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Law aveva non solo rimescolato le classi sociali ma anche aumentato la corruzione dei costumi («ho
visto una nazione, generosa per natura, pervertita in un attimo, dall’ultimo dei sudditi fino ai grandi,
dal cattivo esempio di un ministro»), si stesse avviando, dopo un periodo di grandeur, verso un
periodo di décadence, come era avvenuto per l’Impero Romano d’Occidente.
5) La tesi che alla decadenza politica e morale in corso se ne affianchi una di tipo fisico, ben
esemplificata dalle 11 lettere dedicate al presunto spopolamento della Terra.
∎ Montesquieu stoico
Il Discours sur l’équité, tenuto nel 1725 come presidente di sezione al parlamento giudiziario di Bordeaux,
e soprattutto il Traité des devoirs, ancora in circolazione nei primi dell’Ottocento e oggi irreperibile,
testimoniano l’avvicinamento di Montesquieu alla filosofia degli stoici, soprattutto Cicerone e Marco
Antonio.
La giustizia è concepita come connaturata all’uomo, fondamento della società e habitus animi. Le virtù
sono concepite come disposte in gerarchia secondo i beni alle quali sono rivolte: il bene proprio, il bene
della famiglia, il bene della patria, il bene dell’Europa e infine il bene del genere umano.
A differenza che nelle LP è attribuito alla morale uno stretto legame con la religione (da Dio deriva la
giustizia, ovvero l’equità) ed è riposta maggiore fiducia nelle potenzialità che ha l’uomo di far valere la
propria inclinazione naturale alla virtù piuttosto che quella all’egoismo.
∎ Le Considérations sur les causes de la grandeur des Romains et de leur décadence
Tornato in Francia nel 1731 da un viaggio di tre anni in Europa (Vienna, miniere ungheresi, Venezia,
Milano, Genova, Modena, Parma, Mantova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Trento, Innsbruck, Monaco,
Hannover, Brunswick, miniere dello Harz, Utrecht, Amsterdam, Aia e Londra), Montesquieu lavora ad
alcuni scritti, il più importante dei quali è il trattato politico Considérations sur les causes de la grandeur
des Romains et de leur décadence dove si occupa delle cause dei periodi di grandezza e di decadenza (15
capitoli su 23) di Roma. Trovano qui sostegno:
1) La teoria del ciclo grandezza-decadenza per le nazioni.
2) La teoria della causalità storica secondo cui le cause, fisiche o morali, degli eventi sono di carattere
generale: «se l’esito di una battaglia, ossia una causa particolare, ha mandato in rovina uno Stato,
vuol dire che esisteva una causa generale per cui quello Stato doveva perire a séguito di una sola
battaglia. In una parola, il movimento principale trascina con sé tutti gli accidenti particolari».
∎ L’ Essai sur les causes qui peuvent affecter les esprits et les caractères
Il più importante degli scritti inediti di Montesquieu è l’Essai sur les causes qui peuvent affecter les esprits
et les caractères (composto probabilmente tra il 1734 e il 1738), soprattutto perché contiene una prima
sistemazione della nozione di identità nazionale (esprit o caractère gènèral d’une nation). Gli esprits
nazionali sarebbero causati da:
1) Cause fisiche: il «clima», cioè la temperatura dell’aria, i venti, la composizione chimica del
territorio, le differenze anatomiche e l’effetto sul corpo delle diverse passioni.
2) Cause morali: le «leggi», la «religione», i «costumi», le «usanze», «quella sorta di propagazione
della maniera di pensare, dell’atmosfera e delle sciocchezze della Corte della Capitale, che si
diffondono tutt’intorno».
Le seconde sono maggiormente determinanti delle prime nelle nazioni civili, ove vi è un grado sufficiente
di educazione impartita dalla famiglia e della società.
∎ L’ Esprit des lois: aspetti anti-hobbesiani
Con la pubblicazione dell’EL Montesquieu diviene il fondatore di una scienza universale dei sistemi
politico-sociali. I suoi fondamenti, contenuti soprattutto nei primi capitoli del primo libro, possono essere
presentati in relazione di contrasto con quelli della filosofia politica di Hobbes:
1) Le leggi sono definite, plausibilmente sulla scia della tradizione stoica che pone il Logos nella
natura, come «rapporti necessari derivanti dalla natura delle cose».
2) La giustizia è concepita stoicamente ed anti-hobbesianamente come «eterna e per nulla dipendente
dalle convenzioni umane».
3) A differenza dell’uomo e dello stato hobbesiani, i quali sono il primo per natura bellicoso e il
secondo garante della pace attraverso l’oppressione, l’uomo e lo stato montesquieano sono il primo
mite allo stato di natura, ma poi bellicoso allo stato di società al quale è naturalmente portato e il
secondo garante della pace attraverso il mantenimento dell’equilibrio tra le forze all’interno della
società politica. Commenta a questo proposito Raymond Aron: «se la guerra è umana si può
sognare la pace assoluta; se è sociale, si può semplicemente sottoscrivere l’ideale della
moderazione». Tale relativizzazione della guerra e della pace permettono a Montesquieu di
riesumare la teoria classica e medievale della guerra giusta e di teorizzare il diritto internazionale
mentre per Hobbes la guerra è il male assoluto e inter arma silent leges.
∎ L’ Esprit des lois: il dispotismo
Un primo elemento di originalità del trattato è la trattazione del dispotismo come forma autonoma di
governo. Ogni tipo di governo è caratterizzato dalla propria natura (la struttura costituzionale), dal suo
principio («le passioni umane che lo fanno muovere»), dall’estensione territoriale che gli è confacente e
dalla collocazione geografica:
1) La repubblica è il governo di molti, ha come principio la virtù politica, non si mantiene in territori
che non siano di piccola grandezza ed è sconosciuta in Oriente.
2) La monarchia è il governo di uno limitato da leggi stabilite da poteri intermedi (nel modello
francese l’aristocrazia, il clero e la nobiltà di toga dei parlamenti giudiziari), ha come principio
l’onore, è adatto a territori di media grandezza e in Occidente si è alternato con la repubblica.
3) Il dispotismo è il governo arbitrario di uno e le sole leggi che possono limitarlo sono quelle
contenute nei «monumenti della religione» come ad esempio i testi sacri, ha come principio il senso
d’ansia e di insicurezza, è l’unico modo che i regnanti che hanno fatto grandi conquiste hanno di
riuscire a mantenere sotto controllo i territori lontani ed è dominante in Oriente.
La diversa collocazione geografica del dispotismo rispetto alle forme di governo moderato si deve a due
caratteristiche dell’Asia che non ha l’Europa:
1) In Asia manca una zona temperata, per cui i popoli liberi del Nord, essendo a diretto contatto con
quelli indolenti del Sud, hanno facilità nel conquistarli.