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Riassunto esame Storia della città e del territorio nel Medioevo, prof. Raffaele Savigni, libro consigliato Le città italiane nel Medioevo: XII-XIV secolo, F. Franceschi, I. Taddei Pag. 1 Riassunto esame Storia della città e del territorio nel Medioevo, prof. Raffaele Savigni, libro consigliato Le città italiane nel Medioevo: XII-XIV secolo, F. Franceschi, I. Taddei Pag. 2
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LO SCONTRO TRA IMPERO E COMUNI – XII SECOLO

Dopo anni di debolezza imperatori, sale Federico I di Svevia (1152) che voleva consolidare

potere imperiale in Italia, ove comuni già esistevano e si governavano. Questi formalmente

riconoscevano sovranità impero, ma pretendevano esercitare sue prerogative, gli iura regalia:

(battere moneta, emanare leggi, imposte, esercito). Barbarossa in risposta, tramite doctores

università di Bologna, avanza pretese rifacendosi a diritto Romano e Carolingio. Poche città

(Cremona, Como, Lodi) si schierano con impero. Inizialmente Federico sottomette Milano (1158)

ed è apogeo potere impero in Italia, ma un anno dopo è eletto Papa Alessandro III che per

contrastare potere impero, si schiera con le città.

Quindi nel 1167 nasce LEGA LOMBARDA (unione comuni Lombardi, Veneti ed Emiliani)

comandata da Milano. Nel 1176 Barbarossa è sconfitto a Legnano. Nel 1183 PACE DI

COSTANZA pone fine a guerre riconoscendo autonomia comunale, ma dietro pagamento tributo.

Comune è riconosciuto da impero e integrato nelle strutture del regno d’italia.

I PODESTA’

Transizione da consoli a podestà avviene tra XII e XIII SECOLO perché consoli non riuscivano a

placare faide interne. aristocratici e borghesi premevano per accedere a consolato e quindi alla

militia privilegiata. Per timore di perdere privilegi questa si chiude e piccolo numero famiglie

monopolizza cariche comunali. Conflitti aumentano, specialmente con arrivo del POPOLO nel

XII secolo (mercanti, artigiani, notai) che si oppose a questa MILITIA aristocratica. Volevano

limitare privilegi aristocrazia e loro egemonia politica, limitare loro conflitti continui eleggendo un

PODESTA’. Inizialmente si affianca a consoli ed era eletto dentro città o da imperatore, poi venne

reclutato tra forestieri (sempre tra militia). Era pagato, 1° politico di professione comunale. Eletto

da cittadini, governava per 1 anno ed era giudicato a fine mandato. Doveva essere arbitro fazioni

senza legami dentro città: comandava esercito, amministrazione e giustizia, anche se ruolo

era esecutivo dei consigli cittadini. INIZIANO AD ESSERE COSTRUITI I PALAZZI, SEDE

AUTORITA’ CITTADINA E SIMBOLO AUTONOMIA. Burocrazia aumenta insieme a notai che

trascrivono leggi e ordinanze. Partecipazione a governo si allarga con podestà, grazie a burocrati

richiesti. FEDERICO II

Federico II (1220-1250) imperatore e re di Sicilia, volle riportare italia sotto guida imperiale. Voleva

rivedere accordi pace Costanza e comuni nel 1226 ricostruiscono Lega Lombarda (guida

Milano, bologna, Brescia, Mantova ecc) appoggiata da Papa Gregorio IX (non voleva potere

imperiale in Ita). Inizialmente (1237) successo imperatore e Ita affidata a funzionari imperiali,

guidati da Re Enzo, figlio Federico II. Ma Papa Gregorio IX scomunica imperatore e successore

Innocenzo IV (1243-54) libera sudditi da obbedienza a Federico. Nel 1248 truppe Lega

sbaragliano Federico e lui muore due anni dopo. Autonomia comuni salva.

GUELFI E GHIBELLINI: DIVISIONI DEL 200

Guelfi e Ghibellini appaiono in Ita nel 1240 da Firenze, diffondendosi ovunque (tratti da

antagonismo tra Weifen duchi sassonia e gli Hohenstaufen, duchi di Svevia). Guelfi=filo papali

(Innocenzo IV e Gregorio IX) – Ghibellini = filo impero(Federico II).

Guelfi godettero di egemonia a lungo grazie appoggio papi e re Angioini Francesi (Carlo

d’anigiò), chiamati in Ita da Papa e che sostituiscono gli Svevi in Sicilia. Si alleano con principali

comuni nord. pag 141

IL COMUNE POPOLARE (popolo diventa forza di governo)

a lotta Guelfi\Ghibellni si aggiunge quella populus\militia (nobiltà adesso). Popolo diviene un vero

gruppo politico (populus) (fondendo insieme tutte le associazioni popolari di parrocchie, porte

cittadine, quartieri e associazioni militari di pedites opposti a cavalieri della militia) opposto ai

milites. POPOLO si integra nel comando del comune con supporto delle corporazioni.

Da metà 1200 molte città hanno uno o più CAPITANI DEL POPOLO. Questo spesso si affiancò

al podestà, di cui ricalcava competenze. Esso faceva valere diritti popolo nel governo comune.

Spesso però capitano popolo ottenne sorveglianza e quindi supremazia anche sul podestà

stesso. Era spesso visto come uno stato nello stato.

GIUSTIZIA: rivoluzionata da capitani popolo: 2 corti parallele: una comandata da podestà e altra

da capitano popolo. Crebbero leggi che proteggevano popolo da milites, inoltre si reprimevano gli

aristocratici e le loro eterne faide in nome dell’ordine pubblico e pace cittadina. Tramite suo

tribunale, popolo priva aristocrazia di molti privilegi fiscali, diritti signoliri, usare clientele armate,

portare armi e costruire torri e fortezze. A fine 1200 a Firenze e Bologna, con serie di leggi

(ordinamenti sacrati\issimi) si tenta anche di escludere aristocratici dal governo. (popoli

spesso rappresentati da mercanti ricchi e artigiani). Queste leggi ebbero carattere poco duraturo

con diverse reintegrazioni magnati. La militia venne tassata accollandosi l’onere del cavallo da

guerra, e il popolo creò associazioni militari per contrastarla. Volgare inizia ad essere usato nei

registri comunali, che crescono insieme alla burocrazia, testimonianza di quanto il popolo tenesse

alla res publica.

ESPANSIONE NEL CONTADO: sempre da metà 1200 governi popolari tentano espansione

nel contado: usando armi giuridiche e amministrative legalizzano controllo sulle campagne, grazie

a giudici e notai del comune. 2 cambiamenti: governi popolo nominano ufficiali cittadini per

comandare contado (comuni prima sceglievano rappresentanti locali) – liberarono da condizione

servile molti servi assoggettati a signori nelle campagne, in cambio di indennizzo ai signori (azione

politica per privare di privilegi gli aristocratici rurali). Anche se governi popolo riuscirono solo in

parte nell’intento (Bologna, Firenze) e di pacificare lotte interne, maggior successo fu nella

maggiore equità fiscale e partecipazione a vita pubblica cittadina.

I REGIMI SIGNORILI

Da metà 1200 insieme a governi popolo, molte città nord conoscono fenomeno SIGNORIE:

spesso grazie a sostegno imperiale un signore egemonizzava una città e un territorio. Spesso

facendosi nominare podestà e rendendo ereditaria la carica o controllando le elezioni. Grandi città

marinare come Venezia, Pisa, Genova e Toscana furono meno toccate da signori, questo perché

la primaria importanza dei commerci dava valore a ceto mercantile\ bancario piuttosto che

aristocratico terriero.

FERRARA: Estensi iniziano dominio nel 1240, ottenendo carica podestà grazie a supporto guelfi e

dopo 50 anni Obizzo, figlio di Azzo, ottiene nomina podestà ereditaria per figlio.

MILANO: Visconti alleati aristocratici e contro Angioini, conquistano Milano nel 1277 e grazie a

supporto imperiale e di arcivescovo Ottone Visconti, ottengono carica Capitano Popolo ereditaria.

Da questi esempi capiamo che inizialmente signorie non eliminarono istituzioni comunali ma

ne presero controllo x accalmazione popolare o sostegno esterno\interno. Questi signori erano

poi dichiarati legittimi da imperatore nel regno italia o da papa nello stato pontificio con titolo di

vicario. Questi signori riuscirono meglio dei comuni ad espandere domini cittadini, arrivando a

forme statali estese, come Visconti Milano che assoggettarono tutta Lombardia ed estesero

influenza anche su Marche e Romagna grazie a contratti e rapporti clientelari.

LE OLIGARCHIE TOSCANE

Sempre a metà 1200, contemporaneamente a signorie e capitani popolo, in Italia centrale si

diffondono regimi oligarchici:

Siena retta da regime dei NOVE ove dominava il popolo grasso dei mercanti, anche se tutti erano

rappresentati.

FIRENZE: repubblica Firenze da sempre dominata da corporazioni ma a fine 200 classe di

mercanti e banchieri si appropria potere escludendo popolo e nobili. Nel 300 nasce magistratura

della Signoria (formata da 8 priori e 1 gonfaloniere di giustizia capo governo). Aiutata poi da 2

collegi minori, del Popolo e dei Buonomini, mentre alla base le vecchie istituzioni con consiglio del

Podestà e del Capitano Popolo.

Insomma da fine XIII secolo, capitani Popolo, Signorie e Oligarchie sono esempi di tendenza a

rafforzamento gerarchico istituzioni comunali, con signori e oligarchi che sapranno costruire stati

estesi che nel 3\400 semplificheranno geografia italiana.

GLI INTELLETTUALI E IL COMUNE

Vita urbana, benessere e istruzione fanno nascere nuova figura intellettuale laico ovvero istruito

su cose laiche, anche se ruolo ecclesiastici resta importante. Giuristi, notai, medici e maestri

retorica diventano indispensabili nei comuni.

GIURISTI: importanti perché davano legittimità a comune e amministrazione. Con riscoperta diritto

romano e studio Corpus iurisi civilis Giustiniano, si riconobbe legge comune dell’impero e di questo

ne fece diritto Federico I Svevia x rivendicare dominio. Ma da 1200 viene elaborato lo ius

proprium: le leggi locali e statuti cittadini, grazie a giuristi insediati nei comuni che volevano

autonomia. Conoscenza leggi era primaria per governo città e tutti i podestà ne avevano

conoscenza, erano milites-iudices.

NOTAI: legati a nascita comuni stessi xchè operanti per pubblico e non privato. Avendo ricevuto da

imperatore delega di dare valore a documenti, notai davano valore a documenti comunali. Da una

parte notaio diede riconoscimento ai comuni, da altro comuni favorirono questa professione

integrandola nel governo. Sovranità della legge venne svincolata da impero e fatta discendere da

Dio, grazie a notai bolognesi, contro Federico II.

RETORI: Brunetto Latini, maestro Dante, autore del tresor, prima enciclopedia in volgare. Era

notaio e retore, e nella sua opera pone sopra ogni scienza la retorica come tesoro. Ritenuta

indispensabile per governo cittadino, ogni capo governo doveva possederne principi.

RELIGIONE CIVICA

città alto medioevo già consapevoli di essere res publica che garantiva libertà abitanti, ma sotto

vescovo, principale guida. Comune eredita questi tratti di libertà bene comune e concordia

interna, ma con CONSOLI vuole indipendenza da Vescovo. Allo stesso tempo cercano riti religiosi

civici di appartenenza, con aiuto ordini Francescani e Domenicani che assecondavano richieste

spiritualità. Cattedrale e culto santi protettori diventano elementi identitari sia civili che

religiosi. Ogni città crea o rielabora culto suo patrono: s ambrogio a Milano, s Petronio a Bologna,

S Giovanni Battista Firenze. Questo per sacralizzare città e darle legittimità. Si facevano

coincidere feste santi con quelle di vittorie importanti. Queste celebrazioni vedevano processioni a

cui partecipavano associazioni e corporazioni e pali. Anche partecipazione alle crociate

contribuisce a identità: Genova partecipa a prima (1099) e si legittimava dominio mediterraneo di<

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
11 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Elakos86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della città e del territorio nel medioevo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Savigni Raffaele.