Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
C
poteva spaziare e variare tra realtà e fantasia secondo il cinema d'arte. on i
Multiplex, il popolo si avvicinò a tutti i generi e gli incassi erano equiparabili a quelli di
Hollywood, arrivando alla necessità di far nascere delle coproduzioni.
Cile
Negli anni ‘60 anche in Cile emerse un cinema politico energico. La cultura
cinematografica cilena era favorita da un dipartimento di cinema sperimentale.
Eduardo Frei cominciò ad offrire sostegno all'industria del cinema permettendo ai
giovani registi di mettersi in luce. La maggior parte di questi registi si allineò con
Allende e il suo partito. Negli anni ‘70 Littin scrisse un manifesto che richiamava il
cinema imperfetto di Espinosa e l'idea di terzo cinema attribuendo la funzione creativa
del cinema al pubblico. Nel ‘73 i militari si impadronirono del potere con un colpo di
stato sanguinoso: vennero purtroppo distrutte tutte le scuole cinematografiche e i
centri di produzione. Negli anni ‘90 la droga portò a un calo del consumo
cinematografico.
Messico
Negli anni ‘40 l'industria cinematografica uscì dalla guerra molto forte. Nel ‘54
nacquero le società per promuovere i film sul mercato estero o interno. Alla fine degli
anni ‘50 l'industria dovette adattarsi alla concorrenza televisiva: i film messicani erano
di genere, poveri e girati in fretta. Il governo messicano fu contro l'industria
cinematografica per decenni, ma durante gli anni ‘70 e ‘80 l'atteggiamento dello stato
cambiò molto bruscamente. Nel ‘75 il governo comprò le principali strutture
cinematografiche favorendo lo sviluppo del cinema d'arte. Alla fine degli anni ‘70 il
governo si spostò verso destra quindi gli investimenti si rivolsero solo ad una parte dei
progetti di prestigio, portando in questo modo la diminuzione della produzione.
All'inizio degli anni ’80 la situazione migliorò. Il Messico divenne un luogo a buon
mercato per le produzioni statunitensi di successo e per la sexy commedia, un genere
ispirato ai fumetti popolari. Nel 2000 il Messico era il settimo mercato cinematografico
del mondo, anche se i film messicani ebbero poca risonanza all'estero. Nel 2005 il
governo introdusse nuovi incentivi per la produzione che furono molto efficaci negli
anni successivi e consentirono di realizzare film commerciali più vicini al modello
hollywoodiano e molti più film con intenti artistici. Del Toro e Cuaron sostennero il
cinema nel loro paese producendo film messicani particolari che richiedevano anche
nuovi fondi al governo.
Cuba: cinema della rivoluzione
Cuba rappresenta il simbolo della rivoluzione. Nel ‘59 fu creato l'”Istituto cubano del
Arte y Industria cinematograficas”. Negli anni ‘60 nacque un’industria cinematografica
su grande scala. I maggiori registi erano Espinosa, Gutiérrez Alea e Solas: avevano
elementi di contatto col Neorealismo e la Nouvelle Vague. Il cinema d'arte era visto
con episodi fantastici, un montaggio ellittico, il collage e l’animazione. Il cinema era
politicizzato più utilizzando le tecniche moderne. Si veniva a creare un cinema politico
accessibile dove si alternava la finzione al documentario. Lo stile documentaristico
aiutava a comprendere le tecniche visive più audaci. Tra il 1972 e il 1975 ci fu
l'abbandono della sperimentazione. A metà degli anni ‘70 il cinema cubano era
rispettato in tutto il mondo, erano capaci di far coesistere le confezioni del cinema
moderno con le forme narrative alle quali gli spettatori di massa non erano avvezzi.
Nei tardi anni ’80, a Cuba i registi cominciarono a rivolgersi al pubblico più giovane
ricorrendo alla commedia satirica, ma dopo il crollo del blocco divenne più isolata e la
censura più severa.
Cap 18.5
India
Appena convertiti al sonoro le case di produzione sfornavano moltissimi film; il
successo era dovuto alle sequenze musicali con canzoni e intermezzi di danza. I generi
erano soprattutto mitologico avventurosi, film sociali, ovvero melodrammi romantici
ambientati in epoca contemporanea con problemi legati al lavoro, alle casse e alla
parità sessuale e film devozionali dedicato alle biografie delle figure religiose. Nel ‘47
fu la stagione delle riforme dove si arriva all'indipendenza nazionale; il cinema divenne
così l'intermezzo urbano preferito. Nei primi anni cinquanta la censura sulle scene di
sesso e sul materiale politico era molto presente, i generi quindi preferiti erano le
commedie, i thriller e i melodrammi con risvolti sociali. I film indiani del dopoguerra
erano standardizzati, le trame erano romantiche arricchite da sotto-trame comiche,
con lieto fine e molto spesso con canzoni e danze. Anche i film più cupi non potevano
fare a meno della colonna sonora ibrida delle canzoni, cantate in playback. Il più
importante era Raj Kappor che portò avanti le nuove formule del cinema indiano. Egli
esaltava la virtù dei poveri e ironizzava sui ricchi incapaci, faceva descrizioni
melodrammatiche con erotismo e umorismo, padroneggiando un perfetto stile
classico. Alla fine degli anni sessanta il governo creò un cinema parallelo, al cinema
commerciale si unisce un cinema d'arte a basso costo: anche se non aveva molto
successo come le commedie sonore commerciali. Alla fine degli anni ‘70 aumenta
ancora la censura, il dissenso politico e i film controversi scomparvero. Negli anni ‘80 il
cinema divenne più precario a causa dei telefilm, delle cassette e la televisione via
cavo. Negli anni 2000 l'industria però fu riconosciuta dal governo indiano
raggiungendo un pubblico vastissimo.
Cap 18.6
Australia e Nuova Zelanda
Australia
All'inizio degli anni ‘70 si creò un’identità nazionale. Il Nuovo Cinema australiano
contemplava generi diversi, quelli di maggior successo erano quelli storici. Alla fine
degli anni ‘80 il cinema si avvicinò a quello hollywoodiano grazie all’utilizzo di star
internazionali.
Nuova Zelanda
La produzione rimase sempre sporadica, anche se negli anni ‘80 venne stabilito un
livello minimo di produzione. L'esportazione era per di più indirizzata ad un pubblico
d'elité: un modo per recuperare i costi sostenuti.
Cap 18.7
Giappone
L'industria giapponese era piuttosto solida con i generi di maggior successo molto
consolidati: i film sulle arti marziali, racconti di gangster, fantascienza, film catastrofici
e pornografia softcore. I film si alternavano a film sperimentali e film più accessibili; in
quegli stessi anni nasceva una generazione di registi che lavoravano velocemente a
poco: sviluppo di un cinema underground con registi formati dalla volgarità anarchica
di fumetti violenti (manga) e dalla musica heavy metal. I protagonisti delle storie
erano spesso motociclisti rockettari. Il gruppo di animatori emerse specializzandosi in
anime: cartoni animati di genere fantastico e fantascientifico, ispirati ai manga e pieni
di energia. Il successo del Nuovo Cinema giapponese si ebbe grazie alla situazione
industriale che fermò il calo degli spettatori. Gli indipendenti più importanti erano:
Naomi Kawase che era la maggior regista donna e Takeshi Kitano che trattava scene
brutali con intensità infallibile alternatole a tematiche favorite come lo sport e gli
scherzi con colori naif. Negli anni ‘90 il genere più popolare era l'anime con a capo
dell’industria il grande Miyazaki.
Cap 18.8
Cina
Nel ‘32 la lega degli scrittori di sinistra formò il “gruppo cinema” per esprimere le
proprie idee progressiste. Il primo importante film progressista fu “Chuncan”. Durante
la guerra civile la produzione continuava ad aumentare, alcuni abbracciavano la
guerra civile e l’era post-rivoluzionaria. Il cinema comunista giapponese invece
elaborava i generi popolari contraddistinti da un messaggio politico e dai cambiamenti
della linea governativa. Il realismo socialista era il modello adottato. Nella prima metà
degli anni sessanta aumentò la produzione e il pubblico; alcuni film consideravano le
minoranze, altri traducevano la minoranza con il corpo della nazione. Molti film
continuavano la glorificazione dell’individuo comune, la libertà di oppressione, la
scoperta del movimento rivoluzionario. Importante era anche il cinema rivoluzionario:
una tematica molto cara al regista “Mao”, che vedeva nei contadini senza istruzione i
cittadini rivoluzionari ideali, quindi era obbligo dei cittadini di essere rivendicati. Egli
mette al bando tutti i film stranieri, l'unico genere accettato erano le rappresentazioni
teatrali come il balletto tradizionale e i temi militari rivoluzionari. Nel balletto però le
donne erano stereotipate, sempre in punta con i fucili e pose aggressive. I dialoghi
erano semplici e i registi cinesi erano suddivisi in generazioni in base alle rivoluzioni
storiche:
la quinta generazione fu quella del 1982, rappresentata dai laureati all'accademia di
Pechino, le opere erano riconducibili al cinema d'arte europeo degli anni ‘60 e ‘70. I
film della quinta generazione erano realizzati in teatri di posa provinciali, influenzati
dal cinema europeo. La rivoluzione non era per stereotipi ma aveva una grande
profondità psicologica, le narrazioni erano complesse, il simbolismo ambiguo e le
immagini vivaci ed evocative. Si cercava di fare un'analisi dei problemi più che invece
affermare una linea politica sancita in precedenza. Gran parte dei film della quinta
generazione erano accusati di essere troppo scuri per i contadini, quindi furono
distribuite poche copie. I registi erano famosi all'estero, criticati invece in patria. I
registi della sesta generazione, inseguivano invece una personale idea di cinema e
riuscivano a evitare il controllo del governo. Si parlava di cinema illegale, che
abbandonava il sapore regionale, i costumi esotici, i paesaggi sbalorditivi e incentrati
sulla vita urbana, dinamica e moderna. Erano vittima della censura.
Cap 18.9
Cinema nell’Asia orientale
Nel ‘75 la metà dei 4000 film prodotti in tutto il mondo provenivano appunto
dall'industria locale che si sviluppava grazie agli investimenti americani.
Filippine
Il cinema risale al primo periodo sonoro. È documentato dagli anni ‘70. I film iniziano a
trattare i problemi sociali. Nell’86 iniziò un processo di liberazione, i film erano più
sperimentali ed erano ad opera di Lav Diaz, un minimalista che usava inquadrature
ampie.
Honk Hong
Sviluppato negli anni ‘50 grazie ai melodrammi familiari, versioni cinematografiche
dell'opera cantones