vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Un altro esempio della possibilità di trovare stile del popolare anche dove non sono
esplicitamente dichiarati, è Papaveri e Papere, 2° classificato nell'edizione del 1952.
PAG. 31-32
Rielaborare il passato:
I primi anni del festival riflettevano lo stato della nazione: il dolore della perdita legata
alla sconfitta, il bisogno di riprendere un cammino diverso rispetto al passato, la
necessità di nutrire di nuovi temi l'immaginario popolare. In questo senso, furono un
consolidamento della canzone come "veicolo del desiderio di rimozione della guerra
appena terminata". Nelle fondamenta di Sanremo si è intravisto un mero richiamo alla
tradizione, un'immersione nel passato, emblema di una restaurazione che investiva il
politico, economico, la società, la cultura, quell'alta e quella di massa. Le indicazioni
provenienti da un referendum del settimanale dei giovani comunisti sulle canzoni
preferite erano, per Diego Carpitella, sconfortanti: nel Sanremo 1955, era saldamente
prima "Mamma", seguita da "Incantatella". Come serva lo studioso, molto dipendeva
dal monopolio della radio nella diffusione musicale. Tuttavia, le classifiche rivelavano
che le canzoni di massa piacevano i pubblici di massa, indipendentemente
dall'orientamento politico ed alle forme di sociabilità adottate.Eco sostenne che fino al
1956, il livello medio della canzone italiana è stato deplorevole.
Quella del festival, era una musica facile e immediata, nei cui teste si parlava di una
società provinciale e serena, nonostante le difficoltà dovute alla ricostruzione post
bellica. Rimanendo ancorata alla tradizione del belcanto italico, la musica in quegli
anni non seppe rinnovarsi, al contrario di quanto invece accadeva nel cinema.
In molte di quelle canzoni, definite "il trionfo del niente", c'era anche un tentativo di
arginare il trionfo delle nuove tendenze provenienti d'oltreoceano, valorizzando talenti
autoctoni e salvaguardando le sonorità nazionali. Così, il festival di Sanremo nel primo
quindicennio si aprì solo ad interpreti e compositori italiani, anche se, alla canzone
vincitrice della prima edizione, Grazie dei fiori, è stato riconosciuto un sapore più
internazionale; anche se, Natalino Otto, il cantante innovatore di grande esperienza
internazionale, fu presenza fissa dal 1954 il 1959; anche se, la doppia esecuzione
delle canzoni, a partire dal 1953, rispondeva all'esigenza di far convivere in quel
contenitore le diverse sensibilità che rispondevano al bisogno di accontentare più
pubblici. Grazie dei fiori, era una canzone d'amore di ambiente borghese: il testo era
di Giancarlo Testoni su musiche di Saverio Seracini e l'interprete, Nilla Pizzi, era una
delle rappresentanti più tipiche del canto italiano,sebbene la sua voce fresca e
piacevole, si mostrasse come una ventata di modernità, distante da quei barocchismi
cari alla tradizione lirica della sua terra. Anche il privato della cantante portava segni
di lacerazione con la tradizione: era separata dal marito, in un paese nel quale le
subculture di massa mal tolleravano questo tipo di comportamento, soprattutto per le
donne. È definita una canzone elegante e non banale: il mazzo di fiori ricevuto in
omaggio in un "giorno lieto", faceva riaffiorare un passato non pienamente messo alle
mezzo a quelle rose/ ci sono tante spine/ memorie dolorose/ di chi ha voluto bene /
spalle: “In
sono in pagine già chiuse / con la parola fne/ … E addio/ per sempre addio/ senza rancor “.
Nilla pizzi, nel 1952, vinse con "Vola Colomba": il brano di Bixio Cherubini e Carlo
Concina era impregnato della questione di Trieste separata dall'Italia al termine del
conflitto mondiale e il cui ricongiungimento alla madre patria era complicato dalle
dinamiche della guerra fredda. La rivendicazione di Trieste era avanzata in modo da
felici
non acuire le ferite, facendo il modo con il quale il paese se l'era inferte: “Fummo
uniti e c'han divisi/ ci sorrideva il sole il cielo il mar/ noi lasciavamo il cantiere/ lieti del nostro
lavoro/ e il campanon dindon ci faceva il coro “. L'arrangiamento della canzone
sottolineava gli intenti patriottici, sia attraverso lo spazio riservato al coro maschile sia
con l'esplicita citazione dell'inno nazionale, eseguito dalle trombe durante uno dei
colomba bianca vola".
ritornelli dopo il verso "vola Al momento della premiazione, Nilla
Pizzi, commossa, salutò " solo la mamma e il papà, le mie sorelle e… Trieste".
Il patriottismo ferito che sembra dominare a Sanremo in quegli anni era in realtà
l'urgenza di lenire il fardello di perdite.
Nel 1952 si affacciarono altri tre filoni:
il primo, adopera di Rastelli, Panzeri (autore di Maramao perchè sei morto,
– affidata al Trio Lescano) e Mascheroni, che rispondeva alla tradizione del
frondismo degli anni della dittatura, accompagnata alla capacità di leggere una
costante dell'animo popolare, cioè la rassegnata accettazione dell'esistente, nel
timore che la trasformazione conducesse alla perdita di sé e della collettività.
Un esempio è la canzone Papaveri e Papere che, secondo Panzeri, era "satira di
costume provocata dalla prosopopea di certi personaggi politici". Interpretata
da Nilla Pizzi, ebbe un successo immediato.
Il secondo riproponeva la religiosità popolare con Una donna prega di Pinchi e
– Panzuto e con Madonna delle rose di Fiorelli e Ruccione. Rispecchiava la ricerca
del taumaturgo, radicata se nel 900 con il culto di padre Pio.
Il terzo tema era l'emigrazione. Fu Filogamo a esplicitarlo, con La porti un
– fglia di un migrante, per questo son distante,lavoro perchè un
bacione a Firenze. “Son
giorno a casa tornerò”.
Emergeva una società ancora contadina ma attraversata da sprazzi di modernità:Un
paese che faceva appello alle sue tradizionali culture esorcizzando le temute
trasformazioni ma che, nel contempo, si sentiva ancora ingabbiato nella dicotomia
governati/governanti.
Fra tradizione e rinnovamento:
Se non i contenuti, nel 1953 San remo molto la forma. La doppia interpretazione era
conseguenza della decisione di affiancare all'orchestra Angelini,che accompagnava
Nilla Pizzi, Carla Boni, Gino Latilla e Achille Togliani, quella di Armando Trovajoli, con
interpreti come Teddy Reno, Katyna Ranieri, Giorgio Consolini e Flo Sandon's.
L'esigenza di contenere insieme tradizione e innovazione diede vita ad un dualismo
che si protrasse fino al 1963.
Nel 1953
Vinse ancora una triste canzone sulla fine di un amore, Viale d'autunno, di D'Anzi,
interpretata da Carla Boni e Flo Sandon's, due giovani donne dalle voci non
convenzionali. Maggiore popolarità ebbe Campanaro, cantata da Nilla Pizzi e da Teddy
Reno. Tamburino del reggimento e vecchio scarpone, interpretate da Gino Latilla con
il Doppio Quintetto Vocale e da Giorgio Consolini, avevano come temi una guerra
indefinita nel tempo e nello spazio e quindi tutti i reduci. La prima canzone è oggi
praticamente dimenticata. La seconda è invece divenuta nel tempo un evergreen.
Nel 1954
Trionfò Tutte le mamme, cantata da Consolini e Latilla.
Il Quartetto Cetra, accompagnato da Alberto Semprini, presenta ben sei brani, delle
quali giunse in finale solo Aveva un bavero. Canzone da due soldi, di Pinchi e Donida,
cantata da Katyna Ranieri, rompeva con il linguaggio fino ad allora in voga.
Nel 1955
Intensifico la spinta innovatrice. Per la prima volta il festival venne trasmesso
parzialmente in televisione, con il collegamento all'Eurovisione nella serata finale,
entrando a far parte delle manifestazioni eccezionali non soltanto della Rai ma della
televisione internazionale.
Al rinnovamento avevano lavorato poeti e scrittori, come Giorgio Caproni e Nicola Lisi,
componenti la commissione selezionatrice che scelse 16 brani anziché eventi previsti
dal regolamento. A Filogamo, Angelini e agli interpreti che avevano partecipato a più
di un'edizione, Sanremo preferì cantanti molto noti nell'immediato dopo guerra, come
Nella Colombo, Clara Jaione e Narciso Parigi , e ne lanciò di nuovi: Nuccia
Bongiovanni, Marisa Colomber, Tullio Pane e Jula De Palma, oltre che Claudio Villa.
In questa edizione e fu dominante il tema della tristezza, "amica della mia
malinconia".... pag. 46
“Aprite le finestre al nuovo sole”: L'Italia in trasformazione.
Il 1956 fu sotto molti aspetti un anno di cesura: Il festival parve volersi ringiovanire e
sprovincializzare. Fu istituito il Sanremo giovani, pensato non come una sorta di
riserva, ma come motore effettivo: vennero invitati solo debuttanti selezionati
attraverso un concorso radiofonico della Rai per voci nuove. Interpreti e canzoni non
spiccavano per particolari differenze rispetto al gusto consolidato ma esprimevano
tuttavia un desiderio di aria nuova. Vinse Aprite le finestre, scritta da Pinchi e Panzuti
e interpretata da Franca Raimondi. La sola voce nuova che divenne personaggio fu
Tonina Torrielli, la caramellaia di Novi Ligure,rappresentante di un'Italia umile, in
ascesa, che interpretò Amami se Vuoi, di Panzeri e Mascheroni.
In musetto, nella parodia del quartetto cetra e nella versione dell'autore Domenico
Modugno, si rivelavano i due volti nei quali si esprimeva la ricerca di una nuova
soggettività femminile e nel contempo l'affacciarsi dell'inquietudine maschile.
Nel 1957 il festival sembra volersi riallacciare all'edizione precedente, cancellando la
ricerca di nuovi equilibri e puntando sui vecchi ricordi. In realtà, era visibile un
mutamento profondo: al centro non erano più le canzoni, ma i cantanti, e si manifestò
un divismo generalizzato di massa: Claudio Villa e Gino Latilla furono inseguiti dai fans
dentro i bar, la folla attese l'arrivo di Teddy Reno e della sua compagna di allora sotto
la pioggia... La trasformazione degli interpreti di musica leggera in divi era un
fenomeno generalizzato in Occidente, strettamente connesso con la diffusione della
televisione, con la specializzazione dell'industria discografica, con gli stretti rapporti
col cinema intrattenuti da alcuni dei protagonisti.
Dell'edizione del 1957, una sola canzone rimase nella memoria, Casetta in Canadà di
Panzeri e Mascheroni, cantata dai coniugi Carla Boni e Gino Latilla e il Duo Fasano.
La stagione delle Orchestre a Sanremo:
Dal 1953 al 1963 le canzoni di Sanremo furono accompagnate prevalentemente da
una doppia formazione strumentale: ogni canzone veniva eseguita da due interpreti
diversi e con un arrangiamento diverso. Le due formazioni con i rispettivi cantanti
davano sfumature significativamente diversa la composizione e rappr