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GRUPPO STIEGLITZE' attorno alla figura di Alfred Stieglitz (1864-1846), alla galleria e alla rivista da lui fondate, le celebri "291" e "Camera Work", che nel secondo decennio del Novecento prende corpo in America una linea neopittoricista.

Per i protagonisti di questa svolta, tra i quali emergono Paul Strand (1890-1976) e Edward Steichen (1879-1973), il grande nemico è il pittorialismo storico.

Il loro slogan e obiettivo era la "straight photography", dove l'aggettivo "diretta", oltre che significare l'intenzione di un rapporto frontale col mondo in fase di ripresa, voleva soprattutto indicare, per l'autore, la necessità di stare dentro alla fotografia, di sfruttarne senza devianze le possibilità. Si presupponeva l'obbligo di individuarne lo specifico.

Era questo che Strand imputava ai pittorialisti storici: "L'ottusità dei fotografi d'oggi, cioè dei cosiddetti fotopittori".

si vede nel fatto che non hanno scoperto le qualità fondamentali del loro mezzo”. Sotto le apparenze di una critica indiscriminata a ogni congiunzione con la pittura, in difesa di un’autonomia assoluta della fotografia, si nasconde un distinguo tra pittura buona e pittura cattiva: a suo dire gli strumenti specifici della fotografia “sebbene siano differenti per stile di capacità espressiva, da quelli di ogni altra forma plastica, sono, non dimeno, imparentati con la strumentazione del pittore e dell’incisore autentico”. L’opposizione non sarebbe verso la pittura globalmente intesa, ma verso un certo tipo di pittura soltanto. Strumenti tipici della specificità fotografica—> Strand fa leva sulle diverse possibilità di visione che esistono tra l’occhio umano e quello che lui chiama “l’occhio morto” della macchina. Strand è un difensore del bianco e nero perché da questo limite può

Nascere la possibilità di registrare "una scala di valori tonali in bianco e nero, molto oltre le capacità della mano dell'occhio umani". La novità, il diverso possono scaturire dall'essere "morto" dell'occhio fotografico. Morto come fermo, occhio bloccato e bloccante, ma per questo in grado di far risaltare forme e strutture particolari.

Per Strand lo specifico fotografico va identificato con questi elementi, o meglio, con la loro valorizzazione: "Le forme degli oggetti, le tonalità di colore relative, le strutture e le linee, questi sono gli strumenti, strettamente fotografici della nostra orchestra".

Ciò che da Strand è stato riconosciuto come specifico fotografico, in realtà costituisce lo specifico trasversale di tutta la pittura.

Volendo opporsi al pittorialismo storico e allo stesso tempo valorizzare una specificità fotografica, Strand e compagni pongono così le basi di un

Il pittorialismo è un movimento inconsapevole, ma potentissimo, i cui effetti sono rintracciabili ancor oggi. Il neopittorialismo di Stieglitz, Steichen e Strand si sviluppa in perfetto accordo con la pittura di primo Novecento, ne condivide obiettivi e intenti, come per esempio un rifiuto della rappresentazione realista progressivamente destinato ad approdare verso l'astrazione pura. Per la fotografia la questione del legame con la realtà continuava a essere vivissimo e dunque si puntava su soluzioni di vago sapore linguistico.

Steichen si impegna a esorcizzare il fantasma della referenzialità: "Oggi, una percentuale piuttosto alta dei giovani fotografi più dotati, sta sperimentando ed esplorando nuove aree, creando immagini che trasmettono connotazioni e significati al di là degli oggetti rappresentati con cui spesso hanno relazioni solo indirette".

Notiamo come venga enfatizzata da un lato la techne, la bravura degli artisti, e dall'altro come il

soggetto rimanga semplicemente un pretesto, uno spunto iniziale.- il soggetto è indifferente- negazione di un rapporto privilegiato della fotografia con il reale- conta il trattamento, la techne, la componente formale- vale l'immagine in sé—> LOGICA DELLA PITTURA—> PITTORIALISMO Pittorialismo storico aveva come riferimento la pittura ottocentesca Neopittorialismo ha come riferimento la pittura astratta, non figurativa Paul Strand: "Natura morta" 1916 "Ruota di automobile" 1917 "Wall Street" 1915 Notiamo qui come il soggetto sia solo un pretesto per costruire composizioni eleganti fondate su linee e toni Edward Steichen: senza titolo 1925. "Nero" 1935: immagine che si gioca tutta sui valori cromatici 37GRUPPO f64 Edward Weston, Ansel Adams, Imogen Cunningham, Dorothea Lange f64 è la sigla che stava ad indicare, nella macchine a grande formato di negativo usate da questi autori, la massima chiusura diutilizzare il diaframma chiuso. Questo gli consente di ottenere una profondità di campo maggiore, cioè una zona di messa a fuoco più estesa nell'immagine. Il risultato è una fotografia estremamente nitida, che rappresenta un elemento fondamentale nel lavoro di Weston. Secondo Edward Weston, il primo obiettivo di un autore è quello di scoprire la "vera natura del mezzo", ovvero il linguaggio specifico della fotografia che permette di caratterizzarla in modo unico rispetto ad altri mezzi espressivi. Weston crede che le possibilità dell'obiettivo fotografico debbano essere principalmente indirizzate a evidenziare la struttura delle cose. Questa operazione rappresenta il cuore della specificità fotografica e per questo motivo Weston si sente autorizzato a utilizzare il diaframma chiuso.rispolverare lavecchia categoria del bello.Anche per Weston il primo nemico era il pittorialismo storico. Come visto per Strand,anche in Weston notiamo l'ambigua distinzione tra pittura cattiva e buona.Lui stesso aveva in mente una fotografia tutta giocata sull'esaltazione dei valori formali,posizione che lo risucchiava verso un pittorialismo aggiornato, ma sempre tale nellasostanza, ben più pericoloso in quanto convinto di esser altro, di corrispondere alla veraessenza della fotografia.La produzione di Weston è una puntuale esemplificazione di tutto questo: le sue astrazionisul paesaggio, sul corpo umano e sullo still life (peperoni e conchiglia) tendono sempre alsuperamento della referenzialità e all'esaltazione delle qualità formali di ogni singolooggetto.Questo sempre in accordo con la straight photography: "Un allontanamento estremodalla registrazione realistica è possibile e pertinente alla fotografia.

diretta”. Diretta ossia analitica, idea di una fotografia diretta su se stessa, sulla specificità del proprio linguaggio.

La questione tecnico-meccanica viene ribaltata in positivo da Weston (f64) che la pone a fondamento della qualità formale che l’immagine potrà vantare.

Edward Weston“Conchiglia” 1927“Peperone n 35” 1930 38

La vicinanza alla poetica di Neoplasticismo e Costruttivismo è confermata dalle parole di Weston stesso: “Al giorno d’oggi il fotografo non deve necessariamente farsi sembrare la sua fotografia un acquerello, poiché sia considerata arte, ma deve conformarsi alle regole della composizione”.

Ciò che questi autori attaccano non è dunque il pittorialismo tout court, ma solo una sua parziale concretizzazione.

Ansel Adams (1902-1984) diverrà il grande divulgatore del credo neopittorialista di ispirazione modernista nel secondo dopoguerra. Nel 1948 pubblica “Camera and

Lens, un testo nel quale è possibile recuperare con precisione gli sviluppi della poetica. Fondamentale nel processo fotografico è per Adams il concetto di visualizzazione. "Il termine visualizzazione si riferisce all'intero processo emotivo-mentale che concorre a creare un'immagine fotografica... Comprende la capacità di prevedere quale sarà il risultato prima ancora di effettuare l'esposizione, così da scegliere quelle procedure che contribuiranno al raggiungimento dell'effetto cercato". Adams considera l'atto fotografico un'esperienza di organizzazione del caos naturale. Al mondo ci sarebbero shapes and forms, cioè le forme naturali e quelle culturali. Caratteristica propria della shape sarebbe quella di presentarsi a noi in maniera indefinita. Secondo Adams non esiste un modo di essere proprio del mondo, un suo in sé stabilito una volta per tutte, tanto che appunto esso appare caotico.

E senza senso. Qui scatta il ruolo etico dell'artista. "L'occhio del pittore o del fotografo porta la forma (form) nelle forme (shapes) circostanti". Per Adams l'arte è innanzitutto un fatto formale. 395.2 Neopittorialismo all'europea Laszlo Moholy-Nagy (1895-1946) oltre che di fotografia si occupò anche di scultura, di design, di grafica, di cinema e di scenografia, impegno teorico con la pubblicazione di "Pittura, fotografia, film" (1925). Spesso nello sviluppo della poetica ci si trova di fronte a questioni in forte contraddizione tra loro. L'impianto base del suo pensiero parrebbe per esempio sbilanciato verso un'ipotesi di postartisticità. "Poco importa se la fotografia produca o meno una forma d'arte. L'unica vera misura del suo valore futuro verrà data dalle sue regole di base e non dalle opinioni dei critici d'arte". Le regole di base sarebbero dettate da quelle strutture.

profonde del mezzo capaci diplasmare globalmente la nostra sensorialità. Così ragionando la fotografia risulterebbeesentata dall'obbligo di doversi confrontare con la pittura. Così però non accade a causadel privilegio totale che egli aveva nei confronti della visione. E' questa centralità di interessi per la visione che lo portò alla fotografia. Iniziò ad interessarsene nel 1920, ma fu solo nel periodo in cui insegnò al Bauhaus (dal 1923 al 1928 come insegnante del corso preparatorio) che la sua riflessione sulla fotografia si fece completa e ordinata. Moholy-Nagy individuava nel mezzo fotografico la possibilità per accedere in modo diretto e immediato a quell'alfabeto visivo costituito da linee, forme e colori che i pittori suprematisti-costruttivisti avevano conquistato a fatica. La supremazia assoluta della pura forma rispetto al tema figurativo derivava dalla possibilità di fare a meno della

“nostra esperienza intellettuale e associativa” che la

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A.A. 2020-2021
107 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alicepan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della Fotografia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marra Claudio.