Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 29
Riassunto esame Storia del cristianesimo antico e alto medievale, prof.ssa Gagliardi, libro consigliato La nascita del cristianesimo, Norelli Pag. 1 Riassunto esame Storia del cristianesimo antico e alto medievale, prof.ssa Gagliardi, libro consigliato La nascita del cristianesimo, Norelli Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia del cristianesimo antico e alto medievale, prof.ssa Gagliardi, libro consigliato La nascita del cristianesimo, Norelli Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia del cristianesimo antico e alto medievale, prof.ssa Gagliardi, libro consigliato La nascita del cristianesimo, Norelli Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia del cristianesimo antico e alto medievale, prof.ssa Gagliardi, libro consigliato La nascita del cristianesimo, Norelli Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia del cristianesimo antico e alto medievale, prof.ssa Gagliardi, libro consigliato La nascita del cristianesimo, Norelli Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia del cristianesimo antico e alto medievale, prof.ssa Gagliardi, libro consigliato La nascita del cristianesimo, Norelli Pag. 26
1 su 29
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Dopo la seconda visita a Gerusalemme, Paolo tornò ad Antiochia, poi attraversò la Siria, l'Asia Minore, si imbarcò per la Macedonia (Filippi, Tessalonica), poi scese a Corinto e qui soggiornò due anni (50-52). Secondo gli Atti, egli tornò a Gerusalemme e ad Antiochia, ma è più probabile che egli si trattenne tra Corinto ed Efeso. In seguito però si recò a Gerusalemme per consegnare il denaro della colletta e qui fu arrestato per i disordini avvenuti durante la sua visita al Tempio. Appellatosi all'imperatore in quanto cittadino romano, fu trasferito prima a Cesarea e poi a Roma. Qui si conclude il racconto degli Atti. Il martirio viene infatti citato dalla "Prima lettera di Clemente ai Corinzi" (I sec). Altre fonti sostengono che egli riuscì a recarsi in Spagna, come aveva progettato, salvo poi essere riportato a Roma e qui ucciso durante la persecuzione del 64.- La Legge e la croceIl centro

Il testo formattato con i tag HTML sarebbe il seguente:

Il nucleo assoluto del sistema teologico di Paolo è costituito da Cristo, crocifisso e resuscitato da Dio. Paolo vede la propria vita come tagliata recisamente in due dalla sua "illuminazione" (anche se comunque le due parti sono accomunate dalla fede in Dio), come del resto la storia di Israele, tagliata in due dalla morte e resurrezione di Gesù: prima il tempo della Legge e poi il tempo della fede e della grazia.

La croce è un evento fuori da ogni umana concezione, è una follia che ha proprio lo scopo di spodestare la sapienza umana: solo una volta privata di ogni sicurezza, l'umanità è pronta per essere salvata. Gesù incarna la Sapienza divina e non c'è bisogno della Legge (che non ha mai avuto il potere di rendere giusti) quando si ha fede in lui.

Perché l'eredità di Paolo non è andata perduta? Quando fu portato a Roma prigioniero, Paolo era detestato dai credenti fedeli alla Legge, che

dominavano Gerusalemme e che probabilmente avevano contribuito al suo arresto, ma aveva rotto anche con Antiochia e stava tentando di affermarsi in una comunità, quella romana, molto legata alla Legge. È naturale dunque che si sentisse scoraggiato.

La sua opera però gli sopravvisse: le piccole comunità di Gentili infatti continuarono a crescere sotto la guida dei vescovi e le lettere scritte dall'apostolo continuarono a "renderlo presente", fornendo anche un quadro normativo che si rivelerà fondamentale. Anche i suoi successori seppero proseguire la sua opera.

La teologia stessa di Paolo, del resto, si prestava bene alla lunga durata, perché non riservava la Salvezza a un solo gruppo etnico e perché forniva una spiegazione plausibile sul rapporto tra la bontà e la giustizia di Dio. Per quanto riguarda invece il rapporto con le istituzioni terrene, Paolo afferma che ogni autorità nel mondo è posta da Dio (non

Può portare alla salvezza, ma può creare un ordine necessario ad essa) e dunque chi si oppone all'autorità si oppone a Dio (Rm 13, 1-7).

4. Il cambio di generazione (anni Sessanta/Settanta) e la nascita dei vangeli- La scomparsa dei testimoni

Sulla scomparsa dei primi discepoli di Gesù non sappiamo quasi nulla, se non contiamo le varie leggende contenute nei testi apocrifi. I Dodici si erano riuniti a Gerusalemme in attesa del ritorno di Cristo, ma quando Paolo si reca in città nel 35 non vede nessuno di loro oltre a Pietro: erano dispersi o in missione? Giacomo il fratello del Signore fu fatto lapidare dal gran sacerdote Anania intorno al 62. Paolo e Pietro furono martirizzati a Roma. Giovanni di Zebedeo morì molto vecchio ad Efeso, dopo aver evangelizzato l'Asia ("Attidi Giovanni" et al., ma in altri testi lo vogliono invece martirizzato più presto).

Alla fine degli anni Sessanta, quindi, i più intimi

collaboratori di Gesù erano scomparsi e il suo ritorno non si era ancora verificato. Questo suscitava delle domande, giacché lo stesso Gesù aveva dichiarato (Mt 16, 28): "vi dico che ci sono alcuni dei presenti qui che non gusteranno la morte fino a che vedano il regno di Dio venuto con potenza". Poi, in (Mc 13, 30): "non passerà questa generazione prima che tutte queste cose avvengano". Si tentarono diverse spiegazioni e si cercò di mantenere viva la speranza, ma al tempo stesso si fissarono le memorie delle origini così che potessero essere di riferimento per un tempo anche molto lungo. - Fissare le memorie Proprio in questo periodo furono attuati diversi tentativi per organizzare in una forma stabile la tradizione dei fatti e detti di Gesù, contenuti fino a quel momento in raccolte varie (tra cui la fonte Q). Solo il racconto della Passione si era già sviluppato in maniera organica, per presentare la morte diGesù come l'esito di un progetto divino (riferimenti a diversi passi delle Scritture, ritenuti profetici al riguardo) e non deludere così le aspettative di chi aspettava un messia. - Il primo vangelo narrativo: Marco Composto verso il 70, forse a Roma (secondo alcuni Marco sarebbe il portavoce di Pietro stesso), è il primo testo in cui troviamo una narrazione complessiva della vita di Gesù. Questa inizia con il ministero di Giovanni Battista (cfr. Q) e si articola in tre fasi: gli spostamenti in Galilea e nelle regioni limitrofe subito dopo il battesimo; la chiamata dei discepoli, la predicazione, le guarigioni; gli ultimi otto giorni a Gerusalemme. Il racconto si interrompe con l'angelo che annuncia alle donne la resurrezione: questo finale mette il lettore di fronte a una tomba vuota e nella condizione di dover scegliere se credere o meno. L'incipit recita: "Inizio del vangelo di Gesù Cristo". La storia di Gesù (che

Inizia col battesimo: del periodo precedente non viene detto nulla) viene inserita nella storia di Israele e la rende storia universale. La sua morte apre il tempo della predicazione del vangelo.

- Matteo e Luca

Questi due vangeli si basano sicuramente sull'opera di Marco, pur rielaborandola ognuno secondo una determinata visione di Gesù. Il vangelo di Matteo (Antiochia, 80 ca.) fa dire a Gesù, nel "discorso della montagna", che egli non è venuto ad abolire la legge (che dovrà essere rispettata fino alla fine dei tempi; diverso quindi da ciò che affermava Paolo), ma a compierla: la interpreta infatti in un modo nuovo, che ne coglie il vero spirito travalicando i meri precetti dei farisei.

Trovandosi nel contesto di rinnovato fanatismo che seguì la distruzione del Tempio nel 70, Matteo accentua la polemica contro gli ebrei: proprio quella catastrofe infatti viene vista come una punizione per aver messo a morte il messia. Essa segna anche

La fine dell'eccezionalismo giudaico: il messaggio di Cristo deve diffondersi anche presso i Gentili.

L'opera di Luca è composta di due libri, il vangelo e gli Atti degli Apostoli. Con questa scelta, egli dà una propria autonomia all'età apostolica, che viene delineata come un tempo di lunghezza indeterminata.

Ricordiamo ancora una volta che nella sua ricostruzione storica, Luca semplifica molto quella che è la realtà storica. Anche Luca, come Marco, è convinto della vocazione universale del messaggio cristiano (pensiamo all'episodio della Pentecoste). Inoltre, ricordiamo l'intento apologetico, volto a mostrare che il cristianesimo non costituisce un pericolo per l'ordine politico e sociale.

Entrambi gli autori inseriscono (a differenza di Marco) delle leggende sulla nascita di Gesù, nonché la sua genealogia (per inserirlo nella storia del mondo), che Matteo fa iniziare con Abramo e Luca con Adamo.

- Un

Altro modello di vangelo narrativo: Giovanni

Quest'opera fu composta verso la fine del I secolo e si basa sulla testimonianza del "discepolo che Gesù amava", il quale viene mostrato più volte in una posizione privilegiata rispetto ai Dodici (viene invece ignorato negli altri racconti). L'identificazione di questo discepolo con Giovanni di Zebedeo è frutto della tradizione ecclesiastica.

Pare che l'autore di questo testo non avesse conosciuto i sinottici. Infatti, anche se l'inizio e la fine del racconto coincidono (Giovanni Battista-la tomba vuota), il materiale e la sua organizzazione sono molto diversi. Ad esempio, si raccontano diversi viaggi di Gesù a Gerusalemme. Gesù è un essere preesistente come Logos divino (quindi ha conosciuto il padre) e la sua vicenda terrena è quindi una discesa e risalita.

Il Gesù di Giovanni non racconta parabole, ma tiene lunghi discorsi: pensiamo a quello dopo

L'ultima cena, che è una sorta di testamento (raccomanda soprattutto l'amore all'interno del gruppo). Con la sua morte si apre infatti il difficile periodo (ben più lungo di una generazione) della predicazione in un contesto giudaico profondamente ostile.

Il "Vangelo secondo gli Ebrei". Di quest'opera, attestata dalla fine del II secolo, ci rimangono solo pochi frammenti citati da autori antichi. Il gruppo in cui è stato prodotto doveva essere fedele all'autorità di Giacomo, dato che viene evocata l'apparizione di Gesù a quest'ultimo. È interessante il racconto del battesimo (citato da Girolamo): lo Spirito Santo, ovvero la Sapienza, dopo aver migrato nei secoli da un profeta all'altro, aveva trovato la sua sede definitiva in Gesù.

Salvezza attraverso le parole di Gesù: il "Vangelo secondo Tommaso". Nel I e II secolo proseguì anche la tradizione delle raccolte.

Di detti (come la fonte Q). Il "Vangelo secondo Tommaso" rientra in questo genere. Di esso si conoscevano frammenti ed è poi stato ritrovato a Nag Hammadi nel 1946, in traduzione copta. La forma che conosciamo è probabilmente del II secolo, quando era chiaro che Gesù non era tornato nel tempo di una generazione. Gli insegnamenti vengono quindi mostrati come un qualcosa di atemporale e la venuta del regno di Dio viene inserita nella sfera personale ("il regno dei cieli è dentro di voi e fuori").

Il testo tratta però anche questioni di carattere più pratico. Gesù infatti indica Giacomo il giusto come autorità di riferimento e invita i suoi a tenersi lontani dal mondo (questa linea, come è noto, non prevarrà).

Capitolo III - Le chiese nell'impero

  1. La diffusione geografica dei credenti in Gesù nel I secolo

Di Antiochia e Roma, centri di grande importanza, si è già detto.

Per quanto riguarda Gerusalemme, Eusebio di Cesarea riporta una lista di vescovi (ma è più probabile che si ebbe una gestione collegiale), di cui i primi sono Giacomo e Simeone. Eusebio è poi l'unico a narrare di un presunto spostamento dei resti di Giacomo.
Dettagli
A.A. 2020-2021
29 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/07 Storia del cristianesimo e delle chiese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher damiano_toderi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del cristianesimo antico e alto medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Gagliardi Isabella.