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La terza fase e la tutela dei diritti dell'uomo
La terza fase si apre con l'approvazione della Dichiarazione del 1948 e non c'è alcuna certezza che sia definitiva per quanto riguarda l'effettiva tutela di tali diritti. Infatti, l'uomo ha potuto tutelarsi contro la loro violazione da parte dello Stato mediante il diritto di resistenza durante la prima e la seconda fase, e l'approvazione della Dichiarazione ha fatto solo in modo che l'alternativa tra oppressione e resistenza sia meno probabile. Non ha risolto il problema.
Accanto al problema dell'effettiva tutela dei diritti dell'uomo, c'è anche quello della maturazione di nuove esigenze e quindi di nuove libertà e poteri, dati dalla natura stessa dei diritti sociali, gli ultimi ad essersi sviluppati dopo l'affermazione dei diritti di libertà prima e dei diritti politici poi.
Gli organismi internazionali devono essere molto autorevoli da farsi rispettare e coloro a cui è rivolta la loro autorevolezza.
devono considerare come validi gli argomenti della forza e della ragione. quando queste due condizioni sono assenti che si verifica una situazione di insufficiente omancante protezione dei diritti dell'uomo. Tali organismi promuovono i diritti umani, verificano segli Stati hanno accolto le raccomandazioni e rispettato le convezioni e predispongono la propriatutela giurisdizionale di grado internazionale.Una vera e propria tutela internazionale dei diritti umani, che comunque resta sempre connessa conlo sviluppo globale della civiltà umana, si avrà solo quando una giurisdizione internazionale riuscirà a imporsi e a sovrapporsi alle giurisdizioni nazionali attuando il passaggio della garanzia dentro lo Stato alla garanzia contro lo stato. Questo tipo di garanzia è stato previsto dalla Convenzione Europea dei diritti dell'uomo firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed entrata in vigore il 3 settembre 1953.Tuttavia, Solo due quinti degli Stati membriDell'ONU hanno ratificato le due convenzioni internazionali sui diritti dell'uomo, e ci sono grandi differenze tra gli stati del primo, del secondo e del terzo mondo.
I diritti dell'uomo possono essere considerati da varie prospettive, e secondo Bobbio quella che dovrebbe essere assunta in quest'ambito è quella che lui chiama filosofia della storia, ovvero il punto di vista di colui che si chiede il senso di un evento considerandolo come segno o indizio rivelatore di un processo verso una direzione prestabilita. Kant parlava di storia profetica in tal senso, riteneva che il genere umano fosse in costante progresso verso il meglio e individuò nella rivoluzione francese l'evento che portò l'uomo a progredire, e nel diritto che ha un popolo di darsi una costituzione civile il segno promotore della disposizione morale dell'umanità.
Kant per costituzione civile intendeva una costituzione in armonia con i diritti naturali degli
uomini, intesi come quelli che ogni uomo ha di obbedire soltanto alla legge di cui loro stessi sono legislatori. Nel suo scritto Metafisica dei costumi, Kant afferma che una volta inteso il diritto come la facoltà morale di obbligare altri, l'uomo ha diritti innati e acquisiti, e l'unico diritto innato è la libertà.