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ESPRESSIONE VOCALE
- rielaborazione totale del testo, secondo la concezione di G.
del testo come “trampolino” del processo creativo
Kaspariana (1967)
Anche questo ancora legato a Grotowski
- sintesi di improvvisazioni degli attori
Ferai (1969)
Primo lavoro in cui si assiste a
- RIABILITAZIONE del TESTO
- EMANCIPAZIONE dall’APPROCCIO di GROTOWSKI
Trama
Il vecchio re Frode muore ed è sostituio dal giovane Admeto, che vuole intraprendere
alcune riforme. Questo scatena un conflitto con gli altri personaggi che si risolve nel
suicidio di una donna, Alkestis
à Rielaborazione ad opera del drammaturgo Seeberg dell’Alcesti di Eruipide, a cui si
intreccia una storia medievale di Saxo Gramaticus
ð rispetto al testo classico è molto più enfatizzata la dimensione politica
(com’è comprensibile, considerato che si inserisce nella temperie culturale
del ’68)
es il suicidio di Alcesti ha una motivazione soprattutto politica oltre che amorosa
# In Ferai acquista sempre maggiore centralità il TRAINING: lunghe ore di esercizi di
resistenza, di mimo, di acrobatica da cui poi scaturiscono anche le improvvisazioni
‡ La partitura fisica viene creata a partire dall’improvvisazione, e viene fissata
prima di aggiungere il testo
à B. segue la metodlogia di Mejerchol’d dell’indipendenza tra movimento e parola,
“adagiando” le parole come sovratesto sopra una sequenza di azioni già fissate,
che non derivano dal testo
es la partitura fisica della scena in cui il popolo piange la morte del re è frutto di
un’improvvisazione in cui B. chiede agli attori di essere “alberi in angoscia”
‡ Il risultato finale è quello di un’opera che si presenta come un enigma, in cui non è
possibile individuare un’interpretazione univoca o addirittura un filo narrativo preciso
à è un’OPERA APERTA in cui è affidato al pubblico il compito di riassemblare
frammenti, suggestioni, riflessioni evocate in una fruizione del tutto personale
dello spettacolo
DRAMMATURGIA di AZIONI e IMPROVVISAZIONI
B. sottolinea sempre come l’elemento da considerare nella costruzione dello spettacolo
sia la DRAMMATURGIA
Cosa intende per drammaturgia?
Di certo non fa riferimento al solo testo scritto, abbastanza marginale nei lavori dell’Odin
DRAMMATURGIA = et. LAVORO sulle AZIONI
AZIONE = tutto ciò che ha luogo sulla scena (ciò che fanno e dicono gli attori, suoni,
luci, mutamenti dello spazio, cambiamenti della vicenda, relazioni tra
personaggi o tra personaggi e elementi scenici…)
LAVORO = le azioni entrano “in lavoro” solo quando si intrecciano e relazionano
tra loro producendo un TESTO
B. distingue tra
Drammaturgia della concatenazione
Modo di procedere della tradizione occidentale: l’intreccio procede per cause
e effetti, in modo narrativo
Drammaturgia della simultaneità
Realizza la simultanea presenza di azioni
# In un dramma, le due tipologie di drammaturgia devono trovare un equilibrio
ð impoverire eccessivamente la drammaturgia della simultaneità, come ha fatto
gran parte della tradizione occidentale, significa rinunciare alla possibilità
dello spettacolo di trasmettere significati complessi, sfaccettati, limitare
le possibilità di interpretazione del pubblico
DRAMMATURGIA dell’ATTORE
La drammaturgia dell’attore è costituita da
Partitura = tutto ciò che è “visibile”, creato da attore e regista
Sottopartitura = sequenza “interna” di sensazioni, associazioni, ricordi legati
al tema assegnato
La PARTITURA è costruita attraverso il lavoro di improvvisazione
MA a questo lavoro l’attore può pervenire solo una volta che il lavoro di
training individuale è maturo: solo attraverso il lavoro di training l’attore
può superare i suoi automatismi, dominare la propria energia e essere
dunque nella condizione adatta all’atto creativo
Il lavoro di improvvisazione
· Il regista suggerisce una frase che abbia una risonanza con il vissuto dell’attore
· L’attore agisce nello spazio mentre i suoi compagni prendono nota dei passaggi
così che in seguito l’attore possa fissare ciò che ha fatto
· Al termine di tutte le improvvisazioni del gruppo il regista interviene sul materiale
prodotto aggiustando, tagliando, omogeneizzando le improvvisazioni
# La creazione della sottopartitura è invece un lavoro del tutto personale e segreto
L’ANTROPOLOGIA TEATRALE
La ricerca di Barba sull’attore si concentra su due linee principali
1. Rifiuto dell’approccio psicologico e realistico al personaggio
Non c’è alcuna pretesa di imitazione o verosimiglianza, l’attore si colloca
volutamente nello spazio del fittizio e dell’artificiale
2. Rifiuto dello spontaneismo
A favore di un forte rigore tecnico, una centrale importanza dell’allenamento
fisico e vocale
Le due cose sono strettamente legate: è solo attraverso la perfetta padronanza sul
proprio corpo e sulla propria voce che l’attore può rinunciare e superare sia il livello
della NATURALITA’ (il suo quotidiano stare nel mondo) che quello dell’IMITAZIONE per
raggiungere un altro livello che B. definisce PRE-ESPRESSIVO
= uno stare e un essere non naturale, extraquotidiano, in cui l’attore
· non agisce come il suo “sè quotidiano” perchè riesce a superare gli
automatismi e i condizionamenti del quotidiano
(NO SPONTANEISMO)
· non è “altro da sè” perchè non “interpreta” un personaggio nel senso
tradizionale del termine, non significa, non denota nulla di diverso da sè
PRE-ESPRESSIVO = livello in cui l’attore comunica in quanto presenza
# Per raggiungere questo livello l’attore deve adottare delle tecniche che permettano di
trasformare il corpo quotidiano in CORPO in SITUAZIONE di RAPPRESENTAZIONE
e questo richiede un enorme lavoro e dispendio energetico
I PRINCIPI dell’ANTROPOLOGIA TEATRALE
B. formula alcuni principi che regolano i livelli dell’extraquotidiano, desunti anche a
partire dal confronto con le tradizioni teatrali più disparate (specialmente orientali)
# Si tratta di
- CRITERI FORMALI che definiscono quella che è la specificità teatrale, che
distinguono ciò che è teatro da ciò che non lo è, il minimo comune
denominatore alle tradizioni teatrali di tutto il mondo
- CRITERI TECNICI che l’attore deve applicare per raggiungere il livello pre-
espressivo
1. Spreco di Energia
Mentre nel quotidiano vige il principio del minimo sforzo, sulla scena si impiega lo sforzo
massimo per ottenere un minimo risultato
es spesso gli attori si cimentano in movimenti minimi (di occhi, dita…) che però
devono catturare l’attenzione dello spettatore
2. Alterazione dell’Equilibrio
Abbandonare l’equilibrio statico quotidiano per assumere uno stato in cui l’equilibrio è
permanentemente instabile.
Questo disequilibrio, questo mantenere il corpo in costante tensione immette dinamismo
anche nelle pose statiche, rendendo l’attore molto più vivo sulla scena
# Il principio del disequilibrio è applicato in moltissime tradizioni teatrali
(danza indiana, balletto classico, Opera di Pechino, mimo di Decroux…)
3. Opposizione
Se si vuole andare a sinistra, si comincia ad andare a destra e poi improvvisamente ci
si gira per andare a sinistra
· amplifica l’azione rendendola più visibile
· per lottare contro la resistenza generata dall’opposizione ogni movimento
acquista più energia
4. Omissione
“Eliminare” parti o dettagli di azioni
ð ogni azione viene analizzata nei dettagli e ricostruita in una sequenza i cui
elementi possono essere amplificati, spostati o eliminati
es suonatore di flauto cui è rimosso lo strumento ma mantiene la posizione
à nel teatro Katakhali è un segno di riconoscimento di Krishna
5. Equivalenza
Esatto opposto dell’imitazione, cioè rendere la realtà attraverso un sistema di
segni/simboli che corrispondonoa elementi della realtà ma non la imitano, non hanno
pretese di realismo
IL TRAINING VOCALE
Altro elemento fondamentale del lavoro di B. è il TRAINING VOCALE
ð lavoro sui volumi, sulle altezze e sui diversi risuonatori
(occipite, testa, maschera, petto, addome)
ð improvvisazioni vocali su un tema dato utilizzando una lingua inventata
es “nel bazar di Istanbul” dove si possono trovare venditori, ladri, animali
domestici, bambini…
‡ Anche negli spettacoli, la partitura verbale è costruita e appresa come uno spartito:
non cerca INTERPRETAZIONE REALISTICA, l’attore deve concentrarsi
sul SUONO (altezze, timbri, ritmi) esattamente come se stesse cantando
LA MATURAZIONE dell’ATTORE
# Attraverso l’autobiografia di Roberta Carreri, avvicinatasi all’Odin nel 1973 e
ultima attrice a essere stata formata direttamente da B., è possibile ricostruire
come il training che B. proponeva ai suoi attori fosse non solo specifico e individuale,
ma si evolvesse nel tempo con l’obiettivo di una vera e propria “maturazione”
dell’attore, mirato al raggiungimento dell’autonomia dell’attore dal maestro
‡ Quattro fasi
1. Apprendimento di esercizi imposti da B., scoperta di un nuovo modo di pensare il
corpo
2. Inserimento di esercizi personali, inizio della lotta contro gli automatismi
3. Inizio dell’impostazione delle prime sequenze e partiture fisiche
4. Completamente del percorso drammaturgico dell’attore: a partire da un tema (di
cui si avverte la necessità esistenziale) si arriva all’invenzione di testi, musiche,
azioni, danze
Fase 1 e 2: Esercizi per imparare a imparare il corpo in modo diverso
· esercizi di acrobatica iniziano a sbloccare paura e inibizioni
· esercizi di slow motion per imparare a trovare nuove condizioni di equilibrio
diverse da quelle del quotidiano
· esercizi di compodizione (= costruire col corpo immagini/figure) insegnano a usare
tutto il corpo nell’azione
OBIETTIVO: ridurre fino ad annullarla la distanza tra AZIONE e PENSIERO, superando
la scissione tra corpo e spirito
TADEUSZ KANTOR (1915-1990)
La formazione nelle arti visive
La sua formazione artistica comincia nell’ambito delle arti visive
· si dedica alla pittura fin dagli anni del liceo
· frequenta la scuola di Belle Arti di Cracovia
# Qui, comincia a interessarsi
- prima, al mondo della SCENOGRAFIA e dell&rsqu