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APATO
Affinando la teoria teocratica, già elaborata da Gregorio VII, fu Innocenzo III a sviluppare una dottrina
coerente che afferma la supremazia temporale e universale del papa, che concede la prima ai sovrani per
esercitarla sotto la guida della Chiesa (1198 – metafora del sole, la Chiesa che brilla di luce propria, e della
luna, l’impero che brilla di luce riflessa); elaborò inoltre un’organica idea di crociata. Innocenzo IV sostenne
il diritto papale di scegliere e deporre gli imperatori e di amministrarne il potere in caso di vacanza.
Bonifacio VIII ribadì la subordinazione del potere civile a quello religioso, che poteva concederlo o toglierlo
a suo arbitrio (bolla Unam sanctam nel 1302), e nel 1300 proclamò il primo anno santo, il giubileo, che
premise l’indulgenza plenaria ai pellegrini che avessero visitato le tombe degli apostoli a Roma. Lo scontro
con il re di Francia Filippo IV per il controllo della fiscalità del clero fece di Bonifacio VIII l’ultimo papa
capace di celebrare la potenza dell’autorità pontificia.
La pretesa dei papi si fondava sulla Constitutum Constantini, un documento che falsamente attribuiva al
primo imperatore cristiano la concessione a papa Silvestro del dominio su Roma e sulla pars occidentis
dell’impero.
Tra XII e XIII secolo venne ribadita l’esclusiva pertinenza ai cardinali per l’elezione papale, istituendo il
conclave al fine di abbreviarne i tempi e di regolarne i modi. I cardinali rafforzarono anche i ruoli di
principali collaboratori del papa tramite il concistoro, il consiglio del pontefice che lo aiutava nel governo
quotidiano della Chiesa. I cardinali erano nominati dal papa, che in generale li sceglieva tra la propria
clientela.
R :
EGNI
Nel corso del XIII secolo i poteri monarchici conobbero un ulteriore rafforzamento in quasi tutti i regni
europei, tramite il ricorso sistematico ai rapporti feudali, all’espansione armata e al potenziamento degli
apparati burocratici.
Regno di Francia: Le conquiste avviate da Filippo II Augusto furono consolidate dai successori Luigi VIII e
Luigi IX. Quest’ultimo favorisce la riconquista del regno in Sicilia da parte del fratello Carlo d’Angiò, rafforza
l’ideologia regia che collega la dinastia capetingia alla tradizione carolingia, rafforza il ruolo degli uffici
centrali e avvia l’unificazione delle tradizioni normative e giuridiche. Filippo IV il Bello limita l’autonomia
giurisdizionale e fiscale del clero ed entra in conflitto con papa Bonifacio VIII; convoca gli stati generali nel
1302 per ottenere il sostegno dei sudditi e rivendica la discendenza da Dio del potere regio. 19
Regno d’Inghilterra: Le perdite in terra francese e la concessione della Magna charta libertatum avevano
indebolito le prerogative dei re inglesi. Enrico III si confronta ripetutamente con le pretese dei baroni, della
piccola nobiltà rurale e delle città, i quali limitarono ulteriormente il potere regio; rafforza l’apparato
amministrativo, in particolare quello fiscale. Edoardo I intraprende una campagna di espansione del
dominio regio a tutta l’isola; conquista il Galles nel 1283 e la Scozia nel 1305; convoca il parlamento regio
nel 1295.
Regno di Sicilia: Federico II si insedia in Sicilia nel 1220 e persegue il rafforzamento del potere regio:
rivendica i diritti usurpati dai baroni e ribadisce l’assoggettamento delle comunità urbane, sviluppa un
efficiente apparato amministrativo innestandosi sul preesistente sistema normanno. Nel 1231 raccoglie la
sua legislazione nel Liber augustalis e assicura al clero l’immunità giurisdizionale e fiscale. Alla sua morte le
lotte di successione inducono papa Urbano IV ad affidare la corona a Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia
Luigi IX.
Regni Iberici: Nel Regno di Castiglia, che gravitava sulle vaste pianure interne, Alfonso X attua una politica
di accentramento che trasforma la corte in un importante centro di cultura e promuove nel 1265 la raccolta
legislativa Las siete partidas (raccolta legislativa); il potere regio entra spesso in conflitto con la nobiltà.
Nel Regno di Aragona l’economia commerciale sostiene la politica militare dei re aragonesi, che si
insediano in Sicilia tra 1282 e 1302 e avviano la conquista della Sardegna nel 1323; politica basata sulla
mediazione tra le disposizioni regie e gli interessi della nobiltà, del clero e della città.
Stato Pontificio: Innocenzo III rafforza il potere temporale ed estende il proprio dominio facendosi giurare
fedeltà da nobili e città del Lazio, dell’Umbria e delle Marche, in cambio di ampia autonomia in materia
fiscale e giudiziaria. I pontefici sviluppano un apparato burocratico destinato a riscuotere tributi in tutta la
cristianità attraverso un sistema fiscale complesso che fa capo alla camera apostolica. Si pongono come
arbitri in un numero crescente di cause giudiziarie.
E O :
UROPA RIENTALE
Nell’Europa orientale e slava si erano formati tra XI e XII secolo alcuni regni di grande estensione territoriale
quanto di debole coesione politica.
Il regno di Polonia, costituito nel 1025, si frazionò a seguito di rivendicazioni nobiliari in più di venti
principati. Il regno di Boemia divenne autonomo nel 1158. Il regno di Ungheria annette quelli di Croazia e
Slavonia ma è costretto a riconoscere importanti privilegi ai nobili, al clero e alle comunità rurali. Il regno di
Bulgaria riconquista la propria indipendenza da Bisanzio nel 1187.
Nell’882 il variago Oleg aveva unificato il principato di Novgorod con quello di Kiev, dando vita al regno di
Rus; nonostante la conversione al cristianesimo e l’influenza bizantina/ortodossa, Vladimir II vide
dissolversi il regno in vari principati.
Dall’inizio del XIII secolo venne formandosi nelle steppe asiatiche una vastissima dominazione per opera di
tribù nomadi originarie della Mongolia. Guidati da Temujin (1162 – 1227) detto Gengis Khan, i mongoli
conquistarono rapidamente Cina settentrionale, Asia centrale e Russia orientale. I successori operarono
incursioni verso i paesi musulmani fino all’Egitto; in Europa si spinsero fino alla Polonia e all’Ungheria (fino
a Vienna, affacciandosi anche sull’Adriatico). L’enorme impero si dissolse in khanati a causa delle accese
rivalità fra i loro capi. 20
9. LA CIVILTÀ URBANA – SECOLI XII & XIV
Il rinnovamento della cultura:
Dall’XI secolo il numero di persone in grado di leggere e scrivere si allargò considerevolmente, coinvolgendo
i laici. Tale aumento fu l’esito delle necessità pratiche per l’espansione mercantile e giurisdizionale.
Nelle città sorsero le scuole dapprima private e poi, dal XIII secolo, organizzate dalle autorità pubbliche;
insegnavano a leggere, a scrivere e a fare di conto, oltre a fornire apprendistato organizzati dalle
corporazioni di mestiere.
L’afflusso di nuove conoscenze e la crescente richiesta di istruzione di carattere avanzato portarono alla
formazione di studia, le università (la prima a Bologna, poi Parigi, Oxford, Padova, Napoli, Salerno, Tolosa),
le quali intrattennero rapporti non sempre facili con le autorità cittadine locali, cercando invece
riconoscimenti e privilegi da sovrani e pontefici. Il primo ciclo di insegnamenti era fornito dalla facoltà delle
arti (Trivio e Quadrivio) che durava circa sei anni e alla quale si accedeva intorno ai tredici anni; il
conseguente titolo di baccelliere dava accesso alle facoltà maggiori di diritto civile (Corpus iuris civilis di
Giustiniano), canonico (Decretum Gratiani del monaco Graziano), di medicina e di teologia; al termine degli
studi era rilasciato il titolo di dottore, che permetteva di insegnare ovunque.
Tra XI e XII secolo si affermarono due nuovi fenomeni: la messa per iscritto di testi in volgare con la
diffusione della letteratura epica (Chanson de Roland, Cantar del mio Cid, Nibelungenlied, i rimatori
siciliani) e la riscoperta degli autori greci, ebrei e arabi.
Dal punto di vista architettonico dal X al XII secolo venne diffondendosi lo stile romanico, rappresentando il
trionfo della pietra quale elemento costruttivo utilizzata per le coperture con volte a crociera o a botte,
rendendo tutti gli elementi architettonici “più pesanti”. Successivamente dal XIII secolo si diffuse il gotico,
che al contrario si caratterizzava per lo slancio verticale degli edifici, una maggiore eleganza e raffinatezza
nei tratti e nelle decorazioni, e soprattutto per l’ampio uso della luce filtrata nelle chiese da larghe vetrate
colorate.
Le autonomie politiche:
Tra XI e XIII secolo si affermarono in quasi tutte le città europee forme di autogoverno che esprimevano la
forza dei nuovi soggetti politici urbani. Nelle regioni europee e nell’Italia meridionale le città ottennero
governi misti che riconoscevano prerogative e diritti parziali sotto la presenza degli ufficiali regi (i quali
frenavano le autonomie). Nell’Italia settentrionale i “comuni” ottennero spazi di autonomia pressoché
totale (circolazione di esperienze istituzionali, forte articolazione e differenziazione, legame con le aree
extraurbane, elaborazioni intellettuali), spesso ribellandosi alla dominazione imperiale e pontificia.
Lo sviluppo di ampie autonomie politiche fu il risultato da un lato della forza economica, sociale e culturale
delle città, e dall’altro dalla debolezza dei sistemi politici entro cui esse erano inserite (principati e impero).
L’aristocrazia militare (milites) forniva la potenza belligerante, l’élite commerciale (negotiatores) la
disponibilità economica e gli uomini di cultura (iudices) la competenza giuridica. La proiezione territoriale
delle città italiane si tradusse nel controllo diretto del contado circostante, anche ricorrendo a vincoli
feudali per legare i signori rurali, i quali spesso decisero di integrarsi nel mondo urbano.
Nella maggior parte delle città italiane le prime esperienze di autogoverno maturarono grazie ai consiglieri
amministrativi dell’autorità vescovile, i quali progressivamente allontanarono sempre più quest’ultimo,
indebolito dalle riforme papali (non avevano più il sostegno dell’aristocrazia), dal governo degli affari
cittadini. 21
Periodo consolare: Il nuovo ordine politico consiliare consistette inizialmente in assemblee di cittadini
eminenti (cives) che eleggevano come loro rappresentanti dei consoli (consules) per il governo politico,
militare e giudiziario delle città. Questo sistema si fondava sulla partecipazione dei cittadini, il principio
elettivo, la discussione pubblica e l’alternanza dei governatori. Le città non disconobbero la sovranità
imperiale ma rivendicarono il diritto all’autogoverno.
Dopo il conflitto della lega lombarda contro Federico I Barbarossa, con la pace di Costanza del 1183 alle
città v