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RIASSUNTINO DEI CAPITOLI PRECEDENTI:

1. Il rapporto tra sacro e potere si è configurato nelle antiche società mediterranee nella forma della

regalità sacra. Questa forma ha assunto diverse vesti e ha un fondamento sacro il re legittimo o è

di natura divina o è divinamente scelto e consacrato. E’ il mediatore del potere sacro che lo

trascende, in genere coincide con la Legge cosmica. Il suo compito è quello di amministrare la

giustizia – garantire il benessere dei sudditi e del cosmo.

2. Israele ha conosciuto forme monarchiche, il monarca è scelto dall’unico Dio, rappresentato dal

potere sacerdotale - centralità della figura di Samuele – nel contempo è un profeta. La presenza de

profeti, di un potere politico, la cui autorità discende direttamente da Dio, spesso critico nei confronti

del potere secolare. Il monoteismo si traduce, in una forma di teocrazia Dio è l’unico vero sovrano

universale, lui attribuisce i regni ed è l’unica fonte della giustizia. Il giudaismo ha elaborato una

figura politica: MESSIA.

3. La frase relativa al tributo da dare a Cesare non fonda alcuna concezione dualistica, Gesù si

presenta e viene visto come il Re dei Giudei. Il Cristo ha ricevuto dal Padre la signoria del mondo; si

pone il problema di intendere la vera natura di questo regno di Dio, se e in che misura esso è anche

un regno terreno.

4. La comunità cristiana primitiva sembra prendere le distanze dal mondo, si costruisce nel contempo

un’identità politica particolare, che ne permetterà un migliore radicamento. La novità maggiore è la

specifica vocazione politica. Viene meno la prospettiva teocratica, ora la comunità è il corpo di

Cristo. Se egli ha la signoria sul mondo, ne consegue che la comunità e/o i suoi rappresentanti si

trovano inevitabilmente portatori di un potere particolare, identificabile con lo Spirito che la abita.

5. Le comunità precostantiniane si sono costituite in una concezione politico – religiosa particolare in

quanto identificate dal possesso della verità, in esse abita lo Spirito del Cristo. Sono detentrici di un

potere alternativo e potenzialmente in conflitto con il potere politico costituito, rappresentato

dall’imperatore. Il potere politico imperiale viene desacralizzato privato di ogni fondamento

trascendente (dal momento che l’imperatore nella sua pretesa di essere divino, non fa altro che

imitare la simia dei che è Satana). Il vero potere politico cambia luogo, e si colloca nel cuore di una

comunità cristiana che coincide con la Grande Chiesa e i suoi rappresentanti istituzionali che

ricevono il potere dello Spirito, secondo un modello di unzione – consacrazione sacerdotale.

II. Il ritorno della regalità sacra.

Prendere in considerazione il modo in cui il rapporto tra sacro e potere si è riconfigurato in ambito cristiano

come effetto della svolta di Costantino e del riconoscimento del cristianesimo come religione e del fatto che

esso diventi religione di Stato.

Come si arrivò a Costantino?

In Occidente nel 360 d. C. muore Costanzo e suo figlio Costantino venne proclamato come imperatore,

alcune guerre, ma nel 324 era l’unico imperatore. Durante uno scontro (28 ottobre 312) con Massenzio,

Costantino ebbe una visione: “in questo segno (croce) vincerai”, egli vinse ed identificò nel Cristianesimo la

religione dell’impero. Nel 313 con l’Editto di Milano, i cristiani furono abilitati al culto pubblico e terminò la

persecuzione. Grazie a lui, il Cristianesimo si affermò: lo promuove attraverso una + “forte legislazione e

con una politica edilizia (edifici di culto, chiese sul modello della basilica moderna del bacino dell’impero e a

Roma). Nel 325 proclamò il Concilio di Micea inizia la lotta agli eretici, cioè coloro che non si adeguano

alle decisioni del Concilio.

- VIA DELL’ORIENTE:

Nel 313 la svolta di Costantino ebbe delle ripercussioni anche in Oriente, dove cresceva la visione della

regalità, impersonificata da un uomo cristiano, che portava in sé l’autorità di Dio, ma non aveva bisogno del

potere spirituale per legittimarsi SACRALIZZAZIONE DEL POTERE SPIRITUALE.

L’imperatore svolge il ruolo di Vescovo esterno, sorvegliando e tutelando la Chiesa. Il potere politico e

spirituale hanno un “rapporto sinfonico”. Dal 324 al 337 fu l’unico imperatore e poi morì.

“Due realtà unite senza separazione e confusione”, questa frase venne utilizzata nel Concilio di

Cancedonia (451 d. C.) per definire il dogma cristologico, la natura umana e divina di Cristo sono unite in

armonia. L’unico detentore del potere sacro è l’imperatore e la Chiesa è subordinata, il potere ecclesiastico

gerarchico non si è mai esteso, in quanto riconosce la legittimazione e non è contraria ad esercitar e il

potere politico.

- VIA DELL’OCCIDENTE:

Il vescovo di Milano Ambrogio, agisce come tale in quanto con l’imperatore Teodosio in Oriente si assume il

potere imperiale e successivamente in Occ. Egli tenne stretti rapporti con il Valentiniano II (imperatore

d’Occ.). Il vescovo voleva: desacralizzare il potere politico – la sovranità di Dio doveva essere difesa ed

imposta – chiesa contro i nemici, repressione, guerra: lotta contro ariani.

Nel 1453 cade l’Impero Romano d’Oriente, non c’era l’imperatore, bensì lo ZAR. Venne a crearsi la 3^

Roma, a Mosca: nuova sede del potere spirituale. Nel 1917 lo zar terminò (riv. Russa).

Con Costantino l’impero ritorna a essere governato da un unico imperatore. Inaugura la separazione tra

pars Orientis e pars Occidentis: una differenza linguistica - culturale – politica. Le Chiese cristiane

conosceranno questa separazione a partire dalla lingua, nella creazione di due confessioni alternative: la

Chiesa ortodossa d’Oriente (rifiuta la subordinazione della Chiesa di Roma) e la Chiesa cattolico – romana

d’Occidente.

1453 PRESA DI COSTANTINOPOLI da parte di Maometto il Conquistatore. L’impero con le invasioni

barbariche darà luogo a vari stati nazionali regni romano – barbarici, domineranno la scena EU fino al

tentativo di restaurazione di Carlo Magno, proclamato imperatore dal papa la notte di Natale dell’800.

Il monoteismo diventa la concezione + appropriata per un impero che aspira a conservare l’unità sei suoi

territori. All’unico Dio, sovrano del cosmo, corrisponde il governo dell’unico imperatore, a ciò designato da

Dio. La religione cristiana prende il posto della religione politica politeistica.

POTERE SACERDOTALE: la subordinazione delle Chiese, la loro difficoltà a opporsi al potere politico così

sacralizzato, una tendenza che ha contraddistinto le Chiese ortodosse fino ad oggi, anche se questo non

ha impedito l’esistenza di singole figure di martiri come figura passiva che cerca di scappare alle pretese e

alle ingiunzioni del potere politico ritenuto ingiusto.

Il mondo bizantino continua a sacralizzare il potere politico. La caduta del 1453 non significa la scomparsa

di questa concezione, bensì una metamorfosi: il posto del bizantino è preso dal sovrano moscovita, poi

dallo zar russo del XIX secolo, e poi dal governatore comunista del XX secolo.

III. La divisione delle vie.

Il pensiero di Eusebio, risulta d’importanza decisiva per l’influsso che essa ha esercitato sul modo in cui per

secoli sono stati dimostrati i rapporti tra chiesa ortodossa e potere imperiale.

Teodosio, occidentale diventato imperatore, proclama con l’editto di Tessalonica del 380 il cristianesimo

come religione di Stato. Il sacro non è appannaggio né del potere politico né di quello ecclesiastico. La via

presa dall’Oriente bizantino, sta nel sacralizzare la figura dell’imperatore, concentrando in lui i poteri di

rappresentazione e di mediazione: il patriarca svolgeva un ruolo di legittimazione.

In Occidente la figura dell’imperatore fu desacralizzata, il sacro rimase nelle mani del vescovo sotto forma

di potere spirituale preposto alla legittimazione del potere politico profano.

IV. Trasformazioni della regalità sacra.

L’operazione ideologica compiuta da Eusebio è un fenomeno di lunga data, la regalità sacra, la necessità

da parte del potere del sovrano di giustificarsi, consacrando la sua fonte attraverso una proiezione nel

registro della divinità. Questa operazione ha conosciuto vari modi: origine divina del sovrano come in

Egitto, divinizzazione postmortem, legame genealogico con una divinità. La cristianizzazione di Eusebio ha

portato all’eliminazione di queste forme. L’uomo è creatura e aspira all’assimilazione a Dio, entro certi limiti

creaturali. Questo è un vincolo teologico, è una scelta divina. Il tema nel caso cristiano diventa la condotio

sine qua non. Il sacro deve essere frutto di una consacrazione. La cristianizzazione dell’imperatore operata

da Eusebio, assiste alla ripresa di modelli biblici e risulta decisiva la funzione del Cristo, dal momento che

l’imperatore diventa un alter Christus. Il Cristo esercita funzioni di sacerdote ed episcopo, le quali

competeranno anche all’imperatore.

Elogio a Costantino è il discorso che Eusebio tenne nel 335 per celebrare il trentennale dell’imperatore.

L’opera si compone di due differenti discorsi, nei quali loda il sovrano a educare i futuri regnanti:

- Discorso per il trentennale manifesto della filosofia politica del nuovo impero cristiano.

E’ dedicato a Dio come Grande Re, rimandando alla concezione che al di sopra dei vari sovrani esiste un

unico sovrano. Vuole sottolineare la differenza tra il Grande Re – unico e vero detentore della sovranità, ed

il Figlio, il Logos – Cristo, cui questa sovranità compete indirettamente: è Dio in quanto Grande Re

l’autentico “detentore di tutto il regno e di ogni potere e autorità”. Nel II capitolo è precisato il rapporto del

Logos con Dio e dell’imperatore con il Logos. L’imperatore è il garante della Legge cosmica, la quale è

identificata nel Cristo e nel suo regno. Il compito dell’imperatore diventa rendere idonei i suoi sudditi per il

nuovo regno di Cristo, e dovrà farsi carico della salvezza dei suoi sudditi. La fonte del potere è la chiamata

divina, cioè l’elezione (l’imperatore non è tale per natura) e le emanazioni regali; il suo potere si fonda su di

un sacro che emana direttamente da Dio. Il nuovo compito dell’imperatore cristiano è celebrare il sacrificio

fondamentale, offrendo al Sovrano la sua anima regale e la sua mente. Egli imita Cristo, e si ha una

cristianizzazione della fondamentale funzione sacerdotale dell&r

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
24 pagine
19 download
SSD Scienze giuridiche IUS/11 Diritto canonico e diritto ecclesiastico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher polemicarossa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dei rapporti tra Stato e Chiesa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Billanovich Liliana.