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IL PARADIGMA DELLA GENERALIZZAZIONE E DISCRIMINAZIONE

Pavlov dimostrando che, quando ad un dato SC è stata associata una risposta condizionata, gli stimoli simili

allo SC tendono anch'essi a suscitare la RC. Questo fenomeno è noto come generalizzazione dello stimolo.

Tanto più lo stimolo è simile a quello originale, tanto più forte è la risposta. È possibile anche condizionare

un animale a non rispondere a stimoli simili allo SC= discriminazione.

In tutti questi esperimenti, l'organismo è completamente passivo: aldilà del patrimonio innato di riflessi, il

tipo di apprendimento che emerge da questo paradigma è totalmente condizionato dall'ambiente di vita.

Questo differenzia il condizionamento classico pavloviano dal paradigma dei lavori di Thorndike con i gatti e

i labirinti. In Thorndike l'animale non è passivo, ma attivo e procede con tentativi ed errori.

L'uomo alle volte funziona in modo totalmente passivo, secondo lo schema pavloviano; altre volte si

comporta in modo più attivo, cercando di risolvere i problemi per prove ed errori,altre volte ancora, egli è

capace di trovare la soluzione ai problemi grazie ad un processo di insight.

Assistiamo qui a una tendenza comune alle grandi scuole della prima metà del 900, cioè quella di

generalizzare indebitamente un paradigma sperimentale o un metodo, nel tentativo di fornire, tramite

esso, un modello generale dell'agire umano. Nel caso della riflessologia di Pavlov e del comportamentismo,

rispettivamente in Unione Sovietica e Stati Uniti, è stato reso disponibile uno schema di riferimento per

definire la persona umana. Negli Stati Uniti e nei paesi occidentali, tuttavia, tale schema si confronta con un

forte paradigma opposto, quello freudiano. Mentre in Unione Sovietica, la diffusione della psicoanalisi

venne proibita.

LA SCUOLA STORICO-CULTURALE

La scuola di Vygotskij testimonia la durezza di quello che è stato chiamato il “secolo breve” e cio+ la prima

metà del secolo scorso. Quasi tutti i gestaltisti tedeschi furono costretti a migrare negli Stati Uniti, essendo

in maggioranza ebrei; alcuni, disadattati e depressi, si suicidarono(Benussi), Bechterev fu ucciso su ordine di

Stalin poiché diede un giudizio psichiatrico su di esso.

Vygotskij ebbe tutte le sue opere censurate e quindi, per decenni fu ignorato in Occidente.

Quando nacquero le scienze cognitive e venne redatta nel 1999 l'Enciclopedia delle scienze cognitive

(Wilson e Keil), a Vygotskij venne dedicata una voce apposita.

Nel 1924 Vygotskij tenne la conferenza su La coscienza come problema della psicologia del comportamento

e questa divenne il manifesto del movimento storico-culturale. In tale manifesto veniva sottolineata

l'importanza della coscienza e si criticava la tendenza della scuola pavloviana ad utilizzare soltanto lo

schema del condizionamento, precludendosi di farro la reale comprensione delle attività cognitive

superiori, come linguaggio e pensiero. Da allora Vygotskij lavorò soprattutto a Mosca, dirigendo dapprima il

Dipartimento per i bambini handicappati, poi il Laboratorio di psicologia del bambini anormale e, infine,

l'Istituto di difettologia.

Dal 1933 si trovò in isolamento completo e morì un anno dopo. Col decreto del Comitato centrale PCUS, nel

1936, le opere di Vygotskij furono bandite.

In tutta la sua vita di studioso la preoccupazione principale di Vygotskij fu lo studio dei meccanismi con cui

la mente viene plasmata da fattori culturali e sociali presenti nel contesto di vita di bambini e adulti. Utilizzò

spesso ricerche longitudinali, seguendo la maturazione cognitiva ed emotiva del bambini nelle varie fasi

dello sviluppo.

“Ogni funzione nel corso dello sviluppo del bambino fa la sua apparizione due volte, su due livelli diversi,

prima su quello sociale, poi su quello psicologico, dapprima tra le persone, come categoria interpsichica,

poi all'interno del bambino, come categoria intrapsichica”.

Vygotskij anticipò l'impostazione della scuola di Ginevra, egli percorse quella tradizione “ecologica”, attenta

ai fattori ambientali, di cui oggi l'erede è il movimento della “cognizione situata”.

Inoltre, tra i suoi studi vi è quello sule prestazioni cognitive di due gemelli omozigoti, tali ricerche misero in

evidenza la relativa indipendenza delle funzioni psichiche superiori, influenzate da variabili socio-culturali,

rispetto alla dotazione genetica iniziale.

Promosse nel 1931 due spedizioni in Uzbekistan, per avviare una ricerca sulla comparazione tra le

prestazioni cognitive in culture diverse(in cosa differivano a livello intellettuale, individui appartenenti ad

una cultura primitiva rispetto alle prestazioni di individui occidentali istruiti.)

Queste ricerche non ebbero seguito perché sembravano mettere sotto esame il processo di acculturazione

russa voluta da Stalin. Eppure il suo paradigma, fu alla base di tutto il filone delle ricerche interculturali, e

ancora oggi è considerato fondamentale per chiarire che cose è innato, i quanto trasmesso geneticamente

e che cosa viene acquisito nel corso della vita di una persona

LA PSICOLOGIA DELLA GESTALT

Origini e concetto di Gestalt

Con le espressioni psicologia della Gestalt, psicologia della forma, la Gestalt, si intende quel corpo di

affermazioni teoriche e impostazioni metodologiche che si sono sviluppate a partire dai lavori di

Wertheimer, Kohler e Koffka.

La Gestalt è una corrente di pensiero psicologica nata e sviluppatasi in Europa anche se le vicende personali

dei suoi esponenti hanno fatto sì che, in un secondo momento, venisse a contatto con la psicologia

americana. Questa corrente può essere considerata come la risposta tedesca alla psicologia di Wundt, che

rifiutano l'idea di scomporre ogni fenomeno nei suoi aspetti elementari, proponendo una teoria radicale

antielementista.

I gestaltisti prediligono una visione olistica e globalistica dei fenomeni, non vi è la scissione tra mente e

corpo, ma considerano il tutto come una totalità.

Il pensatore più eminente che ha peso nella Gestalt è Kant, che affermava che l'atto di conoscere è

un'attività unitaria e unificante in cui la materia fornita dai sensi viene organizzata seconde forme proprio

alla mente. Un modo di vedere si avvicina molto all'impostazione gestaltista.

Una più diretta ascendenza della Gestalt può essere riscontrata nella teoria della produzione di Meinong:

essa si basa sulla distinzione tra oggetti di ordine superiore e oggetti di ordine inferiore: per ciascuno di

questi ordini si ha una rappresentazione. Vengono chiamate rappresentazioni non prodotte o elementari,

quelle generate dagli oggetti di ordine inferiore, quelle cioè che per esserci non hanno bisogno

dell'esistenza di alcun altro oggetto; si definiscono invece rappresentazioni prodotte quelle che producono

gli oggetti di ordine superiore, quelli cioè che derivano la loro esistenza dagli oggetti di ordine inferiore. Si

può perciò riscontrare un atteggiamento antielementista nel senso che le rappresentazioni prodotte non

dipendono tout court dagli elementi semplici, né sono necessariamente e direttamente determinate da

aspetti materiali.

Ancora più diretta è l'influenza di vom Ehrenfels, che nel 1890 pubblica uno scritto in cui sono poste in

rilievo quelle che verranno chiamate “qualità gestalt”, se sei prende ad esempio in analisi una melodia,

cambiando una nota, essa non è più la stessa melodia= LA MELODIA E' PIU' DELLA SOMMA DELLE SINGOLE

NOTE. La qualità gestalt, cioè la qualità propria del tutto, non è data quindi dagli elementi, ma dalle

relazioni che intercorrono tra essi, dalla loro struttura.

Su questi argomenti rifletteva nel 1910 Wertheimer su un treno che lo portava in vacanza, cominciando a

pensare alla percezione che si ha su un treno, così sceso a Francoforte decide di fare un esperimento,

chiede che gli sia messo a disposizione un laboratorio e degli assistenti (Kohler e Koffka).

Così, nel 1912 (data di nascita della Gestalt), Wertheimer pubblica uno scritto con i risultati degli

esperimenti, spiegando il fenomeno PHI → fenomeno dell'effetto stroboscopico.

Lo studio di questo effetto partì dal momento in cui Wertheimer arrivò in albergo, andò a comprare uno

stroboscopio, un disco con un manico al centro, lo fece ruotare difronte ad uno specchio guardando

attraverso le fessure il riflesso = in questo modo si ha la percezione del movimento (movimento

apparente), delle immagini in sequenza che sono percepite come un unico movimento, che non è risultato

della persistenza retinica (cioè, l'immagine precedente che rimane impressa sulla retina, come quando si

muove un accendino).

Ma il vero esperimento fu quello di mettere al centro di una stanza buia una persona ed ai suoi lati 2

proiettori: un primo fascio luminoso illuminava l'oggetto per qualche secondo, dopo un brevissimo

intervallo di tempo, il secondo fascio luminoso illuminava un altro oggetto.

Il soggetto affermava di aver visto un oggetto che si spostava da destra a sinistra, ma quando si accendeva

la luce, in realtà si vedeva che gli oggetti erano 2 identici, ma erano stati percepiti come un unico oggetto in

movimento (stessa tecnica del cinematografo, Fratelli Lumiere).

Quindi, NON PERCEPIAMO LA REALTA' NELLO STESSO MODO IN CUI E' REALMENE LA REALTA'. →

POSIZIONE FENOMELOGICA, abbiamo a che fare con la realtà solo nel modo in cui la percepiamo e non così

com'è.

Questi presupposti fecero abbandonare la fiducia in un modello basato sulla perfetta corrispondenza tra

stimolazione e sensazione.

In questo periodo gli scritti dei gestaltisti si prefiggevano lo scopo di sottolineare, mediante l'individuazione

di fatti sperimentali, l'inadeguatezza di tutte quelle spiegazioni che potrebbero essere definite teorie del

mosaico. Quei modelli cioè in cui il risultato percettivo è dato dalla somma di parti generate da sensazioni

tra loro svincolate e non interagenti.

Sono molti gli esempi in grado di smentire questi modelli basata sulla somma degli elementi, uno dei primi

è l'anello di Wertheimer-Benussi,

vedendolo per intero, il cerchio sembra omogeneamente grigio, ma se si pone al centro un oggetto stretto

e lungo, per contrasto, l'anello appare più scuro sullo sfondo chiaro e chiaro sullo sfondo scuro.

CRITICA ALL'EMPIRISMO

La critica antiempirista della gestalt si riferisce più direttamente a correnti di pensiero psicologico, come

l'associazionismo e il comportamentismo. Il problema consiste nel peso da attribuire all'esperienza passata

nella formazione dei risultati percettivi e di fenomeni psicologici in generale.

Un empirista direbbe che gli oggetti che si presentano a

Dettagli
A.A. 2017-2018
50 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lelesprint1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Sava Gabriella.