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I
Callicle[Gorgia] mostra le velleità super-omistiche dell’aristocrazia tradizionale. Il più forte
è destinato ad avere più del più debole. I deboli, folli, han chiamato questa naturale
pleonexia dei più forti “ingiustizia”. Callicle auspicava l’arrivo di un uomo leonino capace di
riportare la giustizia dei più forti. Questa posizione di Callicle mostrava piu il desiderio di
rivalsa dell’aristocrazia tradizionale: l’ “uomo leonino” è un vinto, sconfitto dalla
maggioranza.
Trasimaco [Repubblica]: la giustizia è quel che giova al più forte. Giusto è ciò che è
sancito dalla legge, la quale è emanata da chi detiene il potere nel suo stesso interesse di
conservazione. Le leggi sono imposte dalla parte più forte. Giustizia e vantaggio dei più
forti, il potere è sempre tirannico. Sfida di Platone: pensare una forma di potere al servizio
dell’intera comunità. Glaucone[Repubblica] precorre Hobbes. Violenza genera paura,
sicché si stipula un patto di giustizia, con la rinuncia alla violenza e la sottomissione alle
leggi. La pleonexia lavora però sotto traccia e trova sfogo nel complotto ben coperto
dall’esibizione di virtù pubbliche, che garantisce l’impunità alla prevaricazione.
La società giusta
Contro questi cattivi maestri, Platone asserisce la possibilità di pensare una società giusta.
Se e possibile pensare un potere giusto, allora esso promulgherà leggi giuste. Per
Platone, la natura umana e plasmabile[artificialismo] e può venire migliorata
dall’educazione: un ambiente sociale che costituisca un’impresa educativa collettiva.
I medici della città
I buoni medici, che rimpiazzano i vecchi inadeguati politici, sono i filosofi. Come si compie
la selezione dei filosofi: l’educazione del gruppo di governo passa attraverso
1) La preparazione atletica[armonia corpi, addestramento militare]
2) L’acculturamento letterario e musicale, poesia e musica emendate di caratteri che
suscitino passioni e destabilizzino l’io.
Esami morali e intellettuali saranno condotti per selezionare la classe dirigente. Affinché il
gruppo dei dirigenti non ricada nella pleonexia, nell’avidità arrogante, e necessario
separare proprietà privata e ruolo di governo. In poche parole, chi era destinato al governo
non poteva possedere privatamente beni e ricchezze. I membri della classe dirigente nei
quali prevale aggressività vengono destinati alla funzione militare. Il piccolo gruppo in cui
prevale la razionalità è destinato al ruolo di governo; esso pratica la scienza, che
s’identifica con la filosofia. La conoscenza filosofica si vale dell’idea del buono, attraverso
la quale le cose giuste divengono utili e vantaggiose.
Le qualità del gruppo di governo
Il gruppo filosofico di governo doveva disporre delle seguenti capacita, in ordine crescente:
1. la conoscenza degl’interessi generali della comunità e la decisione morale di porsi al
loro servizio;
2. la conoscenza delle norme generali di giustizia, oggettive e invarianti, che devono
guidare condotte pubbliche e private;
3. il riferimento al supremo principio di valore, l’idea del buono. I veri politici sono molto
pochi, nelle Leggi e nella Repubblica s’ipotizza forse solo dieci su mille.
La qualità del gruppo militare
Il gruppo che andava a far parte dell’esercito era il più numeroso. Ai militari erano richiesti
coraggio e fedeltà. Non potevano nemmeno loro possedere beni, che li avrebbero
appesantiti e distolti dal loro compito.
La qualità del terzo gruppo
Il terzo gruppo, quello più ampio, era composto di cittadini non ricondizionati dal processo
educativo e scartati per la mancanza delle doti necessarie a governare la città. Questo
gruppo comprendeva contadini e artigiani cui era affidato il compito di creare ricchezza. A
costoro era concesso d’avere beni privati, perché il loro assetto psichico, in cui prevaleva
l’anima irrazionale e desiderante, era rivolto alla soddisfazione dei piaceri. Governanti,
filosofi[virtù: sapienza, conoscenza del Buono] Guerrieri[virtù: coraggio, fedeltà]
Artigiani, contadini, commercianti [produzione di ricchezza, possono possedere beni, virtù:
“sophrosyne”, ‹ moderazione ›]
Secondo Platone gli uomini non sono uguali per natura, perché hanno dotazioni
intellettuali diverse. Non tutti perciò possono svolgere le stesse funzioni sociali, anche se
l’educazione può aiutare a sviluppare le doti mancanti.
La diseguaglianza fra gli uomini e alla base del progetto politico platonico di rinnovamento
della città. Il terzo gruppo, quello dei produttori di ricchezza, rinuncia a usurpare le
posizioni di comando e si sottomette al potere dei primi due per il bene della collettività.
Come impedire il ritorno della stasis (‹ conflitto sociale ›)?
Aristotele si chiedeva come fosse possibile che il terzo gruppo, escluso dal processo di
condizionamento educativo, obbedisse ai primi due. L’assoggettamento gli appariva
immotivato e incondizionato. Platone risponde che il modello di vita comunitaria offerto dai
primi due gruppi era talmente felice da convincere i sudditi a aderirvi; allo stesso tempo,
questi due gruppi possedevano una tale capacita coercitiva da imporre la gerarchia
sociale.
Che cos’è la giustizia?
La giustizia platonica e la costruzione di un potere giusto da cui provengono perciò leggi
giuste. Questo potere giusto dev’essere rispettato da tutto il corpo sociale proprio per la
sua giustizia. La sophrosyne, la moderazione, e il presupposto perché si possa avere
giustizia. La giustizia politica consiste allora nel rispetto delle funzioni sociali e della
gerarchia [oikeiopragia, ‹badare agli affari propri›]: la città giusta è quella in cui ognuno
rispetta il ruolo per il quale e meglio attrezzato psicologicamente. La sovversione di questo
ruolo, in particolare la volontà degli appartenenti al terzo gruppo d’usurpare il potere dei
primi due, e l’ingiustizia. La rinuncia alla pleonexia permette il raggiungimento di una
felicita duratura, non minacciata da paura e avidità individuale.
Le forme politiche ingiuste
Il primo passo verso la decadenza e la riappropriazione delle ricchezze da parte dei
membri della classe dirigente. Da qui cominciano i vari stadi del declino:
1. Timocrazia, conflitto per gloria e potere;
2. Oligarchia, il gruppo di comando persegue l’accumulazione delle ricchezze, con
conseguente impoverimento dei sudditi;
3. Democrazia, dopo la rivolta contro gli oligarchi, s’instaura un regime democratico che
coincide con l’assoluta anarchia;
4. Tirannia, l’instabilità democratica e il timore dei poveri di essere di nuovo assoggettati ai
ricchi li induce ad affidarsi a un tiranno.
I passi per curare la città
In primo luogo, dice Platone, i filosofi incaricati a governare “ripuliranno la città”,
azzerandone le leggi, i modi di vita e le forme di governo della tradizione [catarsi del corpo
sociale]. Per fare ciò, Platone suggerisce di servirsi anche di deportazioni e asservimenti,
pratiche che, benché inaccettabili oggi, erano comuni nella storia greca di allora.
La deportazione nelle campagne della popolazione adulta e la sottrazione dei più giovani e
il primo passo. I più giovani dovevano essere rieducati e ricondizionati.
Lezione 7: « La città migliore, se è possibile »
L’utopia platonica ha destato scandalo. Eppure sembra che la sua proposta non sia
ironica: la rigorosa argomentazione dell’utopia sembra escluderlo.
L’unita dell’organismo sociale proposta da Platone serviva a evitare conflitti fra interessi
rivali. Aristotele ribatterà che questa unificazione è eccessiva, perché la comunità si regge
sullo scambio fra gruppi diversi.
L’oikos, il nemico della pace sociale
Per Platone, ciò che ostacola la pace sociale, l’unita della città e del suo gruppo dirigente,
è l’oikos, la casa, il clan. Gli interessi patrimoniali e affettivi, insomma, minacciavano la
concordia. Per impedire, quindi, che gli interessi individuali e privati prendessero il
sopravvento e portassero conflitti nella città, era necessario introdurre misure drastiche,
anche contrarie alla morale allora corrente:
1. Fine della separazione di ruoli fra uomo e donna: <<non vi è dunque, nell’ambito della
città, alcuna occupazione che sia propria della donna perché è una donna, ne dell’uomo
perché è un uomo [Repubblica, 455d].
≫
Si tratta della più radicale dichiarazione di parità di diritti e dovere fra uomo e donna
dell’antichità
2. Abolizione del matrimonio e del legame padre/madre-figlio. Il governo stabilirà con un
sorteggio i tempi e le persone che si dovranno accoppiare. Il periodo dell’accoppiamento si
conclude con l’amplesso: non c’e legame matrimoniale. I figli saranno affidati a balie
pubbliche in asili comunitari. I giovani avrebbero chiamato “madre” e “padre” tutti gli adulti
che potevano avere l’eta dei loro genitori, e viceversa gli adulti avrebbero chiamato “figlio”
o “figlia” tutti i giovani di eta adeguata per esser tali. Allo stesso modo, i coetanei si
sarebbero chiamati ‹ fratello › e ‹ sorella › l’un l’altro. In questo modo si opera, per Platone,
la distruzione dell’oikos, e perciò dell’interesse privatistico.
L’eugenetica platonica
Platone poi, in maniera sinistra e inquietante per noi, afferma anche la necessita di
mantenere pura la razza dei governanti. “I migliori si dovranno unire coi migliori, il più
spesso possibile; il contrario quelli dappoco” [Rep. 461a-b]. Non c’è ovviamente alcun
concetto razziale in senso biologico, ma solo la volontà di selezionare gli individui migliori
a partire dai genitori. Questo è un altro esempio dell’artificialismo di Platone: la qualità
umana e di per se scadente, ma può essere migliorata attraverso l’opera dell’intelligenza
politico-filosofica.
La sequenza condizionale dell’argomentazione platonica
La costruzione utopica di Platone si fonda su una solida argomentazione condizionale: se
la città dev’essere unita, allora dev’esserlo in primo luogo il suo gruppo dirigente. Ma se
esso dev’essere unito, allora deve allontanare dal suo interno tutti gli elementi di divisione.
Tra questi, c’e il possesso di beni materiali e la famiglia.