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LIBERALISMO DEMOCRAZIA

Ruota attorno al singolo, presenta una visione individualistica

Ruota attorno alla società, secondo una prospettiva collettivista

Solo ciò che accetta la maggioranza diventa legge, ma ciò non vuol dire che si tratti necessariamente di una buona legge

Esaltazione della libertà

Esaltazione dell'eguaglianza

Il fine ultimo della società è l'espansione della personalità individuale

Il fine ultimo della società è lo sviluppo della comunità

Bobbio osserva che libertà ed eguaglianza sono in realtà antitetici: non si può espandere l'uno senza ridurre di conseguenza l'altro. Quello tra libertà ed eguaglianza è davvero un lungo dibattito controverso: ci basti sapere che il pensiero liberale in senso proprio si è sempre dimostrato contrario alla svalutazione della libertà

civile e politica a favore dell'eguaglianza sociale. Sia liberali che democratici convergono sull'importanza delle esigenze e delle finalità del Welfare State, cambia tra essi la concezione del modo in cui esse debbano essere perseguite:

  • i liberali sono più attenti ai meriti/sforzi della persona, dunque propensi a limitare i sussidi
  • i dem tendono a favorirli in misura più ampia

CONSTANT la libertà dei moderni (p. 151-176)

  1. L'ispirazione filosofica
  2. C. credeva fermamente nell'idea di progresso. Era convinto che la teoria della perfettibilità umana costituisse la spiegazione ultima della nostra esistenza, il senso autentico della nostra vita e dei nostri sforzi

    Teoria della p. : la specie subisce un progressivo perfezionamento grazie al fatto che le generazioni lasciano in eredità alle successive il loro patrimonio di conoscenze, scoperte e acquisizioni spirituali

    Il progresso umano prosegue nonostante la storia sia costellata

    Da gravi sciagure che sembrano distruggere tutto ciò che nobilita ed eleva la specie (guerre, invasioni barbariche, calamità naturali). Alla base di questa teoria c'è una particolare concezione dell'uomo come essere spirituale, la cui spiegazione parte paradossalmente da alcuni dati empirici:

    A. Tutte le impressioni che l'uomo riceve provengono dai suoi sensi (nega ogni forma di innatismo) e si dividono in due tipi:

    B. Le sensazioni propriamente dette, passeggere e fugaci, non possono essere trattenute, perciò non si possono perfezionare

    C. le idee, che si formano attraverso il ricordo e il collegamento di una o più sensazioni, si conservano formando un mondo interiore di pensiero, diviso e autonomo da quello esterno. Possono richiamarsi tra loro e moltiplicarsi e si perfezionano continuamente.

    Ecco come avviene gradualmente il perfezionamento del genere umano. Constant suddivide la storia in 4 grandi rivoluzioni:

    1. distruzione della teocrazia
    2. ...

    distruzione della schiavitù3) distruzione della feudalità4) distruzione della nobiltà intesa come privilegio (Riv. francese), che segna l'inizio dell'epoca delle convenzioni legali e testimonia la possibilità di intendere la perfettibilità umana come tendenza verso l'eguaglianza. 4 fasi che fanno parte di un'unica e continua progressione

    Constant si oppone alla concezione di Betham fondata sull'utilità, perché afferma che subordinare il diritto all'utilità significa sottomettere regole eterne ai nostri interessi quotidiani. Egli definisce la libertà come "trionfo dell'individualità, sia sull'autorità che vorrebbe governare col dispotismo, sia sulle masse che vorrebbero assoggettare la minoranza alla maggioranza" e puntualizza che l'obbedienza alla legge è certamente un dovere, ma non assoluto, bensì relativo: dev'essere osservato a patto che la

    legge abbia un'origine legittima e rispetti certi limiti, altrimenti è dovere morale disubbidirla.

    2) La teoria politica C. riconosce due vincoli all'azione di chi viene investito del potere per volontà della maggioranza:

    • non opprimere le minoranze
    • non intromettersi nella vita privata dei singoli

    sottolineando inoltre come il consenso della maggioranza non sia di per sé fonte di legittimazione degli atti compiuti.

    In tal senso, Constant corregge il grave errore di Rousseau, che nel definire il contratto sociale come alienazione volontaria di tutti i diritti del singolo alla comunità aveva affermato che il corpo sociale non potesse nuocere a nessuno, in quanto ciascuno, dandosi a tutti, non si dava a nessuno perché riacquisiva nella vita in società l'equivalente di ciò che aveva ceduto. Rousseau dimentica che quest'ultima frase non è affatto vera: il cittadino in società si dà a coloro che agiscono in

    Nome di tutti, a chi esercita il potere. Proprio per questa ragione occorre limitare il potere. Constant suddivide la sovranità in 5 poteri:

    1. Reale è un potere neutro che interviene nel caso di conflitto tra gli altri poteri per ristabilire ordine tra essi e ricostituire la loro sinergia. Constant lo individua nella persona del Capo di stato (re), a cui attribuisce le seguenti prerogative:
      • nomina e revoca dei ministri
      • nomina dei giudici
      • scioglimento camera elettiva
      • concessione della grazia ai condannati
    2. Per Constant il re è superiore alla diversità delle umane opinioni e ha come unico interesse quello di mantenere ordine e libertà. Questa eccessiva idealizzazione del potere monarchico si accompagna a un'eccessiva salutazione del repubblicano, il quale secondo C. difende solo la propria autorità.
    3. Rappresentativo durevole (Camera ereditaria)
    4. Rappresentativo dell'opinione (Camera elettiva) elettiva su base censitaria. Per le
    ragioni già spiegate nell'introduzione, C. esclude gli indigenti dai diritti politici. Solo la proprietà rende gli uomini capaci di esercitarli e se essi fossero concessi anche a chi non è proprietario, questi li userebbe solo per ottenere la proprietà altrui, portando alla guerra civile. Constant afferma che i membri della Camera bassa, eletti per un periodo limitato, sentiranno sempre il bisogno di compiacere i loro mandanti e saranno dipendenti da esso. Quando il potere rappresentativo (entrambe le camere) non ha alcun limite, i rappresentanti si trasformano da difensori della libertà a difensori della tirannia. 4. Esecutivo 5. Giudiziario Un altro punto cardine dell'idea politica di C. è la responsabilità dei ministri. Essi possono essere accusati per 3 motivi: - Abuso o cattivo uso del loro potere (giudicati da tribunale speciale, la Camera dei Pari) - Atti illegali pregiudizievoli (giudicati da tribunale speciale, la Camera dei

    Pari)

    Attentati alla libertà, alla sicurezza, alla proprietà dei cittadini (giudicati da tribunale ordinario)

    Punire unicamente il ministro che impartisce un ordine illegale senza punire anche lo strumento che lo esegue, cioè il funzionario inferiore, è inutile. Anche i funzionari dovranno rispondere del loro operato davanti ai tribunali ordinari, non potranno appellarsi all'obbedienza dovuta ai superiori poiché questa non può mai essere cieca e passiva.

    3) La libertà dei moderni paragonata a quella degli antichi

    In antichità, quanto più l'uomo dedicava i suoi sforzi alla partecipazione al potere collettivo, tanto più si reputava libero. Si trattava di una libertà concepita in senso collettivo: consisteva nell'esercitare collettivamente e direttamente i propri diritti politici. L'individuo era così sovrano negli affari pubblici, ma schiavo in quelli privati: come cittadino poteva decidere

    della pace e dellaguerra, come individuo era osservato dal corpo sociale in tutti i suoi movimenti. Nella modernità al contrario, quanto più tempo dedica ai suoi affari privati tanto più ritiene di essere libero. Questo tipo di libertà di stampo individuale si configura come indipendenza privata ed è secondo Constant superiore a quella antica. Non possiamo più godere della libertà degli antichi, perché nel mondo moderno le funzioni della sovranità inizialmente esercitate in modo diretto dagli antichi devono essere delegate a un corpo di rappresentanti, e questo avviene come conseguenza di tre svolte storiche: 1. l'enorme espansione degli Stati moderni 2. l'abolizione della schiavitù (in un'Atene senza schiavi 20.000 uomini liberi non avrebbero potuto deliberare ogni giorno nella piazza pubblica) 3. la crescente complessità dei commerci e delle attività economiche, che assorbono in larga parte la

    Vita di ciascuno lasciando poco tempo alla gestione degli affari pubblici. Si badi, questa delega del potere non significa rinuncia al controllo del potere stesso (in tal caso si parlerebbe di dispotismo). Il popolo ha diritto a una continua sorveglianza e alla rimozione di quanti abbiano deluso le sue aspettative.

    Il peggior rischio della libertà moderna, afferma Constant, è che l'uomo diventi così assorto nei suoi affari privati da rinunciare facilmente al suo diritto alla partecipazione politica. Il messaggio di C. è quello di non rinunciare a nessuna delle due libertà sin ora trattate, né alla libertà come indipendenza dallo Stato, né alla libertà come partecipazione alla gestione della cosa pubblica, in quanto nella modernità la perdita dell'una porterebbe inevitabilmente anche alla perdita dell'altra.

    JOHN STUART MILL elogio della varietà e del dissenso

    Mill ricevette dal padre, collaboratore di Bentham,

    ma piuttosto che integrò nuovi elementi che ampliarono la sua visione del mondo. Mill divenne un sostenitore del liberalismo e della democrazia, difendendo la libertà individuale come valore fondamentale. Sostenne anche l'uguaglianza di genere e la lotta per i diritti delle donne, riconoscendo l'importanza della loro partecipazione attiva nella società. La sua opera più nota, "Saggio sulla libertà", è considerata un pilastro del pensiero liberale e ha influenzato molti filosofi e politici successivi. Mill è stato un pensatore eclettico e innovativo, che ha contribuito in modo significativo alla filosofia politica e all'etica.ti di design innovativi e tecnologie all'avanguardia.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
14 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lawliet202 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine poltiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Giannetti Roberto.