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METAFISICA:
Non esiste una pratica fotografica stilisticamente
riconducibili ai modelli di pittura metafisica, anche se,
come è stato per il dadaismo, non è indispensabile disporne per poter parlare
di fotografia metafisica. E’ possibile che la fotografia partecipi comunque a
quel tipo di poetica.
Possiamo dire che la fotografia è il mezzo per eccellenza che modifica il
nostro rapporto con la temporalità, con il passato. Lo stesso De Chirico,
parlava delle sue opere definendole “impronte” che le cose, nel tempo,
avevano lasciato nella sua mente e nel suo cuore, accumulo di memorie che può
immediatamente essere ricondotto alla fotografia.
Confrontando Valori Plastici di De Chirico, in cui parla della metafisica, e
I Guermantes di Proust, in cui parla di fotografia e ricordo, si possono
notare due descrizioni di poetica piuttosto coincidenti:
Proust, interpreta la fotografia come un atto meccanico e ciò che lo
– affascina del fotografo è proprio l’impassibilità con cui si dedica
all’atto fotografico, quasi adattandosi alla meccanicità del mezzo.
De Chirico spiega la metafisica proponendo la sua versione della teoria
– dello straniamento, descritta in quel periodo dai formalisti russi e che
porta a vedere le cose in modo diverso: egli immagina di vedere una
scena che normalmente avrebbe senso nella sua mente, rinunciando alla
memoria abitudinaria, che lo porta a riconoscere e dare un senso a tale
scena. Distruggendo questo ordine codificato, si trova a vedere la
realtà con occhi nuovi, in modo sorprendente e accede alla dimensione
metafisica.( Egli descrive la metafisica come “vedere le cose da un
altro punto di vista”).
Inoltre, egli afferma che l’idea di chiusura dell’immagine in uno spazio
rigido e definito come quello della prospettiva rinascimentale, è uno
dei punti qualificanti della sua poetica: la gabbia prospettica,
l’inquadratura ha una funzione decontestualizzante che isola l’oggetto
dall’ambiente che lo circonda (al pari dell’inquadratura fotografica).
De Chirico descrive inoltre questa inquadratura prospettica come
“profondità abitata”, che risiede oltre l’apparenza. Benjamin nota come
il grande fascino stia proprio nel suo invito ad andare oltre oltre la
superficie dell’immagine, in quella realtà di cui l’immagine non è che
un frammento. (Es. Blow Up di Antonini, film del 1966).
Nella metafisica, sono due le forme operative utilizzate:
La Citazione Multipla, che permette di guardare al passato,
• rivisitandolo (Citazionismo)
La Sospensione Congelante, che fa emergere una sorta di verità profonda
• e nascosta oltre le apparenze, attraverso l’immobilizzazione temporale
(Congelamento).
In base a questi due elementi, possono essere individuati alcuni artisti e
fotografie che dimostrano legami con la metafisica. Per quanto riguarda il
Riassunti – Fotografia e Pittura nel Novecento (e Oltre) – C. Marra Pagina 6
citazionismo, ritroviamo diversi riferimenti al passato nella Fotografia
Pittorialista in cui in certi casi il recupero è svolto in modo ingenuo, in
altri in modo intenzionale ed accurato. Un esempio ne è Wilhel von Gloeden,
barone tedesco trasferitosi a Taormina che avvia una produzione fotografica
improntata sulla ricostruzione falsa e manierata della cultura greco-romana,
utilizzando quei luoghi, contadini e pescatori abbigliati e fatti posare con
scelte stilistiche che negli stessi anni stava adottando De Chirico. Sia
nelle scelte prospettiche esasperate di quest’ultimo che nella riproduzione
eccessivamente accademica di von Gloeden, è evidente che ci si trova di
fronte a dei falsi, nonostante entrambi utilizzino il citazionismo in modo
magistrale e seguano i principi di una rappresentazione nitida, precisa e
minuziosa nella scelta dei dettagli (Barthes definisce “ le
sublimi e anatomiche”
opere di von Gloeden e De Chirico ha dichiarato che “Non ho mai creduto che la pittura per
elevarsi debba rinnegare la sua origine”).
Per quanto riguarda il concetto di Congelamento, ci sono tre filoni che
lavorano sull’idea di arresto della temporalità:
Neopittoricismo Compositivo, di Weston ed Adams
1. La poetica dell’Istante decisivo, di Cartier-Bresson
2. La pratica della Schedatura di August Sander
3. Il suo intento era quello di costruire un enorme archivio, capace di
rappresentare l’intero popolo tedesco per tipi. Comincia a lavorare nel
1910 e nel 1929 raccoglie tutto nel volume I Volti della Società, la cui
pubblicazione fu però interrotta dai Nazisti.
Il suo stile è metodico, frontale, neutro, oggettivo: attraverso il
carattere straniante della fotografia, egli attua un’epifanizzazione del
banale, nel quale il soggetto, su sfondo neutro, emerge e si fa “tipo”.
La sua tecnica è volutamente bassa ed umile e richiama quella
dell’artista metafisico che secondo De Chirico, doveva saper rinunciare
allo stile alto per potersi ricongiungere al passato. De Chirico
dichiara una forte passione per i tradizionali strumenti del mestiere,
tanto da suggerire un ritorno all’autoproduzione di tele e colori, allo
stesso modo in cui Sander dichiara la sua grande ammirazione per la
tecnica del dagherrotipo ed il fascino dell’immagine unica: entrambi,
quindi, mostrano un’idea controcorrente, rispetto all’esaltazione dei
mezzi ed al culto per la modernità dell’epoca.
Sander non è comunque da considerarsi nostalgico: egli è estremamente
innovativo, esalta l’automaticità del mezzo e si fa impassibile come lo
strumento che adotta. Se tra De Chiroco e von Gloeden, il confronto è
diretto, nel caso di Sandler ci si deve rifare alla tendenza pittorica
lanciata nel 1925 dal critico tedesco Franz Roh e legata alla metafisica
per l’insistenza sulla sospensione e sullo straniamento: in queste tele
si colgono persone immobilizzate nei gesti quotidiani, che guardano
diritti l’osservatore, come se fossero stati colti di sorpresa da uno
scatto.
Fotografia e pittura in Germania in questo periodo si trovano a concorrere ad
una stessa poetica, in cui si vedono alleati e prendono in prestito gli uni
dagli altri.
Wilhelm von Gloeden s.d. s.d.
Riassunti – Fotografia e Pittura nel Novecento (e Oltre) – C. Marra Pagina 7
Henry Cartier-Bresson
Cardinale Pacelli Dietro la stazione
Germania, 1945
a Montmartre,1938 S. Lazare,1932
Edward Weston
Conchiglia, 1927 Nudo, 1923
Nudo, 1925 Peperone n.35,1930
Agust Sander
Contadinelle,1927 Gemelli,1925 Pugilatori,1928
SURREALISMO: Come nel Dadaismo, c’è un rovesciamento della tradizionale idea
della manualità dell’opera d’arte: col dadaismo attraverso il principio della
casualità, col surrealismo attraverso l’automatismo produttivo, grazie al
quale la fotografia entrerebbe a far parte del sistema delle arti senza
compromessi con la pittura, in qualità di macchina automatica. BRETON, nel
manifesto della poetica surrealista del 1924, descrive gli artisti
surrealisti come apparecchi di registrazione,evocando così un parallelo con
la fotografia.
La definizione stessa di surrealismo come “automatismo psichico puro”, la
trasforma in mezzo più idoneo a costruzione di quest’arte: mentre infatti
scrittura e parola sono costituite da un codice rigido che va destrutturato
per poterne cogliere l’automatismo espressivo, la fotografia, come la
definisce BARTHES, è un “Messaggio senza Codice”.
Sontag dirà: “La e ancora “il
fotografia è la sola arte naturalmente surreale” surrealismo è al centro della
“I
disciplina fotografica: nella creazione stessa di un mondo duplicato, di una realtà di secondo grado”. fotografi che si
sforzano di combattere l’apparente realismo superficiale del mezzo furono quelli che ne trasmisero in modo più limitato le
proprietà surreali; la fotografia surrealista fu soprattutto uno stile manierato di ritrattistica, riconoscibile dall’uso delle medesime
sottolineando quanto il confronto tra
decorative introdotte dal surrealismo in pittura”,
surrealismo e fotografia vada fatto per via concettuale e non formale, perchè
quando la fotografia si è sforzata di essere surrealista, l’ha fatto
replicando i modelli pittorici e quindi rinunciando alla sua specificità
Riassunti – Fotografia e Pittura nel Novecento (e Oltre) – C. Marra Pagina 8
linguistica.
Vi sono due motivi per cui la pratica surrealista amplia il ready-made
dadaista:
L’aiuto allo straniamento dell’oggetto , ottenuto con l’aggiunta di
1. particolari incongrui (Es. Dono, 1921 di Man Ray che inserisce chiodi i
un ferro da stiro oppure L’enigma di Isidor Ducasse, di Man Ray in cui
una macchina da scrivere viene ricoperta da un telo e legata in modo da
assumere sembianze femminili)
Allargamento dei confini operativi rispetto all’esclusiva casistica
2. degli oggetti: ovvero entra in gioco una pratica comportamentista, meno
legata all’oggetto materiale ma più al processo mentale/concettuale
( Es. Le Violon D’Ingres,1924 di Man Ray, in cui il corpo, grazie agli
interventi grafici,assume le sembianze di uno strumento musicale,
l’object-trouvèè che non si avrebbe modo di incontrare, se non in
fotografia;Les Larmes, 1930, di Man Ray, in cui la fotografia rende
possibile l’isolamento dell’occhio e l’aggiunta delle lacrime di vetro
in fotomontaggio) .
Oltre a questo, il surrealismo esalta l’anonimato esecutivo: c’è un
sentimento di indifferenza nei confronti dell’autorialità e ruolo
dell’artista, che passa in secondo piano rispetto alla pura registrazione.
Sette Variazioni surreliste:
EUGENE ATGET ( 1857-1927):si rivolge alla fotografia come pittore
• mancato: non ha mai voluto essere considerato un atista ma solo un
produttore di documenti, perciò si approccia al mezzo in modo meccanico
ed anti-pittorialista. Non ebbe mai contatti diretti col surrealismo ma
la conoscenza con Man Ray nel 1926 fa si che sulla rivista Le Revolution
compaiano 4 sue fotografie, che non firmerà, aggiungendo la
caratteristica dell’anti-autorialità ai suoi lavori. Alcuni ritengono la
sua figura ambigua e che i surrealisti abbiano riconosciuto come
appartenente al movimento per interesse. Walker Evans, parlando della
fama di Atget come autore documentarista dirà “Il termine esatto dovrebbe essere stile
doumentario. Un esempio di documento letterale sarebbe la fotografia di un crimine scattata dalla polizia. Un
documen