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Francia e Germania). Denominazioni cibi derivanti o da eventi importanti (es.
ascesa al soglio pontificio) o per indicare specialità locali. Rivolto ad un pubblico
di signori. Non indicano le dosi o perché puri omaggi al signore o per i cuochi
esperti, che dovevano anche essere creativi. Più di rappresentanza.
- Seconda famiglia di ricettari: Toscana 1338. Questi rimasero solo in Italia, ma
circolarono più a lungo fino al XVI sec. rivolto alla compagnia di amici dei 12
ghiotti, gli aristocratici del denaro, l’alta borghesia. Indicano tutte le dosi. Più
tecnico.
- Questione filologica austera: molti ricettari omettono o modificano le ricette da
dove ricopiano.
- Maestro Martino de Rossi, ticinese, XV sec.: Libro de arte coquinaria, abbraccia
tutte le ricette della penisola, a servizio di re e papi da Milano a Napoli (dove
affina la sua arte e scrive probabilmente il ricettario cuoco napoletano). Plagiato
dal francese Giovanni Rosselli. L’amico Platina fece trattati più scientifici sul
cibo. Rispetto agli altri ricettari quello di Martino è preciso, misura i tempi e le
dosi, non dà nulla per scontato, dà un ordine alle ricette (classificazione
merceologica e gastronomica) e ne inserisce di nuove, conia neologismi
(frittella), introduce le melanzane e una sezione per la pasta, Platina dice che
Martino ha superato persino gli antichi in cucina (elogio della modernità
significativo in età Umanistica).
Cap. 3
- Aglio, cipolle e porri = putridi, contadini, non usati dai monaci (segno del
peccato).
- Grammatica del cibo = isolamento della dimensione nutritiva a favore di quella
linguistica. Il cibo assume aspetto simbolico.
- Lessico = repertorio di prodotti alimentari disponibili (morfemi) in un panorama
in continua evoluzione (animale giudicati selvatici in un tempo e domestici in un
altro).
- Alto Medioevo = integrazione tra coltivo e incolto, tra tradizione romana e
germanica.
- Risorse dell’incolto (caccia nelle foreste) = apprezzata da eremiti ed
aristocratici.
- Privilegiano il domestico, rifacendosi all’agricoltura contadina, i monaci.
- Bestie minute = suini e ovini da carne e da latte, molto meno i bovini.
- Pesca solo di fiume.
- Segale e avena novità del tempo =resistevano alle condizioni climatiche
avverse.
- Leguminose = fave, cece, fagiolo.
- Insalate, cavoli, radici, rape (spinacio, carciofo e melanzane invece con
l’invasione araba).
- In base al luogo e alla sua diffusione, il prodotto assume significati diversi.
- Frutti = solo raccolta
- Grassi : olio d’oliva esportato (i monasteri seguivano una dieta in base ai giorni
della settimana), lardo prodotto ovunque.
- Maiale = appartenenza culturale all’Islam
- Vino (cristiano) vs Birra (barbara) = il vino viene importato, mentre la birra né
fabbricata né importata.
- Lessico speciale = quello che è delimitato dai consumatori di beni del lusso.
- Lessico quantitativo = il più importante, grandi quantità di cibo indicano
prestigio e potere
- Lessico qualitativo = più legato culturalmente (es. astensione dalla carne per i
monaci)
- Morfologia = modi d’elaborazione e adattamento dei prodotti alle regole di
consumo (cottura che trasforma i significanti in parole, ovvero piatti). Anche la
conservazione del cibo (quello conservato indica le classi popolari) in
contrapposizione al cibo fresco (sicurezza economica).
- L’arrosto era signorile e il bollito contadino (brodo dell’alimento restava
nell’acqua ed era riutilizzabile). Secondo la teoria degli umori carni secche (le
meno costose) o vecchie andavano bollite e quelle giovani e umide arrostite.
- Gesti (ferculum) = ricette, daranno conto all’unità di senso (es. articolo di che
subordina un ingrediente all’altro)
- Sintassi = pasto, ordina i piatti (pulmentum = piatto cotto, che assume
significato) in base a criteri di successione e accostamento. Nucleo
(soggetto/verbo) semplice (un solo piatto, tipico del mondo contadino) nucleo
multiplo (più portate, spesso per i monaci, sintomo per manifestare gioia). Il
piatto era spesso sintetico (unione di più ingredienti).
- Monaci = verdure e pesce
- In periodo quaresimale è vietata la carne
- Complementi = antipasti, intermezzi, dessert. Pane complemento per
eccellenza, contrapposto alla carne e simbolo d’identità culturale anche in
carestia (tentativo di crearlo con ingredienti altri)
- Morfemi grammaticali = salse
- Avverbi o aggettivi = condimenti
- Retorica = allestimento del cibo
Cap.4
- Rapporto tra tempo della natura e tempo umano (tempo della cultura + tempo
del lavoro): il pane unisce le due dimensioni, l’uomo che con la sua cultura
modifica un prodotto della natura.
- Tempo del lavoro = Reperimento del cibo (in base alle stagioni e quindi al tempo
della natura, a cui si lega l’auspicio del “buon tempo”)
- Tempo delle ghiande (scandito dalla natura) e tempo del lardo (scandito dalla
cultura umana che alleva sotto le querce, sottraendo l’animale al tempo della
natura e conservandolo per tutto l’anno attraverso la tecnica dell’allevamento)
= importanza per la foresta (oltre che per il grano)
- Tempo dei maiali = periodo autunno/inverno
- Cicli iconografici = basati su 3 momenti 1)Carne 2)Grano 3)Vino -> concezione
di tempi stagionali
- Imprevedibilità climatica = paura della fame = attuazione di tecniche di
conservazione (essicazione con sole o fumo e utilizzo di sale o aceto o olio o
miele + zucchero)
- Manipolazione della natura = fermentazione (impedire il naturale processo di
putrefazione) -> derivano i salumi (+ salatura) e i crauti (fermentazione
verdura).
- Altro modo per prolungare i tempi era la diversificazione della colture (frutti di
diverse varietà per consentire la consequenzialità stagionale)
- Altro modo ancora era il mercato, quello proveniente da luoghi lontani.
- Controllo dello spazio invece era privilegio di pochi
- Cucina = insieme delle tecniche finalizzate alla preparazione di alimenti. Le
tecniche, soprattutto per i cibi di sussistenza più comuni, possono richiedere
lunghe procedure (preparazione del pane e la bollitura della carne, o perché
troppo soda o perché troppo vecchia o nutrita per ingrossare il volume nel
mondo contadino). Procedura più veloce era quella dell’arrostimento nel mondo
signorile. La bollitura della pasta era lunga (no al dente).
- Rispetto per il cibo = nei monasteri si raccoglievano le briciole per fare poi una
torta a fine settimana.
- Pasti monastici = due nei periodi di non digiuno. Uno in tarda mattinata, l’altro
sull’imbrunire.
- Gli orari cambiavano in base all’estrazione sociale = i contadini si svegliavano
prima e quindi mangiavano prima, i signori si alzavano più tardi e mangiavano
dopo (con banchetti pomeridiani che si concludevano a notte fonda). Colazione
poco consumata.
- Calendario liturgico cristiano = alternanza tra grasso e magro in base ai periodi.
Pesce per tempo di rinuncia, carne per festeggiare, alcuni piatti preparati solo
durante la quaresima.
Cap. 5
- Invenzione dell’agricoltura = economia basata sui cereali (possibili da
conservare a lungo, duttili nella trasformazione, comuni in tutte le stagioni).
Considerati piante della civiltà per la loro centralità nella vita umana in tutti i
suoi ambiti.
- Pane come identità religiosa cristiana e ebraica. Il pane è Cristo stesso
“seminato nella Vergine, fermentato nella carne, impastato nella passione, cotto
nel sepolcro, condito nelle Chiese ogni giorno”. Ciò aiutò all’accoglienza del
Cristianesimo a Roma. L’Europa si trasformò da barbara e carnivora a cultrice
del pane (sponda settentrionale, contrapposta all’Islam, il pane diventa quindi
simbolo di conflitto culturale).
- Arrivo di Carlo Magno = il pane diventa da alimento base a alimento accessori,
ma non per questo meno importante.
- Dopo il 1000 = pane fondamentale per la crescita demografica, espansione
agricola, trasformazione di boschi in riserve. Divenne simbolo della povertà fino
al’1800, si mangiava ogni giorno e in grandi quantità per assicurarsi l’apporto
calorico. I signori lo usavano solo come accompagnamento e il loro, a differenza
di quello contadino, era bianco (perché fatto con cereali di qualità superiore),
anche se i poveri della città potevano consumarlo. L’orzo e l’avena faticavano a
lievitare, in momenti di carestia venivano usati per fare focacce, classificate
appunto come “pane della carestia”, si impiegavano anche legumi, castagne,
ghiande, erbe medicinali.
- Pane di frumento = prodotto di lusso. Gli eremiti se ne privano e usano quello
d’orzo, dal sapore aspro, usato come penitenza nei confronti di Dio. Gli eremiti e
pellegrini usavano anche il pane biscotto per non avere contatti sociali per
lungo periodo.
- I criteri di valutazione del pane variano di regione in regione.
Cap.6
- Civiltà romana = triade di pane, vino e olio
- Caccia vista come più naturale, l’animale esiste in natura, non lo crei. La carne
era dei barbari, ma quando essi conquistano l’Europa diventa d’importanza
centrale, come il suo luogo, il bosco. Bosco e granaio si misurava in base alle
quantità dei prodotti che contenevano (grano e maiali).
- Il maiale era la carne per eccellenza (allevato nei querceti e si nutriva di
ghiande).
- Iconografia sacra germanica: Grande Maiale e Grande Vacca
- Ogni cultura riteneva un alimento più nutritivo dell’altro il pane per i romani, la
carne per i germani.
- Antichi filosofi: rinunciavano alla carne perché corrotta e frutto di una violenza
- Cristiani e monaci: rinunciano alla carne per privarsi di un bene che nutre il
corpo, è la più gustosa tra tutti i cibi.
- Astinenza dalla carne e dal sesso sono collegati
- Carne: alimento che dà più forza di tutti, quindi simbolo del potere, cibo del
guerriero. Rinunciare alla carne significa abdicare dal proprio stato sociale.
Cacciando il signore dava prova di saper domare il cavallo, manipolare le armi e
sconfiggere la bestia (simbolo del nemico da battere). Molti si ammalavano di
gotta per lo smodato uso di carne.
- La carne prima del IX secolo era molto utilizzata anche dai contadini, poi la
crescita della popolazione porta i contadini a sacrificare i boschi per creare
campi coltivabili, spinti anche dai signori (che al contrario estrassero dalla
caccia il simbolo della loro condizione)
- Contrapposizione campagna/città: il contadino di campagna si nutre di ciò che
produce, il popolo minuto di città risiede comunque in un mercato protetto.
- Basso Medioevo: pre