RIVOLUZIONE TOTALE DEL CONCETTO DI ARTE
Arte < ars< tekne = tecnica
La parola arte rimanda al concetto di tecnica, cioè di un fare con abilità, con buona tecnica. Artista è colui che realizza qualcosa con buona tecnica, con abilità.
La rivoluzione dell'arte contemporanea sembra aver annullato il principio della tecnica e dell'abilità esecutiva, favorendo l'affermazione di valori prevalentemente concettuali.
La fotografia ha fatto fatica a entrare nell'arte contemporanea perché già prima del 1912-13 aveva posto questioni spiazzanti - problema dell'autorialità e prelievo di realtà.
L'INVENZIONE DEL FOTOGRAFICO
La camera oscura
Il fenomeno alla base del funzionamento di una camera oscura si verifica producendo un foro sulla parete di una stanza resa completamente buia, in modo che sulla parete opposta al foro si rifletta un'immagine ribaltata (alto-basso e dx-sx) della porzione
direaltà illuminata che è al di fuori della stanza stessa. Questo fenomeno è conosciuto fin dall'antichità. Nel IV sec a. C. Aristotele osserva i fenomeni delle eclissi grazie a una camera oscura. Il primato della visualizzazione di una camera oscura si ha in un disegno del matematico e fisico olandese Rainer Gemma Frisius, riferito all'eclissi del 1544. Leonardo ne parla nel Codice Atlantico. Nasce come strumento del desiderio dell'uomo di conoscere e capire il mondo e le sue manifestazioni visibili, perciò ottiene innanzitutto applicazioni in campo scientifico, ma nel corso del tempo si diffonde anche in campo artistico. Nel corso del 1600 la camera oscura viene impiegata molto dai vedutisti, come Canaletto, Vermeer... viene impiegata dai pittori per studiare il sistema prospettico in quanto le immagini proiettate sulla camera oscura seguono questo tipo di prospettiva. Nel corso del tempo vengono apportati una serie di miglioramenti alla camera oscura.camera oscura. Il foro viene sostituito con un sistema di lenti che migliora la qualità della proiezione. Nelle camere oscure "reflex" viene inserito uno specchio inclinato di 45 gradi che riflette la proiezione verso l'alto, in modo che quella porzione di realtà risulti facilmente ricalcabile. Più avanti le lastre fotografiche saranno sostituite con la pellicole e poi, nell'era digitale, con sensori e fotocellule, ma il meccanismo di base della macchina fotografica resta sempre quello della camera oscura. Da sempre si aveva il desiderio di stabilizzare, cioè di rendere permanente, l'immagine prodotta dalla camera oscura. Questo fu il contributo fondamentale di Niépce. L'invenzione della fotografia è stata il frutto della combinazione di due tecnologie: ottica (camera oscura) e chimica (sostanza sensibile spalmata sulla pellicola).
Joseph Nicéphore Niépce. Dal 1822 sperimenta una resina fotosensibile, il
bitume di Giudea, che gli permette di ottenere immagini con una tecnica di tipo incisorio, le fotoincisioni. Le fotoincisioni sono immagini off camera, realizzate senza l'ausilio della camera oscura.
Ha poi l'idea di inserire una lastra sensibilizzata (cosparsa di bitume di Giudea) in una camera oscura, ottiene delle immagini che chiama points de vue.
Conia un altro termine per indicare le immagini ottenute con la camera oscura: eliografie. Da elios + grafia = scrittura con il sole.
"Veduta dalla finestra a Gras" 1826 -> prima fotografia della storia
È il positivo di una ripresa dell'ambiente esterno alla soffitta nella casa di famiglia. La veduta è un paesaggio con architetture di scarsissima nitidezza, impresso su una lastra di peltro spalmata di Bitume di Giudea e lasciata nella camera oscura per circa dieci ore. Non è possibile stabilire l'ora esatta della ripresa, in quanto il sole colpisce entrambi i lati presentandosi come
Una sorta di temporalità. È la prima testimonianza di un'esperienza proto concettuale. Questa immagine racconta l'idea della presenza, della dimensione temporale. "La scoperta che ho fatta, e che indico con il nome di eliografia, consiste nel riprodurre spontaneamente, mediante l'azione della luce colle digradazioni di tinte dal nero al bianco, le immagini ricevute nella camera oscura".
Dicendo che l'eliografia è un'immagine spontanea, Niépce decreta definitivamente la nascita della possibilità che un apparecchio meccanico sia in grado di produrre da solo, in autonomia, una visione del reale.
Louis-Jacques-Mandé Daguerre, pittore e scenografo, gestiva un diorama a Parigi ed era molto interessato a conoscere le scoperte di Niépce. Nel 1829 i due firmano un contratto societario della durata di 10 anni, ma nel 1833 Niépce muore prima di vedere riconosciuta la paternità dei suoi primi.
esperimenti.Così al successo ufficiale arriva solo Daguerre.
Louis-Jacques-Mandé Daguerre
Alla morte di Niépce Daguerre continua le ricerche in proprio.
Dopo la prova della fotosensibilità dello ioduro d'argento, nel 1835 Daguerre scopre la cosiddetta immagine latente, e cioè il fenomeno grazie al quale una lastra di rame argentato inserita nella camera oscura può rilevare, una volta sottoposta ai vapori di mercurio, la porzione di realtà che vi è rimasta impressa sopra dopo una certa esposizione.
Perfezionata la tecnica con una fissazione fatta con sale comune e acqua calda, la riduzione dei tempi di posa e di sviluppo diviene uno degli aspetti determinanti per la messa a punto definitiva del procedimento fotografico.
Nel 1837 realizza un'immagine che ha come soggetto una natura morta: la definizione dei particolari e la precisione offerta dalla gamma di sfumature sono ormai lontane dalla "Vista dalla finestra a Gras".
di Niépce. Sarà proprio la possibilità di apprezzare i dettagli e l'alucentezza dei dagherrotipi a motivare l'immediato successo di pubblico.
Nel suo “Boulevard du Temple” 1839 Daguerre riesce a fotografare per la prima volta una figura umana, è quella di un passante fermo ai lati della strada a quell'ora affollata di carrozze e persone. Il passante è stato fermo nella sua posizione il tempo sufficiente affinché il suo profilo potesse essere catturato dalle sostanze fotosensibili sulla lastra nella camera oscura.
Nel 1839 l'apparecchio fotografico di Daguerre, che produce quelli che lui chiama dagherrotipi, è pronto.
Il 7 Gennaio 1839 il direttore dell'Osservatorio Astronomico di Parigi, Francois Arago presenta all'Accademia delle Scienze di Parigi l'invenzione di Louis Mandé Daguerre. In seguito Arago si adopererà affinché lo Stato francese acquisisca i diritti della fotografia.
la liberalizzò al mondo. Il 19 Agosto 1839 il dagherrotipo viene presentato in una seduta comune dell'Accademia delle Scienze e dell'Accademia delle Belle Arti di Parigi. In questa occasione si parla dell'utilità della fotografia, non di questa come arte. Paul Delaroche parla di un "favore reso alle arti". Il dagherrotipo è costituito così da immagini tratte dalla realtà impresse su piccole lastre metalliche. L'immagine formatasi all'interno della camera oscura può essere letta come un positivo diretto. L'unicità del dagherrotipo è stata la motivazione principale della scomparsa definitiva di questa tipologia fotografica già pochi anni dopo la sua invenzione. -> collegamento con Polaroid, inventata nel 1947 da Edwin Land. William Henry Fox Talbot Nel frattempo in Inghilterra Talbot stava cercando un metodo per stabilizzare l'immagine prodotta dalla camera lucida di Wallaston. Eglirealizza immagini a contatto che chiama disegnifotogenici. Sovrappone degli elementi naturali a fogli di carta resi sensibili alla luce. Lasciati esposti per un certo lasso di tempo, una volta tolti gli oggetti avranno lasciato impressa su quel foglio la loro impronta in negativo (perché rimasta chiara) mentre tutto attorno le sostanze fotosensibili si saranno annerite alla luce. Queste immagini off camera saranno per Talbot un passaggio fondamentale per successive sperimentazioni. Tra i più famosi che applicano il principio della fotografia off camera ci sono Man Ray con i rayographs, Moholy-Nagy con i fotogrammi e Christian Shad con le shadografie. Egli infatti applica le scoperte fatte con le carte dei disegnifotogenici alla camera oscura. Nel 1835 egli ottiene quello che viene considerato il primo negativo fotografico della storia, "Finestra con telaio a griglia". Mentre Daguerre si appresta a presentare al mondo la scoperta della fotografia, a Londra un altro inventoredecide che è venuto il momento di comunicare ufficialmente il punto di arrivo delle sue sperimentazioni ottico-chimiche. Il 25 Gennaio 1839, meno di 20 giorni dopo la presentazione del dagherrotipo in Francia, il fisico Micheal Farady presenta alla Royal Institution di Londra l'invenzione di Talbot. Pochi giorni dopo, il 31 Gennaio 1839, fu Talbot stesso a leggere presso la Royal Society un testo esplicativo del metodo da lui individuato. Dal brevetto depositato nel 1841 il procedimento inglese sarà universalmente noto come calotipia, le immagini dunque saranno chiamate calotipi, dal greco kalos = bello, bella immagine. Differenza dagherrotipo Daguerre - calotipo Talbot. Il dagherrotipo era una copia unica, leggibile come positivo diretto ma, in quanto unica, non riproducibile. Il fatto di essere sullastra, e i procedimenti a cui era sottoposto, lo facevano però risultare estremamente preciso nei dettagli, brillante nella definizione dei particolari e piacevole alloca: la relazione tra fotografia e realtà. Talbot, infatti, utilizzando il negativo-positivo, permette di ottenere una copia fedele della realtà, ma allo stesso tempo introduce la possibilità di manipolare l'immagine attraverso la stampa e la riproduzione in serie. La fotografia diventa così uno strumento per documentare la realtà, ma anche per creare nuove immagini e narrazioni. La tecnica del negativo-positivo si diffonderà rapidamente, permettendo a sempre più persone di avvicinarsi alla fotografia e di esplorare le sue potenzialità espressive. Talbot ha quindi un ruolo fondamentale nello sviluppo della fotografia come mezzo artistico e di comunicazione di massa. La sua invenzione apre la strada a nuove sperimentazioni e a una sempre maggiore diffusione della fotografia nel mondo.Scarica il documento per vederlo tutto.
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