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PARTE TERZA – IL XIII SECOLO

Anche se il XII secolo è stato raccontato ampliato al periodo 1050-1250, anche il XIII secolo ha tuttavia delle peculiarità. Anche se non fu "il più grande dei secoli", fu però l'età delle cattedrali, di san Luigi, di Tommaso d'Aquino... Insomma, ricco di tratti che sono tipicamente medievali.

XII – Le strutture sociali

Nel definire lo status di un cittadino europeo del XIII secolo occorre tenere in considerazione una varietà di fattori: occupazione, ricchezza, fede religiosa, età, sesso, lingua, stato di salute... Inoltre, la situazione poteva cambiare radicalmente dai primi agli ultimi anni del secolo.

All'inizio del secolo le principali occupazioni riguardavano l'agricoltura. Il rapporto dei coltivatori con la terra che lavoravano poteva essere molto vario. Alcuni erano proprietari (in Scandinavia e Islanda, sulle Alpi e i Pirenei, in alcune isole...)

mediterranee…) e vivevano in casali separati. Nel “cuore dell’Europa” invece prevalevano i villaggi, in cui vivevano o fittavoli liberi o servi della gleba. In entrambi i casi la loro posizione era sicura, assodata da tradizioni secolari. I fittavoli potevano subaffittare le loro terre o dividerle tra i loro eredi. Molti giovani decidevano di abbandonare il lavoro nei campi per emigrare nelle città, oppure nelle zone di frontiera conquistate dai principi cristiani. Le proprietà dei signori, laici ed ecclesiastici, variavano molto per dimensioni: grandi latifondi nell’Italia meridionale, appezzamenti più frammentati in Inghilterra e Francia. Per lavorare queste terre i padroni ricorsero sempre di più a liberi agricoltori, che venivano retribuiti (questo accadde per via dell’inflazione che erose le quote d’affitto). Le varie mansioni agricole richiedevano competenze altamente specializzate. I lavoratori dovevano sapere gestire.le bestie al pascolo, conoscere i sentieri per la transumanza, bonificare terreni paludosi, affrontare le malattie delle piante e degli animali, padroneggiare i lavori casalinghi come la filatura, la produzione di birra, l'apicoltura... Ciononostante, i contadini rimasero sempre feccia agli occhi delle élite. Anche se vi erano molti agricoltori ricchi, che integravano il reddito lavorando nelle tenute signorili come steward (sovrintendente generale), woodward (sovr. ai boschi), hayward (siepi e palizzate). Queste mansioni erano assai desiderabili e le famiglie di rustici tendevano a renderle ereditarie. Le campagne erano popolate anche da altri lavoratori: quelli che conciavano le pelli, quelli che cavavano sabbia e pietre, quelli che estraevano il carbone e producevano carbonella... Questi lavoratori si trovavano in fondo alla gerarchia sociale. Di un rango decisamente più elevato (ma solo all'interno delle comunità) erano gli artigiani: fabbri, ciabattini, falegnami,vetrai… Spesso costoro producevano le materie prime di cui necessitavano nei loro terreni. Il mugnaio era una figura particolare, in parte agricoltore, in parte artigiano e in parte mercante. Questi lavoratori venivano scelti di solito dal signore e formati per lavorare nei mulini da lui costruiti. Essi erano quindi gli esattori della tassa sul macinato e per questo furono spesso dipinti come degli astuti trafficanti che spesso ingannavano i contadini. Al vertice della comunità, insieme agli stewards, vi erano i sindaci (mayors) e i curati. I primi, spesso di rango servile, coordinavano l’economia e garantivano l’ordine nei villaggi. I preti erano dei rustici con una conoscenza base della religione e del latino. Anche se avevano fama di fornicatori, erano trattati con rispetto per il loro ruolo di mediatori: sia con il divino che con le autorità (cosa fondamentale, essi sapevano scrivere). Nelle città vi era un campionario ancora più vasto di professioni,

Disposte secondo un (teorico) ordine gerarchico: al vertice coloro che lavoravano i metalli preziosi, poi coloro che lavoravano altri metalli, poi sartie lanaioli, poi i lavoratori del cibo (fornai, macellai, pescivendoli).

I lavoratori erano organizzati in gilde, le quali esercitavano il monopolio su alcuni beni (escludendo ovviamente il mercato nero). Queste associazioni erano formate da maestri (membri a pieno titolo), garzoni (in fase di formazione) e apprendisti (appena iniziati al lavoro).

All'interno delle gilde contavano molto i legami di parentela. C'erano gilde maschili, rare gilde femminili e diverse gilde miste. Nel tempo però le donne persero ogni autorità all'interno di questi gruppi, fino ad esserne escluse. Lo stesso avvenne agli ebrei.

Simili alle gilde, e spesso sovrapposte ad esse, erano le confraternite, gruppi caratterizzati da un orientamento spirituale o devozionale. A volte erano formate sulla base del mestiere, altre volte del quartiere.

della parrocchia…I membri pregavano insieme, raccoglievano risorse per celebrare la propria identità (finanziando una vetrata o una pittura, ad esempio), organizzavano banchetti sociali, condividevano obiettivi politici e teoricamente garantivano assistenza ai loro membri (orfani, vedove, defunti…).Le città raccoglievano una varietà di commerci e servizi, alcuni dominati dagli uomini, altri dalle donne. Molti mercanti erano anche artigiani, altri facevano i commercianti a tempo pieno, partecipando anche alle fiere internazionali (Champagne, Fiandre, Italia settentrionale…).Le città, che nel 1200 superavano spesso i 20-30.000 abitanti, erano governate da consigli municipali di non più di dodici uomini (consoli, giurati, anziani). Vi erano poi scrivani, esattori delle tasse, avvocati e gendarmeria a cavallo, ma tutti in numero molto ridotto.Le città dell'Italia settentrionale avevano un'autonomia praticamente assoluta.non riuscirono a ottenere una vera autonomia. Invece, nelle Fiandre e in alcune regioni del Nord Europa, i centri urbani combatterono per liberarsi dai vincoli imposti dai signori. Questi ultimi concessero una certa autonomia amministrativa alle città, ma continuarono a richiedere tasse e uomini armati. Quando non fu possibile trovare un compromesso, i cittadini si ribellarono, tanto che il termine "comune" divenne sinonimo di "cospirazione" (anche se in seguito perse questo significato). In Inghilterra e in alcune regioni di confine, il movimento comunale rimase debole e i villaggi che si associavano in un comune non riuscirono a ottenere una vera autonomia.chiedevano soltanto di avere più voce in capitolo. Nelle città agivano dunque amministratori municipali e funzionari del signore, più una folta schiera di notaie avvocati, educati nel diritto romano da poco riscoperto. A metà del XIII secolo la maggior parte di queste figure era ancora formata da chierici. Erano chierici naturalmente i funzionari dell'amministrazione pontificia, la più vasta del mondo medievale. Il papa doveva tenersi in contatto con gli Stati crociati, doveva negoziare con i potentati musulmani e con l'impero bizantino, doveva comunicare con centinaia di vescovi, con migliaia di monasteri, poi con ordini militari, principi... All'interno delle città la popolazione studentesca crebbe a dismisura nel corso del XIII secolo, spesso senza che la disponibilità di alloggi potesse soddisfare le esigenze. Gli studenti poi erano turbolenti e spesso provocavano disordini. La cittadinanza era un privilegio che disolita veniva acquistato, dunque i poveri ne erano esclusi, così come iservitori domestici. Questi erano numerosissimi (era un vanto possederne tanti in casa), avevano vitto,alloggio e sostegno economico, ma erano spesso sottoposti a maltrattamenti ed abusi sessuali.Altre figure al servizio delle élite erano i medici, le levatrici e le balie. Le balie vivevano in periferia e i genitoridel neonato si recavano a trovarlo a intervalli regolari. Questo per tenere il bambino lontano dal caos urbano.Il baliatico si diffuse però principalmente nell’Italia settentrionale e quasi per niente in altre parti d’Europa.Anche la morte richiedeva servizi specifici, svolti per la maggior parte da donne. Esse preparavano la salmaper la sepoltura e svolgevano poi il ruolo di prefiche al funerale. Le parcelle richieste dai preti per i servizifunebri e cimiteriali erano spesso esose.Tutte le professioni viste fin qui erano considerate più o meno onorevoli. La feccia

La società urbana era formata da mendicanti, ladri, lavoratori a giornata, immigrati e prostitute. Anche se la povertà era un precetto evangelico, in realtà si apprezzava solo quella volontaria dei ricchi e molto meno quella dei nullatenenti. Anche la malattia era disprezzata, in quanto ritenuta un castigo divino. Per questo i lebbrosi venivano relegati al di fuori della città e della società. Gli usurai, per la maggior parte ebrei, erano accusati di arricchirsi ai danni degli onesti lavoratori e di vendere il tempo, che è di Dio. La società del XIII secolo era dunque estremamente caotica, per cui si decise di semplificarla dividendola in tre ordini: oratores, bellatores e laboratores. Agli occhi dei più conservatori i mercanti, che non producevano niente, rimanevano esclusi da queste tre categorie ed erano considerati uno dei malanni della società cittadina.

XIII – Il pontificato di Innocenzo III e il IV Concilio

Lateranense Il pontificato di Innocenzo III, dal 1198 al 1216, fu una tappa decisiva nella storia del papato, della Chiesa e della società occidentale. Il suo coronamento è rappresentato dal IV Concilio Lateranense (1215), i cui decreti furono applicati anche al mondo secolare. Il pontificato di Innocenzo III Lotario dei Conti di Segni, membro di una influente casata italiana, studiò prima in un monastero romano e poi teologia all'università di Parigi. Divenne cardinale prima dei trent'anni e nel 1198 (a 37) salì al soglio pontificio. Aveva pubblicato quello che fu un best seller: "De miseria humanae conditionis". Secondo una visione diffusa a quel tempo, descrive l'uomo come un essere immondo, nato per faticare, soffrire, degradarsi e infine morire, finendo nel fuoco dell'inferno. Questa concezione pessimistica non trattenne Innocenzo III dall'impegnarsi con tutte le sue forze nella difesa della Chiesa. Dopo la morte diEnrico VI Hohenstaufen, nel 1197, egli accolse la richiesta di Costanza d'Altavilla, vedova dell'imperatore e figlia di Ruggero II di Sicilia, prendendo il rampollo reale, Federico, sotto la sua protezione.
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Publisher
A.A. 2021-2022
63 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gringoire8 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Salvestrini Francesco.