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La dinamica di mercato e la competizione fra tecnologie

I• i=2 economicità• T: esperienza, ovvero l’esperienza• L-X: distanza della frontiera• e: casualitàse un’impresa esaurisce le risorse finanziarie prima di ottenere un prodotto vendibile fallisce,altrimenti resta sul mercato e continua a investire in R&S i profitti ottenuti.

Dinamica di mercatoM: merito, ovvero valore percepito, che corrisponde al numero di apparecchi venduti aiclienti in un sottomercato=gruppi omogenei di consumatori o singoli consumatoriProbabilità che ogni gruppo acquisti un particolare modello:12m=quota di mercato di tale computer.d =assicura che computer nuovi attraggano compratori1A= spese per pubblicitàd = assicura che imprese nuove che non hanno ancora attraggano compratori2Competizione fra tecnologieQuando entrano i microprocessori nel mercato, alcune imprese, come successo nel periodoprecedente con le imprese legate a tecnologia transistor, si sviluppano grazie al capitale deiventure capitalists.

C'è una barriera all'entrata, data dalle imprese già legate alla tecnologia transistor. Se qualche computer con microprocessore riesce a superare la soglia minima, dovrà comunque competere sul mercato con computer con tecnologia transistor che hanno livelli capacitativi più sviluppati, oltre che le proprie imprese insediate hanno attivato già campagne pubblicitarie significative, ulteriore svantaggio per chi cerca di entrare. Se nessuna impresa passi alla nuova tipologia di tecnologia, è difficile che questi computer riescano a sopravvivere nel mercato dei mainframe.

Dinamica di transizione

Tushman e Anderson (1986) e Henderson e Clark (1990) cercano di mostrare a complessità e la difficoltà con cui le imprese devono scontrarsi, vista la diversità della tecnologia dei loro prodotti. È frequente, infatti, che le imprese insediate non siano in grado di adattarsi in tempo alle nuove tecnologie.

Christensen e

tecnologia. Inoltre, l'impresa insediata ha già una base di clienti consolidata e una rete di distribuzione stabilita, che può essere sfruttata per introdurre il nuovo prodotto sul mercato. Tuttavia, il passaggio da una tecnologia all'altra comporta anche dei rischi. Ad esempio, l'impresa potrebbe non riuscire a soddisfare le aspettative dei clienti con il nuovo prodotto o potrebbe incontrare resistenze da parte dei dipendenti che devono adattarsi a nuovi processi e competenze. Per minimizzare questi rischi, l'impresa può adottare diverse strategie. Ad esempio, può collaborare con altre imprese o istituti di ricerca per acquisire conoscenze e competenze nel campo dei microprocessori. Inoltre, può investire in formazione e sviluppo del personale per garantire che i dipendenti siano adeguatamente preparati per il cambiamento tecnologico. In conclusione, il passaggio da una tecnologia all'altra può essere un'opportunità per le imprese insediate di espandersi in nuovi mercati strategici. Tuttavia, è necessario valutare attentamente i rischi e adottare le strategie adeguate per garantire il successo del cambiamento tecnologico.tecnologia. Quando un'impresa passa alla nuova tecnologia, può diversificare la propria attività, entrando anche nel mercato dei personal computer (ciò che fece IBM). I risultati delle simulazioni Il caso di base: replicazione della storia La figura traccia il sentiero temporale dell'indice di Herfindahl della concentrazione del mercato dei mainframe. Al periodo 30 entrano nel mercato imprese a tecnologia transistore una di queste emerge come dominante. Attorno al 60 c'è un abbassamento della concentrazione che combacia con l'entrata di imprese con la nuova tecnologia. La concentrazione nel mercato dei pc è molto inferiore rispetto al mercato della tecnologia a transistor. Attorno al 80, si unisce alle imprese con tecnologia a microprocessore l'impresa dominante dei mainframe che entra nel mercato dei pc. L'attività risulta di successo, tuttavia la dominante non riesce a raggiungere gli ottimi risultati che ha nel

mercato d'origine. La domanda, nelle simulazioni della storia, ha avuto coefficiente alto nel primo mercato, mentre un valore più basso in quello dei pc. In tal modo, l'impresa dominante nel primo mercato ottiene sempre una quota maggiore della prima impresa nel mercato dei pc. Nella storia non è stato complicato per la prima impresa nel mainframe entrare nel secondo mercato grazie ai profitti disponibili, in quanto il mercato del personal computer è stato aperto molto dopo.

Variazioni: simulazioni che divergono dalla storia

Successivamente, si inseriscono nel modello parametri diversi per osservare se si ottengono risultati divergenti nella storia. Gli economisti studiosi dell'industria dei computer identificano dei fattori chiave:

  • i primi acquirenti della IBM si sentono vincolati all'acquisto di tali apparecchiature è difficile l'entrata nel mercato di altre imprese
  • quando è apparsa la seconda tecnologia, i modelli

Di computer con tecnologia mainframe erano molto avanzati, quindi l'impresa dominante era in grado di rispondere a questo nuovo modello in tempi piuttosto brevi. Inoltre, la IBM aveva grandi fondi per la ricerca e per la pubblicità che permisero di colmare il divario.

La prima modifica al modello è la riduzione del coefficiente associato alla quota di mercato nell'equazione della domanda per i mainframe, in modo da capire se emergerà comunque una dominante.

Secondo, rispetto al caso storico, si permette alle imprese con la nuova tecnologia dei microprocessori di entrare prima nel mercato di mainframe rispetto a quanto è avvenuto.

Terzo, la domanda dei pc si rende più sensibile alla pubblicità delle imprese che alla qualità degli stessi pc.

La figura mostra la variazione nel tempo dell'indice di Herfindahl nel mercato dei mainframe. L'esponente assegnato alla quota di mercato viene ridotto rispetto al caso storico precedente.

Si ottengono più o meno gli stessi risultati quando le imprese con tecnologia a microprocessore entra prima nel mercato. In entrambi i casi l'indice si riduce e la quota di IBM nel mercato si riduce, mentre aumenta quella di altre imprese. Infine, se la capacità di trasferire risorse per la R&S e la pubblicità dal vecchio mercato al nuovo fosse più efficiente del modello della storia, si osserverebbe che l'impresa dominante nel mercato dei mainframe diventa tale anche in quello dei personal computer. 5. L'economia della conoscenza tra sistema pubblico e incentivi privati Introduzione La conoscenza è una delle determinanti principali della crescita economica. Questa affermazione oggi oggi scontata, ma non è sempre stato così: Abramovitz (fine anni '50) in un suo studio sulla crescita del PIL statunitense nel lungo periodo parlava di un residuo che non era dovuto da fattori tradizionali come la crescita K e L, ma da altri.

Fattori che lui stesso chiamò "la misura della nostra ignoranza". In questo residuo è presente un'importante fetta di conoscenza, oltre che capacità organizzative, qualità delle infrastrutture ecc. La conoscenza è fondamentale per l'economia e soprattutto per la teoria economica della crescita, a partire dagli scritti di Solow (1956) in avanti.

A differenza dei beni economici convenzionali, come quelli fisici, per i quali esiste una teoria economica affermata, per il bene conoscenza il discorso è più complesso, poiché tale bene non presenta le stesse caratteristiche dei beni fisici. La conoscenza è un bene:

  • Caratterizzato da non-rivalità e non-escludibilità, ovvero può essere utilizzata da soggetti diversi contemporaneamente;
  • Ha un alto costo fisso di produzione e un basso costo marginale di riproduzione;
  • Può variare ed essere composta da conoscenze tacite, fino
ad essere composta da conoscenze codificabili e di conseguenza utilizzabili da soggetti diversi in settori diversi; • Viene prodotta in condizioni di incertezza sotto forma di rischio non trascurabile = non è possibile definire una distribuzione di probabilità in merito a risultati tecnici o economici dell'investimento. Pertanto, i mercati della conoscenza e della tecnologia sono mercati imperfetti al punto quasi di non esistere o di essere fortemente limitati per dimensione e crescita. La conoscenza ha caratteristiche tali da influenzare i meccanismi di produzione e diffusione, gli incentivi dei soggetti economici a produrla e diffonderla, il modo in cui influisce sui processi di crescita, le strutture industriali e le strategie delle varie imprese. La conoscenza come bene pubblico Già due economisti classici come Smith e Mark erano consapevoli dell'importanza della conoscenza come fattore produttivo per la crescita dei sistemi industriali ed economie. Successivamente,ampliano il concetto Schumpeter, Freeman, Rosenberg, Nelson, Wintere Dosi. Nelson (1959) e Arrow (1962) analizzano il fenomeno "conoscenza" a partire da alcune peculiarità che caratterizzano la conoscenza come una risorsa. Per entrambi, la conoscenza è un bene di bassa appropriabilità e alta trasferibilità, soprattutto quando si trova in forma altamente codificata ed è simile al bene informazione. È difficilissimo per chi produce conoscenza farla pagare ad un prezzo di mercato. Proprio per questo motivo, Arrow dimostra con il suo modello che la produzione di conoscenza-informazione costituisce un market failure: produzione e scambio di conoscenze non avvengono secondo i classici meccanismi di mercato, inoltre i soggetti economici privati hanno un incentivo sub-ottimale alla produzione di questi beni. Allora, è necessario applicare uno spettro di politiche pubbliche a sostegno della produzione di conoscenza tecnologica e scientifica.come interventi sulla formazione del capitale umano, finanziamenti diretti alla produzione, creazione di scarsità artificiali e diritti di proprietà. Per Arrow è necessario sostenere la produzione di conoscenza poiché per le caratteristiche proprie di non rivalità, non escludibilità, non appropriabilità e alta trasferibilità, genera dei benefici che non ricadono solo su chi ha investito per produrla, dando luogo ad un effetto di spillover. In presenza di spillover, il vantaggio marginale privato del soggetto che effettua l'investimento è inferiore a quello sociale, per cui l'agente economico investe meno di un operatore pubblico che considera i vantaggi complessivi dell'investimento in R&S o produzione di conoscenze. La conclusione per Arrow è che lo sviluppo di questo bene debba fondarsi su incentivi diversi dalle logiche tradizionali del mercato e dalla massimizzazione dei profitti. Anche se strumenticome i brevetti hanno cos
Dettagli
A.A. 2020-2021
39 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giorgiaaka1997 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politiche economiche per l'innovazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Maggioni Mario Agostino.