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teoria dei miasmi era sballata erano presenti già prima della metà dell’800, eppure si fece fatica ad

utilizzare la conoscenza Ω corretta in alternativa a quella dei miasmi).

Prima rivoluzione industriale e Ω

Nella prima rivoluzione industriale, i feedback negativi che arrivavano alla base epistemiche dalle tecniche, dai

fattori culturali e istituzionali cessarono e cominciarono ad avviarsi invece dei feedback di natura positiva. In

termini più espliciti: la base epistemica generava delle tecniche e queste, a loro volta, venivano accettate,

utilizzate e producevano risultati per cui la società restituiva alla conoscenza epistemica Ω un feedback positivo

che stimolava ulteriore produzione di Ω. In questo senso i fattori culturali e istituzionali giocarono un ruolo

fondamentale.

I feedback negativi generati prima della prima rivoluzione industriale da fattori culturali, istituzionali ed

economici non cessarono del tutto dopo la prima rivoluzione industriale, ma le tecniche cominciarono ad

esercitare feedback positivi su Ω. Conseguentemente, più Ω si ampliava, più le tecniche funzionavano e più dal

contesto in cui le tecniche venivano usate con successo arrivavano stimoli affinché Ω si ampliasse. Il processo

circolare, ma stazionario, si trasforma in un processo circolare ma di crescita autosostenuta. Da questo

meccanismo di feedback positivo possiamo trarre una prima e importante regolarità del processo di

innovazione tecnico: il flusso delle tecniche generate a partire da una base epistemica, dopo la prima

rivoluzione industriale, mostra che tali tecniche proliferano. La loro crescita non si esaurisce in uno spazio

temporale molto ristretto, anzi, la loro crescita stimola un ulteriore ampliamento della base epistemica Ω. In

altri termini, una serie di macroinvenzioni generano un flusso di microinvenzioni (tecniche prevalentemente

utilizzate nelle catene produttive). Le microinvenzioni, poiché in passato erano caratterizzate da rendimenti

decrescenti, non avevano un effetto così rilevante e duraturo sulla crescita economica. Dopo la prima

rivoluzione industriale le microinvenzioni mantengono questa caratteristica di avere degli effetti decrescenti

nel tempo, ma il loro flusso è così ampio che questi effetti perdurano nel tempo più a lungo rispetto a primo.

Questo perché il flusso di microinvenzioni prodotte da macroinvenzioni è sufficientemente grande, ma vi è un

altro elemento: il successo delle microinvenzioni stimola a produrre nuove macroinvenzioni da cui promanano

nuove microinvenzioni e la cui somma dà origine al cambiamento tecnologico inteso in senso stretto.

Non bisogna farsi trarre in inganno e sostituire il concetto di macroinvenzione con quello di conoscenza

epistemica Ω e il concetto di microinvenzione con quello di conoscenza prescrittiva λ. Questo perché i due

blocchi logici non sono esattamente sovrapponibili, talvolta Ω è un po’ di più di una macroinvenzione.

Possiamo concepire il meccanismo innovativo come l’esistenza di una serie di macroinvenzioni (= di carattere

più ampio che generano nuove tecniche) da cui promanano le microinvenzioni (= quelle introdotte nel

processo produttivo).

Conoscenza epistemica e scienza

Cominciamo ora ad interrogarci sui nessi esistenti tra la conoscenza utile nelle sue due componenti e la scienza

intesa nel senso comune del termine. Proviamo quindi a chiederci se la Gran Bretagna fosse stata un contesto

nel quale la conoscenza epistemica era legata in maniera consolidata alla scienza; ci chiediamo se la Gran

Bretagna avesse un qualche primato scientifico rispetto al resto del continente, un primato scientifico che si

può definire in termini di maggiore disponibilità della conoscenza Ω cui seguì successivamente una maggiore

disponibilità di conoscenza λ. La Gran Bretagna non aveva alcun primato rispetto alle altre nazioni europee in

termini di conoscenza Ω, anzi, possiamo osservare come l’export di idee della Gran Bretagna verso il

continente europeo equivaleva all’import di idee della Gran Bretagna dal continente. La conoscenza di natura

Ω, quindi, non è un qualcosa di acquisibile da parte di una singola area geografica, Ω ha delle caratteristiche

che la rendono disponibile a tutti come bene collettivo. Il primato della Gran Bretagna, di natura tecnologica,

non è un primato in termini di conoscenza utile Ω, probabilmente è un primato sulla conoscenza λ.

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Alla prima domanda che ci siamo posti se ne affianca un’altra: può darsi che la prima rivoluzione industriale sia

un successo nell’applicazione sistematica di conoscenze scientifiche oppure non ha una base scientifica

rilevante, ma è tutto frutto di tecnica manuale/occasionale? Ci chiediamo questo perché le due domande

vanno lette insieme; se io ritenessi che la Gran Bretagna avesse un primato nella conoscenza Ω, allora dovrei

concludere che sicuramente la rivoluzione industriale è stata un’applicazione sistematica di conoscenze

scientifiche. Tuttavia, posto che la Gran Bretagna non aveva questo primato perché export innovazione =

import innovazione (in termini Ω), dovremmo concludere che vi era una scarsa base scientifica? La risposta è

semplice: la Gran Bretagna non aveva un primato scientifico in termini di conoscenza Ω, ma la rivoluzione

industriale europea e inglese fu una rivoluzione a tutti gli effetti basata sul concetto di SCIENZA. Evidenza di

questo è il concetto di Illuminismo industriale (base fondante della prima rivoluzione industriale).

Illuminismo industriale

L’Illuminismo è la grande trasformazione che avviene nella cultura europea nella seconda metà del ‘700, che

culmina con la Rivoluzione francese e poi con la dominazione francese e napoleonica nel continente europeo

in cui si affermano principi di libertà civile ed economica, forme di governo repubblicane e democratiche, in

antitesi con tutto ciò che la tradizione dei regimi antichi avevano diffuso nell’Europa prima della Rivoluzione

francese.

Il termine che usiamo di “illuminismo industriale” ha poco a che fare con molti dei principi che stanno alla base

dell’illuminismo tout court. Quando parliamo di illuminismo industriale non ci stiamo riferendo all’illuminismo

nella sua completezza ma ad una parte di esso. La parte che più ci interessa è l’approccio alla comprensione,

catalogazione, osservazione e manipolazione delle forze naturali, basato sul principio di razionalità. Con

l’illuminismo, dal punto di vista dell’innovazione tecnologica, c’è una rottura rispetto all’epoca precedente.

L’approccio all’innovazione tecnologica è basato sul principio della razionalità. La grande trasformazione della

società indotta dall’illuminismo e la sua declinazione nell’ambito della dimensione della tecnologia industriale

vanno insieme: i cambiamenti sociali che furono introdotti con l’illuminismo alterarono definitivamente il

rapporto tra Ω e λ. Prima della metà del ‘700 il rapporto tra Ω e λ era governato da meccanismi di feedback

negativi e questo avveniva perché il contesto sociale, culturale e istituzionale generava prevalentemente

questo tipo di meccanismo. Con l’illuminismo tout court che cambiò la società occidentale in maniera

definitiva, cambiarono anche i rapporti tra la conoscenza proposizionale e prescrittiva. Questo cambiamento

di rapporto genera il meccanismo di feedback positivo precedentemente visto.

Come agirono concretamente i feedback positivi tra λ e Ω? In tre modi:

1. Riduzione dei costi di accesso a Ω.

2. Comprensione del funzionamento concreto delle tecniche λ; prima le tecniche, ma ancora oggi in

realtà, erano usate in maniera inconsapevole (si usano perché l’evidenza ci dice che quella tecnologia

funziona bene per la risoluzione di un problema). Quando si capisce concretamente il perché una certa

tecnica λ funziona bene abbiamo già fatto un passo in avanti nell’ampliamento di Ω rispetto a quel

tipo di λ, stiamo cioè attivando un feedback di natura positiva.

Posso usare λ in maniera meccanica, semplicemente perché so che tutti la usano e che funziona bene,

ma se comprendo il perché funziona e ha successo, allora ho automaticamente fatto un avanzamento

nell’insieme di Ω.

3. La terza cosa che cambia con l’illuminismo industriale è il rapporto tra i soggetti detentori di Ω e i

soggetti detentori di λ.

I soggetti detentori di Ω, prima dell’illuminismo industriale, li possiamo immaginare come élite della

società che deteneva un pezzo piccolo della competenza e della conoscenza di natura proposizionale

e che gelosamente custodiva questo pezzetto. Dall’altra parte, immaginiamo che coloro i quali per

casualità trovassero tecnica con una certa efficacia non ne comprendevano il funzionamento, non

avevano accesso alla conoscenza epistemica, però utilizzavano queste tecniche in maniera proficua

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non parlando con coloro che detenevano la conoscenza di natura proposizionale Ω. L’illuminismo

industriale introduce nella società il metodo scientifico che chiamiamo metodo baconiano. Il metodo

baconiano è alla base dell’illuminismo industriale.

La rivoluzione scientifica del XVII secolo

Citando il metodo baconiano, che fa riferimento al filosofo inglese Bacon, automaticamente mettiamo in

relazione l’illuminismo industriale del ‘700 con la grande rivoluzione scientifica del ‘600.

L’influenza sull’illuminismo industriale è molto evidente in termini di metodo scientifico, di mentalità

scientifica e di costruzione di una cultura scientifica: ecco il vero segno distintivo dell’Europa occidentale

rispetto al resto del mondo nell’intorno della prima rivoluzione industriale.

Il metodo scientifico diventa rilevante nel momento in cui consente la validazione della conoscenza: nel

momento in cui introduco una nuova tecnica, tale nuova tecnica diventa comunemente accettata se il

processo attraverso cui l’ho generata è condiviso o meno da una comunità di riferimento. Qualcosa si afferma

come tecnica se e solo se può essere validata dalla comunità di riferimento, sia essa comunità scientifica

oppure comunità produttiva di riferimento.

La rottura è che nel passato non c’era nessun meccanismo di validazione della conoscenza, se non meccanismi

di natura autoritativa o di natura autoreferenziale. C’era infatti il monarca o il comitato tecnico scientifico di

supporto al monarca che stabiliva se una certa tecnica scientifica potesse essere usata e se aveva adeguata

autorità scientifica o meno. Con l’introduzione del metodo scientifico, la rivoluzione scientifica baconiana del

XVII secolo e l’illuminismo industr

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A.A. 2020-2021
86 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/05 Storia della scienza e delle tecniche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariaascari di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'innovazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Rota Mauro.