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MACHIAVELLI
Se delle circostanze storiche lo costringono bisogna avere azioni anche moralmente discutibili. Prendere gli uomini per quello che sono (prendere la realtà per quello che è realismo politico), non per quello che si vorrebbe che fossero, la natura umana non cambia è sempre la stessa. I valori ultimi non si possono realizzare completamente insieme, ma delle circostanza possono portar a dover scegliere tra due valori (o la pace o la libertà), spesso si è costretti a scegliere tra due mali, il male minore.
Periodi di vita tra medioevo ed età moderna. 3 ererre Età della formazione degli stati nazionali, caratteristica tendenziale monopolio della forza del diritto: tende a centrare su di sé il diritto, potere di far le leggi, potere di imporre le tasse. In Italia c'erano una molteplicità di Stati, ognuno con un esercito, molto debole che gli costringevano a pagare degli eserciti di mercenari, Italia era una.
terra di saccheggio per spagnoli, francesi e tedeschi. M entra in politica come ambasciatore per la repubblica fiorentina. Mandato in Francia, che aveva un potere assoluto con un esercito che combatte per la patria; nel 1512 la seconda repubblica di Firenze cade, viene mandato al confine, torturato e scrive i suoi libri principali:
- Il Principe (1513)
- Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio (1513-1519); primi 10 libri della storia di Roma scritto dallo storico Tito Livio, tratta della Roma antica
Lo scopo della politica per M è l'arte per conquistare il potere o il detenere il potere. L'ottimista antropologico pensano che gli uomini siano governati dalla ragione. Coloro che sono pessimisti al contrario pensano che coloro che sono governati dalle passioni, in quanto gli uomini non sono in grado di autogovernarsi, governo con la forza. Machiavelli è pessimista, anche se lui si definisce solo realista. La realtà sarà sempre disordinata perché
gli uomini tendono sempre alla discordia. La politica ha il compito di dare ordine a chi non ce l'ha. Nelle 2 opere: Nel "Principe" si mostra un teorico del governo assoluto. Egli giustifica la sua idea dicendo che se la società è particolarmente corrotta è necessario un governo di tipo assoluto. Nei "Discorsi" sostiene invece un governo repubblicano. Se invece la realtà politica presenta determinate caratteristiche come quella romana, allora il governo può essere di tipo repubblicano. Dipende quindi dalle circostanze storiche e dai costumi di una nazione. "Il Principe" fa pensare che Machiavelli sia il primo teorico della politica. O repubbliche o principati (o ereditari o nuovi), gli stati si conquistano di solito o con eserciti propri o altrui, o con la virtù o con la fortuna. Primo autore in cui troviamo l'utilizzo moderno della parola stato: entità politica separata da quella della religione.società che ha il monopolio della forza e del diritto. Ci sono due forme di governo: 1. principato (potere di una persona) 2. repubblica (potere di più persone) Il principato può essere a sua volta o ereditario o nuovo. I principati nuovi possono essere conquistati con le milizie proprie o altrui. Nelle azioni umane importanti sono la fortuna e la virtù: - Fortuna: che può condizionare o limitare la forza dell'uomo - Virtù: da opporre alla fortuna, essere bravo a dominare la situazione, capacità del politico di dominare gli eventi, essere politicamente abili, il fine del politico è la conquista del potere Rivoluzionario che rompe con la tradizione trattatistica dove morale e politica erano presi assieme. Per M invece la politica e la morale sono due cose differenti e il politico per essere un buon politico deve seguire le regole della politica, regole che sono diverse dalle regole dell'etica. La morale si fonda sulla distinzionetra bene e male, il politico di questo se ne deve disinteressare e pensare solo a ciò che è efficace o inefficace. (machiavellico=cinico distante dalla morale, fine che giustifica i mezzi)
Cosa deve fare il principe (non ereditario) per conquistare il potere? Deve eliminare i suoi avversari, guardando sempre il male minore, il delitto è lecito in politica perché il fine del politico è raggiungere il suo scopo (meglio qualche vittima subito che tante domani), per lui è meglio essere temuti che amati, per la natura dell'uomo. Il politico non ha l'obbligo di fare ciò che ha promesso prima di raggiungere il potere. Per il principe è meglio apparire buono che esserlo. Comunque è importante avere il consenso dei sudditi per mantenere il potere. Si può pensare al bene comunque, ma prima viene l'obbiettivo del potere.
Essere un bravo politico significa
Se il principe può conquistare il
potere all'interno di una cornice morale lo fa, ma di solito è costretto a comportarsi diversamente, in maniera immorale, scegliendo spesso il male minore. Principe come un attore deve fingere per aver il consenso dei cittadini, due modi di governare: dell'uomo utilizzando il metodo razionale, ma deve anche saper utilizzare il modo della bestia, cioè governare la maggior parte degli uomini che non seguono la ragione, ma le passioni (deve saper essere sia volpe che leone, astuto e forte, la volpe è in grado di fuggire alle trappole che le mettono per catturarla, invece il leone cade nelle trappole, ma la volpe se si trova davanti un nemico maggiore non sa fronteggiarla, quindi il principe deve essere entrambi). Il principe si conclude con un appello a Lorenzo dei Medici perché riunifichi l'Italia centro-settentrionale, perché l'Italia del sud era l'unica area geografica che M vedeva strutturato come uno stato moderno, mentre quellacentro-settentrionale era più frammentata e deve essere unita per fronteggiare le invasioni degli eserciti stranieri.
Domande esami:
- rapporto tra morale e politica di Machiavelli
- Machiavelli tra assolutismo e repubblicanesimo
“I DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO”
Si chiama così perché discorsi c'è una riflessione sopra i primi dieci libri di Tito Livio della storia di Roma dello storico padovano, maggiori storici dell'antica Roma. Riflette sul regime repubblicano, mentre nel principe si teorizza lo stato monarchico assoluto.
Stato repubblicano che si può instaurare quando c'è una realtà politica non corrotta, quando la morale del popolo non è corrotta, soprattutto dalla chiesa. Regime per lui preferibile, rispetto a quello assolutistico monarchico.
- Qual'è il motivo per cui si dice che il principe esprime una realtà moderna? Politica separata dalla sfera etica. Nei Discorsi
Parte sociale con la sua rappresentanza, l'esecuzione del potere esecutivo era affidata a delle figure monarchiche (parte monarchica) i consoli, (parte aristocratica) il senato e la parte democratica del popolo dei tribuni del popolo.
I costumi: morale pubblica romana fondata sull'idea d'obbedienza alle autorità e alle leggi.
La religione: insegnava le virtù guerriere, combattere, amare la patria e sacrificarsi per essa quando era necessario. Critica radicale alla chiesa cattolica. Il cristianesimo ci ha resi più cattivi e più deboli, con la morale del porgere l'altra guancia funziona nel privato, ma non nella politica. I papi poi non sono utili alla unificazione dello stato, lo stato della chiesa, che occupava lo stato centrale, era troppo grande per permettere ad altri l'unificazione, ma troppo piccolo per unificarla lei stessa.
HOBBES giusnaturalismo moderno,
- Importante la scoperta dell'America
- La rivoluzione
di tipo scientifico. Incontrò Galileo Galilei, e stupito positivamente approvò il metodo scientifico e prendere questo metodo delle scienze naturali e portarlo nella sfera politica.
3. Situazione di guerra civile in cui vive Hobbes nell'Inghilterra del Seicento (2 rivoluzioni; prima anni '40 rivoluzione cruenta, il re viene decapitato, seconda con Locke) principio di "il Leviatano" autorità attaccato su tutti i fronti. Opera 1651. In questa opera è preoccupato per la disgregazione dell'autorità, il suo valore più importante è l'ordine. Cercare un rimedio e inventa un nuovo modello, modello hobbesiano di spiegazione della nascita del pensiero politico. Fino a lui il modello prevalente era quello aristotelico (uomo animale politico per natura) e alla base dello stato ci sono le famiglie. H che era giusnaturalista dice invece che alla base della società non ci sono le famiglie, ma gli individui. Queste persone sono
immaginate a viver in uno stato di natura; basi del giusnaturalismo: stato di natura, contratto sociale e stato politico. Lo stato di natura dove gli uomini sono liberi e uguali; non credono che sia esistito, ma è un'ipotesi della ragione che bisogna fare per spiegare la nascita dello stato politico. Per H poco dopo diventa una situazione bellicosa. Condizione che diventa intollerabile e quindi gli uomini decidono di uscirne per ottenere la pace e vivere un altro tipo di condizione, gli uomini si mettono d'accordo attraverso un contratto sociale, e nasce il potere politico. Elementi del modello giusnaturalista: stato di natura, contratto sociale e infine stato politico. Il potere politico è frutto di un accordo volontario (elemento fondamentale). Per Aristotele è un'evoluzione necessaria della società non vi è una volontarietà. Essendo un accordo c'è un consenso tra le parti. Il potere sale dal basso verso l'alto. Si nota ilIl periodo in cui H vive è caratterizzato da una guerra civile. H diventa un modello per i rivoluzionari, utilizzando la Bibbia come strumento.