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Esistevano anche altre sezioni come la sceneggiatura dove gli scrittori si dedicavano
all'intreccio, ai dialoghi... Inoltre dovevano occuparsi della continuità (continuity),
ovvero dividere l'azione in inquadrature numerate; in questo modo era più efficace
coordinare il lavoro e valutare i costi probabili. All'inizio di ogni ripresa, sui ciak, erano
posti dei numeri corrispondenti alle scene sul copione, utili in seguito nel montaggio.
Alla fine degli anni 10 nelle zone di Los Angeles furono realizzati dei veri e propri studi
cinematografici, sia utilizzando il vetro per le pareti, sia costruendo strutture senza
finestre in modo che i registi potessero controllare l'illuminazione ricorrendo alla luce
artificiale. Attorno agli studi vi erano inoltre vasti terreni dove si potevano costruire i
set per le esterne.
Il cinema a Hollywood negli anni Dieci
I film di Hollywood erano caratterizzati da levigatezza formale e ritmi coinvolgenti.
Continuarono a fare uso del montaggio alternato secondo modalità sempre più
complesse; a comporre in diverse inquadrature sequenze riprese in uno spazio unitario
per mostrare i particolari dell'azione. Le inquadrature in soggettiva venivano usate più
frequentemente e con maggiore flessibilità, come le riprese in campo/controcampo per
le situazioni di dialogo. Questo tipo di costruzione dello spazio era molto diverso da
quello utilizzato negli stessi anni nel cinema europeo e tendeva a privilegiare
inquadrature complesse con lenti movimenti di macchina. Attraverso la profondità di
campo o facendo muovere gli attori con grande precisione, i registi ponevano in luce il
centro dell'azione. Era fondamentale lo stile visivo, ovvero sperimentare per ottenere
particolari effetti di luce, illuminando per esempio solo alcune porzioni della scena.
Quando il lungometraggio si standardizzò si incominciarono a delineare i punti
principali del genere:
- Le trame diventarono un insieme di causa ed effetto che interagiscono
con la psicologia dei personaggi opposti alle forze sociali e naturali;
- A ogni personaggi di rilievo è attribuita una serie di caratteristiche che lo
rendono sicuramente riconoscibile;
- Il protagonista entra in conflitto con la volontà degli altri personaggi,
superando una serie di ostacoli che si risolvono solo nel finale (happy
ending);
- Si seguono due linee narrative: la prima è l’avventura romantica che si
intreccia con la seconda che è rappresentata dal tentativo del
protagonista di raggiungere il suo scopo;
- La narrazione è carica di suspense, tenuta viva da una progressione di
scontri e salvataggi all’ultimo minuto.
Film e registi
Ince: aveva iniziato a lavorare nel cinema nei primi anni 10 come regista e divenne
anche produttore tra le fila degli intraprendenti. Tra i suoi film va ricordato
“Civilization”, una delle opere pacifiste realizzate in America anteriormente al suo
intervento nella prima guerra mondiale.
Griffith: lasciò la casa di produzione Biograph nel 1913 dopo aver diretto più di 400
cortometraggi in 6 anni, per l'impossibilità di realizzare i film che superassero i due
rulli di pellicola. I suoi film più ambiziosi sono: “Nascita di una nazione” e
“Intollerance”.
- Nascita di una nazione: storia della guerra civile americana incentrata su due
famiglie amiche che si trovano divise tra gli opposti schieramenti del conflitto.
L'epicità è al massimo; i costi di produzione sono molto alti; la durata è
eccezionale; la premier fu molto chiacchierata; il film fu sequestrato perché
accusato di razzismo (vengono sminuiti i neri e invece incoraggiato il KKK). È
presente il montaggio alternato e nel finale le inquadrature sono sempre più
veloci. C’è l'introduzione del carrello ispirato dal film “Cabiria”.
- Intollerance: è più lungo del precedente. Il tema è l'intolleranza attraverso i
secoli. La unì in quattro storie separate ambientate in periodi diversi: la caduta
di Babilonia, la vita di Cristo, strage della notte di San Bartolomeo in Francia e
storia di uno sciopero e di una banda di gangster in una moderna città
americana. Verso la fine è più veloce: dura 3 ore. Non fu molto apprezzato, ma
comunque fu un’opera monumentale per quel tempo. La narrazione è a
incastro; l’innovazione maggiore sta nello stile di ripresa (es. cinepresa collocata
sul montacarichi per creare movimenti in picchiata). Fu il regista più famoso
della sua epoca e il suo nome è collegato con le più importanti innovazioni
tecniche.
Slapstick comedy e western
Il regista Sennet si distinse per la slapstick comedy. Faceva un grande uso delle
azioni accelerate. Riunì alcuni dei più grandi comici: Chaplin, Turpin, Normand…
Il suo stile fu subito riconoscibile per uno strano uso degli oggetti.
Il western invece continuò ad essere popolare per tutti gli anni Dieci. Una delle
star più famose fu Hart, il quale incarnò il ruolo del “buono-cattivo”, tipico di
molte future star del genere. Antitetico al cowboy interpretato da Hart era Tom
Mix. Il suo passato di campione di rodei e spettacoli tipici del vecchio west fece
si che i cuoi film prediligessero azioni movimentate. Infatti più il più popolare
cowboy del cinema muto.
Nel 1919 Mary Pickford, Douglas Fairbanks e Charlie Chaplin si associarono con
Griffith per dare vita alla United Artist: una prestigiosa casa di produzione che
si sarebbe occupata solo dei film prodotti dai quattro in modo indipendente. La
nuova società rappresentò una possibilità per produttori e artisti di esercitare
un controllo sulle proprie opere indipendentemente dagli studios.
Chaplin
Trascorse l’infanzia povera nei sobborghi di Londra, infatti la costruzione del
suo personaggio più noto “Charlot”, è l’insieme di tutti i personaggi poveri che
incontrò a Londra. Viene scoperto da un talent scout (Fred Karlo) che lo nota a
uno dei suoi spettacoli nelle strade. Lavora per Sennet dove inventa Charlot
anche se i primi lavori sono ancora molto grossolani. Incontra la sua spalla
femminile (Edna Purviance) con la quale lavorò per molti anni. I suoi
cortometraggi chiave furono:
- Carmen (parodia di Carmen Bisè del 1916)
- Charlot Boxeur (1915)
Il personaggio di Charlot ha un notevole impatto mediatico. Diventa un simbolo
che assunse un’aura mitica. Quando passò sotto contratto con la First Natural
realizzò “Dog’s life” che rappresentò per lui un film di passaggio: il metraggio è
superiore ai 20 min; la descrizione della vita del personaggio è più realistica
(attutito l’elemento comico); lo stile poetico è accentuato (pietà, tenerezza
umana…). Il film successivo evidenzia molto di più questi elementi: “Il monello”
(1912), Chaplin lo descrive come un film drammatico con intermezzi comici.
Nel 1913 realizza il primo film completamente libero con la United Artists
(“Woman in Paris”) in cui si dedicò alla regia e si ritagliò solo un piccolo ruolo
per sé. Fu accolto negativamente poiché mancavano i suoi elementi comici.
Così Chaplin torna alle sue tecniche narrative e nel 1924 gira “La febbre
dell’oro”. Nel 1928 realizzò il suo ultimo film muto “Il circo”. Il passaggio dal muto
al sonoro fu molto difficile dal momento che le forme narrative della slapstick non si
accordavano molto con il sonoro. Terminava così la carriera di tutti gli attori slapstick,
poiché secondo Chaplin gli elementi sonori rovinavano l'arte della pantomima. Il suo
ultimo film “Le luci della città”, diventa parodia del sonoro. Chaplin compose tutte le
musiche nei suoi film. (Libro fondamentale per lo studio di Chaplin è “la mia
biografia”).
I film di grande successo di Chaplin furono:
- Il grande dittatore (parodia di Hitler)
- Luci della ribalta
- Un re a New York
- La contessa di Shangai
- The immigrant (presente la comicità slapstick. C’è una grande
descrizione dell’ambiente, caratterizzato da povertà e disagio; viene
rappresentato un mondo spietato dove non è presente la solidarietà per i
poveri. La macchina da presa è fissa per tutto il film, l’unico movimento si
ha quando viene fatto un carrello sulla barca).
Cap 4.1
Cinema francese nel dopoguerra
La produzione cinematografica in Francia subì un rapido declino durante la prima
guerra mondiale. Il neonato movimento degli impressionisti beneficiò proprio di questa
bistrattata situazione economica perché le case di produzione erano più disposte a
fare esperimenti alla disperata ricerca di una valida alternativa al cinema
hollywoodiano. Il budget dei film erano a basso costo, le attrezzature a disposizione
erano obsolete, si era ancora legati ai teatri di posa in vetro, gli studi non disponevano
di larghi spazi circostanti e quindi si servivano di castelli, vecchi palazzi o paesaggi
naturali. Anche in seguito a questi vari problemi, l'industria francese fu comunque in
grado di dare vita a una produzione ampia. Uno dei generi che continuava ad avere
successo in Francia era il serial che col tempo però fu soggetto a diverse modifiche:
infatti Feuillade, uno dei principali fautori del genere, si dedicò a serial basati su
popolari romanzi strappalacrime fino alla sua morte. Un altro genere minore fu il
fantastico, che si rifaceva alla tradizione popolare del primo cinema francese,
utilizzando i trucchi di ripresa e le scenografie di Méliès.
Cap 4.2
Impressionismo
Tra il 1918 e il 1923 una nuova generazione di autori cercò di esplorare la possibilità
del cinema come forma d'arte. Infatti fu eliminata la diegesi e lee immagini realistiche
per essere sostituite con le forme geometriche e la trasposizione
dell’irrappresentabile. Il primo ad allontanarsi dallo stile tradizionale fu Abel Gance,
con il suo film “dixieme Symphonie” inaugurò il movimento impressionista. Il cinema si
fa più attento alle suggestioni iconografiche e gli espedienti visivi stanno a
rappresentare le emozioni. Gance fu regista più popolare tra gli impressionisti, ma un
altro che arrivò quasi al suo livello fu Erbiel che diresse: Rose-France (un’allegoria ricca
di simboli quasi incomprensibili); El Dorado (prendeva a modello iconografico della
pittura di Goya). Dal 1920 si incomincia a parlare di un cinema d'avanguardia. Gli
autori impressionisti consideravano il cinema come una forma d'arte. La loro poetica si
esprimeva attraverso saggi e manifesti spesso