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Bretagna rappresentava il maggior investitore mondiale, seguita dalla Francia. Gli Stati
Uniti, per via dell’isolazionismo, avevano ancora una proiezione esterna troppo ristretta.
Gli investimenti esteri consistevano in infrastrutture (linee ferroviarie, porti canali…), e
venivano effettuati mediante l’acquisto del debito pubblico. In caso di investimenti poco
redditizi questa modalità portava a conseguenze molto negative, poiché rappresentavano un
peso in più per il paese (ad esempio in Egitto la costruzione del canale di Suez generò un
forte debito estero e la difficoltà di ripagarlo portò alla perdita dell’indipendenza). I capitali
avevano come principali destinazioni Europa e Nord America. Per questi paesi le
conseguenze potevano essere sia positive che negative, prima di tutto venne innescato un
aiuto alla crescita di modernizzazione, in secondo luogo il rischio poteva essere lo
sfruttamento di risorse esauribili e il deperimento delle terre, in cambio di pochi posti di
lavoro e scarse entrate per lo Stato. 26
Questi investimenti esteri, mettevano in secondo piano gli investimenti interni, si accesero
dei dibattiti a riguardo, poiché gli investimenti interni avrebbero potuto rappresentare una
maggiore utilità sociale.
Come è già stato detto, tutti i paesi che si modernizzarono crearono una banca centrale, che
divenne presidio del più importante bene pubblico: la moneta. La banca centrale aveva il
monopolio dell’emissione di cartamoneta e del mantenimento delle riserve auree e di altre
valute. Ma aveva anche altre responsabilità:
- La fissazione del tasso di sconto (tasso a cui le banche possono acquistare liquidità dalla
banca centrale);
- La supervisione del tasso di cambio ;
- Supervisione del Tesoro;
- Supervisione del sistema bancario
- Funzione di prestatore di ultima istanza, quest’ultima veniva svolta con una cura
differente a seconda delle tradizioni e del funzionamento del sistema economico.
Esistevano diversi tipi di banca, nella prima metà del Settecento si diffusero, prima
nell’impero asburgico e poi nel resto d’Europa, le casse di risparmio, ovvero banche non
profit che avevano lo scopo di raccogliere risparmi per eliminare il tesoreggiamento che
sottraeva liquidità al sistema (accumulo soldi sotto il materasso) e limitare l’usura. Gli
avanzi di gestione erano destinati a opere di bene sociale e alla beneficenza. Queste casse di
risparmio ebbero molto successo e fdiventarono grandi banche.
In alcuni paesi anche le poste diventarono elle casse di risparmio, oppure i monti di pietà.
Si diffusero poi le società per azioni bancarie, che potevano essere di due tipi:
- Banche commerciali (istituti di credito a breve termine), contavano molto sui depositi;
- Merchant banks (istituti di credito a lungo termine), non svolgevano attività di deposito
mia di prestito.
Nella metà dell’Ottocento in Germania nacquero le banche cooperative in versione urbana
(banche popolari) o rurale. Queste banche erano orientate agli affari delle casse di risparmio,
in particolare modo al sostegno di attività locali di piccola dimensione. In questo modo si
creò un potente reticolo di riciclo del risparmio.
Per quanto riguarda le grandi imprese (struttura più avanzata dei sistemi economico
nazionali) l’importanza relativa della borsa o della banca nel loro finanziamento ha
configurato l’esistenza di due sistemi:
- Anglosassone, orientato al mercato: la borsa ha il primato, mentre e banche un ruolo
secondario;
- Tedesco, orientato alla banca: la banca mista ha il primato, mentre la borsa ha un ruolo
secondario ed è di dimensioni più ristrette.
Entrambi i sistemi risultano avere vantaggi e svantaggi, al giorno d’oggi il sistema si sta
dirigendo verso un modello ibrido.
Il funzionamento di quest’economia internazionale senza organismi di supervisione fu
possibile grazie al gold standard. Si tratta di un sistema monetario internazionale, che
fondò le sue radici già nel Medioevo quando si sviluppò nei paesi una circolazione mista di
metallo prezioso/banconote. Il paese poteva possedere oro e argento (bimetallismo) o solo
oro o solo argento (monometallismo). Nel 1717 Newton stabilì che il prezzo dell’oro 27
equivalesse a 3 sterline… e nacque così il gold standard (monometallismo aureo). La Gran
Bretagna divenne quindi il paese leader, che per il funzionamento del gold standard doveva
essere in grado di mantenere questa leadership poiché tutti gli altri paesi che facevano parte
del sistema dipendevano da essa. Le pratiche bancarie necessitavano di più flessibilità, per
questo iniziarono a circolare le banconote e l’oro divenne una riserva nelle cassaforti. Uno
dei cardini del sistema rimaneva iil diritto di convertibilità della cartamoneta in oro a una
parità prefissata, ciò serviva per evitar un’eccessiva emissione della cartamoneta.
Siccome non esisteva abbastanza metallo per convertire tutte le banconote in applicazione,
esso si reggeva sulle regole del gioco. La perdita di fiducia nel sistema generava le corse
agli sportelli per effettuar e la conversione della cartamoneta in oro, il che portava il sistema
al collasso e all’uscita dalla convertibilità (corso forzoso, pubblico forzato a detenere
moneta cartacea). Ciò ha spinto a detenere di cambi fissi per avere più ordine nell’economia
internazionale. Due casi limite da evitare erano:
• Il decifit, il paese ha difficoltà ad avere sufficienti quantità di moneta straniera e tenderà
ad offrire più quantità di moneta nazionale per acquistarla, portando a svalutare la
propria moneta. Di conseguenza, chiunque preferisce essere pagato in oro, che a
prescindere mantiene un valore fisso, per evitare perdite sul cambio. Di questo passo le
riserve d’oro diminuiscono, e secondo le regole del gioco il paese deve diminuire la
circolazione cartacea, quindi diminuirà la domanda interna e i prezzi si abbasseranno
(deflazione che causa disoccupazione e calo dei salari) e l’innalzamento dei tassi di
interesse attira i capitali esteri. Tutto ciò impedisce l’effettiva svalutazione della moneta.
• L’avanzo, afflusso d’oro ed espansione della circolazione cartacea porta all’inflazione e
alla condivisione dell’onere del riaggiustamento tra paese in deficit e paese in avanzo.
Ma perché il mondo non ha mantenuto sempre il gold standard? Bisogna sottolineare che
per il funzionamento del sistema, l’economia non dev’essere turbata da eventi traumatici
come la guerra, poi come sopra ribadito il leader deve saper mantenere la sua posizione.
Nel 1944 a Bretton Woods il gold standard venne sostenuto dal dollaro statunitense, si
trattava di un caso particolare chiamato gold exchange standard, poiché le riserve dell’oro
erano diminuite e la maggior parte delle banche possedeva riserve di dollaro. Quindi il
cambio iniziò a svolgersi con il dollaro.
L’oro come tutti i beni ha un suo mercato, il problema sta nel fato che le miniere d’oro non
sono illimitate e vengono inoltre scoperte con ritmi diversi da quelli che necessita
l’economia. Quindi il sistema del gold standard non mantiene generalmente livelli di prezzi
fissi, per questo motivo nel 1973 venne abolito e si passò a un regime di cambi flessibili.
Il colonialismo non è stato applicato da tutti i paesi avanzati, ad esempio gli Stati Uniti non
sono stati una potenza coloniale. Il colonialismo fu determinato da diversi fattori: il
desiderio di espandersi e la necessità di controllare determinati territori militarmente
strategici; l’orgoglio di espandere la propria cultura; interessi economici. Fino a tempi
recenti l’opinione dominante era che i paesi coloniali avessero tratto grandi benefici dal
colonialismo, mentre i paesi colonizzati avevano subito solo effetti negativi. Ma ormai è
stato dimostrato che non è così, prendendo in considerazione il paese più legato alle colonie
tra l’Ottocento e il Novecento, ovvero la Gran Bretagna. Lo studio è stato fatto da
Huttenback e Davis, su un arco temporale piuttosto lungo, e calcolando i benefici al netto
dei costi (poiché le colonie costavano). Hanno calcolato i costi diretti (militari e 28
amministrativi) e li hanno sottratti per ottenere un tasso di profitto al netto dei costi. Questo
valore è stato poi confrontato con altri valori di profitto ottenuti dalle imprese inglesi sugli
altri mercati non coloniali e si è arrivati alla conclusione che i vantaggi ci furono solo fino al
decennio del 1880. A guadagnarci dalle colonie inglese quindi non era la Gran Bretagna, ma
i singoli investitori che guadagnavano intaso di profitto nominale e quindi ritenevano
l’investimento profittevole. Il declino della leadership inglese fu dovuto, secondo molti,
all’eccessiva insistenza dell’industria inglese in produzioni della prima rivoluzione
industriale (tessili, acciaio, ferrovie), e ciò si collega alla disponibilità di mercati coloniali
per questi prodotti, ormai superati da mercati più moderni e sofisticati, come quelli europei
della prima guerra mondiale.
CAPITOLO 9
- Le conseguenze sociali ed economiche della prima guerra mondiali e gli anni Venti in
Europa e Stati Uniti
Furono diversi i fattori che portarono allo scoppio della prima guerra mondiale, tra le
principali: il conflitto franco-tedesco sul possesso dell’Alsazia e Lorena (miniere di ferro, di
zinco e di carbone erano localizzate in quei territori);successo ed espansionismo tedesco che
preoccupava Italia e Francia; dissenso tra Germania e Russia sul protezionismo (all’epoca
confinavano, non essendoci la Polonia). In generale in Europa all’inizio del Novecento si
erano diffuse delle ideologie favorevoli alla guerra, come sentimenti di nazionalismo e il
movimento futuristico, che vedeva la guerra come unica igiene del mondo. Ma la guerra era
motivo di rallentamento dell’accumulazione, attraverso la distruzione del capitale fisso e
umano, e spesso si concludeva negativamente economicamente parlando per tutti i
combattenti. In quegli anni morirono per la guerra 9 milioni di uomini e per l’epidemia
spagnola, diffusa grazie alla guerra, 40 milioni.
Furono diverse le conseguenze negative della guerra, il generale rallentamento delle
economie europee (i belligeranti dovettero affrontare spese militari molto pesanti, e per
sostenerle non bastavano l’allargamento delle imposte, quindi venne aumentata la stampa di
carta moneta e ciò ebbe come conseguenza una potente inflazione e l’uscita dal gold
standard); le riparazioni tedesche e la dissoluzione dell’Impero Austro-ungarico.
Per quanto riguarda la riparazione territoriale europea nel post-guerra, alla German