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TIGLIO.

Oltre a Siena e Firenze, anche il Nord Italia si interessò di questa arte > è a Venezia che per

la prima volta l’arte dell’intaglio e la fabbricazione di cornici assumono un tale rilievo da rendere

necessaria la costituzione di una particolare corporazione di artigiani detti “marangon de soaza”

che avevano il diritto eslusivo di produrre cornici.

4. IL CINQUECENTO

La cornice architettonica e la pala d’altare: nuovi orientamenti e diffusioni

La cornice architettonica a edicola subisce alla fine del secolo un’evoluzione che ne modifica

gradualmente le dimensioni e la tipologia. Nell’ambito della PALA d’ALTARE nuovi elementi

architettonici come volute, frontoni spezzati, mensole… iniziano a apparire sotto l’influsso

dell’architettura michelangiolesca – le incorniciature raggiungono sempre maggiori dimensioni

divenendo esse stesse vere e proprie opere di architettura, fino a fondersi

con la struttura stessa.

Venezia: nella chiesa dei Frari troviamo l’altare con

l’Assunzione della Vergine di Tiziano alla cui cornice

sembra abbia lavorato un architetto.

Ferrara: la Madonna in Trono di Dosso Dossi che richiama

un arco di trionfo romano.

Parma: la Madonna della Scodella di Correggio, arco

classicheggiante con pilastri e colonne scalanate e una

trabeazione decorata con foglie di acanto, mentre

cherubini, conchiglie, cornucopie e vasi decorano le

colonne.

Bologna: pala di Bartolomeo Cesi, L’adorazione dei Magi è

inquadrata da un’alta composizione architettonica, sempre

in legno scolpito e decorato. Sempre a Bologna, troviamo

una cornice d’altare concepita dal Formigine per la S.

Cecilia di Raffaello che è priva di qualsiasi elemento

architettonico – quattro liste uguali, altissimo basamento a

tre piani, tutta decorata con lo stesso motivo di eleganti

racemi vegetali in varie misure (dette Formigine).

Piemonte: si sviluppa un tipo di cornice sormontata da movimentate cimase

intagliate e colonne fantasiosamente scolpite.

Roma: riprese cornici dal disegno manierista – architettonicità porta

riferimenti all’architettura classica.

La cornice architettonica e l’ambiente privato: dal tipo a EDICOLA a quello a CASSETTA

L’opera pittorica entra a far parte del patrimonio laico > prende piede una cornice adatta alle

abitazioni o agli studioli. Mentre la pala d’altare assume forme architettoniche sempre più

elaborate e grandiose rispetto al secolo precedente, la cornice per ambienti privati tende ad

abbandonare tutti i riferimenti all’architettura: l’antica predella tende a scomparire e al suo

posto troviamo una semplice base o mensola, l’architrave si alleggerisce, i pilastri e le colonne

laterali vengono eliminati. Tra questi elementi architettonici residui, allo stesso tempo, si

inserisce un bordo formato da quattro assi della stessa

larghezza che diventano la parte più importante della cornice

attraverso l’intaglio e i motivi decorativi – in questa

incorniciatura esterna, la fascia centrale è dedicata alla

decorazione (motivi vegetali, foglie, fiori…), ed è profilata

all’esterno da due sottili bacchette (lisce o intagliate). > Il bordo

pian piano si emancipa del tutto dagli elementi architettonici

rimasti generando una cornice a quattro lati uguali detta a

CASSETTA.

La cornice A CASSETTA è in genere piatta e uniforme nel profilo, non ha grandi dislivelli tra la

parte decorata e i bordi laterali, ogni lista è divisa in tre fasce: la centrale – più larga, detta

anche “fascia di riposo” riservata alla decorazione principale della cornice realizzata a intaglio

o dipinta (motivi decorativi del repertorio classico es. girali, viticci… può essere realizzata con

un motivo continuo in tutto lo spazio oppure scandita da particolari cesure); le due laterali, una

interna e l’altra esterna, molto strette e sottili.

Quando la cornice viene lavorata a intaglio poi viene dorata mediante la tecnica della “foglia

d’oro”, una volta eseguita la doratura la superficie veniva lavorata con bulino e punzone

evidenziando, così, con una serie di puntini gli elementi ornamentali sottostanti. La cornice a

cassetta può anche trovarsi priva di intaglio con una piccola decorazione a bassissimo rilievo

realizzata mediante la tecnica a “pastiglia” nella fascia di riposo.

Molto diffuse e meno costose di quelle intagliate erano le cornici a cassetta dipinte: motivi

decorativi in oro campeggiano su fondo scuro, mentre le bacchette laterali riprendono l’oro. Per

realizzare questo tipo di decorazioni si poteva usare la tecnica a graffito su foglia d’oro o ancora

più rapido era dipingere gli elementi ornamentali con pigmento dorato.

A Venezia, la crescente richiesta di cornici induceva gli artigiani a ricorrere a una lavorazione

più rapida che, attraverso l’impiego della pastiglia, sostituiva l’operazione di intaglio in legno. La

pastiglia veniva colata in stampi e una volta asciutta le forme venivano sul telaio ligneo della

cornice – la fascia centrale di solito era anche l’unica a essere decorata, mentre i bordi interni

e esterni rimanevano lisci > in questo modo una volta effettuata la doratura finale si poteva

ottenere un profotto che imitava le cornici intagliate ma con un costo minore che ne permette

una larga produzione.

Caratteristica di Venezia era anche la cornice a cassetta decorata a intarsio ligneo, il lavoro di

tarsia poteva a volte essere impreziosito dall’uso di legni e di materiali nobili, come l’avorio,

l’ebano e la madreperla e l’effetto cromatico poteva essere arricchito con l’aggiunta di dorature

e policromie > tipo di decorazione definito alla certosina.

A Bologna, invece, la cornice a cassetta è caratterizzata soprattutto dai motivi decorativi del

tipo detto Formigine, costituito da eleganti racemi vegetali – motivo che darà poi il via alla

decorazione “a prezzemolo” ottenuta con disegni dorati su lacca scura.

>> Dalla seconda metà del Cinquecento, compaiono alcune varianti del profilo pressocché piatto

della cornice a cassetta – le cornici a PROFILO INVERSO = la cornice sempre suddivisa in tre

fasce, è caratterizzata da un bordo più alto verso l’interno e più basso verso il margine esterno

(Venezia) oppure nella soluzione opposta con il margine esterno molto più alto di quello interno,

appena sollevato rispetto al dipinto (Firenze).

La cornice SANSOVINO

Nel pieno Cinquecento, Venezia diventa un centro importantissimo per la

fabbricazione di cornici – qui si diffonde la cornice Sansovino dal nome

dell’architetto e intagliatore che l’ha ideata > si caratterizza per i

particolari motivi decorativi ispirati al repertorio dell’archittettura e della

scultura manierista: ampi cartigli a voluta che si dipartono da cariatidi o

altri motivi centrali come fiori, rosette o teste; figure mitologiche e

fantastiche, quasi a tutto tondo, si alternano a altri elementi. L’intaglio è

profondo con un forte rilievo. Esse possono essere dorate o lasciate di un

colore legno naturale scuro e lucidato. Inizialmente la decorazione era distribuita sui quattro

lati, successivamente tenderà a concentrarsi soprattutto sui lati e in alto, l’intaglio decorativo

diviene la struttura stessa della nuova cornice. Questo margine così movimentato tende a

mettere in relazione, tramite la cornice, il quadro con l’ambiente circostante.

La cornice tra dipinto e ambiente

Evoluzione del rapporto tra CORNICE – DIPINTO – AMBIENTE: superate tutte le implicazioni

architettoniche che la legavano indissolubilmente alla costruzione spaziale interna del dipinto,

la nuova cornice si sviluppa verso una condizione più articolata e autonoma. Le cornici iniziano a

non essere più unite tecnicamente alla tavola del dipinto ma sono separabili da esso. Non poca

influenza dovette avere anche l’introduzione dell’uso della tela per i dipinti, parallelamente

all’uso della tavola – in questo caso la cornice non poteva più essere materialmente fissata sul

dipinto e perciò si iniziò a concepirla come oggetto a sé stante, separabile e autonomo (le cornici

potevano essere cambiate o spostate da un’opera all’altra – per questo pochi dipinti ci sono giunti

con quella originale).

La struttura architettonica tende a perdere il suo significato e a essere quasi completamente

sostituita da semplici regoli – legami tra cornice e quadro rimangono ancora: nella scelta di

motivi decorativi conformi al soggetto dipinto. A seconda del lavoro di intaglio o della

decorazione della cornice, nonché dei colori usati si realizza un gioco di contrasti o di

corrispondenze tra quadro e bordo. Alcune regole pratiche per l’incorniciatura vengono fissate

da G. Mancini nel suo trattato Considerazioni sulla pittura.

Nel legame tra quadro e cornice incide non solo il colore di quest’ultima sulla percezione ottica

ma anche il tipo di profilo: a seconda che esso sia piatto o con il margine esterno più alto di

quello interno o, al contrario, a profilo inverso, creerà delle diverse condizioni di incidenza della

luce esterna sul quadro > il profilo inverso produce l’effetto di proiettare il dipinto verso

l’esterno, il profilo aggettante, invece, converge l’attenziome verso l’interno del quadro.

Le cornici comunque mantengono il loro scopo di protezione del dipinto;

tra gli elementi che servono a proteggerlo si ricorda anche l’uso della

tenda appesa attraverso dei ganci che si trovano talvolta sugli angoli in

alto delle cornici e che sono anche rappresentati in dipinti che

rappresentano quadri es. Fanciulla che legge una lettera di G. Metsu.

L’aspetto più significativo della cornice a cassetta si coglie sul piano simbolico-percettivo >

conserva la funzione e il significato di cornice-finestra. In questa tipologia di cornice, la

funzione percettiva si svincola dall’imitazione simbolica di una vera finesta: il solo fatto di

circoscrivere l’immagine è sufficiente a produrre l’effetto di primo piano rispetto alla scena

dipinta che continua a essere percepita come sfondo oltre un’apertura. Inoltre, la ricchezza

della lavorazione (intagliata, modellata, dipinta, dorata) contribuisce a rafforzare l’effetto

visivo, essa, infatti, risalta come figura rispetto al dipinto e alla parete.

La cornice, indipendente dal dipinto, è un elemento che isola, media e raccorda tra il dipinto e

l’ambiente esterno.

5. IL SEICENTO e IL SETTECENTO

Evoluzione della cornice a cassetta: la cornice BAROCCA

Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo la cornice a cassetta decorata con stucchi e il t

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Publisher
A.A. 2018-2019
27 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher clizia02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle tecniche artistiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Laskaris Caterina Zaira.