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Riassunto esame storia del pensiero economico, prof Romani, libro consigliato L'economia politica dopo Keynes e del libro consigliato Zanichelli - Pensiero classico e neoclassico Pag. 1
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Il periodo classico: 1776-1890

L'economia politica classica fu un fenomeno quasi esclusivamente britannico che durò cento anni.

Le tre opere principali sono:

  • 1776 Adam Smith: "Ricerca sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni"
  • Ricardo: "I principi di economia politica e dell'imposte"
  • 1817 David1848 J.S. Mill: "I principi di economia politica"

Tra i pensatori classici possiamo collocare Thomas Malthus con la "Teoria della popolazione" e Karl Marx.

L'origine dei concetti che furono adottati dai classici provengono dalle idee economiche degli scolastici, dei fisiocratici e dei mercantilisti.

I classici credevano in risultati ottenuti grazie al naturale operare delle forze economiche: la loro opinione è che i mercati trovano da soli soluzioni armoniose ai conflitti che nascono dalla scarsità relativa, come i fisiocratici francesi che volevano un programma politico di non

interferenza: politica di laissez faire e sulla loro scia i classici proponevano mercati liberi da regolamentazioni dove i soggetti godessero del massimo possibile di libertà individuale. Ma i classici, oltre al funzionamento armonioso del processo economico, erano consapevoli dei conflitti e il cambiamento degli indirizzi di politica economica, cioè i capitalisti. Ponevano al centro della propria analisi la considerazione che alla crescita economica non contribuivano unicamente fattori di natura economica, ma anche di ordine culturale, politico, sociale e storico. L'interesse per il fenomeno della crescita spinse i classici ad occuparsi sia del funzionamento dei mercati che del sistema dei prezzi come strumento per l'allocazione delle risorse. Vi è una terza ed ultima caratteristica unificante della scuola classica che va ricordata, e che rappresenta un notevole distacco.

Dal pensiero mercantilista. I mercantilisti si fidavano della loro capacità di comprendere intuitivamente il funzionamento dell'economia, e, ritenendo di possedere una tale conoscenza, sia pure intuitiva, ritenevano anche appropriato predisporre dei rimedi a quelli che apparivano ai loro occhi come difetti di funzionamento del sistema economico, vuoi modificando la struttura delle istituzioni, vuoi affidando al governo il compito di intervenire. La sicurezza delle proprie conoscenze esibita dai mercantilisti contrasta vivamente con lo scetticismo di Adam Smith, il quale mise in discussione la saggezza dei politici che si fossero azzardati a sostituire con la loro valutazione personale a quella del mercato.

Invece l'economia Karl Marx sottolineò lo scontro tra capitalisti e lavoratori (mentre i classici tra proprietari terrieri e capitalisti), e adottò la teoria classica del valore-lavoro per sostenere la sua analisi dello sfruttamento dei lavoratori.

Da parte dei capitalisti. Mentre i classici ritenevano che il movente del profitto spingesse i capitalisti a risparmiare e ad allocare il capitale in modo efficiente all'interno dell'economia, Marx considerava tali attività dei capitalisti come dannose, in ultima istanza, al proletariato e alla società. Perciò se l'economia classica era un'ode ai vantaggi, quella di Marx era un'ode ai difetti del capitalismo.

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Publisher
A.A. 2008-2009
2 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/04 Storia del pensiero economico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher siyalu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero economico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Romani Roberto.