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TRAMITE E REALTÀ: L'IMMAGINE DEI GESUITI NEI MONITA PRIVATA

Libello da un lato mettono in luce elementi parodistici ed evidentemente inautentici, dall'altro richiamano alla mente episodi reali della vita della Compagnia cui i Monita sembrano direttamente ispirati.

Monita privata si possono considerare un falso, non per questo si può dire di aver esaurito i problemi inerenti alla verisimiglianza del testo.

Molte delle accuse che si sarebbero dovute rivolgere alle pretese egemoniche della sede pontificia vengono a cadere sulla testa degli ignaziani.

Visti con sospetto perché anomali rispetto alle consuetudini degli altri ordini li portano ad essere visti con sospetto sia nell'ambiente religioso, sia in quello politico.

Accusati di servirsi del loro ruolo di direttori di coscienza di principi e sovrani, di consiglieri di donne dotate di ingenti patrimoniali.

I ducatori dei figli della nobiltà per ottenere posizioni di potere e di privilegio. Queste visioni conferma di molti timori. Approfittare del loro ruolo anche per condizioni di politica complessiva del sovrano. SIMÃO RODRIGUEZ confessore del re di Portogallo GIOVANNI III 1552. Anni dopo SEBASTIANO I, CATERINA d'AUSTRIA e CARDINALE HENRIQUE avevano confessori gesuiti. Caterina scisse al generale DIEGO LAINEZ accusando i confessori di seminare zizzania fra i vari responsabili del governo al fine di assumere loro stessi il controllo del regno. Conoscere i segreti delle persone da un potere enorme. - CONFESSORE posizione che poteva creare loro problemi di carattere politico e ne erano consapevoli. MA anche potevano portare vantaggi alla chiesa come per WILHELM LAMORMAINI confessore di FERDINANDO II che convinse quest'ultimo a restituire alla chiesa i vescovati, le parrocchie e i monasteri che erano stati secolarizzati dai protestanti ai tempi della pace di Augusta.

DIRETTORE SPIRITUALE ENRICO IV necessità di avere la Compagnia di Gesù fra gli amici piuttosto che fra gli avversari. Ordine religioso potente e molto amato dai cittadini. Però temuto l'ispanismo della Compagnia. PAOLO SARPI ruolo del gesuita confessore, denunciandone la pervasività e l'uso tutto strumentale del sacramento. Generale DIEGO LAINEZ – Ea de quibus in confessione interrogandi sunt principes – raggio di azione del confessore piuttosto esteso – interrogare il principe non solo sui doveri nei confronti di Dio e della famiglia, ma anche nei confronti dei sudditi. Generale CLAUDIO AQUAVIVA punto centrale era quello di determinare se gli affari di Stato dovessero in qualche modo essere materia che riguardava la direzione di coscienza e, di conseguenza, se il confessore avesse diritto di parola in quel campo. Gesuiti dovessero esimersi dall'intervenire sul terreno politico. Però non era culturalmente in grado di.accettare una netta separazione fra la sfera religiosa e quella temporale e questa difficoltà si riverberava nell'oscillazione di posizione all'interno dell'ordinatio. H.Z. ruolo del confessore evidenziando la brama di controllo sulla società intera. Faceva scandalo il fatto che esso fosse strumentale agli obiettivi terreni della Compagnia di Gesù. Usava frammenti del documento di Aquaviva per dare al testo il sapore di verità e per invitare il lettore a rileggere le dichiarazioni dei gesuiti sotto una luce diversa. L'"A V ID ITÀ D I D E N A R I": I G E S U ITI E LE N O B ILD O N N E Donne devote che sempre più spesso sceglievano i padri della Compagnia come direttori spirituali. IGNAZIO nonostante la sua misoginia aveva molti rapporti con le donne più importanti del suo tempo. Gesuiti spesso beneficiati dalle devote. Generale AQUAVIVA 1587 lodò un superiore della provincia tedesca per aver rifiutato.

d'accettare i legami di alcune donne. PAOLO SARPI deplorava l'abitudine dei gesuiti di insinuarsi nelle case attraverso il sacramento della confessione. Repubblica di Venezia inquietata dai legami dei gesuiti con le proprie devote. Aquaviva diceva che in una città come Venezia la prudenza non era mai troppa e il comportamento dei gesuiti doveva essere improntato al rispetto delle istruzioni che lui stesso aveva redatto. Suo intervento mostra come fosse un problema sentito anche ai massimi livelli dell'ordine. PAOLO V 1606 INTERDETTO contro Venezia e i gesuiti non sapevano da che parte stare. Accusati di doppio gioco e il 10 maggio espulsi da tutti i territori della Repubblica. CECILIA CONTARINI scrisse ai gesuiti che a causa dell'interdetto di Venezia aveva perso il suo confessore e aveva bisogno di un altro. Dietro le lettere di lei c'era GIAN FRANCESCO SAGREDO. La donna continuava a scrivere dei suoi scrupoli morali in relazione alla questione dell'Interdetto.

Conduceva così ANTONIO BARISONE a trovare una formula per cui parte dei beni della nobildonna fossero legati in testamento ai gesuiti trovando nel suo ex confessore ANTONIO GIUGNO il possibile beneficiario e il Barisone accettava senza scrupoli. Così si rendeva responsabile di un atteggiamento del tutto contrastante con le istruzioni che già da diversi anni il generale Aquaviva inviava ai membri della Compagnia. Disparità tra teoria e prassi che preoccupava l'ordine. Tenendo conto di questo comportamento - REQUISITORIA contro tutta la Compagnia puntando il dito contro l'arte di simulare praticata dai gesuiti. SIMULAZIONE E INFORMAZIONI SEGRETE I Monita riscossero un grande successo per la posizione di Sagredo e dell'Istruzione ai principi condivisa da un ambiente vasto. In molti casi lo spirito di adattamento dei gesuiti scambiato per un puro travestimento. FÜLÖP-MILLER racconta quanto accadde alla corte di GIOVANNI.

III di Svezia con la moglie CATERINA JAGIELLONA che voleva riportare il regno nell'orbita della Chiesa di Roma.

Chiamato il gesuita LORENZO NICOLAI - in un primo momento predicava a favore della confessione luterana e poi contro di essa, Giovanni III difesa del luteranesimo ma l'abilità retorica di Nicolai fece andare il pubblico dalla sua parte. Però acquisì senza rendersi conto una posizione papista.

METODO di ADATTAMENTO - strumentale ad avvicinare al cattolicesimo le popolazioni dell'Estremo Oriente o delle Americhe.

ENORME RETE di CORRISPONDENZA - frutto del segretario JUAN de POLANCO.

Pubblicazione delle lettere - forma di propaganda.

LETTERE EDIFICANTI per la propaganda

LETTERE USO INTERNO con una descrizione meno edulcorata della realtà.

Questa divisione favoriva l'alone di segretezza che circondava la Compagnia.

I MONITA E L'ORGANIZZAZIONE INTERNA DELLA COMPAGNIA DI GESÙ

ÙOssessiva nei Monita la questione dell'OBBEDIENZA e della DISCIPLINA. Problema dell'ESPLULSIONE.

Divisione gerarchica vigente all'interno dell'ordine, onnipotenza dei superiori, netta supremazia dei gesuiti professi dei quattro voti sututti gli altri.

OBBEDIENZA carattere distintivo della Compagnia, tema ricorrente nella corrispondenza di Ignazio di Loyola. Obbedienza ai superioriera un principio divino, oltrepassava le leggi umane e non aveva modo di essere schivata.

GERARCHIA di ruoli già codificata dalleCostituzioni:

  • Generale
  • Provinciali
  • Rettori dei collegi
  • Altri

JERONIMO NADAL – "MONARCHICO" l'ordinamento della Compagnia di Gesù. Preposto Generale doveva seguire le leggi espressedalle Costituzioni. Poi c'era anche la Congregazione generale.

Compattezza Compagnia minata dalla morte di Ignazio con una divisione in due fazioni:

  1. Legati al ricordo dei primi anni della Compagnia, si battevano contro

L'irrigidimento organizzativo dell'ordine, arrivando a mettere in discussione sia la figura di Ignazio che l'utilità delle Costituzioni.

Convinti che la vorticosa espansione della Compagnia potesse essere diretta e messa a frutto solo grazie ad una forte organizzazione centralizzata.

Scontro massimo tra le due fazioni nella prima Congregazione generale 1556-1558.

H.Z. mette in risalto come questo accentramento monarchico fosse fine a sé stesso, ma nascondesse uno scopo politico, quello del soggiogamento di società e Stati ai propri interessi.

COADIUTORI SPIRITUALI e TEMPORALI istituiti nel 1546 da PAOLO II con la BOLLA Exponi nobis. Ciò che distingueva i coadiutori spirituali dagli altri gesuiti era il non aver completato gli studi teologici.

H.Z. espulso dall'ordine perché smascherato nell'atto di scrivere delle lettere per diffamare la Compagnia, un altro motivo che potrebbe aver convinto H.Z. a scrivere i Monita privata e le

Lettere era il desiderio di contribuire ad un dibattito che realmente si svolgeva all'interno dell'ordine su temi di un certo rilievo come quello dei voti differenziati o della centralizzazione del potere. MARIO SCADUTO distingue:

  • DIMESSI in REGOLA - uno dei tempi più importanti dei Monita, questione economica centrale, la disciplina era solo un pretesto per liberarsi dei pesi morti che non portavano vantaggio alcuno all'ordine.
  • Quelli che fuggivano dalla Compagnia - Dibattito fra i dimessi per mettere in luce il modo subdolo in cui agivano i gesuiti, il tipo di tattica utilizzata dalla Compagnia ogniqualvolta essa decideva di circuire qualcuno. In evidenza l'attitudine alla simulazione e all'inganno tipica della Compagnia.
  • DELAZIONE - accettata e considerata motivo di merito per quei gesuiti che la praticavano. Abitudine consolidata.

MA CLEMENTE VII allo scopo di evitare che i superiori potessero utilizzare la confessione come strumento di

governo e di potere avevainterdetto ai membri degli ordini religiosi di essere contemporaneamente confessori e superiori.Eppure, la pratica all'interno dell'ordine sembrava tutt'altra.Pratica di mandare a Roma lettere di denuncia su presunte mancanze dei soci doveva essere a quei tempi piuttosto diffusa.Attenzione a non confondere la delazione con l'affidamento ai visitatori delle diverse province di indagini approfondite su tutti imembri della Compagnia.Pratica della delazione invasa all'interno dell'ordine sembrava avere un suo corrispettivo nello spionaggio come strumento di controllosulle famiglie nobili e influenti che la Compagnia riteneva potessero tornarle utili.Convinzione che esistesse ALTRA CATEGORIA dei GESUITI - formata da secolari dell'uno e dell'altro sesso. Categoria difficile daindividuare perché agiva solo nell'ombra e alimentò le certezze di chi era convinto che gli ignaziani stessero

complottando per il dominio del mondo. ANCORA SUL MITO DEL GESUITO: CONTESTI A CONFRONTOLA FRANCIA DELLE GUERRE DI RELIGIONEAntigesuismo con l'ingresso ufficiale della C
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A.A. 2021-2022
8 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marydf00 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia Moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Gardi Andrea.