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MONARCHIA
Dal 753 a.C., data della fondazione a opera di Romolo alla caccia di Tarquino il Superbo nel 509 a.C.
Società prevalentemente agricola e pastorale.
Forte è il senso della famiglia. Il padre di famiglia era quasi un monarca, amministrava esercitando diritto di vita e morte sui figli; era guida ed esempio, autorità da rispettare, obbedire, anche temere.
Si forma la tradizione dei costumi degli antenati: insieme dei valori e delle antiche usanze assunto a base dell'etica romana.
L'educazione dei giovani, per i primi anni di età, era affidata alla famiglia, in particolare della donna (dedita alla lavorazione della lana, legata alla casa).
Le bambine restavano affidate alle cure materne e venivano indirizzate ai lavori domestici. Per i bambini l'educazione paterna acquistava un ruolo crescente: contadini, artigiani e mercanti li associavano al proprio lavoro, mentre i patrizi (esponenti del ceto amministrativo e
politico) li avviavano alle rispettive professioni con l'aiuto dei precettori.REPUBBLICA
Dal 509 a.C. alla vittoria di Ottavino, futuro primo imperatore, su Cleopatra e Marco Antonio nel 31 a.C.
Estensioni nel Mediterraneo, nella Gallia. Nella Spagna, in Asia Minore, Egitto.
La scuola ha iniziato a diffondersi a fronte delle nuove esigenze alle quali la famiglia, da sola, non era in grado di assicurare un'adeguata risposta formativa.
Le famiglie benestanti continuarono a servirsi dei sostegni educativi, mentre quelle la cui sopravvivenza era legata ai lavori manuali continuarono ad avviare i figli e le figlie all'occupazione dei padri e delle madri, e gli artigiani seguitarono ad addestrare gli apprendisti.
A partire dai 6-7 anni i bambini venivano affidati al ludus litterarius: una sorta di scuola del grado elementare nella quale i primi insegnamenti del leggere e scrivere erano imparati dal ludi magister, cioè il maestro di scuola.
Il grado
Successivo era la scuola di grammatica che si basava sullo studio grammaticale dei classici greci e latini. Vi era poi la scuola di retorica nella quale i giovani più diligenti e benestanti, acquisivano le competenze classiche necessarie alla vita politica o alla pratica forense.
Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.)
- Condivideva con Catone la lotta alla corruzione politica e morale ma non l'ostilità alla cultura greca.
- L'impegno personale nella vita politica lo portò a concepire un ideale di uomo e di cittadino dotato di qualità morali e di una vasta cultura letteraria.
- Per sua educazione Cicerone riprendeva il modello formativo della paideia greca, adatta però alla tradizione romana, nel senso di assicurare uno spazio adeguato alle humanea litterae e in particolare alla retorica; con questo complemento l'educazione doveva avere carattere letterario, retorico e civile.
IMPERO
Dal 31 a.C. alla caduta dell'Impero
Romano d'Occidente nel 476 d.C. (in cui inizia il Medioevo).− Le scuole si confermarono un importante veicolo di formazione e valori e agli ideali propri della romanitas.L'asse educativo restava quello di Cicerone, fondato sulle discipline retorico-letterarie, e l'organizzazione dell'istruzione riprendeva e sviluppava quella dell'epoca repubblicana.Molti municipi si fecero carico del mantenimento delle scuole del grado primario, l'erario iniziò a finanziare le scuole di grammatica e di retorica, nelle quali si insegnava sia il latino che il greco,Furono assunti provvedimenti per agevolare la diffusione della scolarizzazione: dalle borse di studio alla concessione della cittadinanza romana ai maestri residenti a Roma.
Marco Fabio Quintiliano (36-96 d.C.) È la figura maggiore della pedagogia romana. La sua opera più importante è l'istituzione oratoria, un manuale di dodici libri in cui sistematizzava i diversi
gradidell’educazione retorica.Il principio dell’educabilità dell’uomo non è nuovo in assoluto, ma è nuova la consapevolezza con la quale egli loafferma. È dal bambino che prende avvio il percorso educativo tracciato da Quintiliano: la nutrice, e in genere chisegue il bambino nei suoi primi anni, deve parlare in modo corretto ed essere di comprovata moralità, p erché le cattiveabitudini acquisite in tenera età sono le più difficili da cambiare.È preferibile che la formazione del futuro oratore, giacché questo è il fine educativo di Quintiliano, si svolga subitonella scuola e non aspettare ai sette anni, per ragioni professionali.Inoltre, la scuola stimola la competizione ed è compito del vero maestro sorvegliare questi aspetti, ancheincoraggiando i più deboli, anziché rimproverarli.
LA FINE DELL’IMPERO ROMANO
Il 476 d.C. segna il punto di arrivo della decadenza e
Caduta dell'Impero Romano. Il passaggio all'interno di una lunga e turbolenta trasformazione:
- Roma si era trovata ad affrontare il problema dei barbari;
- La situazione si aggravò con la crisi del III secolo allorché nell'Urbe venne meno l'equilibrio tra la corte imperiale, il Senato e l'esercito e ne scaturì un periodo di anarchia;
- Diocleziano tentò di porre fine alla crisi dividendo l'impero in quattro parti (Tetrarchia);
- Emersa la figura di Costantino il Grande che riunificò l'impero, ne divenne imperatore unico e stabilì la capitale dell'antica città di Bisanzio, che rifondò con il nome della Nova Roma e poi di Costantinopoli;
- Teodosio fu l'ultimo imperatore unico: infatti dispose che alla sua morte l'impero venisse diviso tra i suoi due figli ed è così che nel 395 nacquero l'Impero Romano d'Occidente e l'Impero Romano d'Oriente.
L'impero romano d'Oriente: Odoacre, generale a capo dei contingenti germanici all'esercito romano, ne 476 depose l'imperatore romano d'Occidente Romolo Augusto, chiamato Augustolo, perché era un ragazzo di neanche quindici anni.
IL MEDIOEVO
Si periodizza tra il 476 d.C., quando cade l'Impero Romano d'Occidente, e il 1492, anno della scoperta del continente americano. Per meglio definire un così ampio arco di tempo, gli storici lo dividono in due periodi:
- Alto Medioevo: dal V all'XI secolo, con l'avvento dell'anno Mille molti contemporanei temevano la fine del mondo e il Giudizio universale, mentre gli studiosi sottolineano il consolidamento del cristianesimo in Europa. Il collasso dell'Impero Romano ha comportato la crisi del suo sistema scolastico e la Chiesa creava nuove scuole con una pedagogia cristiana.
- Basso Medioevo: dall'XI al XV secolo, è fiorita la civiltà comunale.
Dalla quale sono nate le signorie e i principati, che hanno posto le basi per lo sviluppo delle monarchie nazionali. I protagonisti principali del Medioevo sono:
- Il cristianesimo: All'inizio il cristianesimo era considerato una "setta" dell'ebraismo. Solo nel 313 l'imperatore Costantino, con l'Editto di Milano (o di tolleranza), riconosceva la possibilità di professare qualunque religione e quindi concedeva ai cristiani la libertà di culto, destinato a prendere il posto della cultura pagana: una svolta epocale dopo tre secoli di persecuzioni.
Il cristianesimo fondava sul sacrificio del Cristo la nuova alleanza di Dio con tutta l'umanità, e non solo con il popolo eletto; esaltava una visione dell'uomo opposta a quella romana: il monoteismo, ma anche l'umiltà, la solidarietà, la rivalutazione del lavoro manuale e tanti altri valori che alle sofferenze della vita terrena offrivano la speranza della salvezza.
- Effetti dell'Editto di Milano:
- Supremazia della Chiesa di Roma sulle altre comunità cristiane
- La Chiesa diventa una potente istituzione
- Guidata dal papa, svolge una missione destinata a segnare la cultura e la storia dell'intera Europa
- La Chiesa è magistero e ha una funzione educativa
- La vera educazione è solo quella cristiana
- La Chiesa diventa la primaria istituzione educativa
- Nell'educazione cristiana vengono inclusi alcuni classici, ma gli insegnamenti fondamentali restano quelli della Scrittura e della Chiesa
- Le scuole che hanno contribuito all'alfabetizzazione della società sono coinvolte
Dell'800 papa Leone III pone la corona del Sacro Romano Impero sul capo di Carlo Magno. Grazie a lui si costituisce uno spazio politico unitario, da Amburgo a Benevento, da Vienna a Barcellona, il cui asse commerciale sono il Reno e i porti del mare del Nord. Carlo Magno aveva sconfitto i Longobardi (popolazione germanica convertita al cristianesimo, entrata in Italia nel 568 e occupato la penisola del Nord), sottomesso e convertito i Sassoni, sottratto agli Arabi di Spagna la marca hispanica, sconfitto e convertito gli Avari (pagani di stirpe turco-mongolica).
L'azione di Carlo Magno perseguiva obiettivi diversi:
- Espandere i propri possedimenti;
- Difendere il papa contro i Longobardi del Nord della penisola e i Bizantini del Sud;
- Affermare il proprio ruolo di protettore della Chiesa cattolica, che con la forza sconfigge e converte i popoli pagani e contiene l'espansionismo arabo.
4. I comuni:
A partire dal X e dall'XI secolo, dopo lo spopolamento delle
città e la perdita di molte funzion i, nella scenaurbana si assiste a un risveglio sociale, civile ed economico che condurrà alla nascita della civiltà comunale.