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L'INQUADRATURA

= porzione di spazio delimitato e riprodotto dalla macchina da presa, escludendone

un'altra. Questo

gioco di scarti è sensibile a varie mutazioni (l'utilizzo di determinati obiettivi o cambi

dell'angolo di

ripresa, possono far rientrare nell'inquadratura e rendere visibili, in campo, elementi

che prima

erano relegati al fuori campo.

= sul dato temporale = il brano di film compreso tra 2 stacchi successivi della

cinepresa o 2 tagli della pellicola

- Profilmico

= risultato di un'operazione di selezione, e dunque di esclusione, compiuta dalla

macchina da presa

su ciò che ha di fronte

= tutti quegli elementi che si trovano concretamente davanti alla cinepresa (ambienti,

scenografie,

oggetti, personaggi)

Nella sua costruzione intervengono la disposizione dei personaggi, l'illuminazione, gli

accorgimenti e

le scelte che regolano la messa in scena.

Il cinema è imparentato con il teatro per la disposizione di oggetti e personaggi in uno

spazio.

= contenitore spazio-temporale che accoglie i personaggi, gli ambienti e le

trasformazioni che

costituiscono la materia della narrazione. Le dimensioni e la forma del contenitore

sono legate dal

punto di vista tecnico al formato della pellicola (definito in base al rapporto tra

larghezza e altezza del fotogramma) (formato tradizionale originario di Lumière e

Edison è rettangolare, mentre oggi ci

sono formati più larghi). Alcuni fil furono stampati negli anni '20 in formato quadrato ,

metà degli

anni '50 con una larghezza ancora più maggiore , come il cinemascope, x

spettacolizzare ancora di

più l'immagine.

- Filmico

= azioni svolte all'allestimento dello spazio e degli elementi del racconto

= si avvicina all'allestimento teatrale

= aspetto espressivo del cinema

L'angolazione e ,'inclinazione della macchina da presa e la distanza di essa dagli

elementi inquadrati,

in relazione alla posizione della cinepresa e alla maggiore o minore vicinanza dagli

oggetti e dallo

spazio ripreso ->

~ campo lunghissimo (CLL) = inquadratura estremamente estesa, tanto da

disperdere la visione

dei personaggi e delle loro azioni

~ primissimo piano (PPP) = inquadratura molto ravvicinata che focalizza lo sguardo

su parti del

volto e del corpo di un personaggio o di un oggetto

~ al dettaglio (D) = inquadratura molto ravvicinata che focalizza lo sguardo su parti

del volto e del

corpo di un personaggio o di un oggetto

La scala dei campi e dei piani offre una classificazione dei vari tipi di inquadratura

fondata sul

variare della quantità di spazio, della figura umana compresa entro i bordi del quadro.

Con le innovazioni tecnologiche si è potuto mutare la qualità e la quantità dello spazio

ripreso,

aumentandone la profondità e l'ampiezza. Dagli anni '40, grazie all'avvento

dell'obiettivo a focale

corta insieme ad una pellicola sensibile, è possibile mettere a fuoco sia l'avampiano

che lo sfondo.

-L'inquadratura e lo spazio

Le modalità di rappresentazione avvicinando l'inquadratura cinematografica alla

pittura. quadrum=

L'inquadratura è oggetto iconico bidimensionale illusoriamente profondo.

L'inquadratura è unità di visione = sguardo rivolto all'universo visibile.

L'inquadratura è unità di racconto = finestra su un "mondo altro", sulla diegesi.

Diegesi = personaggi, ambienti, azioni che costituiscono il mondo finzionale.

Entro la cornice dello schermo convivono due componenti: una figurativa e una

narrativa.

- L'inquadratura e il tempo

L'inquadratura cinematografica ha una durata ben precisa, determinata appunto, che

in termini

assoluti coincide con il tempo trascorso tra 2 stacchi successivi della macchina da

presa.

L'immagine cinematografica impone allo spettatore un tempo dato, che si misura in

relazione al

tempo di lettura dell'immagine. Il tempo di lettura è legato sia al contenuto sia alla

dimensione dell'inquadratura, poiché un PPP richiede un tempo di lettura assai minore

rispetto ad un quadro più esteso.

Il rapporto tra durata assoluta e tempo di lettura definisce la durata relativa e,

al variare di

questa relazione, si delineano le differenti situazioni di visione e fruizione

cinematografica.

- L'inquadratura e il movimento

Inquadratura = immagine in movimento.

Il dinamismo è una cosa che differenzia il cinema dalle arti letterarie e teatrali.

Il movimento ->

~ mette in rilievo la capacità di riprodurre in moto un oggetto in tutto il suo

svolgimento senza

soluzioni di continuità.

~ pone l'accento su una fondamentale prerogativa del linguaggio cinematografico:

essere sguardo mobile.

È la possibilità di spostare la macchina da presa a garantire quest'ultima caratteristica:

in modo

continuo, attraverso i movimenti di macchina (la cinepresa si sposta continuando a

filmare), oppure

in modo discontinuo, staccando tra una posizione e l'altra.

1. Il profilmico

= tutto ciò che si trova davanti alla cinepresa (ambienti, personaggi, costumi, oggetti

presenti nello

spazio della ripresa)

= illuminazione

= recitazione

= allestimento del set

La costruzione dello spazio profilmico riporta al teatro, infatti si parla di messa in

scena.

- Naturalistico vs artificioso

2 tendenze che determinano la predisposizione degli ambienti, la confezione dei

costumi e lo stile di

recitazione:

~ naturalistica = allestimento di uno spazio credibile, adeguato alla situazione

rappresentata e

vicino il più possibile all’esperienza degli spettatori

~ artificiosa (costruzione fantastica) = si mostra l’artificiosità, carattere di finzione, di

racconto per

immagini

Quello che appariva verosimile negli anni ’20, oggi può sembrare estremamente

manieroso e teatrale.

L’opposizione naturalistico/artificiale non si riferisce all’ambiente ricostruito in sé, ma

all’atteggiamento, all’intenzione che sottende alla predisposizione di tale ambiente.

Il cinema classico mira alla costruzione di uno spazio naturalistico, che riproduce

illusoriamente le

strutture dello spazio reale, occultando i processi e i meccanismi di costruzione della

finzione.

Nonostante sia orientato verso il verosimile, ammicca al trucco, all’alfabeto segreto

del suo farsi,

tramite l’utilizzo di trasparenti e modelli in scala.

Cinema classico = film girati ad Hollywood dal 1917 agli anni ’60.

Le regole e le consuetudini messe a punto negli USA in questo periodo hannofondato il

canone del film narrativo medio, proponendosi come modello allealtre cinematografie.

Il cinema moderno gioca spesso con la messa in scena del trucco. Ha 2 atteggiamenti:

~ pulsione azzerante, che vuole far piazza pulita dei teatri di posa e degli studi,

preferendo girare

nello spazio della realtà

~ prevale l’approccio meta-discorsivo, la volontà di smascherare, attraverso

l’esibizione di uno spazio

Platealmente teatrale, la natura artificiosa della messa in scena

1.1 L’ambiente: paesaggio e scenografia

Lo spazio dell’azione gioca un ruolo chiave nello sviluppo narrativo poetico del film.

- Ambiente naturale nouvelle

Caratteristica delle tendenze neorealistiche e, successivamente, delle varie

vague, ma anche del western e del noir.

- Ambiente ricostruito

Girare in studio, in ambienti completamente ricostruiti.

Vantaggioso per il controllo del set ( ogni dettaglio) e per la facilità di ripresa (si

organizza l’ambiente in funzione della cinepresa). Si possono costruire edifici ed

oggetti in scala ridotta e si possono usare pareti mobili e altri marchingegni per

facilitare l’uso della cinepresa.

Usato per i generi storici e fantascientifici, dove vengono ricostruiti interi ambienti per

riproporre la

storia vera e propria.

- Uso di modellini

Per realizzare inquadrature complesse, o per evitare costose riprese aeree, il cinema

classico

utilizzava modellini di edifici e città in scala ridotta.

- Uso di trasparenti

Questo trucco viene realizzato tramite la retroproiezione su pannelli trasparenti di

scenari

precedentemente girati (ad esempio in auto, alle spalle dei passeggeri).

1.2 L’illuminazione

La luce è vero e proprio vettore di senso poiché illuminare soltanto parzialmente un

personaggio

(popolare il quadro di ombre scure) significa introdurre una nota di ambiguità, una

sfumatura di

incertezza; mentre illuminare la scena in maniera uniformemente chiara contribuisce a

creare un

clima neutro.

- Sistema a tre luci

Per ottenere l’effetto di naturalezza costruita, il cinema classico utilizza dagli anni ‘20

un sistema a tre luci. La luce più utilizzata è il bianco, ma vengono utilizzati anche filtri

e tonalità colorate in alcuni casi(gelatina arancione davanti alle lampade -> effetto

lume di candela ; filtro blu -> ambientazione

notturna).

~ luce principale (“key light”) = luce primaria, determina la direzione complessiva

del fascio

luminoso e delle ombre

~ luce di riempimento (“fill light”) = potenza inferiore, attenua o elimina le ombre

proiettate dalla

luce principale

~ controluce (“back light”) = posta sul retro della scena per enfatizzare la profondità

spaziale e per dare rilievo a personaggi e oggetti che altrimenti risulterebbero

appiattiti sul fondo della scenografia

Con la sapiente disposizione dei punti luce, che vengono spostati e riposizionati a ogni

fase di ripresa, si afferma la luminosità chiara e diffusa, detta illuminazione in chiave

alta, tipica del cinema hollywoodiano classico.

L’ illuminazione in chiave bassa è caratterizzata da contrasti più forti e da un uso più

marcato del controluce. Tipica dei noir, atmosfere ambigue e drammatiche dei

racconti polizieschi.

- Illuminazione espressionista

Mentre a Hollywood si utilizzava il sistema a tre luci, in Germani veniva sperimentato

un altro approccio all’assetto luminoso in chiave più cupa. Vi era un forte uso del

chiaroscuro, per l’enfasi posta sulle ombre e per la giustapposizione nella stessa

inquadratura di zone estremamente illuminate ad aree

oscure, buie. Per questo effetto occorre indebolire o eliminare la luce di riempimento,

cosicché le

ombre generate dalla luce principale non perdano né contorno né intensità.

1.3 La figura umana: costumi e trucchi

Il personaggio determina il tono, l’atmosfera. Nei racconti ambientati in epoche

passate o in quelli di

fantascienza, il confez

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
50 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lau_94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Malavasi Luca.