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Storia del Cinema
- Cinema Francese
- I Fratelli Lumière
Il momento fondativo della storia del cinema è il 1895, anno di proiezione dei primi film dei fratelli Lumière, Auguste e Louis. I due, figli dell'imprenditore e fotografo Antoine Lumière, avevano sperimentato nel tempo alcuni miglioramenti al processo fotografico e, quando il padre andò in pensione, iniziarono a lavorare per creare la "pellicula cinematografica" e il "proiettore". Nel 1894 brevettarono il "cinématographe", uno strumento che racchiudeva entrambe le creazioni dei Lumière. Il primo spettacolo cinematografico era una proiezione di fotografie scattate in rapida successione in modo da dare l'idea del movimento al pubblico.
La prima pellicula proiettata fu "L'uscita dalle officine Lumière", presentata agli spettatori nel 1895 al Salon indien du Grand Café di Parigi. Il film mostra un ampio gruppo di operai, per la gran parte donne, in uscita dalla fabbrica Lumière di Lione al termine della giornata lavorativa. Altra famosa pellicula proiettata furono "L'arrivo del treno alla stazione della città" in cui viene rappresentato appunto l'arrivo in stazione di un treno transitato dalla locomotiva (interessante è un'inquadratura angolata, in orizzontale, che permette una grande profondità di campo nitido, cioè la distanza davanti e dietro al soggetto ripreso a fuoco che appare nitida), e "La colazione del bebé", che vede Auguste Lumière e consorte mentre imboccano il loro bimbo (la scena si svolge all'aperto e l'inquadratura è frontale, a mezzo busto oltre il piano della tavola). Infine, con "L'innaffiatore innaffiato" (che rappresenta un giardiniere ripreso mentre svolge il suo lavoro innaffiando le piante che subisce lo scherzo di un ragazzo che, di nascosto, blocca col piede l'afflusso di acqua nella canna per poi liberarlo non appena il giardiniere punta sul suo stesso viso l'annaffiatore) si ha il primo accenno di trama nel cinema.
Il prodotto caratteristico dei Lumière sono le "vedute animate", riprese realismo a inquadrature fisse e questo montaggio, se non in casi eccezionali. Esse sono contraddistinte da un'estrema profondità di campo e da personaggi che entrano ed escono dall'inquadratura. Inoltre, l'operatore non è invisibile (anzi, dialoga con le persone riprese che, consapevoli di esserlo, guardano in camera, salutano e si mettono in posa) (a essi veniva poi consegnata una copia di visita perché andassero ad assistere alla nuova proiezione del film a cui avevano partecipato).
Fonte: Consultare De Dei, E., Pg 10, Con Cappello Staergico della Storia del Cinema, Avvenenza• Georges Méliès
Anche se in opposizione ai Lumière, Méliès è considerato il secondo padre del cinema per le novità tecniche e narrative da lui introdotte.
Già prestigiatore e illusionista, diresse il teatro Robert-Houdin a Parigi. Vedendo la prima rappresentazione dell'apparecchio ripresa così creato dal cinématographe, che tentò di acquistarlo, senza successo; così se ne fece costruire una copia.
Anche se i suoi film imitavano i Lumière, ben presto trovò il proprio stile trasferendo nel cinema i trucchi del suo mestiere, filmando rappresentazioni di spettacoli di intrattenimento, aggiungendo effetti speciali rudimentali tramite il montaggio della pellicola.
Secondo la sua autobiografia autorizzata, Méliès avrebbe scoperto il montaggio accidentalmente: mentre stava filmando all'aperto a un certo punto la cinepresa si sarebbe accidentalmente inceppata e poi dopo ‘ripartita’, senza che lui se ne accorgesse, arrivando al punto in cui stava filmando una carrozza, questa improvvisamente sembrò sparire per poi riapparire sotto forma di un carro funebre.
Scoprì così il montaggio per mezzo del quale se si tagliava appendere o spezzare un oggetto sul set la pellicola sembrava ‘spezzarsi di colpo’: un altro espediente utilizzato fu quello di sfruttare di scene gemelli in cui transitano in modo da nascondere o articocolare l’oggetto inquadrato... Il cinema di dioma per Méliès è “l’arte della meraviglia”.
Il suo film più famoso è “Viaggio nella Luna”, la cui trama vede un congresso di astronomi che decide di sparare una navicella a forma di proiettile sulla luna; vi lanciano su inseriti in orbita con un cannone mentre un gruppo di borghesi festeggia l’evento; il proiettile si conficca nell’occhio della luna e, una volta scesi, i viaggiatori incontrano i seleniti che ci catturano, riescono a fuggire facendo cadere il proiettile verso il basso, finendo in mare e venendo poi riportati al porto.
• Le case di produzione cinematografiche (Pathé e Gaumont)
La prima società di produzione cinematografica a livello quantitativo era la Pathé, il cui simbolo era il gallo, seguita dalla Gaumont, il cui logo era la margherita.
Nei anni '20 l'impressionismo si rappresentò all'inizio.
Nel 1920 ... e di cinema del cinema
Louis Delluc, critico dell'epoca, introdusse il concetto di “cineismi”, sottolineando come ciascun society, reale trovasse una maggiorità di impressioni nella riproduzione su
cinema di Carnè si basa sul concetto principale che il lavoro porta alla morte. Lui era, difatti, omosessuale, deviato e snob, e queste sono caratteristiche riscontrano molto nella definizione psicologica dei suoi personaggi; L’uomo è forse infelice, poveretto, mentre la donna diviene quasi uno “schiavo” del più potente o ricco e fragile (queste peculiarità portate all’eccesso serviranno a nascondere l’amore omosessuale). - 1739 “Alba tragica”: narra la storia di un operaio il quale, preso d’assedio dalla polizia nella sua camera, rivive i momenti che lo hanno condotto ad uccidere per l’amore e, all’alba, si spara.
- 1945 “Amanti perduti”, ormai entrato in una Parigi ottocentesca, narra le storie che si intrecciano di un famoso mulo e un grande attore, agli inizi della loro celebrità, e dell’attrice che li accomuna per la stessa donna (il film affascinò non solo per il modo in cui i costumi dell’epoca passarono, si intrecciano, e si ponessero nel loro posto, nella insubordinata e nella fotografia). Questo film inspiegò “Roma città aperta” di Rossellini e il più famoso lungometraggio del ‘45, dopo la guerra, lo utilizzarono di Carnè e frequentato e ben meno applicato ed ormai diventò un modello di neorealisti italiani e in particolar modo del rudistero ( (nelle pellicole che seguiranno della nouvelle vague essi non ebbe da democratico per fronte popolare si riflette molto nel suo cinema, talora usato in funzione di propaganda, si beve, per così dire, un metodo politico di concepire la Cineteca, più che estetic, nel quale le tipicità e l’originalità del neorealista e utilizzano il contatto tra cinesi, non solo le caratteristiche fisci che di bei paesaggi, il film suo aiuto regista di Luigi Vischonti che, essotto l’influenza di Renoir, di disonuto Marxista, l’olio che comunque riprendi un cinema francioso altrocriticità resist traresse lo trattò con un certo disprezzo, proponda vin mori della classe da cui proveniva. Film descrivi di relavisioni siano sicuramente Boudu salvato delle acque (Boudu è un vagabondo che decide di risolvergli rovistandosi nella Senna, ma viene salvato da un libraio che lo ospita in casa sua, comportandosi contro i inizi legge resta bevia il figlio e spezza che poco apprezzano il suo attegiamento esibirandinre forse tuttavisi Boudu non sura accorger il uomo che gli ha salvato la vita, selezcend e la classe che lì è veniva, e “Pon” (toni arrivu isprinato da Francia dove trova lavor nelle cose di pietro. Da rouvi una relazione con cui padrona di casa, che sauido, anch’esse è innamorato di un’l altra donna, e la quale verran violentato e estrapolati dal capoluogro. quando questi vince uccisa dalla donna, Toni con scopiona accusando ed incesa, in sei trattenuto in una
fuga viene ucciso a sua volta e la ragazza andrà a, smistsiringi in quell non ci sono ricostruzioni