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Estratto del documento

Nel momento in cui diciamo che il gusto si fonda solo su capacità soggettive (facoltà del soggetto) e si può

spiegare con riferimento al soggetto umano, senza ipotizzare interessi esterni, questo diventa qualcosa che

viene indagato. Ciò lo fa Kant: il soggetto umano è l’unico che può formulare giudizi di gusto, per il quale la

bellezza vale, perché è a metà della dimensione razionale e una fisica. Il giudizio di gusto si fonda unicamente

sulla capacità del soggetto porta la conseguenza sulla riflessione filosofica sul soggetto stesso; questa

riflessione è affrontata in una prospettiva psicologistica: quali sono le facoltà dell’animo che spiegano la

formulazione del giudizio di gusto? E’ la prospettiva dell’Empirismo, studio basato sull’esperienza della psiche

del soggetto (ritroviamo autori come Hume).

Dal pdv empirico di riflessione sul soggetto, la prima questione che emerge è quale è la facoltà del gusto? Se

fisico è il gusto tramite la bocca; ma per il gusto spirituale? (secondo capitolo).

RICAPITOLANDO - Autonomia di -> gusto, arte, soggetto (dimensioni che si intrecciano):

dimensione valutativa: gusto come capacità di valutare autonomamente la bellezza di una

• rappresentazione;

produzione: creazione artistica -> emerge l’autonomia (es. voyeur, il guardone: la rappresentazione

• artistica è autonoma e punta solo all’apprezzamento da parte del soggetto).

Dal pdv storico Bozal suddivide i paragrafi col punto di passaggio il XVIII secolo, in cui si intrecciano le

dimensioni dell’autonomia. L’arte non era autonoma bensì sussidiaria (funge da strumento di qualcosa di più

importante es. cattedrali cristiane). La svolta arriva col gusto illuminato: si tematizza il piacere

dell’immaginazione. La contrapposizione è tra il pdv aristotelico (mimesis e catarsi -> piacere subordinato ad

altre istante) e il pdv kantiano (disinteresse del piacere, tipico del giudizio di gusto). L’opera piace per se

stessa.

Ripasso -> Il gusto si forma come nozione autonoma da istanze che precedentemente avevano dominato la

pratica artistica e la riflessione sull’arte. Ciò porta ad una concezione del gusto non più derivativa rispetto

altri termini, ma indipendente. Dal pdv filosofico/teorico vi è una svolta con Kant con la nozione di

disinteresse, piacere senza interesse, opposta alla nozione di un gusto che deve trasmettere contenuti: per

Kant l’opera d’are può trasmettere contenuti, ma per essere apprezzata esteticamente deve piacere di per

sé, indipendentemente dai contenuti. Dal pdv della pratica artistica, questa trasformazione è presente nei

quadri con le vedute: l’artista permette di gettare uno sguardo nell’oggetto della sua produzione. Il gusto è

conferito allo spettatore dell’opera. Nascono le esposizioni, il mercato artistico, la critica d’arte e il pubblico

dell’arte: è la preistoria dei musei odierni. Ciò porta alla diffusione di una critica artistica e uno stabilirsi del

gusto: il gusto è determinato tramite la critica. Tutti questi aspetti del gusto auto-fondato hanno a che fare

con la nuova idea del soggetto autonomo, tratto tipico dell’Illuminismo: l’autonomia del gusto è un tratto

essenziale del progetto della Modernità, ma con tutte le difficoltà teoriche di nuove questioni (perché il gusto

trovava la sua ragione in altro). Adesso ci si domanda come un piacere, che è mediato, possa avere un valore

universale. Questo dibattito arriva fino a noi: tensione tra l’esigenza di un criterio normativo (norme

empiriche del gusto e dell’arte) e l’esigenza dell’autonomia del soggetto (richiesta del soggetto di poter

essere autonomo nel suo giudizio di gusto). Parte importante della riflessione del gusto nel Settecento è sulle

facoltà del gusto.

Cap. 2 Facoltà del gusto

Questioni delle qualità estetiche: quali sono gli aspetti, caratteristiche, estetiche e attraverso quali facoltà le

cogliamo? Bozal inizia con un paragone linguistico, X è P, diverse nell’ordine degli enunciati:

-> giudizio che esprime qualità dell’oggetto (conoscitivo). Enuncia una

Quella montagna è alta tremila metri

qualità oggettiva data, verificabile, misurabile -> l’affermazione è valida a prescindere dal soggetto.

Quest’affermazione è vera anche in assenza del soggetto perché non ha come presupposto necessario un

riferimento al soggetto. Il soggetto non ha alcun potere decisionale. Contano solo le qualità dell’oggetto.

qualità percepita

-> giudizio che esprime una qualità estetica. Enuncia una

Quella montagna è grandiosa

dal soggetto -> si riferisce al soggetto. La frase è vera solo se c’è un soggetto per il quale la montagna è

grandiosa. Il soggetto ha potere decisionale: senza soggetto umano la frase non avrebbe senso! In questo

caso non proietto una mia idea sulla montagna, ma mi aspetto un riscontro da parte di altri soggetti (positivo

o negativo) -> è Kant. Noi non intendiamo ma facciamo

Mi sembra che la montagna sia grandiosa,

un’affermazione che crea l’aspettativa di un assenso/dissenso da parte di altri. Bozal spiega la differenza tra

(per i sensi) e (non è solo una percezione dei sensi, che giocano un ruolo ma non il ruolo).

grande grandiosa la presenza di qualità dell’oggetto è fondamentale:

Questo giudizio non enuncia una qualità dell’oggetto, ma

grande,

la montagna è se fosse piccola non direi grandiosa! Io non enuncio una proprietà dell’oggetto

(grandiosa) ma c’è qualche proprietà dell’oggetto che deve esserci (grande) -> non diciamo di una collina che

è grandiosa. Usando c’è un incontro tra qualità dell’oggetto + disposizione del soggetto -> non tutti

grandiosa

sono disposi a vedere la grandiosità della montagna (qualcuno ha differenti criteri estetici oppure non gli

piacciono le montagne).

Avendo due soggetti che commentano la montagna, uno dei due viene da un contesto dove la nozione di

grandiosità non si è sviluppata o l’apprezzamento della bellezza naturale non esiste, così avremo una

differenza storica/culturale/geografica. Quando la qualità estetica della grandiosità sta al di fuori del contesto

cui il soggetto si trova, egli non sarà in grado di riconoscere quella qualità e di esprimere questo tipo di

giudizio. Elemento storico -> contesto storico/culturale dove la grandiosità è un predicato accettato, qualcosa

che ha un senso e fa parte della visione del mondo. Se invece la montagna è vista solo come fonte di cibo,

storicità,

nessuno si interessa della grandiosità della montagna. I giudizi di gusto sono sottoposti alla ossia

sono deboli. Ciò costituisce un’altra differenza tra i due giudizi: la montagna sarà sempre alta 3.000 mt, ma

la grandiosità cambierà dipendentemente dal contesto storico. Le qualità estetiche non sono naturali ma

storiche! Il rapporto d’interazione è mutevole tra il soggetto e l’oggetto: così emerge la qualità estetica e

storica. immediata:

Se ci troviamo in un contesto in cui la grandiosità è un termine d’uso, la sua affermazione è ciò

non è il risultato di un’argomentazione, ma l’apprezzamento è immediato e non segue un ragionamento

logico. E’ il risultato di una percezione, -> la qualità estetica è una qualità della percezione.

aisthesis

Bozal riassume i problemi del giudizio di gusto: essi sono immediati, non il risultato di un’argomentazione ma

pretendono di essere veri per tutti. Discutendo di qualsivoglia ambiti e ci troviamo in disaccordo, possiamo

argomentare. Ma nel caso del non ci sono argomenti per esigere un accordo universale ->

grandioso,

caratteristica speciale delle qualità estetiche. Io esigo un accordo ma non ho argomentazioni da portare per

esigere un accordo! Il fatto di una montagna di esser grandiosa ha a che fare con una caratteristica del

soggetto, ma non è tutto lì. Nota la diversità dai giudizi di fatto o scientifici: i predicati estetici hanno la

pretesa di esser condivisi così come quelli scientifici, ma in modo diverso. Il giudizio estetico è espressione di

figura,

un rapporto con il mondo che necessità di una che non è qualcosa di naturale, ma esiste solo in quel

rapporto (si costruisce all’interno del rapporto e non al difuori). Le qualità estetiche si risolvono nella

tensione tra dati oggettivi e soggettivi (ricorda il libero gioco di Kant).

Bozal spiega il valore di -> esplicitiamo la differenza tra

è: rappresentiamo

ci la montagna come grandiosa

un giudizio conoscitivo e uno estetico (non diciamo La

Ci rappresentiamo la montagna come alta 3000 mt).

rappresentazione è ciò che tiene insieme aspetti diversi:

aspetto storico -> mutevolezza;

• non naturalezza -> la grandiosità non è proprietà naturale della montagna, ma è una mia

• rappresentazione;

risultato di una percezione (diverso dal giudizio conoscitivo);

• non si argomenta;

• tensione tra soggetto e oggetto-> io-soggetto mi rappresento la montagna-oggetto.

Rappresentazione tiene insieme soggetto e oggetto: io mi rappresento qualcosa -> l’oggetto non manca. Il

termine rappresentazione combina l’aspetto soggettivo e l’aspetto oggettivo, figura che non è né una

proiezione del soggetto né una qualità dell’oggetto.

In Kant torna il noi non affermiamo qualcosa della montagna, ma è come se lo stessimo facendo.

come se: Ci

al modo di una qualità oggettiva. Noi non diciamo

rappresentiamo la montagna come grandiosa, Ci

-> non ha senso. Al contrario Ci rappresentiamo la

rappresentiamo la montagna come se fosse alta 3000 mt

ha senso -> metà tra soggetto e oggetto.

montagna come grandiosa

Il giudizio estetico (bello etc.). è più preciso di dire

rappresenta come Rappresentarci la montagna come

perché scompare il riferimento al soggetto: chi sta contemplando la montagna?

Quella montagna è grandiosa

Ricorda che la montagna non è grandiosa per chiunque, ma solo per il soggetto che se la rappresenta: ciò è

diverso dal dire che è una proiezione del soggetto:

-> non attribuisce niente all’oggetto;

Per noi la montagna è grandiosa

• pretende di avere un valore universale: mi aspetto un

Mi rappresento la montagna come grandiosa

• consenso/d

Dettagli
A.A. 2016-2017
23 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/04 Estetica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher claudia.caleca495 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'estetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Siani Alberto Leopoldo.