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Appello degli Spartani ad Atene nel 462 a.C.
Gli Spartani mandarono 4000 opliti ad Atene nel 462 a.C. Tuttavia, gli Spartani rimandarono indietro gli opliti, accusandoli di connivenza con gli iloti. Si ipotizza che alcuni abbiano visto nella rivolta la possibilità di indebolire Sparta nel Peloponneso o Cimone ad Atene. Qualche anno dopo, Atene avrebbe installato a Naupatto i Messeni sfuggiti alla repressione condotta dai vincitori spartani, indebolendo così la posizione di Cimone ad Atene.
La fase successiva fu caratterizzata da due elementi:
- Rottura con Sparta
- Conclusione con la pace con il re (Pace di Callia 449 a.C.) che pose fine al conflitto sorto intorno al 460 a.C., in occasione del quale gli Ateniesi portarono aiuto al principe libico Inaro, ribelle ad Artaserse. Questo portò alla sconfitta degli Ateniesi e riconobbe la supremazia ateniese nell'Egeo, nonché la cessione alle città greche del litorale di una relativa autonomia. Ciò portò allo svuotamento di significato della lega delio-attica.
Nel periodo tra il 459 e il 457 a.C., furono costruite le grandi mura che...
Collegavano la città al Pireo. Nel 456 a.C. Egina, presa d'assedio sin dal 459 a.C., capitolava, entrando nell'alleanza ateniese. Vittoriosa campagna nel Peloponneso ad opera dello stratego Tolmide. 451 a.C. → ritorno di Cimone e spedizione contro Cipro in cui lo stesso Cimone perse la vita → tregua quinquennale con Sparta (nel 447-6 a.C. disfatta ateniese a Coronea). Nel 446-5 a.C. sollevazione delle città dell'Eubea → rivolta domata. Nel 445 a.C. stipulata pace dei Trent'anni che riconosceva le due egemonie, quella di Sparta sul continente e quella di Atene sull'Egeo. A partire dalla morte di Serse (465 a.C.) impero persiano percorso da numerose rivolte interne. Dopo la sconfitta ateniese in Egitto, nel 454 a.C., il tesoro della lega fu portato ad Atene, col pretesto di sottrarlo alla minaccia persiana.
3) Fase che va dal 445 al 431 a.C. considerata apogeo della potenza ateniese e del suo impero. Fase non contrassegnata da ambizioni
espansionistiche ma dal mantenimento delle posizioni acquisite.
36a. Fondazione della colonia panellenica di Turi in Italia meridionale nei pressi dell'antica Sibari (444-3 a.C.). A partire da questo momento Atene intrattiene rapporti con alcune città della Magna Grecia (Reggio) o della Sicilia (Leontini) senza mire occidentali di sorta.
b. Rivolta di Samo, la quale, insieme a Chio e Lesbo, contribuendo con la sua flotta, non era obbligata al pagamento del tributo. Godeva di maggiore indipendenza nei confronti di Atene, sul piano politico: conservazione del proprio potere da parte dell'aristocrazia, padronanza della propria politica estera → crisi. 441-40 a.C. → scontro tra Samo e Mileto, in difesa della quale intervennero gli Ateniesi. Opposizione dei samesi all'arbitrato ateniese. Spedizione ateniese si impadronì dell'isola e vi stabilì un regime democratico, presto sovvertito grazie all'aiuto ricevuto dal satrapo di Sardi.
Rinfocolarsi dello scontro conMileto. Spedizione più consistente (Bisanzio al fianco di Samo). Dopo 9 mesi di assedio, ritorno nell'alleanza e pagamento di indennità di 1276 talenti, di cui le liste dei tributi però non parlano, abbattimento delle mura e consegna della flotta. Nel 412 a.C. opposizione degli alleati di Atene ad un'oligarchia samese (non vi fu quindi cambiamento di regime!). All'inizio la lega di Delo era una , alleanza di tipo militare tra Stati autonomi: "...(Ἡγούμενοι δὲ τῶν αὐτονόμων τῶν πρώτων τῶν κοινῶν συνοδῶν βουλευόντων...)all'ἀρχή (Thuc. I 97, 1). Passaggio dall'egemonia → ridimensionamento dell'autonomia attraverso interventisempre più frequenti da parte di Atene negli affari interni delle città alleate. Uno dei pretesti di tali interventi era la riscossione del tributo. Secondo Tucidide la causa principale dell'asservimento degli alleati risiedeva nell'aver preferito pagare il tributo anziché provvedere alla loro difesa. Ammontare del tributo fissato ogni quattro anni. Somma totale sembra non essere aumentata molto, almeno fino alla guerra del Peloponneso. Poteva variare la sua distribuzione tra le città alleate in funzione di circostanze specifiche (vd. Taso che passò da un tributo di 3 talenti ad uno di 30 dopo il 446-5 a.C.). Modalità di riscossione simbolo della dipendenza degli alleati (recarsi ad Atene). Simbolo tangibile dell'imperialismo ateniese (pretesto per intervenire negli affari interni qualora non fosse stato corrisposto). Secondo Plutarco 10000 Ateniesi si sarebbero stabiliti sui territori delle
città alleate (→ presenza di magistrati ateniesi, cleruchie, guarnigioni militari). I cleruchi ricevevano un appezzamento di terra di cui percepivano la rendita. La cleruchia era una guarnigione sostenuta dalla città alleata sul cui territorio era stata insediata. Si impossessavano delle terre a spese degli alleati. Aristotele nella Costituzione degli Ateniesi (XXIV, 3) afferma che "i tributi, le tasse e gli alleati nutrivano più di ventimila persone". I salari dei soldati e dei marinai erano pagati con il denaro del Nel caso di molte città, Atene dovette lasciare i vecchi regimi aristocratici cercando l'appoggio dei democratici soltanto durante la guerra del Peloponneso, quando gli oligarchici di tutte le città si schierarono con Sparta. Il decreto sulla monetazione imponeva agli alleati l'uso delle civette ateniesi → facilitazione degli scambi all'interno dell'impero. Ciò permetteva ad Atene di godere di tutti.I prodotti del mondo Egeo erano la potente flotta da guerra, in grado di scortare le navi sino al Pireo e non il fatto di esercitare sporadici controlli sulla produzione. L'unità monetaria aveva in ogni caso scopo di facilitare la riscossione del non implicava controllo dei prezzi e degli scambi da parte delle città. La diffusione della ceramica ateniese non presuppone la conquista dei mercati esteri (nessuna prova che fosse trasportata da mercanti ateniesi). L'ignoranza sulle condizioni del commercio ateniese nel V a.C. impedisce di considerarlo motore dell'imperialismo ateniese. L'anonimo autore della Costituzione degli Ateniesi sottolinea il legame che unisce imperialismo e democrazia. Sembra che durante i 30 anni di apogeo dell'impero questo godesse di sostanziale consenso da parte dell'insieme dei cittadini.
8. La guerra del Peloponneso
8.1. Le origini del conflitto
Secondo Tucidide (I 23,6) due gli ordini di ragioni all'origine della
guerra: "“……:a) “il crescere della potenza ateniese e il suo incutere timore aiLacedemoni, sì da provocare guerra”“……"
: (‘decreto’)1 2b) , ,3di Megara .1Corcira era colonia corinzia che a sua volta aveva fondato altre colonie sulle coste adriatiche. Ad Epidamno(attuale Durazzo, in Albania) al potere i democratici. Reclamo dell’arbitrato della madrepatria → rifiuto →reclamo arbitrato di Corinto. Invio di una spedizione corinzia che si scontrò con i Corciresi → vittoriacorcirese. Preparazione della rivincita e richiesta di aiuto dei Corciresi ad Atene, in cambio della flotta
edell'isola come base per il controllo delle rotte per l'occidente. Proposta alleanza ai Corciresi; tuttaviaCorciresi subirono alle isole Sibota nel 433 a.C. pesante sconfitta. Tuttavia fu loro impedito dagli Ateniesi losbarco sull'isola. Intervento ateniese ritenuto violazione della pace dei Trent'anni.2Potidea , colonia corinzia in Calcidica, zona sotto lo stretto controllo ateniese. Rapporti con Corinto.attestati dalla presenza di magistrati*. Tenuta al pagamento del Sembra che tutto abbia avuto.origine a causa di un aumento del Probabilmente timore di una coalizione tra il re di Macedonia(Perdicca II), Corinto e alleati del litorale trace. Imposizione nel 433 a.C. di provvedimenti atti a ridurre lacapacità militare degli abitanti di Potidea (abbattimento del muro sulla penisola Pallene, consegna degliostaggi, rifiuto degli epidemiurghi*). Rifiuto di Potidea → assedio della città. Atene e Corintonuovamente instato di guerra. Entrambe città marinare che basavano la propria potenza sulla flotta. Declino dellaceramica corinzia legato ai progressi di quella ateniese (rivalità anche commerciale).
Per opera di Pericle fu varato decreto che proibiva alla città di Megara l'accesso ai mercati ateniesi e delle città dell'impero, col pretesto che questa dava asilo a schiavi fuggiaschi → embargo. 432 a.C. → dibattito a Sparta, divisa tra l'opinione del re Archidamo, contrario alla guerra, e dell'eforo Stenelaida, interventista.
l'Guerra non dichiarata immediatamente. Un anno di negoziati e rivendicazioni. Pericle convinse 38 che votò contro le richieste spartane. Dovette trovare eco nell'opinione pubblica la prospettiva di campagne militari che promettessero prestigio e vantaggi materiali per gli abitanti. Posta in gioco del conflitto: dominio sul mondo greco.
8.2. La guerra decennale
(o archidamica)Flotta ateniese contava 300 triremi da aggiungere alla flotta di Chio, Lesbo, Corcira. Il tesoro ammontava a6000 talenti. In campo avversario i nemici erano superiori in quanto a fanteria (40000 opliti). Ateniesiconvinti che la guerra si sarebbe svolta su superiorità navale e finanziaria. Pericle contava sulla stanchezzadell’avversario, non concedendogli la possibilità di uno scontro campale, riunendo la popolazioneall’interno delle mura, con la sicurezza che l’approvvigionamento sarebbe stato assicurato. 431 a.C. →invasione dell’Attica da parte delle forze peloponnesiache → distruzione di quanto fu lasciato dai contadiniateniesi. Razzie condotte dalla flotta ateniese e corcirese non distolsero Sparta dall’invasione dell’Attica.
430 a.C. → scoppio di grave epidemia tra le truppe ateniesi. Malcontento presso il Pericle,coinvolto in un processo e condannato a pagare forte ammenda.
429 a.C. → rielezione di P. stratego emorte per l’epidemia. Vittoria riportata da Formione al largo di Naupatto sulla flotta peloponnesiaca. Perpaura della p