Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CINA: Dal 1953 governo di Mao Tse Tung
che andrà avanti fino a metà anni '70: sono anni di vicinanza col modello sovietico, il primo piano quinquennale cinese è condiviso con l'URSS e portato avanti con la loro consulenza; c'è un certo sviluppo e crescita. L'economia cinese fa un passo avanti, viene creata un'economia collettivizzata ma poi Mao litiga con i russi (a metà anni '50 il capo del partito comunista in URSS rimette in discussione Stalin, mai cinesi vogliono ricordare l'operato di Stalin), quindi i cinesi vanno per conto loro.
Nel 1958 Mao lancia il grande balzo in avanti che prevede massicci trasferimenti di risorse dall'agricoltura all'industria, il calo della produzione agricola (causa: collettivizzazione dell'agricoltura) da un lato provoca una grande carestia in agricoltura e allo stesso tempo si tenta un rapido sviluppo industriale in un paese agricolo privo di conoscenze (industrializzazione).
forzata senza avere le risorse necessarie). Si tenta di lanciare la produzione siderurgica con le fornaci da giardino, ossia i contadini iniziano a produrre anche acciaio. => Mao si sganciò dall’Urss.
Negli anni 60 avviene la rivoluzione culturale: idea che la borghesia nascente devia dalla linea socialista, quindi si propone di eliminare le classi borghesi. Si chiudono scuole e università e gli studenti e gli intellettuali vengono mandati nei campi= ricaduta umana e sociale)1976: muore Mao e si afferma l’ala moderata di Deng Xiaoping: riavvicinamento all’Occidente e un ridirezionamento dell’economia cinese. la riforma prevedeva la politica del figlio unico, la reintroduzione del libero mercato in agricoltura e liberalizzare in parte l’industria; è la fine del socialismo (che resta come dottrina politica e come partito al governo).
Il mercato ritorna nel settore agricolo, si verifica un forte aumento di produttività dove i contadini
Sono lasciati liberi di coltivare. Progressivamente viene aperta l'industria e vengono create delle zone economiche speciali (sulla costa) dove vengono favorite le join venture (apertura del settore industriale agli investimenti esteri), piccole imprese private molto dinamiche; restano però grandi imprese pubbliche. La percentuale di imprese di stato cinesi è attorno al 40% del totale. È un'economia orientata alle esportazioni, vi è una sottovalutazione della moneta. È molto forte il controllo dello stato sulle decisioni economiche strategiche, e altrettanto forti sono gli investimenti in capitale umano e i tentativi di sviluppare la ricerca (con qualche difficoltà). Gli investimenti dall'estero diventano fondamentali per lo sviluppo cinese: le imprese occidentali fanno a gara per mettersi in joint venture con imprese cinesi per raggiungere quel mercato ampio. La crescita è trainata dall'export, all'inizio un
Export basato sui bassi salari, poi su fasce di prodotti di livello intermedio. Molto profonda è stata la riforma della finanza: dall'unica banca del popolo si è passati a una Banca centrale più quattro banche specializzate, ma non si dimostrarono in grado di controllare l'inflazione.
Queste riforme hanno portato la Cina a sviluppare un'importante industrializzazione e a mettere sui mercati quantità enormi di prodotti, soprattutto di basso costo, dato il suo livello salariale coerente con il suo standard di vita medio. Fattori di questo successo: facilità con cui la Cina ha investito in capitale umano.
La liberalizzazione (economica) non è una liberalizzazione politica; il controllo del partito sulla società è fortissimo, infatti tutte le decisioni sono prese dal Partito comunista cinese.
I passi futuri sono complicati: fino ad ora la Cina ha cambiato gli equilibri mondiali ma il PIL è ancora a reddito medio basso.
bisogna: Riequilibrare il rapporto tra città e campagna: bisogna eliminare la povertà dalle campagne;
Sviluppare mercato interno;
Garantire un Welfare sostenibile (affronta il problema delle pensioni);
Bisogna capire qual è il ruolo della società civile (instabilità);
Rapporti con le minoranze;
Tutela dell’ambiente (se la società civile non ha voce in capitolo il rischio è che lo sviluppo sia molto distruttivo);
Accesso a materie prime e prodotti alimentari (portare alla crescita milioni di persone, ha ripercussioni anche sugli altri paesi fornitori).
INDIA: area meno coesa e unificata della Cina e ha avuto vicende più complesse. Pianificazione iniziale e un forte ruolo da parte dello stato; un’ispirazione socialista ma all’interno di un modello ad economia mista. Nel caso indiano un forte ruolo è assegnato alle imprese pubbliche, a cui sono riservati una serie di settori strategici. Il tentativo di
sviluppo è basato su un tentativo di sostituire le importazioni: andamento economico altalenante per anni e fa si che nel paese permangano i problemi del sottosviluppo. Il paese inizia a svilupparsi a metà anni 80: crisi del modello socialista che porta l'inizio di un processo di liberalizzazioni, ma rimane un mercato molto tutelato per i piccoli produttori agricoli e questo fa si che si genero un'economia duale in cui ci sono settori molto avanzati (servizi) e allo stesso tempo agricoltura arretrata. Economia pianificata ha successo in Cina perché la liberalizzazione è economica non politica. In URSS l'economia pianificata non ha successo.
Bibliografia: "L'economia italiana dal 1945 ad oggi", Battilani, Fauri. Capitolo 2. Ricostruzione ed economia aperta
Dopo la 2WW l'Italia inizia una crescita, caratterizzata dalla decisione di integrarsi nel contesto economico e politico internazionale e nel nuovo ordine monetario
mondiale, aderendo alle nuove istituzioni nate a BW. Questa politica di apertura fu rafforzata dalla decisione di abbandonare l'autarchia fascista, di aprirsi al mercato internazionale e di adottare un protezionismo moderato. Con i primi anni '50 la ripresa era avviata, il miracolo economico italiano era alle porte.
I lasciti del fascismo:
- un paese che si è progressivamente chiuso (autarchia), dazi commerciali, contingentamenti, baratto gestito tra stati (accordi di Clearing). Negli anni '30 le misure autarchiche avevano mirato a rincarare i dazi e a regolare il commercio attraverso accordi; la capacità di importazione dell'Italia venne ridotta alla metà del 1913.
- Lascia l'IRI (holding pubblica) in eredità: forti partecipazioni nel settore bancario, immobiliare, agricolo. Era divisa in 4 subholding di gestione (Stet, Finmare, Finsider e Finmeccanica). L'IRI controllava circa il 30% dell'industria mondiale, aderendo alle nuove istituzioni nate a BW. Questa politica di apertura fu rafforzata dalla decisione di abbandonare l'autarchia fascista, di aprirsi al mercato internazionale e di adottare un protezionismo moderato. Con i primi anni '50 la ripresa era avviata, il miracolo economico italiano era alle porte.
meccanica italiana; lasiderurgia deteneva il 43% della produzione italiana di ghisa, acciaio e di fronte ai gravidanni agli stabilimenti iniziò un processo di rinnovamento; Finmare subì perdite enormi.
La riforma bancaria del '36: cambiamenti di struttura finanziaria italiana, con la finedella banca mista (separazione del credito commerciale da quello industriale=> istitutibeneduce di credito speciale=> nasce poi Mediobanca e Mediocrediti regionali). Labanca mista viene sostituita con una banca dedita unicamente al credito ordinario,mentre per il finanziamento industriale si ricorse agli istituti di credito speciale (hannoun ruolo centrale quando bisognava salvare le industrie e le tre grandi banche miste adesse collegate=> sono Csvi, Credip, Iciup, Credito navale, Imi).
Lascia anche le conseguenze della guerra: distruzioni, miseria e crollo delle industrie edell'agricoltura (nel 45 è al 60% dei livelli produttivi rispetto al 38);
c'è l'esercito tedesco e americano che combattono sul territorio (danni maggiori per quanto riguarda infrastrutture, strade).
Gli aiuti internazionali
Anche prima del piano Marshall arrivano molti aiuti, beni alimentari, forniture mediche e sanitarie in Italia (problema importante: insufficiente disponibilità di cibo).
Attraverso l'Unrra (un programma di assistenza coordinato dalle Nazioni Unite) arrivano beni di prima necessità come alimenti, medicinali, forniture sanitarie, ma anche materie prime e combustibili, prodotti tessili e abbigliamento, in particolare cotone (in sostituzione dei vestiti) per far ripartire le imprese tessili e il carbone.
Di carbone ne arriva circa 475.000 tonnellate mensili, ma ne servirebbero 950.000.
Sono centrali gli aiuti alimentari: prima della guerra erano disponibili 2.652 calorie al giorno per abitante, nel 1945 sono 1.737 (problema perché erano lavori molto più fisici).
Verso la fine del
’46 la situazione produttiva italiana cominciò a dare qualche segno di ripresa. Il Congresso americano appr