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ARCESILAO
Nel III secolo alcune istanze scettiche penetrarono nella scuola di Platone. Secondo giudizio emesso da Cicerone negli Academici con Arcesilao ebbe inizio l'Academia nuova. Influenza scetticismo di Pirrone (oscuramente e polemicamente suggerita) e sviluppo di spunti già presenti nella tradizionale socratica e platonica. Ragionevole pensare che nella sua lettura dell'opera di Platone si soffermasse con particolare interesse sugli aspetti dialettici e aporetici di quella filosofia, sulla critica dei sensi e dell'opinione e ancor più sulla presentazione della figura di Socrate in quei dialoghi in cui ogni tentativo di definire un qualche oggetto è confutato da Socrate che conclude finalmente nella dichiarazione della propria ignoranza. Necessità di controbattere gli argomenti delle scuole che al suo tempo stavano guadagnando maggiori consensi proprio insegnamento filosofia che presumevano di attingere la certezza assoluta della.
conoscenza. Giunse a dire di non sapere nemmeno quell'unica cosa che Socrate aveva riservato a se stesso (sapere di non sapere).
Metodo di Arcesilao - argomentazioni contro criterio stoico della verità. Procedendo dialetticamente accetta la disposizione tra stolti e saggi ammette poi che Zenone che sia indegno del saggio avere opinioni e accetta infine la distinzione tra il dare e il negare l'assenso. Conclusione che il saggio di conseguenza dovrà sempre negare l'assenso e sempre sospendere il giudizio.
La comprensione non può essere, come pretendevano gli stoici, uno stato cognitivo intermedio tra l'opinione e la scienza, cioè uno stato comune a saggi e stolti - uno stato cognitivo che si dia in uno stato sarà opinione, se si dà invece nel saggio sarà scienza. Non ci potrà essere nulla in comune tra i due.
La comprensione non può essere criterio della verità, né può esistere una
rappresentazione comprensiva perché non si dà mai secondo arcesilao una rappresentazione vera tale che non potrebbe essere anche falsa, senza che ci sia per l'uomo alcune possibilità di discernere l'una dall'altra. Se dunque non c'è alcuna cosa che possa essere oggetto di comprensione, si dovrà sempre negare l'assenso. Assentire a ciò che non è comprensibile equivarrrebbe a opinare e anche gli stoici affermano che non è degno del saggio opinare. Negare sempre l'assenso significa sospendere il giudizio. Le stesse premesse stoiche condurrebbero alla generalizzazione dell'epoche. Si trovò a dover fronteggiare l'obiezione che le sue tesi circa l'impossibilità di comprendere qualsiasi cosa, l'inesistenza di un criterio della verità, la necessità di sospendere sempre il giudizio avrebbero reso impossibili la vita e l'attività pratica, che hannoBisogno di un criterio che le guidi. Erano gli stoici stessi a distinguere:
- Azioni medie, poter essere soltanto ragionevolmente giustificate;
- Azioni rette.
Semplice ragionevolezza assunta da Arcesilao come criterio orientativo per la prassi su un piano assolutamente distinto da quello della verità intelligibile. Il fatto poi che non esistesse secondo lui un piano di certezza e di verità gli permetteva di considerare le azioni ispirate a ragionevolezza come senz'altro rette e tali da garantire la felicità.
PLUTARCO
Alcune argomentazioni conservate da rinfaccia agli stoici l'inutilità dell'assenso in vista dell'azione, per la quale sarebbero sufficienti la rappresentazione di un oggetto appropriato e l'impulso che naturalmente guiderebbe l'uomo verso quell'oggetto. Non è veramente chiaro quanto l'argomento sia coerente con quello dell'eulogon, né se Arcesilao di preoccupasse di collegare i due.
Ragionamenti. La difficoltà capitale è allora di non poter spiegare chiaramente come lo scolarca accademico dovrebbe potuto sostenere qualche tesi come convinzione personale e sua propria senza contraddire la sua stessa conclusione circa la necessità di sospendere sempre l'assenso e la dichiarazione di non sapere nemmeno di non sapere. Chiaro che l'intera attività filosofica di Arcesilao presuppone proprio un'interpretazione completamente scettica di Platone. Combattendo gli stoici e tutte le altre forme del dogmatismo compì un'opera di primario valore filosofico insegnando a mantenere alla filosofia una fondamentale funzione di approfondimento critico dei problemi. Combattendo gli stoici egli riuscì a mettere in luce alcune difficoltà delle teorie sensistiche della conoscenza e promosse così il ripensamento di alcune parti del sistema stoico poi compiuto da Crisippo.
Carneade (215-130). Non scrisse mai nulla.
le informazioni risalgono agli scritti di Clitomaco. Primo filosofo greco ad ottenere rinomanza a Roma. 54156 invitato ad Atene come ambasciatore insieme a Diogene di Babilonia e Critolao. Tenne discorsi tra loro contraddittori sulla giustizia suscitando enorme interesse nella gioventù e preoccupazioni allarmate in Catone, che fece il possibile per abbreviare il soggiorno romano dei tre filosofi. I discorsi romani pro e contro l'esistenza del diritto naturale e della giustizia lasciarono traccia nel De re publica di Cicerone. Enorme sforzo critico del filosofo che sottopose a esame e attaccò quasi ogni aspetto della dottrina stoica: la gnoseologia e la dialettica (Academici), la cosmologia, la teologia e la dottrina della provvidenza (De natura deorum), la divinazione (De divinatione), l'etica (De finibus), la dottrina del destino (De fato). Il metodo dialettico due forme: - Accettando le premesse poste dagli avversari le sviluppava conducendole a conclusionicontraddittorie e mostrandone quindi l'infondatezza e l'arbitrarietà. In relazione a un determinato problema prospettava tutte le soluzioni teoricamente possibili insistendo su quelle storicamente enunciate e mettendole in contraddizione tra loro, mostrando l'impossibilità di aderire a una qualsiasi di esse. Contro la dottrina del fato difendeva vigorosamente l'autonomia della volontà umana. Contro quella relativa al problema della conoscenza faceva largo uso dell'argomento del sorite. A ogni rappresentazione che si presentasse comprensiva sarebbe sempre possibile affiancare un'altra non comprensiva, di cui sarebbe peraltro impossibile precisare la differenza dalla prima. La rappresentazione comprensiva non può dunque essere il criterio della verità. Non può esserlo nemmeno la ragione e neanche i sensi. Non esistendo alcun criterio di verità, si è ridotti alla sospensione dell'assenso. Si trovava a doverRendere conto della condotta della vita e dell'azione. Teoria dei tre criteri pratici esposta da Sesto Empirico (criterio di attendibilità crescente):
- Rappresentazione persuasiva, quella che appare vera in quanto dotata di una chiarezza distinta;
- Rappresentazione persuasiva e non contraddetta da altre;
- Rappresentazione compiutamente esaminata.
Le rappresentazioni si danno sempre a noi come collegate da una catena. Massima la rappresentazione stessa e tutte quelle con essa concorrenti, come dovrebbe essere fatto specialmente nei casi in cui sia in gioco la felicità.
Per la felicità Cicerone gli attribuisce almeno due tesi diverse, negli Academici aggiunge persino che Clitomaco confessava di non essere mai riuscito a capire quale fosse realmente l'opinione del maestro.
La posizione di Carneade via di mezzo tra il dogmatismo e lo scetticismo radicale di Arcesilao. Ma non è affatto verosimile che lui intendesse attuare l'intransigenza accademica.
nella questione dell'assenso. Arcesilao aveva argomentato che la rappresentazione e l'impulso bastavano da soli a muovere l'azione. Facile per gli stoici rispondere che perché l'azione potesse essere considerata un'espressione della responsabilità morale dell'uomo, occorreva invece proprio che essa avesse ricevuto la conferma dell'assenso. Carneade rispondeva continuando a rifiutarsi di parlare di assenso, ma non negando invece che si potesse "seguire" o "far uso di" o addirittura "approvare" una rappresentazione. Mostrava come ci fosse una confusione nel modo degli stoici di parlare dell'assenso. Sono cose molto diverse "accettare di fare x" e "accettare x come vero". Così era per Carneade possibile parlare di decisioni prese senza far ricordo all'assenso e continuare a sostenere con piena forza la necessità di sospendere sempre l'assenso in.Quanto questo sia accettazione di verità. Solo apparentemente Carneade fu un sostenitore dell'epoche meno intransigente di Arcesilao. Filosofia è riflettere sulle dottrine filosofiche e solo mediante, attraverso la discussione delle dottrine, arrivare ai problemi e alle cose. La ne dell'Academia scettica23.
FILONE DI LARISSA
Fra i discepoli di Carneade emerso dopo Clitomaco. 88 fuggì a Roma. 1° marzo 86 Silla riprese Atene con le armi e Academia irrimediabilmente danneggiata. A Roma tra i suoi discepoli Antioco preso le strade che lo allottavano sempre di più dallo scetticismo. L'Academia era finita e i pensieri rimasero solo grazie a Cicerone. Filone sotto gli attacchi delle scuole rivali attenuato il rigore delle posizioni della scuola nella disputa sul criterio: in un primo tempo aveva interpretato Carneade nel senso meno rigorista possibile, ammettendo a quanto sembra che si potesse concedere l'assenso in certi casi, sia pure tenendo
Presente la provvisorietà e la fallibilità di questo. Come riferito da Sesto Empirico - "quanto al criterio stoico, cioè alla rappresentazione comprensiva, le cose erano incomprendibili; ma quanto alla natura loro stessa, erano comprensibili". L'ammissione della comprensibilità delle cose comportava comunque un netto distacco dalle posizioni fino ad allora sostenute dagli accademici. Filone estendeva l'applicazione della rappresentazione persuasiva di Carneade dall'uso di un mero criterio pratico al campo delle conoscenze teoriche; e sappiamo che nella sua etica egli si spinse fino a riconoscere l'opportunità di una precettistica positiva.
CAPITOLO SESTO - LA FILOSOFIA NEL MONDO ROMANO
1. Roma e i loso155 anno dell'ambasceria dei tre scolarchi ateniesi a Roma, data d'ingresso della filosofia greca nel mondo latino. I rapporti con le città greca dell'Italia meridionale acetano da tempo
già introdotto tra i romani nozioni filosofiche - opere dei poetiEnnio e Terenzio. Al crescere dell'interesse del pubblico colto per la filosofia si accompagnava un forte sospetto verso questa da parte della classe dir