla riforma (soprattutto perché era stata lei a

sollecitarla) => contrasti con i magistrati che antepongono i principi scientifici e medici a quelli

religiosi e ritenevano il loro ruolo prevalente rispetto agli ecclesiastici.

- La realizzazione delle indicazioni della dichiarazione avviene in modo discontinuo e dilatato nel

tempo.

IL CONCORSO BANDITO DALL’INSTITUT NEL 1800

- Le amministrazioni rivoluzionarie completeranno in Francia il processo di laicizzazione del

trattamento dei morti. Durante il periodo rivoluzionario il cerimoniale di morte risulta

completamente disorganizzato => alla fine della Rivoluzione troviamo un’intera letteratura dedicata

alle sepolture, il che manifesta la volontà di riprendere il controllo su questo aspetto.

- Nel 1800 Luciano Bonaparte pone il quesito circa quali riti e luoghi la Repubblica avrebbe dovuto

scegliere per i morti; l’Institut of France indice un concorso per trovare la risposta migliore. Tutte le

risposte affermano la necessità di allontanare i cimiteri dalle città a causa della pericolosità delle

esalazioni + è ricorrente il tema del ruolo dei morti nell’educazione dei vivi (necessità di riti) =

glorificazione dei meriti del defunto (non più dimensione cristiana del memento mori, cioè di

ricordarsi che tutti dobbiamo morire).

Nelle proposte per i nuovi cimiteri è presente anche l’aspetto del prolungamento della relazione

affettiva con i cari morti e il bisogno di esprimere il dolore + emerge il tema della dignità individuale

(la maggior parte delle proposte non contempla fosse comuni) + si richiede la presenza di figure ed

immagini.

IL DECRETO NAPOLEONICO DEL 1804

- Si presenta come un perfezionamento della dichiarazione reale del 1776: si attribuiscono i cimiteri

alle amministrazioni municipali, si proibisce l’inumazione nelle chiese e si fissa la distanza dei

cimiteri dall’abitato (i cimiteri sono contingui alla città, non come quelli del 1700).

- Novità: obbligo della fossa individuale su cui si può porre una pietra tombale + è permesso

l’acquisto di porzioni di terreno da parte di chi lo desidera (per farlo occorre destinare ai poveri o

agli ospedali una donazione).

Il cimitero deve essere suddiviso in campi con fosse allineate e attraversato da viali alberati = spazi

dilatati e ariosi.

- Le esequie vengono riaffidate agli ecclesiastici, ma si precisa che le cerimonie religiose si possono

svolgere fuori dalle chiese e dai cimiteri solo nei comuni in cui si professa un solo culto + il funerale

può essere di nuovo ostentazione di ricchezza e potere.

Le conquiste del 1700 vengono comunque mantenute: i cimiteri sono di competenza solo delle

amministrazioni civili.

- Presto il Pere-Lachaise di Parigi (cimitero fondato nel 1804, Dopo la chiusura del cimitero degli

Innocenti, in accordo con l’ordinanza del 1765) diventa modello del cimitero europeo-continentale.

Attenzione: lo smantellamento del cimitero degli Innocenti iniziò solo nel 1786, mentre l’ordinanza del

Parlamento risaliva al 1765.

LA REALIZZAZIONE DELLA RIFORMA NEI TERRITORI ABURGICI

(1781- 1785)

- La riforma delle sepolture perseguita in Austria e Toscana è il risultato dell’assolutismo illuminato.

SPORADICHE INIZIATIVE DI RIFORMA IN ITALIA E GERMANIA. IL CIMITERO

GIUSEPPINO (1782-1784)

- Fatta eccezione per alcuni casi isolati, la riforma sulle sepolture in Italia inizia nel 1800, dopo il

decreto napoleonico.

- In Germania la riforma prende piede prima nei principati i cui governanti erano più illuminati.

- In Austria troviamo azioni concrete, ma isolate.

Con la morte di Maria Teresa e l’assunzione di potere di Giuseppe la creazione dei cimiteri

extraurbani diventa realtà.

Nella Patente di tolleranza (1781) Giuseppe ordina sepoltura comune di protestanti e cattolici nello

stesso cimitero.

Successivamente (1783) G. impone la fine delle sepolture nelle cripte e nelle città + stabilisce le

regole per l’edificazione di cimiteri extraurbani. All’inizio i provvedimenti si applicano alla sola

Austria, poi a tutti i territori asburgici.

- I provvedimenti in questione ridefiniscono i rapporti con la Chiesa a vantaggio dello Stato e

ridimensionano i privilegi della nobiltà.

- Giuseppe II aveva deciso anche per la presenza di una recinzione e l’erezione di una croce, ma sono

vietate le cappelle.

Le norme applicative dei provvedimenti del 1783 prevedono la sepoltura delle salme mettendole

nelle casse, mentre nel 1784 la bara viene eliminata (cadaveri seppelliti avvolti nudi in un sacco) =>

la bara serve solo per la cerimonia in chiesa e per il trasporto al cimitero (le bare erano parrocchiali,

non potevano essere acquistate dai privati).

=> sono provvedimenti simili a quelli del decreto parigino del 1765 e ai progetti originari di

Francesco III a Modena.

=> si tratta di una politica di laicizzazione.

IL RITORNO AL PRIMO CRISTIANESIMO E LA PIETÀ ILLUMINATA

NELL’OPERA DI MICHELE DAVERIO

- 1788: a Firenze viene pubblicato “Confronto istorico dei nuovi con gli antichi regolamenti rapporto

alla polizia della Chiesa nello Stato” di Michele Daverio (capo della Giunta Economale di Milano) =

summa della politica ecclesiastica di Giuseppe II, rivolta ai parroci di campagna.

Si sostiene che non debbano essere celebrate messe ed uffizi nel momento in cui sono presenti i

cadaveri e non devono essere eretti altari nei cimiteri extraurbani: le orazioni, sia per i vivi che per i

defunti, devono essere fatte nella chiesa parrocchiale.

Si parla solo della correttezza delle manifestazioni religiose e non della pericolosità delle esalazioni.

- Matrice religiosa giansenistica = richiamo alla Chiesa delle origini, vs oscuramento delle verità

originali, vs corruzione e decadenza nella disciplina.

IL CIMITERO EGUALITARIO DI GIUSEPPE II E IL SUO FALLIMENTO

- Si insisteva molto sulle fosse comuni per ragioni sanitarie => anonimato => cancellazione

individualità.

- Giuseppe II reputava il culto dei morti una manifestazione di una religione pericolosa e deviante =>

lui si sforza di regolare la devozione popolare.

Il tutto viene proposto nell’ottica di un cristianesimo illuminato => si vuole razionalizzare la

religione per renderla fonte di crescita per il soggetto.

- In generale nella sua politica Giuseppe II commette l’errore di voler arrivare subito allo scopo

finale, senza passare per gradi intermedi come invece faceva Maria Teresa.

- Il sovrano è costretto ad alcuni arretramenti nei confronti dei ceti privilegiati: si concede la

costruzione lungo le mura del cimitero di contenitori per chi ave

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
26 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher GiuliaS95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Levati Stefano.