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LE AMERICHE LATINE NEL VENTESIMOSECOLO CAPITOLO IL'egemonia delle oligarchie liberali
Dopo le guerre d'indipendenza l'America Latina si trasforma da uno spazio imperiale ad uno stato-nazione. Questi stati nacquero da un processo di disintegrazione dell'unità politica imperiale. Conservatori: volevano legittimare gli antichi valori ispanici e cattolici e richiedevano un regime centralizzato e monarchico. Liberali: volevano un ordine repubblicano, libero mercato e federalismo. Prime Costituzioni poco utili e deboli.
In ogni paese nacquero delle modalità diverse di rappresentanza politica, ad esempio in Messico prevalse la condizione di "vecino" come requisito per ottenere la cittadinanza politica. Contrapposizione tra centro e periferie nei vari stati e potere frammentato in uomini forti locali in armi, i "Caudillos" attraverso i quali si sviluppa il clientelismo, fenomeno strutturale della vita politica.
Prima metà del XIX: molte
lotte interne tra caudillos. Quasi tutte le entrate statali dipendevano dalle tasse doganali. Sistema federale delle Costituzioni con sistemi presidenziali in gran parte del continente, senza però un potere effettivo. Anni 70 dell'800: molti conflitti in Messico, bandolerismo (gruppi di fuggitivi, contadini che nei campi assaltavano le haciendas). Molti assalti anche in Argentina.
Ultimi decenni del XIX: i governi si ristabilizzano attraverso un'unità politica. Fine delle guerre in Argentina e Buenos Aires fu federalizzata e si attuò la Carta del '57 = periodo di stabilità dell'Argentina dal 1880 con boom economico, crescita demografica e rafforzamento dell'esecutivo (principio di intervento federale per eliminare i governi locali. Ogni paese aveva però la sua situazione ed alcuni erano più deboli di altri (Perù). La situazione portò però ad un predominio anomalo degli esecutivi.
XX secolo: inizia senza
molte rotture con il predominio delle oligarchie liberali ma il territorio era ancora disabitato e rurale. Il sistema dell'hacienda era governato dai proprietari terrieri (importanza dell'oligarchia). L'hacienda non era solo per i mercati locali ma anche per l'agricoltura commerciale nella quale si praticava un'agricoltura estensiva. I sistemi politici erano ristretti con partiti a livello regionale: caso del Brasile basato su oligarchie in cui si difendevano gli interessi del caffè con i proprietari di caffè che controllavano il potere centrale. Indipendenza economica solo degli stati più ricchi. Sistema politico su tre nuclei di potere: potentati locali alla base, federazioni di coronéis a livello intermedio e infine il governo federale. Negli stati più sviluppati i coronéis avevano meno autonomia. Lo stato brasiliano si reggeva dunque sulle oligarchie regionali e sulla violenza. L'economia di esportazione Modello diesportazioni del XX: incremento commerci internazionali ma il protezionismo era ancora presente. Europa e USA principali partner commerciali; nell'esportazione era molto richiesta la manifattura e si svilupparono nuovi prodotti da esportazione (lana, zucchero) mentre i metalli preziosi persero peso. Il modello però non fu dinamico e non riuscì a aumentare il PIL. La Gran Bretagna non era più il mercato principale sorpassata da Francia, Usa e Germania e la diminuzione del tessile. Si intensificò l'immigrazione ma non bastò a risolvere il problema di manodopera anche perché mancava un'economia monetaria, così come l'accesso alla terra limitato per i pochi trasporti. Erano cresciute molto anche le infrastrutture e nuovi metodi di produzione. C'era però poco credito interno dunque l'esportazione risultò vulnerabile sotto molti punti di vista. La produttività non toccò però.I settori non esportatori e i governi dipendevano soprattutto dalle imposte doganali. In sintesi, fu una crescita modesta quella del settore da esportazione.
La rivoluzione messicana nel primo decennio fu causata da rivoluzione agraria e a causa di varie richieste politiche. Negli ultimi anni dell'800, il governo di Diaz era diventato autoritario e centralizzato e con un sistema militare molto forte. D'altra parte, c'era stata però una certa crescita economica. Importanza dei cientificos che dominavano la politica dell'epoca. Ci furono anche molte movimentazioni operaie.
La sesta candidatura di Diaz scatena la crisi, la prima fase della rivoluzione è guidata da Madero che esprimeva il dissenso del ceto medio creando un movimento che dilagò presto. Trionfò alle elezioni: seconda fase della rivoluzione. La terza fase ebbe vita invece con la sconfitta dei conservatori.
Movimento contadino di Zapata: anima della rivoluzione con un
documento che disconosceva la presidenza di Madero accusandolo di tradimento. Difendeva anche una tradizione liberale.
Pancho Villa: altro personaggio importante che aveva creato il movimento della Divisione del Nord con un grosso esercito a fianco di Zapata. Guerra civile fra le due fazioni: vittoria dei costituzionalisti e proclamazione della Costituzione del 1917 che estendeva i diritti sociali.
Le avanguardie e la crisi dello stato liberale
Esperienze democratiche tra il 1910 e il 1920 nel continente: democrazie oligarchiche (sistemi rappresentativi ristretti). Pensiero positivista e metodo scientifico si diffondono applicati anche alla società. Idee europee di "pessimismo razziale" arrivano anche in America Latina = razza latina vista con disprezzo perché mescolanza etnica tra europei, indigeni e neri = genio de la raza (arroganza, tristezza e pigrizia). Blanqueo in Brasile: apporto di popolazione europea. Argentina: effetti
dell'immigrazione sull'identità nazionale.
El Ariel: prima reazione antipositivista che matura durante la guerra d'indipendenza cubana (1898), anni delle espansioni americane con il Corollario di Roosevelt alla Dottrina Monroe = si diffonde lo spirito imperialista e in questo documento si dava vita ad un nuovo concetto di razza che si incentrava nella dimensione storica per trovare un'identità tutta latina.
Idealismo Messicano: Ateneo de la Juventud con Vasconcelos.
Fine Prima guerra mondiale: si sviluppano le avanguardie e decadono le oligarchie e nasce una critica verso la civiltà europea alla ricerca di una propria identità = indios e meticci dovevano fondare la nazione.
In Messico negli anni 20 si recuperò l'indio per definire la nuova cultura (raza cosmica) esaltando le virtù dell'indio ma educando la massa attraverso le letture classiche = movimento muralista che credeva nell'arte collettiva.
Perù: anni
20 contraddistinti da espressioni ideologiche radicali. Questo radicalismo si concretizzò nella politica di Mariàtegui. Ideologie di sinistra, artisti, scioperi, comunismo (Pablo Neruda). Progetto del Frente Unico con il quale creare l'identità nazionale con una particolare forma di comunismo autoctono. Il problema indigeno era legato all'agricoltura che però poi si trasformò in una questione di classe = Movimento classista che doveva includere tutti i settori sociali; fondazione del Partido Socialista Peruano ed incorporare i contadini in politica quindi. Nascono le università popolari (Riformismo universitario). Il vero protagonista della società doveva essere però la classe media e l'indio tornò quindi ad essere visto come un essere primitivo. Ritroviamo dunque del marxismo nelle politiche latine.
CAPITOLO II
La crisi del 1929 e l'industrializzazione
Decollo industriale nel periodo di economia di esportazione anche
sequest'ultimo era troppo esposto alle condizioni del mercato mondiale. Crisi del 1929: quasi tutti i paesi furono colpiti, soprattutto quelli economicamente più sviluppati, così come crebbe il debito estero che generò una diminuzione delle importazioni. Anni 30: i governi attuano politiche difensive ripiegando nel protezionismo = sviluppo industriale controllato dallo stato; Isi con tre fasi di attuazione per i beni. Nello stesso periodo dell'Isi abbiamo anche la nascita dei regimi populisti: la politica era basata su politiche orientate alla crescita industriale e uguaglianza sociale per il reddito. Crescita industriale anni 40/50: grazie alla nascita di nuove imprese statali e al capitale Usa. Questo modello impedì però la crescita delle expo = allontanamento dal mercato internazionale. Crisi settore agricolo, le grandi proprietà persistevano. Anni 60: si intuiscono le inefficienze del modello Isi. L'urbanizzazione e le
trasformazioni socialiProcesso di modernizzazione degli anni 30 dovuto anche all'incremento demografico e all'espansione urbana. Quest'ultima ebbe un ruolo fondamentale nella formazione dei mercati nazionali e fu molto condizionato dai modelli europei. Il boom demografico fra gli anni 30 e 90 fu tra i più alti al mondo (popolazione giovane, bassa mortalità, aumento pop. urbana).
Spopolamento delle campagne verso le città; i mercati interni si rafforzarono. Crebbe poi la Città del Messico, una delle metropoli più grandi al mondo. Successivamente si svilupparono anche le città intermedie e la nascita dei centri periferici. La rapida crescita urbana causò anche dei problemi: povertà, disoccupazione, emarginazione. Si svilupparono i ceti medi, il proletariato e il sottoproletariato. Si diffusero anche i primi lavoratori salariati e i movimenti operai che avevano già preso piede alla fine dell'800 (Casa del Obrero).
Mundialin Messico che partecipò anche alla guerra civile). L’organizzazione sindacaleavvenne in pochi decenni . Il sindacalismo statalista era controllato dalministero del Lavoro. Tutte queste categorie e gruppi si diffusero in questoperiodo di forte industrializzazione (il ceto medio fu uno dei più importanti eche godette dei benefici migliori).
La sindrome del populismoAnni 30: crisi regimi liberali ed apertura verso i regimi populisti (1929). I regimioligarchici risultarono molto fragili e si ebbe l’inizio del nazionalismo del XXsecolo. Il termine populismo è molto difficile da definire in quanto può toccarevari ambiti e fenomeni (economici ma anche politici). L’ America Latina è vistacome la terra per eccellenza del populismo (ancora oggi). All’inizio era natocome risposta alle trasformazioni della modernità. L’elemento centrale èovviamente il popolo, altro elemento importante è la relazione fra
riconosciuto come un movimento politico che si proponeva di rappresentare e difendere gli interessi delle masse. Tuttavia, nel corso del tempo, il termine "populismo" ha assunto connotazioni negative, spesso associato a leader autoritari e demagogici. Il populismo si basa sulla retorica e sulla promessa di dare voce al popolo, di lottare contro le élite e di risolvere i problemi della società. Spesso, i leader populisti si presentano come portatori di soluzioni semplici e immediate, promettendo di risolvere i problemi economici e sociali senza dover affrontare le complessità della realtà. Tuttavia, il populismo può essere pericoloso perché tende a semplificare i problemi complessi, a creare divisioni e a promuovere un clima di polarizzazione. Inoltre, i leader populisti spesso cercano di concentrare il potere nelle loro mani, minando le istituzioni democratiche e limitando la libertà di stampa e di espressione. È importante quindi analizzare criticamente il populismo e valutare attentamente le promesse dei leader populisti, cercando di comprendere le loro intenzioni e le conseguenze delle loro politiche. Inoltre, è fondamentale difendere i principi democratici e promuovere un dibattito pubblico basato sui fatti e sul rispetto reciproco.