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UN FRANCESCANO NELLA NUOVA SPAGNA

Quando i primi spagnoli percorsero il Messico centrale all'indomani della conquista di Cortés (1521), si aggiravano in un paesaggio ancora segnato da grandiose testimonianze delle società precolombiane, avendo la sensazione di entrare in un mondo parallelo dove la vita sembrava essersi sviluppata senza alcun contatto col resto dell'umanità. Alla morte di Montezuma II (1520) e alla fine dell'impero azteco, gli spagnoli si sforzarono di distruggere ogni traccia delle complesse culture locali, e i 12 francescani guidati da Martin de Valencia furono dal 1524 parte attiva di quel disegno di cancellazione.

Il mondo stava cambiando aspetto sotto gli occhi dei suoi abitanti, e la fervida spiritualità dei francescani li convinse che quel mondo ignoto fosse un segno divino e vi fosse possibile plasmare una nuova cristianità che riscattasse quella europea, corrotta dall'avanzata della Riforma, e

aprire così la strada a una conversione universale: i francescani di VdM avevano fretta di portare a compimento la loro missione, e accettarono così come male minore le violenze commesse dai conquistatori nei confronti degli indigeni (schiavitù e sfruttamento).

La conferma che i francescani avevano di fronte esseri umani a pieno titolo passò, oltre che dalle immediate resistenze culturali degli indigeni, anche per la scoperta che occorresse rivolgersi al loro passato per comprendere e superare i caratteri essenziali della loro visione del mondo, le loro credenze e le forme di organizzazione sociale: così la storia si affermò come forma di conoscenza fondamentale in Serica, con una continuità con l'opera di riscoperta dell'antichità da parte degli umanisti.

Vincere questa delicata sfida era decisivo per condurre a buon fine la conquista spirituale e accelerare la conversione universale. Ma come? L'esito fu una

conciliazione apparente, benché segnata dal crescente dominio coloniale: a imporsi fu una continua trasformazione dei significati attribuiti dai vari attori a prodotti culturali ibridi, una miscela tra cultura spagnola/cristiana e messicane che si accompagna però all'impossibilità di giungere alla piena traducibilità. Anche l'accesso alle "antichità degli indios" passò attraverso un processo in parte simile: i nativi custodivano la memoria del tempo precedente all'arrivo degli spagnoli, ed erano dunque gli unici possibili informatori e decifratori delle reliquie del passato. Questa ricerca del passato perduto delle popolazioni messicane avrebbe attraversato il primo secolo successivo alla conquista. Mentre si muovevano in uno spazio in trasformazione, quei frati viaggiavano anche indietro nel tempo, e gli si pose così un problema decisivo: come selezionare i materiali confusi e dispersi ai quali avevano accesso ecome trasformarli in una ricostruzione storica attendibile? Per trasformare questi testi in una ricostruzione storica attendibile, bisogna seguire alcuni passaggi: 1. Utilizzare il tag

per separare i paragrafi e rendere il testo più leggibile:

Bisognava orientarsi tra narrazioni locali organizzate secondo concezioni cicliche del tempo, più volte ripetute allo scopo di fornire versioni gradite al potere e trasmesse in forme grafiche e linguaggi che i missionari potevano facilmente equivocare; inoltre, i francescani dovettero stabilire criteri di affidabilità delle informazioni raccolte e disporli in un discorso che fosse comprensibile ai lettori.

La scoperta che gli indios avevano avuto una storia parallela a quella di egizi, romani e greci ma autonoma da essi, era inquietante: raccontarla comportava che si spiegasse come poteva essere esistita tale molteplicità di passati.

Questa prospettiva stimolava inevitabilmente le inclinazioni millenaristiche dei francescani, inducendoli a pensare ai loro scritti secondo uno schema binario, in cui all'epoca precolombiana segnata da false credenze e ispirata al demonio seguiva un'era di...

2. Utilizzare il tag per evidenziare le parole in grassetto:

Bisognava orientarsi tra narrazioni locali organizzate secondo concezioni cicliche del tempo, più volte ripetute allo scopo di fornire versioni gradite al potere e trasmesse in forme grafiche e linguaggi che i missionari potevano facilmente equivocare; inoltre, i francescani dovettero stabilire criteri di affidabilità delle informazioni raccolte e disporli in un discorso che fosse comprensibile ai lettori.

La scoperta che gli indios avevano avuto una storia parallela a quella di egizi, romani e greci ma autonoma da essi, era inquietante: raccontarla comportava che si spiegasse come poteva essere esistita tale molteplicità di passati.

Questa prospettiva stimolava inevitabilmente le inclinazioni millenaristiche dei francescani, inducendoli a pensare ai loro scritti secondo uno schema binario, in cui all'epoca precolombiana segnata da false credenze e ispirata al demonio seguiva un'era di...

3. Utilizzare il tag per evidenziare le parole in corsivo:

Bisognava orientarsi tra narrazioni locali organizzate secondo concezioni cicliche del tempo, più volte ripetute allo scopo di fornire versioni gradite al potere e trasmesse in forme grafiche e linguaggi che i missionari potevano facilmente equivocare; inoltre, i francescani dovettero stabilire criteri di affidabilità delle informazioni raccolte e disporli in un discorso che fosse comprensibile ai lettori.

La scoperta che gli indios avevano avuto una storia parallela a quella di egizi, romani e greci ma autonoma da essi, era inquietante: raccontarla comportava che si spiegasse come poteva essere esistita tale molteplicità di passati.

Questa prospettiva stimolava inevitabilmente le inclinazioni millenaristiche dei francescani, inducendoli a pensare ai loro scritti secondo uno schema binario, in cui all'epoca precolombiana segnata da false credenze e ispirata al demonio seguiva un'era di ...

Rigenerazione spirituale. Ma la trattazione del passato delle popolazioni messicane non si ridusse a un elenco di condanne; anzi, al contrario, rispose all'intento di farne l'oggetto di una ricostruzione storica totale che permettesse di porre le loro antichità in relazione col resto dell'umanità. Scrivere la storia del Nuovo Mondo significava esprimere la presunta conoscenza del loro passato nel linguaggio della storiografia europea del tempo, e quindi modellarlo secondo un procedimento in cui il riadattamento rischiava però di confondersi con l'invenzione: così la ricerca di una visione della storia del mondo in cui poter includere la lunga epoca preispanica dell'America rientrava a far parte della cultura rinascimentale.

Essa fu un'impresa condivisa che rispose a ripetuti stimoli nel corso degli anni trenta del Cinquecento e vide impegnato più di un frate francescano. Tra loro Motolinia, uno dei dodici religiosi sbarcati.

sua Historia de los indios de la nuova Espagna è un importante documento che riassume i risultati della sua esperienza missionaria in America. Durante i suoi 15 anni di lavoro, Motolinia ha visitato molte località, ha assunto diversi incarichi e ha imparato alcune lingue locali. Il suo ardore per l'evangelizzazione lo ha persino spinto a cercare di estendere la sua opera di conversione fino alla Cina, anche se senza successo tra il 1532 e il 1533. Motolinia era un missionario con una visione globale quando ha completato la sua Historia nel 1542. Questo libro è stato scritto in modo frettoloso per contribuire al dibattito sulla schiavitù degli indios che si stava sviluppando in Spagna. Dopo le denunce di Las Casas, il re Carlo V ha emesso le "Leggi nuove" nel 1542, vietando l'asservimento dei nativi americani. Motolinia, che era sempre stato al fianco dei colonizzatori e temeva che i nativi potessero ribellarsi mettendo a rischio i risultati della sua azione missionaria, si è schierato contro Las Casas. La sua posizione è stata influenzata dalla paura che le denunce di Las Casas potessero minare l'opera di evangelizzazione e i progressi fatti fino a quel momento.suaHistoria doveva chiarire come in Messico fosse ormai in atto, sotto l'impulso francescano, lastraordinaria trasformazione delle popolazioni indigene in devoti cristiani. L'operazione compiuta da Motolinia sul passato precolombiano era complessa, e iniziavadall'identificazione degli abitanti originari delle diverse ragioni. Motolinia decise di adottare un criteriogenealogico, individuando successive ondate migratorie di popolazioni in uno schema non neutrale macorrispondente a una visione della storia del mondo fondata su un modello diffusionista di matriceeuropea: era la tecnica del racconto giudicata da lui migliore per consentire ai suoi lettori di accedereall'oscuro e sfuggente passato di quegli indios.2. MOTOLINIA E I RACCONTI DEGLI INDIOS Le pagine in cui Motolinia esibisce le sue fonti sono di un'ambiguità rivelatrice: scrive infatti di averricavato le sue notizie dai libri antichi con simboli e immagini difficili da interpretare, maanche dallamemoria degli uomini. A metà tra uno storico e un antiquario, Motolinia desume dai cinque codicipittografici che l'antico Messico era stato popolato grazie alla successione di "tre maniere di genti":
  • Chichimeca: ammette che le notizie sicure sulla loro esistenza nella Nuova Spagna non risalivano oltre 800 anni, perché "erano una popolazione barbara e selvaggia che non sapeva scrivere".
  • Colhua: avrebbero iniziato a scrivere e comporre memoriali, con le più antiche notizie sul loro conto di 770 anni.
  • Mexica: descrive infine i messicani, fino alla loro recente caduta con Montezuma II.
A questo punto introduce un'altra versione dei fatti, presentata come priva di contraddizioni rispetto allaprecedente benché derivante da una fonte ancor meno verificabile, un informatore anonimo il cui racconto apre con la spiegazione del mito delle "sette caverne": da quel luogo avrebbero avuto origine gli indios.della Nuova Spagna, con un comune antenato che ebbe sette figli; i primi sei si sparsero nelle regioni dell'America centrale fondando città e popolazioni, mentre il settimo (Quetzalcóatl) venne ricordato dagli indios come uno dei loro principali dèi.
All'improvviso Motolinia abbandona i racconti messicani e dedica la chiusura dell'epistola proemiale a discutere le ipotesi sugli indios che circolavano in Europa, prendendo anzitutto le distanze dall'idea di una precedente colonizzazione della Nuova Spagna da parte degli antichi cartaginesi e respingendo le tesi di alcuni spagnoli per cui i nativi della Nuova Spagna erano della "generazione" di ebrei e musulmani, collegamento insidioso nel clima di sospetto/persecuzioni che circondavano i discendenti delle due minoranze nella penisola iberica. Piuttosto, il tentativo di trovare la chiave del passato delle popolazioni americane nel racconto biblico induce Motolinia a sostenere che ilripopolamento del Messico sia derivato "dalla ripartizione e dalla divisione fra i nipoti di Noè". La conclusione che gli indios discendevano da Noè ma senza sangue ebraico o musulmano si combinava alla perfezione con l'obbiettivo di reintegrare la storia precolombiana del Messico nella prospettiva provvidenziale della salvezza cristiana, come dimostra l'obbiettivo della missione dei dodici francescani guidati da Martin de Valencia di "far spargere la voce di Dio fino agli ultimi confini del mondo". Motolinia, dunque, è tutto meno che un proto-etnografo intento a registrare fedelmente la realtà del Messico nei primi decenni che seguirono la conquista spagnola; è piuttosto un religioso pronto a modificare persino i testi della teologia cristiana pur di offrire un'interpretazione dei fatti storici che risponda all'obbiettivo di esaltare la missione francescana nel Nuovo Mondo. Ancora più complesso il.

Modo in cui trasforma le notizie frammentarie sul passato delle popolazioni di Anahuac e ce ne riscrive le antichità, continuando a modificare il testo anche dopo il 1541. Ma perché lo fa? Motolinia aveva agito in collaborazione con altri religiosi nella sua opera di reperimento di informazioni e scrittura: il Messico degli anni trenta era infatti caratterizzato da un diffuso interesse per il passato degli indios da parte dei missionari, che spesso condividevano appunti, informazioni, materiali e interpretazioni. Va tenuto presente questo clima x cercare di comprendere perché nell'opera di Motolinia le origini e la collocazione ella storia del mondo degli indios siano trattate in modo tanto sorprendente. Da una lettura di insieme emerge un singolare incontro tra elementi tratti dal patrimonio delle tradizioni locali e uno schema genealogico di apparente ispirazione biblica, arricchito dalla tendenza a spiegare i nomi delle popolazioni a partire da singolari intrecci etimologici.

Gli indios sarebbero anch'essi discendenti dal patriarca Noè all'indomani del diluvio universale, confermando così l'origine dell'umanità: le antichità della Nuova Spagna sono così spiegate secondo un modello diffusionista ch.
Dettagli
A.A. 2022-2023
38 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher appunti-liceo-e-criminologia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Guerrini Maria Teresa.