Riassunto esame dei rapporti tra Stato e Chiesa, libro consigliato Alle radici del domani, De Mattei, Nistri, Viglione
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nessuno che difendeva le donne o i bambini. In tutto questo c’erano i barbari che entravano e
rovinavano tutto, massacravano tutti senza pietà. Fino a Carlo Magno, era scomparsa la moneta. Gli
uomni che vivevano nel 500-600 sono più poveri di coloro che vivevano prima. A questo punto la
Chiesa supplisce lo Stato. La civiltà cristiana nasce in un periodo in cui crolla tutto. La chiesa pure
però aveva i suoi problemi: l’arianesimo si diffonde anche tra i popoli germani.
POPOLI GERMANI i barbari si convertono all’Arianesimo, erano quasi tutti germani (ad eccezione
dei Franchi, unico popolo che divenne cattolico) i quali erano pagani, un popolo di tutti guerrieri,
non avevano territorio fisso, il loro principio era “Principio del capo” = fedeltà assoluta al capo, ossia
capo tribù nonché il più bravo di tutti in battaglia. Quello che diceva lui era LEGGE. Per la prima volta
i barbari sentono parlare di Trinità, di Dio ma non accettavano il fatto che Dio fosse stato flagellato,
insultato, ucciso. Per cui per loro era più facile aderire all’Arianesimo, poiché era una religione che
si avvicinava ai loro principi: ossia un uomo (e non un Dio) che si sacrifica per gli altri, questo lo
accettavano.
C’è un unico popolo germano non si converte all’Arianesimo: sono i Franchi, con Clodoveo si
convertono poiché prima di lui erano pagani. Clodoveo sposa Clotide (principessa burgunda molto
cattolica che tentò di far convertire il marito. Durante una battaglia importante contro gli Alamanni,
Clodoveo, prossimo alla disfatta, pregò Dio facendo voto di battezzarsi in cambio della vittoria. La
battaglia fu vinta dai Franchi con facilità e la regina scoprì qualche giorno dopo di essere incinta.
Clodoveo fu battezzato dal vescovo Remigio che lo unse con l’olio santo.
Nel 496 a Parigi, Clodoveo si fa battezzare e immediatamente i soldati si convertono al cattolicesimo
perché se si converte il Re lo fanno tutti (principio del capo). I Franchi sono coloro che hanno fatto
la Francia =questo paese si converte al cattolicesimo. Clodoveo dà luogo ad una nuova dinastia: I
MEROVINGI, che lasciavano il potere ad un ministro.
SAN BENEDETTO e IL MONACHESIMO
E’ il patrono d’Europa, nato a Norcia. È vissuto tra il 480 e il 547 d.C. Non si hanno notizie biografiche.
Viene a Roma a studiare. Rimase poi disgustato dal mondo e lasciò tutto. Si ritira in montagna (a
Subiaco) dove si trova un santuario. Benedetto resterà isolato per 3 anni e raccontò che incontrò un
altro eremita con cui si vedeva una volta all’anno per il pranzo di Pasqua. Si sparge la voce e si forma
una comunità di giovani anche contro la sua volontà. Questi giovani tentano di ucciderlo, lui se ne
accorge e durante la notte se ne va. Lo seguiranno 2/3 ragazzi e arriva a Montecassino in cui c’era
un tempio ad Apollo. Il tempio viene distrutto e si riforma una comunità di giovani, Benedetto decide
così di scrivere la “Regula Magistri”: ossia sui miracoli di san Benedetto, scritto da un discepolo=
formazione del monachesimo occidentale. Tutti i giovani accettarono e fecero propria la regola.
Costruiscono l’abazia di Montecassino. Benedetto verrà raggiunto anche dalla Scolastica. E’ da poco
finito l’impero Romano e Benedetto forma una società cristiana. La regola era sintetizzata nel
concetto “ORA ET LABORA”, la grande novità è nel “labora” Il monachesimo esisteva anche prima
di Benedetto, il monachesimo non nasce con San Benedetto. C’era prima il monachesimo Orientale,
uomini che se ne andavano nel deserto. San Benedetto è il primo in assoluto che dice che bisogna
anche lavorare. La vita del Monaco è divisa in tre: 1) pregare, 2) lavorare nei campi, 3) bisogni
personali. Si mangia una volta al giorno, è abolita la proprietà privata, esiste un ABATE (che può
nominare un priore). Bisogna obbedire e rimane in carica per tutta la durata della vita. Si deve amore
e obbedienza incondizionata. Montecassino diventa importante anche per la grande produzione
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agricola che derivava dai campi, si inizia a vendere il prodotto del campo, e si crea un mercato.
Montecassino diventa una potenza, i monaci iniziano a essere una centinaia e vengono mandati
altrove a fondare altre abazie. Iniziano a nascere abazie ovunque, arrivano anche in Germania, in
cui c’erano ancora i barbari. È questa la prima evangelizzazione, anche se i barbari erano contro i
benedettini, questi continuarono a diffondere la parola di Dio. Il monachesimo ha svolto anche un
compito civile, non solo cristiano. Uno dei grandi meriti dei benedettini, i monasteri diventano centri
di cultura, furono loro a trascrivere i manoscritti greci e latini = i famosi AMANUENSI.
Ma la vera rivoluzione fu un’altra: prima il lavoro era visto in modo negativo, poiché lavoravano gli
schiavi (“otium e negotium”, ossia libertà dal lavoro per l’otium, quindi vivere studiando. Mentre
per negotium si intendeva chi doveva lavorare), con S. Benedetto invece il lavoro è visto come un
dono di Dio per la produzione di beni. Con Adamo il lavoro era diventato un castigo ma nasce col
lavoro anche il benessere). Questa è una vera rivoluzione culturale e mentale. Per Benedetto il corpo
è un dono di Dio, dando valore al corpo dà anche valore al lavoro. Persino i padre della chiesa
orientale pensavano che il corpo fosse il nemico dell’anima.
Il lato negativo è che gli Europei hanno come unico scopo quello di lavorare, per realizzarsi a danno
altrui, il lavoro come scopo unico.
Il merito di Benedetto è di mantenere il valore dello spirito e riscoprire il valore del corpo Cristo
condanna l’uso che si fa della ricchezza, ma non la condanna in sé per sé.
Gli stessi abati nel VII, VIII sec. diventarono anche feudatari, assumendo incarichi politici nelle terre
circostanti il monastero (Monte Cassino divenne addirittura un principato nei secoli successivi). Il
Monastero, oltre ad essere l’unico centro di cultura per quei tempo, era anche un punto di
riferimento e di difesa, quando i mussulmani o i popoli vicini insediavano gli abitanti delle zone
limitrofe, che chiedevano ospitalità ai monaci vicini = nasce il MONACHESIMO SOCIALE, il
monastero anche come luogo per permettere la sopravvivenza.
Nel 1200 nascono altri due grandi ordini di frati: I FRANCESCANI e i DOMENICANI molto diversi per
l’anima spirituale dalla quale sono ispirati. I Francescani hanno un’anima di povertà e carità imitando
la vita di Cristo povero, che accoglie i poveri e gli umili. I Domenicani, invece, sono più in difesa delle
tradizioni.
ISLAM
Tra gli eventi più importanti della parte Occidentale abbiamo la venuta di Cristo, l’arrivo di
Maometto, scoperta della America, Rivoluzione Francese.
Viviamo in un mondo totalmente cristianizzato e la società, però, non è religiosa. L’Islam, religione
come punto chiave dell’uomo. La loro mentalità è radicalmente diversa dalla nostra; hanno una
visione TEOCENTRICA, il loro è un mondo coeso. L’Islam non ha avuto la Rivoluzione francese e tutti
i nostri filosofi. L’Islam si è imposto in modo dirompente al contrario del cristianesimo.
Maometto (si pensa) è nato nel 570, ma non è una data certa a differenza della data di morte che
invece si sa con certezza: 632. Nel 622 c’è la JIHAD ossia la guerra Santa. I mussulmani piano piano
invadono tutto. Lo scontro tra Islam e cristianesimo dura per 1000 anni.
Nel XII-XIII sec. abbiamo le CROCIATE, secoli in cui i cristiani attaccano i Mussulmani. Per la seconda
metà del 700, tutto l’800 e parte del 900 si arresta la carica dei mussulmani. All’interno del mondo
islamico vi erano 2 dittatori che erano laici (SADDAM e GHEDDAFI), che tenevano a bada l’islam
radicale. 5
Il Corano è un libro etico, spiega come vivere, proibisce l’alcool ecc. La Bibbia (Nuovo Testamento)
è anch’esso un libro etico ma dice solo di “amare il prossimo” ma le modalità sono libere. Il punto
chiave è il problema della Jihad: oggi si usa dire che non c’è, che sia una guerra spirituale. E’ la guerra
santa che devono fare tutti gli islamici per convertire gli altri all’Islam con la spada. Maometto ha
detto che il mondo si divide in islamici e non islamici, quest’ultimi vanno convertiti lo dicono gli
scritti del Corano. Maometto arriva alla Mecca. Quando iniziò a predicare, infatti trova subito dei
persecutori in chi deteneva il potere e vedeva le sue parole come una minaccia: così dovette fuggire
nel 622. Questa fuga da La Mecca viene chiamata l’Egira. È da lì che decise che “l’Islam si doveva
imporre con la scimitarra”
torna con un esercito e conquista la Mecca, il primo a fare la JIHAD è proprio lui. Prima di morire
uno dei seguaci gli chiese “Chi cadrà prima, Roma o Costantinopoli?” e lui rispose “Cadrà prima
Costantinopoli e poi Roma”. La jihad è un obbligo. Maometto aggiunge che bisogna trattare
differentemente ebrei e Cristiani: i pagani devono essere decapitati se non si convertono; gli altri
devono vivere come “Dihimmi”, ossia schiavitù civile, senza diritti, ma non possono essere uccisi.
L’etica cristiana è l’unica al mondo perché si pone in maniera scomoda, porta la croce, Dio è stato
crocifisso, dà vincoli sessuali, aiuta i poveri ecc. Però proprio per questo è universale, è un saggio
universale; l’Islam non lo è. I musulmani vedono Cristo come il Penultimo dei Profeti e in alcun casi
rispettano la Madonna, ma non sempre.
L’islam riesce a prendere anche una parte dell’India (Il Pakistan), la Malesia, Gerusalemme avendo
già preso la Persia ecc. Dall’Atlantico al Pacifico passando per l’Indiano. Hanno sempre tentato di
prendere l’Europa, Roma. A Maometto appare l’Arcangelo Gabriele in una caverna e gli dettò il
Corano (prima detto Politeish. Dettare è diverso da ispirare (i libri ebraici e cristiani sono stati ispirati
da Javeh ma sono stati scritti uomini) e si parla in un linguaggio umano. La mentalità islamica non è
così perché sostiene che il Corano sia stato scritto sotto dettatura, la conseguenza è che non può
cambiare o modificarsi, perché Dio non può sbagliare. La bibbia può essere interpretata, il Corano
no. La Chiesa nel corso nei secoli ha imposto dei dogmi, ma le altre cose sono cambiabili. Gesù ha
lasciato la Chiesa, dando tutti i poteri a Pietro, l’Islam non ha chiesa, non ha un corpo religioso ma
molti corpi religiosi che hanno nomi diversi. Ad esempio per quanto riguarda la donna, il burka è
un’invenzione dei talebani del XX secolo.
Nell’Islam Chiesa e Stato coincidono, è una teocrazia. Nell’Islam non ci sono sacramenti e per il
matrimonio c’è la poligamia; la donna in Marocco è diversa dalla donna in Afghanistan (hanno diritto
di eredità). Diversa concezione di Dio; loro sono monoteisti perché c’è solo Allah per loro Dio è
inarrivabile, ineffabile; non abbiamo un uomo che ha chiamato Padre, Dio, rivoluzionando tutto.
Nessuna religione chiama suo padre Dio, Ad Allah non può sfuggire nulla, mentre noi abbiamo il
libero arbitrio, siamo liberi di scegliere e di fare le nostre scelte morali e intellettuali (i protestanti
lo confuteranno); per l’islamico pensare che abbiamo libertà di azione è inconcepibile, per loro fare
i kamikaze è più facile, perché tanto è scritto già, noi siamo più per la libertà. La concezione di Dio è
differente. L’Islam ha una serie di capi religiosi indipendenti, non ha un solo capo di riferimento
come è il Papa per i Cattolici. I capi religiosi dell’Islam sono legati ad un fatto storico temporale: alla
morte di Maometto gli successero i Califfi, poi i Sultani che oltre al potere politico avevano anche il
potere religioso.
CARLO MAGNO 6
Crea il Sacro Romano Impero e, in secondo luogo, crea l’Europa (Giovanni Paolo II lo proclamò padre
dell’Europa).
È figlio di barbari, l’Impero romano è ormai caduto da 3 secoli. Carlo NON discende da Clodoveo e
quindi non è un merovingio.
Clodoveo è il Re dei Franchi tra la fine del 400 e l’inizio del 500. Già a partire dal VII sec. i Merovingi
adottano il sistema di nominare un Primo Ministro (Maior Domus) che governava al posto dei
Merovingi (Re Fannulloni). Vi era l’usanza di tramandare di padre in figlio il potere di primo ministro.
Nel 600-700 abbiamo due dinastie, i Carolingi e i Merovingi.
Il nonno di Carlo si chiama Carlo Martello ed è primo ministro, viene ricordato perché nella grande
espansione degli Arabi con la battaglia di Poitiers, Martello ferma l’espansione degli Arabi. Questo
avvenimento nella metà del 700 gli dà grande prestigio. Quando muore lo succede il figlio, Pipino il
Breve, il quale controlla tutto il regno dei Franchi (dall’Atlantico della Francia fino all’Austria). In
Italia erano arrivati i Longobardi, i quali si convertono all’Arianesimo e con Gregorio Magno si
convertono al Cristianesimo. Nel 700 attaccano Roma, i Longobardi avevano 3 centri di potere: il
Nord, Benevento e Spoleto. I papi non sapevano cosa fare e si rivolgono a Pipino, il quale
immediatamente manda un esercito a patto che il Papa lo riconoscesse Re e quindi voleva mandare
via i Merovingi (Carlo quindi nasce come figlio di un Re). In questo momento è la Chiesa che
riconosce la legittimità di chi governa, questo non era mai accaduto prima.
Pipino sconfigge i longobardi e libera Roma. Il Papa incorona Pipino Re dei Franchi. Nasce il rito
dell’incoronazione. I figli di Pipino sono 3: Pipino, Carlo Manno, e Carlo. Questi diventano principi.
Pipino (padre) decide di dividere il regno in 3 parti per i loro figli. Carlo Manno decide di farsi monaco
e Pipino viene assassinato. Carlo diviene unico Re dei Franchi. Egli non sa né leggere né scrivere e
ha 25 anni, governerà per 50 anni. Vi è una data che fa da spartiacque: l’800.
Prima dell’800 conquista un impero vincendo tutte le battaglie. Carlo subisce un unico smacco: tenta
di togliere la Spagna ai mussulmani ma si rende conto di non essere in grado e torna a Roma, smacco
nel quale muore il suo migliore amico Rolando. Mentre torna, decide di passare per il passo di
Roncisvalle, Carlo mise Orlando, il suo fedelissimo a capo della retroguardia la quale fu attaccata
dai Baschi e Orlando muore. Appena diventato Re, Carlo attacca i longobardi perché stavano
attaccando il Papa. Carlo prende Pavia e sconfigge i Longobardi (Carlo si farà chiamare il Davide del
Nuovo Testamento). Il Papa gli diede il titolo di “Patricius romano” e Carlo per ringraziarlo gli diede
dei terreni appena conquistati al Papa: nasce lo Stato Pontificio, dotato di potere temporale. Carlo
torna in Germania ed inizia a essere famoso ovunque. Egli capisce che ha bisogno di una capitale,
una città che sta in Germania, ad Aquisgrana costruisce il suo palazzo e sarà la capitale del Sacro
Romano Impero.
Carlo guarda a Est, a quella parte della Germania che stava sotto i Sassoni. Loro ammazzano i
Benedettini. Il Papa chiede aiuto a Carlo, allora parte per la Sassonia avvertendoli di finire queste
stragi. Fa una seconda spedizione (le quali venivano fatto da Carlo in quanto i sassoni continuavano
ad ammazzare i benedettini) e i Sassoni gli dicono che i benedettini sono stati sterminati da un
grande capo: Il Vitichindo. Carlo, così, fa una terza spedizione dandogli un ultimatum, prepara un
esercito e inizio lo sterminio dei sassoni. Carlo si incontra con Vitichindo, a questo punto Carlo spiega
che il suo Dio è più forte del loro Dio brucia l’Irminsul, l’albero adorato dai Sassoni, e mette un
altro albero a forma di croce. Dopo 3 giorni il Vitichindo si converte al cattolicesimo e Carlo proclama
Vitichindo Duca di Sassonia e gli dà in sposa sua figlia Gisela. Negli anni ’90 Carlo era Re indiscusso.
Arriva un messaggero da Costantinopoli dicendo che era rimasta Teofane a capo dell’Impero, la
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quale chiede di sposarlo. Carlo rifiuta perché capisce che era una trappola. Nel 799 Carlo vuole
rifondare l’Impero, in questo periodo vi era Papa Leone III e vi erano due partiti, uno filobizantino e
uno filofranco e il Papa era di questo partito che voleva stare con Carlo. Al Papa quindi gli viene
tagliata la lingua. Il Papa scappa da Carlo, gli viene ricucita la lingua e gli racconta ciò che era
successo. Carlo allora arriva a Roma, riunisce i congiurati e instaura un vero e proprio processo,
facendo egli stesso da giudice. Il Re laico giudica un papa. Carlo condanna a morte i congiurati, il
Papa si inginocchia e chiede a Carlo di risparmiare la vita ai suoi persecutori, i quali vengono
condannati al carcere a vita. Nell’800, il 25/12 il Papa invita Carlo alla messa di Natale. Durante la
messa, il Papa scende dall’altare, va verso Carlo con una corona e lo proclama “Pacifico Augusto
Imperatore dei Romani” nasce l’Impero.
Carlo era arrabbiato, si firmerà imperatore solo nel 811. Era arrabbiato perché è stato il Papa a
nominarlo e quindi dipende da Lui. È da qui che iniziano gli scontri tra Stato e Chiesa.
Carlo muore nel 814 di febbre, avrebbe voluto dividere il regno tra i suoi figli ma muoiono tutti e
rimane solo il figlio Ludovico.
GUELFI E GHIBELLINI
Sono stati i due grandi partiti dell’Europa. I termini derivavano da 2 famiglie della Germania.
Guelfo deriva da Welf che significa cucciolo di cane o altro animale e stava ad indicare i sostenitori
della casa di Baviera, mentre Ghibellino viene da Wibeling, ossia un castello in Franconia ed indicava
i sostenitori della casa di Svevia Hohenstaufen (da cui discenderà Federico Barbarossa).
I guelfi stanno con il Papa e i Ghibellini con l’imperatore.
L’impero è una monarchia e allora perché l’imperatore è diverso dal Re? Il re è capo di stato del
singolo stato stesso. L’imperatore è il re dei re, governa su territori vasti, alcuni imperatori sotto di
loro hanno aiuto dai re. L’impero è una entità universale, come la Chiesa.
Papato e Impero sono le 2 entità universali (l’impero finisce meno di 100 anni fa, l’impero di Carlo
Magno finisce il 9/11/1912.
La Basilica di San Pietro era stata rasa al suolo per poi essere ricostruita. Lì è stato incoronato Carlo
Magno da Leone III e il momento dell’incoronazione fu importantissimo, Carlo è stato nominato
“Padre dell’Europa” da Giovanni Paolo II. Gli elementi fondativi dell’Europa medievale sono:
1. Romanità.
2. Germanità.
3. Cristianità.
Avere il sangue di Carlo era presupposto per diventare imperatore o semplicemte essere
aristocratico. Da Carlo discendono due casate:
- Quella francese (i re Capetingi)
- Quella tedesca (Carlo viene rappresentato metà con i gigli francesi e metà con le aquile
(tedeschi).
L’incoronazione vi è nell’800, la nascita di Guelfi e Ghibellini ci sarà nell’XI secolo.
Dante inizia come Guelfo, poi diventa ghibellino, e si percepisce da un’altra opera, il “De
Monarchia”. L’oggetto è il rapporto Stato-Chiesa. Il primo che ne parlò fu Papa Gelasio nel V secolo
ma non ha nulla a che vedere con questi scontri. Gelasio utilizzerà una metafora delle 2 spade “come
noi uomini siamo fatti di anima e corpo, anche la società deve essere formata da corpo, lo Stato, e
dall’anima, la Chiesa”. La Chiesa, però, non deve occuparsi di politica. La posizione di Gelasio è
moderata. 8
L’impero di Carlo dura un secolo. Verrà riformato da Ottone nel 961, con la fondazione del Sacro
Romano impero di origine germanica. Ottone, figlio di Enrico I di Sassonia, si fece incoronare dal
Papa e la Chiesa diventa sempre più succube dell’Impero. (I Papi molto spesso venivano eletti dal
popolo di Roma, o dalle grandi famiglie romane). Infatti Ottone promise molti territori alla Chiesa di
Roma ma affermò il privilegium ottonianum, per il quale riconosceva lo Stato della Chiesa, però si
riservava il diritto di ratificare l’elezione del Papa, in pratica di esprimere il parere deciso riguardo
alla scelta di ogni nuovo Papa.
Nella fine del ‘900, la Chiesa cade in una crisi morale ed è comandata dall’Imperatore, il quale ha il
potere di nominare i vescovi.
(Nacque il fenomeno dei Vescovi conti: è colui al quale l’imperatore dava dei feudi così da
corromperli, così che il feudo non diventasse ereditario e poterli controllare sempre.)
Si formarono due problemi: il concubinato (violazione del celibato ecclesiastico) e la simonia
(acquisto di cariche ecclesiastiche con i soldi).
Il termine Simonia viene da Simon Mago, il quale cercò di comperare da Pietro apostolo il potere di
amministrare anch'egli con la semplice imposizione delle mani lo Spirito Santo, incorrendo nelle ire
dell'apostolo. Da questo antico tentativo di commercio di cose sacre deriva il termine simonia.
I papi dopo l’anno 1000 vengono descritti come figure squallide, ci fu poi una Riforma Gregoriana
che creerà la Chiesa del Medioevo, dal nome del Papa che la attuò, Gregorio VII. Negli anni ‘40/’50,
anche ecclesiastici di minor rilievo effettueranno rivoluzioni epiche.
Papa Gregorio VII (1073-1085) lotta per la “libertas ecclesiae”, fu una figura centrale per la ripresa
della Chiesa. Egli dichiara guerra all’Impero, scriverà un documento “Dictatus Papae” (raccolta di
27 enunciazioni di poteri arrogati al Papa), nessun imperatore potrà nominare un Papa, saranno
solo i Cardinali ad eleggerlo, con scrutinio segreto, all’interno di una sala finché non viene nominato
il Papa (Conclave). Nel Dictatus, Papa Gregorio VII afferma che i vescovi non devono più avere ed
accettare feudi e il Papa stesso nomina i vescovi anche in Germania. Gli assiomi del Dictatus cercano
di stabilire la più assoluta supremazia papale. Egli riprenderà il discorso di Papa Gelasio ma con
un’altra metafora, la metafora del Sole e della Luna: il sole brilla di luce propria e la Luna di luce
riflessa, quindi la Chiesa è il Sole perché fondata direttamente da Gesù Cristo e l’Impero è la Luna,
quindi subordinato alla Chiesa perché è opera degli uomini. Il Papa dice che sono comunque due
cose diverse ma la Chiesa primeggia sull’impero. L’imperatore Enrico IV afferma che lui non sia Papa
(papa Gregorio VII), il quale lo dichiara eretico, così Enrico IV nominerà un suo Papa, una parte del
popolo seguirà Gregorio VII, un’altra parte seguirà l’Anti-Papa. A questo punto Gregorio VII
scomunica Enrico IV. La “scomunica” è un atto legale della Chiesa Cristiana che implica vari gradi di
esclusione di un suo membro dalla comunità dei fedeli.
Allora Enrico decide di riunire l’Esercito per entrare a Roma e uccidere Gregorio. I Feudatari però
non fanno nulla perché gli dicono che lui era scomunicato. Così Enrico capisce che il Papa è più forte
di lui (la Res publica è cristiana).
Così si veste da pellegrino e va a Roma per chiedere perdono al Papa che però si trova a Canossa: lì
viene raggiunto da Enrico IV. Il Papa lo perdona e revoca la scomunica. Per ottenere il perdono
Enrico fu costretto a umiliarsi davanti al Papa a Canossa: per essere ricevuto e ottenere
l’annullamento della scomunica stesse in ginocchio per 3 giorni sulla neve. 9
Enrico, privo di scomunica, riunisce l’esercito una volta tornato in Germania e inizia lo scontro tra le
due entità fino al 1122 in cui ci sarà un accordo tra Papa e Imperatore in cui verranno accettate le
regole di Gregorio tranne la nomina dei vescovi che, invece, sarà effettuata dall’Imperatore.
Lo scontro verrà vinto da Papa Bonifacio VIII che vive nel 1200 (1230-1303), inventò il Giubileo nel
1300. Scrisse un’enciclica “Unam Sanctam” nella quale va oltre Gelasio e riprende la metafora delle
2 spade, ma dice che Dio dà tutte e due le spade al Papa il quale dà una spada all’imperatore.
In questo momento la Francia diventa sempre più forte con il re Filippo il Bello, nemico giurato di
Bonifacio, il quale viene arrestato e morirà 8 mesi dopo di crepacuore.
DANTE
Dante fa degli accenni nella Divina Commedia, mentre ne parla chiaramente nel De Monarchia,
riguardo ai Ghibellini. Firenze era dei Guelfi, ma erano suddivisi in bianchi e neri, vincono i neri e
viene dato l’esilio a Dante. Questo porterà Dante a diventare un ghibellino.
1) Dante dice che tra Chiesa e Impero nasce prima l’impero e la Chiesa nasce nell’Impero.
Qualcuno dice che però Cristo fa parte di un popolo nato molto prima dall’impero.
2) L’impero non è una creazione della Chiesa ma nasce per volontà di Dio in modo diretto.
3) Dio dà legittimità sia alla Chiesa che all’Impero e Dante dice: come si è comportato Dio sulla
terra? Egli ha creato una situazione nella quale si è fatto giudicare da Pilato (errore di fondo:
si è giudicato un innocente). Dio riconosce quindi l’autorità di Pilato. Dio gli dice “non avresti
avuto un potere se qualcuno prima di te non te lo avesse dato”. Cristo, quindi, dà legittimità
all’impero Romano prima che sia fondata la Chiesa.
Lo scontro tra Stato e Chiesa persiste ancora oggi.
LUIGI IX (1214-1270)
Luigi IX (conosciuto come il Santo) fu un personaggio molto importante a livello politico, è il quarto
figlio di Luigi VIII- Diventa Re giovanissimo a causa della morte del padre e degli altri 3 fratelli
maggiori, viene incoronato nel 1226 a Reims e subisce una forte influenza da parte della madre
Bianca di Castiglia. E’ una figura particolare, apprezzatissimo come Giovanna d’Arco, visse la sua
vita come l’incarnazione del cristiano vivente, fece il monaco e il re allo stesso tempo. Si sposò
giovane ed ebbe 8 figli. Viveva alla Conciergerie in maniera opposta rispetto a come si vivrà a
Versailles molti anni dopo. Come Re non fu una figura eccezionale ma assicurò 40 anni di pace e con
matrimoni indovinati estese il suo regno. Applicava alla lettera i principi della Chiesa. Luigi IX passò
l’intera vita a pensare come recuperare il santo sepolcro. Per ben due volte partì per la Terra Santa,
la prima volta cadde in mano ai Mussulmani, la regina pagò il riscatto e lui fu liberato. Però non
voleva tornare in Francia da solo e chiese che fossero liberati insieme a lui tutti i suoi soldati,
altrimenti avrebbe preferito restare prigioniero con loro: il Pascià liberò tutti. Nel 1270 partì per la
sua seconda crociata, l’ultima che fu fatta, era anziano, in Egitto si ammalò di peste e morì.
All’antitesi di Luigi c’era suo cugino, Federico II di Svevia, nipote di Federico Barbarossa.
FEDERICO BARBAROSSA (1122-1190)
Federico Barbarossa è un imperatore, è sempre in guerra con il Papato che durerà per 40 anni. E’
noto per aver distrutto Milano nel 1162. I Papi (in particolare Papa Alessandro III) entreranno in
contatto con i comuni del Nord e quindi fanno la Lega Lombarda. Lo scontro verrà vinto dalla Lega
lombarda e Federico verrà sconfitto militarmente. Si finisce con un compromesso: i comuni del Nord
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solo fanno parte del Sacro Romano Impero, ma in realtà sono indipendenti. Barbarossa, ormai ultra
ottantenne, farà parte della crociata nel 1190 in cui erano presenti il Re di Francia e il Re di
Inghilterra. Volevano riprendere Gerusalemme. Ma in Turchia, Barbarossa muore dopo essersi fatto
il bagno sudato, annegato nel fiume Salef. La Chiesa darà ordine a tutta la cristianità di piangere e
pregare per un mese (nonostante ci avesse combattuto per 40 anni. La Crociata finirà male perché
i Re si scomunicheranno a vicenda.
A Roma diventerà imperatore il nipote di Barbarossa, Federico II di Svevia.
Nel
Il padre, Enrico VI sposa Costanza d’Altavilla, unica erede dei Normanni 1130 hanno creato il
regno di Napoli e Sicilia, Enrico decide di sposarla e diventerà Re di Napoli e Sicilia, così da poter
distruggere il Papato. Muoiono sia Enrico che Costanza e lasciano un figlio di 4 anni. Costanza, prima
di morire, nomina il Papa come tutore del figlio, Papa Innocenzo III, il piano era di dividere il regno
d Napoli dal Papato. Federico era un genio, parlava 9 lingue ed era pieno di rancore. Diventa poi Re
di Sicilia, ma in Germania c’era un altro re, così il Papa era più tranquillo. Federico scappa e arriva in
Germania. Il Re tedesco era guelfo e Federico II era ghibellino. In Germania, i Ghibellini lo
riconoscono come imperatore del Sacro Romano Impero. Scoppia la guerra civile e vincerà Federico
che diventerà imperatore. Muore Innocenzo III, Federico crea il terrore attorno a sé. Sceglie di vivere
in Sicilia, perché già sa che in Germania dovrà scendere a patti con i principi. Egli voleva essere
signore assoluto. Ammira l’Islam, va in terra santa e fa pace con i Mussulmani, il Papa lo scomunica
ma lui tornerà con un migliaio di mussulmani e li metterà in Puglia. Ebbe 6 mogli; fece delle leggi: le
costituzioni Melfitane regolando il regno e creando la burocrazia meridionale (il suo consigliere sarà
Pier delle Vigne per 20 anni, poi verrà decapitato). Morirà nel 1250 scomunicato dalla Chiesa. Gli
muoiono tutti i figli, e rimarrà solo un figlio bastardo, il Manfredi, e poi un figlio del figlio che verrà
sconfitto anche lui. Scomparirà così la famiglia degli Svevi.
CARLO MAGNO
Capisce che non può rimanere ignorante. Conoscerà un monaco, Alcuino di York, al quale verranno
conferiti dei poteri. Egli formerà una Schola per i figli di Carlo ma anche per Carlo stesso (scola
palatina), Formerà una biblioteca e Carlo di nascosto studierà e imparerà a scrivere, leggere il latino
e il greco. Si creerà il nuovo club di intellettuali che fonderanno la nuova grafia: “la minuscola
Carolina”, la grafia dei testi sacri. Verranno formate altre Schole in tutta Europa. Rinasce la cultura
finché alcune di queste decide di specializzarsi in una materia, la prima fu a Bologna che si specializzò
nel diritto (Prima università). Si parla, così, di Rinascita Carolingia, volendo sottolineare la fioritura
che si ebbe durante il Regno di Carlo Magno, sia in ambito politico che culturale.
FEUDALESIMO
Carlo muore e diventerà imperatore Ludovico il Pio, quando muore lascerà l’impero diviso tra i figli
e un nipote, inizierà una guerra che finirà nel 843 con il Trattato di Verdun si spartiscono l’impero
in 3 parti. Il Trattato viene scritto in francese e in tedesco (successivamente in latino). Gli storici lì
riconducono la nascita dell’Europa. Ognuno dei fratelli aveva già un suo regno - Lotario in Italia,
Ludovico II il Germanico in Baviera e Carlo il Calvo in Aquitania. Lotario ricevette la parte centrale
dell'impero - quella che in seguito divenne Paesi Bassi, Lorena, Alsazia, Borgogna, Provenza, e Italia
- e a titolo onorifico anche il titolo imperiale, ma senza avere più che un comando nominale.
Ludovico ricevette la parte orientale - gran parte di quella che divenne più tardi la Germania - sotto
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forma di Sacro Romano Impero. Carlo invece ricevette la porzione occidentale - gran parte della
quale sarebbe divenuta la Francia - incluse anche l'Aquitania, Tolosa e la Settimania.
Il feudalesimo pone le sue radici prima di Carlo, ma si sviluppa dopo. Era l’unico sistema socio-
economico. Il feudo è un pezzo di terra che permetteva il sostentamento dei proprietari. Venivano
dati ai Feudatari che erano diversi dai contadini.
In una situazione in cui non c’è uno Stato che ti aiuta, c’erano i barbari che invadevano e occupavano
tutto, l’unica cosa che si poteva fare era recarsi dai signori aristocratici dotati di fortilizio (piccola
rocca o castello, fortezza di ridotte dimensioni). Il signore in cambio voleva che i contadini
lavorassero per lui (ville: appezzamento di terra e si stabiliva un rapporto di interdipendenza).
Questo fu un modo per difendersi dai barbari, c’era la tendenza ad unirsi. Con il passare del tempo
nascono i regni romano-barbarici e si crea un modus vivendi. (i Longobardi hanno 3 stati:
Benevento, Pavia e Spoleto). Carlo crea l’impero, quindi tutto è sotto il suo potere e quindi l’Europa
ha un potere centrale. Carlo si rende conto che doveva trovare un sistema per gestire il suo impero
e ovviamente pensa ad un sistema gerarchicodivide l’impero in territori geopolitici dandoli in
affidamento a uomini di sua fiducia, Carlo a questi uomini gli fa fare un giuramento di assoluta
fedeltà e in seguito gli dà un titolo. Poiché i territori erano molto vasti, anche i suoi uomini di fiducia
nominano altri per governare. I territori così si riducono sempre di più. Si crea una situazione
gerarchica in cui ognuno è signore di uno e vassallo di un altro, i vassalli minori sono detti valvassori.
Il momento fondamentale è quello del giuramento degli uomini a cui venivano affidati i territori.
in questo sistema non ci devono essere salti. È un rapporto personale, il Medioevo non conosce lo
Stato, è tutto basato su rapporti personali.
Carlo istituisce una figura giuridica fatta da 2 persone: i “Missi giuridici”, sono un vescovo e un conte
e vanno in giro per l’impero e piombavano improvvisamente nei feudi, quindi dai contadi e dpo
andavano dai signori, raccoglievano le notizie e le portavano a Carlo
Carlo non è l’inventore del feudalesimo ma crea una sorta di feudalesimo geopolitico basato su un
rapporto personale. All’epoca di Carlo Magno, i territori al confine venivano chiamati marche da cui
deriva il Marchese, poi ci sono i Duchi, poi i Conti. Dopo l’impero Carolingio, viene l’anarchia
feudale. L’Europa è divisa in tanti territori feudali e i feudatari si fanno guerra tra loro. Vi è quindi
un periodo di terrore, questo ha portato quei fortilizi a diventare delle vere e proprie fortezze: questi
danno luogo al fenomeno dell’incastellamento.
Ottone I rifonda l’Impero e ritorna il potere centrale. Si tende ad avere un controllo sui signori e
questi accettano l’idea di essere vassalli ma chiedono in cambio l’eredità feudo e nel 1032 si ha la
constitutio feudi, nasce l’aristocrazia europea. Nasce anche una sorta di investitura da parte della
Chiesa, del beneficium. (Con la Magna Carta nel 1215 si dà la libertà ai sudditi).
Il Feudalesimo è una sorta di libertà, limitando il potere dell’imperatore. I re del Medioevo erano
“primus inter pares”, quindi per essere rispettato doveva dare il buon esempio. I Servi della gleba:
non erano dei schiavi, erano legati alla terra e non al signore; anzi era il signore che dipendeva dallo
schiavo. Il Medioevo non ha conosciuto la lotta di classe, non ci sono i sindacati ma era una società
armonica.
LA CAVALLERIA la
All’interno della società feudale, nasce una cosa tipica del Medioevo Cristiano Cavalleria (ha
una accezione positiva). Periodo dell’autonomia feudale (prima metà 900), periodo di molte stragi,
in questo contesto storico nasce la cavalleria. [Nel periodo romano c’era gli Equites ma non erano
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la stessa cosa]. Quando i feudatari morivano dovevano scegliere uno solo tra i figli: il maggiorascato.
Era l’unico modo per mantenere la ricchezza all’interno della famiglia (cadetto: fratello minore, era
una situazione presente in tutta Europa). I cadetti, crescendo, non ereditando nulla, se ne andavano
in giro in cerca di avventura, per poter campare si arruolavano con altri feudataridiventavano
Mercenari.
L’Europa del X secolo stava in una brutta situazione. Con Ottone I rinasce un potere centrale, i
feudatari sempre più irrequieti ma devono rispondere ad un capo. Nel XI secolo entra in gioco la
Chiesa, e nasce l’Europa. La Chiesa cerca di dare dei valori precisi e dirottare la violenza che c’era.
Esiste un codice d’onore l’amore militare: rispettare le regole fino alla morte. Chi non rispettava
questo codice era un fellone (non scappare in battaglia, non tradire il capo). Vi erano una serie di
dovere
regole morali dettate dalla Chiesa di aiutare una donna in pericolo. La Cavalleria doveva
fare il bene, era una società altruista con persone che rinnegano se stessi per fare del bene con una
gloria personale.
La Cavalleria è un élite. Anche un figlio di un contadino che compiva un gesto eroico in guerra poteva
diventare cavaliere. La cavalleria medievale non è classista. Qualsiasi cavaliere poteva fare cavaliere
qualcun altro, soprattutto i vescovi, il re e l’aristocrazia; il potere di cacciare i cavalieri e di dire di no
a dei re non è conosciuto, è un mistero. La cavalleria non è una casta ma è un ceto [CASTA: dove
nasci, muori, tipica della società orientale, è diversa dal ceto]. Nessuno nasceva cavaliere ma si
poteva diventare cavaliere. Il valore numero 1 della Cavalleria era di difendere la Chiesa e i valori
della Chiesa stessa.
La Cavalleria è l’ideale supremo della società medievale.
Il 1200 è il secolo d’oro della cavalleria, il cavaliere è un uomo dai grandi valori (bellici, spirituali e di
comportamento cortese), non più un guerriero mercenario. Per dare ancora più importanza al
fenomeno della cavalleria, la Chiesa creò un rito d’investitura senza il quale non si poteva diventare
un cavaliere, contribuendo farlo diventare ancor di più una figura d’élite. Si crea una sorta di carriera
che prevede 3 tappe:
0-7 anni: il bambino riceve l’educazione fondamentale.
7-14 anni: il ragazzino diventava il paggio di un altro nobile apprendendo sia l’arte delle armi,
del comportarsi e stare a corte.
14-21 anni: veniva mandato a combattere come scudiero, non essendo ancora un cavaliere;
se si dimostrava valido diventava cavaliere attraverso un rito (immersione in acqua bollente,
poi ghiacciata, per temprare lo spirito, 3 giorni in una cattedrale a digiuno come
purificazione, dopo questi 3 giorni un vescovo o un altro cavaliere attraverso un rito lo
nominava cavaliere).
Si afferma la figura della Dama, si crea il rapporto tra cavalieri e dama: l’amor cortese, amore fatto
di grandi passioni del cuore, molto platonico, all’interno dei castelli. C’era un modo di vivere nel
castello molto elegante, l’amore era eterno. Proprio all’interno delle corti si affermano i tornei
cavallereschi, che saranno la punta massima di bellezza ma anche la rovina stessa della cavalleria.
Nei tornei si sfidavano, erano degli eventi in tutta Europa. Si usavano le armi, i cavalli erano tutti
pezzati; il cavaliere andava da una dama che gli dava, se voleva, un colore (il fazzoletto), il cavaliere
lo indossava e combatteva in suo nome. Poteva anche morire, ma doveva succedere per sbaglio.
Con il passare del tempo 1200-1300, diventano sempre più avidi di tornei e non andavano più a
combattere le guerre e a difendere la Chiesa. I tornei erano una grande vanità, si perde l’ideale
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iniziale della cavalleria. In questo modo la cavalleria diventa un’appendice di una società che diventa
sempre più borghese.
Filippo il Buono di Borgogna organizza un grande torneo per fare il giuramento per partire per la
crociata, il Re fa portare un fagiano e li fa giurare su questo animale (il voto del fagiano), ovviamente
nessuno partì per la Crociata e Costantinopoli cadde.
LE CROCIATE
L’XI secolo è il secolo della rinascita. Gregorio VII prima di morire dice in un suo discorso che si
sarebbe dovuto riprendere Gerusalemme. Con Papa Urbano II, egli convoca un concilio in Francia,
a Clermont e invitano anche i Laici. Egli fa un discorso ai feudatari dicendogli di partire per andare a
riprendersi Gerusalemme. Nell’estate del 1096, c’erano 100.000 persone pronte a partire. I nobili
sapevano che non sarebbero più tornati, grande esempio di coraggio e sapevano che li loro peccati
sarebbero stati espiati. Il Re del sacro Romano Impero, Enrico IV non parte, non guiderà la crociata.
Partono e si dirigono a Costantinopoli, i Re di Oriente li accoglie, li riempie di doni, mi gli dà delle
guide che li volevano guidare nel deserto in Turchia. Si rendono conto di essere stati fregati,
ammazzano alcune guide e a questo punto si trovano da soli nel deserto dell’Anatolia.
Obbligheranno i mussulmani a guidarli a Gerusalemme. Arrivati, dopo 3 anni, nel 1099, trovano una
città silenziosa. I Crociati tagliano gli alberi di un bosco e si posizionano a forma di croce, fanno il
giro di Gerusalemme 3 volte con la croce, i crociati attaccano e ammazzano tutti i mussulmani, anche
donne e bambini. Goffredo diede ordine ai crociati di fare una settimana di digiuno a pane e acqua.
Goffredo di Buglione era l’unico che voleva fermarli, e fece una penitenza a nome di tutti per 1
mese. I Crociati allora gli offrono la corona ma egli “non poteva portare una corona d’oro dove
qualcuno aveva portato una corona di spine” e quindi si fa nominare protettore del Sacro Sepolcro.
Un anno dopo morì e il fratello diventò Re di Gerusalemme e nacque così il Regno di Gerusalemme.
Da qui iniziano gli scontri infiniti tra mussulmani e cristiani.
MENTALITA’ MEDIEVALE.
L’uomo medievale è un uomo teocentrico, c’è Dio al centro di tutto. Pensano alla rimessione dei
peccati. Jacques Le Goffe nella prefazione del libro “l’uomo medievale” afferma che nel medioevo
c’era tutto tranne l’uomo ateo: “Nel medioevo l’unica figura che non esiste è l’ateo, persino il
delinquente crede”.
Era comunque una società violenta, erano pieni di eretici (Federico II di Svevia è l’unico uomo che
ha messo in dubbio l’esistenza di Dio). Ci sono tantissimi casi di “conversione” nel momento della
morte. Anche Dante Alighieri è un uomo medievale, rispecchia perfettamente quella mentalità (ed
è diverso da Petrarca che sostiene che la vita consiste nel trovarsi una donna da amare. Viene
definito come primo uomo moderno).
Le fonti mussulmane che parlano delle crociate non dicono mai che non sia stato sbagliato da parte
del cristiano invaderli, poiché l’unica guerra giusta è quella fatta in nome di Dio.
LE CROCIATE (segue)
Per tutto il XII secolo, dopo la formazione di Stati da Mussulmani, si pensò ad una seconda crociata.
S. Bernardo Di Chiaravalle predicò la crociata e fonda la regola del tempio da cui nasceranno i
è
Templari: questi erano automaticamente cavalieri e diventavano monaci questa la novità.
È un ordine monastico-cavalleresco. Erano cavalieri, usavano le armi ma facevano voti di
obbedienza, povertà e castità. Diventa un vero e proprio ceto. Il primo convento è a Gerusalemme
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e poi vengono fondati ovunque, e sono le case de templari. Nel tempo accumulano un tesoro più
ampio di uno Stato (si pensa siano gli inventori dell’assegno). Nessun Re li controllava. Loro erano
sotto il Papa. Nel 1200 cominciano ad essere temuti e quindi attaccati. Vanno soprattutto in Francia,
il re di Francia Filippo IV il Bello è molto preoccupato. Nel 1312 Filippo il Bello prepara un’audace
azione di polizia: nella notte fa accerchiare tutti i castelli dei templari e vengono arrestati tutti, anche
il loro capo Jacques de Molay; Filippo prende tutto il loro tesoro e fa processare il capo Jacques. Il
re sa che deve avere l’appoggio del Papa Clemente V il quale cede alla volontà del re e nel 1314
Jacques viene bruciato in piazza, il quale durante l’esecuzione manderà una maledizione al re
dicendo “anche tu un giorno sarai qui”.
A fine secolo viene fatta la terza crociata, in cui i 3 imperatori di Francia, Inghilterra e Roma partono
per la crociata. All’inizio del 1205 i crociati partono per Gerusalemme, seguendo Venezia,
conquistano Costantinopoli. La mentalità è cambiata. Un ultimo re che crede nelle crociate è San
Luigi IX re di Francia, cugino di Federico II di Svevia, nonno di Filippo il Bello. Fa ben due crociate
per tentare di riprendersi Gerusalemme ma nella prima viene fatto prigioniero, nella seconda invece
gli prende la Peste e muore.
Oltre ai templari ci sono altri ordini come i Cavalieri di Malta. La Prima crociata è quella trionfante.
Mentalità: un aspetto di questa società era la mentalità del sistema politico. Era formato in una
situazione gerarchica, questo perché Dio ha creato il mondo in modo gerarchico, non esise
uguaglianza. L’uomo medievale ha un assoluto rispetto della natura. La politica medievale:
divisa
trifunzionalità sociale, spiegazione dell’intera società in 3 ceti: Oratores, Bellatores,
Laboratores, fanno parte di un'unica società. I primi due sono le classi privilegiate, non dovevano
lavorare perché i primi dovevano pregare, e i secondi dovevano combattere per gli altri. Gli oratores
erano tutto il clero, il quale veniva mantenuto e protetto attraverso una tassa che veniva versata in
suo favore: la Decima. I Bellatores sono i nobili, dovevano essere pronti a versare il sangue per gli
altri (da qui l’espressione sangue blu = pronto per essere versato. I nobili avevano una pelle
chiarissima, diafana, poiché essere scurito dal sole era tipo di chi lavorava la terra).
La terza classe doveva lavorare per sostenere sé stessa ma anche le altre classi. In età comunale i
laboratores saranno tutti coloro che svolgono un’attività: alta, media e piccola borghesia.
È una società anteriore ai cristiani, con Platone nel suo scritto “La Repubblica” vi era già questa
tripartizione si parla però di anime d’oro, d’argento e di bronzo.
Le 3 classi sono sottoposte alla volontà del Re. Intorno al 1200-1300 l’Europa stava sul mare, diventa
sempre più ricca per il commercio e nasce il ceto borghese e quindi la trifunzionalità viene meno.
Venezia è l’incarnazione della società borghese.
Nascono quindi le Signorie. L’affermazione del commercio è uno dei motivi della fine del medioevo.
Durante la cavalleria: TREGUA DI DIO, c’erano dei giorni in cui si poteva o non si poteva fare la
guerra, non si potevano usare certe armi come la balestra.
Il 1200 è l’apoteosi della società medievale, è una società ricca, non esistono i miserabili ma i poveri
che erano aiutati dal clero, non c’era disoccupazione. Vengono costruite tantissime cattedrali. I soldi
per costruirle erano dato dalla gente, vi era uno spirito comunitario, il medioevo non conosce
individualismo. Anche nel campo del lavoro vengono a formarsi le corporazioni: è cilindrica e
all’interno ci sono tutte le persone che fanno quel lavoro. Le corporazioni facevano anche da
“mamma”. Il 1200 ci ha prodotto San Tommaso D’Aquino e Dante Alighieri. Entrambi facevano parte
della fazione più moderata dei guelfi: guelfi bianchi. 15
CATTIVITA’ AVIGNONESE
Dopo lo schiaffo di Agnani, episodio che toccò profondamente il Papa Bonifacio VIII, Il suo
successore Benedetto XI (1303-1304) si trovò in una situazione difficile: Filippo il Bello era infatti in
aperta ribellione all'autorità pontificia e minacciava sia di convocare un concilio del clero francese
in cui proclamare l'autonomia della chiesa francese da Roma sia di istruire un processo post-
mortem in cui far dichiarare pubblicamente Bonifacio VIII eretico, simoniaco, occultista e servitore
deldiavolo.
I nobili romani intanto avevano iniziato di nuovo a dilaniarsi in guerre intestine che rendevano
malsicura la Città eterna nonché l'incolumità del Pontefice. Benedetto XI non ebbe modo di
intervenire, morendo improvvisamente a Perugia dopo solo otto mesi di pontificato.
Clemente accettò, ma si rese conto che in un simile frangente era necessario sia riaffermare
l'indipendenza della Santa Sede sia tenere strettissimi contatti col sovrano francese: nel 1309
dunque si spostò da Bordeaux (che era sotto il dominio del re di Inghilterra) ad Avignone che era
proprietà dei d'Angiò, sovrani di Napoli (da cui ottenne il permesso ad insediarsi, dopo aver pagato
loro la somma di 80.000 fiorini) e che si trovava assai vicino al Contado Venassino, feudo pontificio.
Il Papa qui poteva sentirsi a casa propria ed allo stesso tempo era vicino ai luoghi ed ai personaggi
intorno a cui si giocavano i destini della Chiesa. Oltre a queste considerazioni, le relazioni provenienti
da Roma circa l'ordine pubblico sconsigliavano il ritorno del Pontefice nella sua sede storica. Se da
un lato non è possibile conoscere le intenzioni di Clemente V circa il ritorno a Roma, dall'altro i molti
interventi sulla Città eterna e l'Italia in generale lasciano pensare che i Pontefici considerassero
transitoria la sede di Avignone.
Gregorio XI (1370-1378) venne sollecitato da molte parti a seguire i passi di Urbano V: in
quest'opera di convincimento fu molto attiva Caterina da Siena. Il Pontefice si rendeva conto che i
motivi che avevano determinato, decenni prima, il trasferimento ad Avignone erano ormai
superati: la Francia era assorbita dalla Guerra dei cent'anni e la situazione di Roma sembrava
volgere al meglio. Non si poteva ulteriormente rimandare senza il rischio di vedere il tracollo del
concetto stesso di Santa "Romana" Chiesa. Il 27 gennaio 1377 il Papa fece solenne rientro a
Roma: da allora e sino ai giorni nostri, l'Urbe sarebbe rimasta la sede del Sommo Pontefice e della
Curia romana.
SCISMA D’OCCIDENTE
L'origine dello scisma è da ricercare nel trasferimento della sede apostolica da Avignone a Roma,
voluta da papa Gregorio XI (Pierre Roger de Beaufort) nel 1377 dopo circa settant'anni di
permanenza nella cittadina provenzale. Morto Gregorio l'anno successivo, il collegio cardinalizio,
dominato da prelati francesi, si apprestò ad eleggere un nuovo papa transalpino. I romani si
sollevarono con l'obiettivo di scongiurare tale evento, poiché temevano che un nuovo papa
francese avrebbe potuto disporre il ritorno ad Avignone.
Il 20 settembre di quello stesso anno, dopo appena cinque mesi, i cardinali "scismatici" elessero
papa il cardinale Roberto di Ginevra, che prese il nome di Clemente VII. La decisione di eleggere
un nuovo papa era motivata dal fatto che taluni cardinali avrebbero preferito un altro pontefice
più vicino alle loro idee politiche. Tentarono quindi di far passare come invalida l'elezione di
Urbano VI, sostenendo la dipendenza del conclave da pressioni esterne. Dopo qualche tempo,
l'antipapa Clemente VII ristabilì la propria corte ad Avignone, in opposizione alla sede romana di 16
Urbano VI. Con due pontefici in carica, la Chiesa occidentale fu spezzata in due corpi autocefali e la
stessa comunità dei fedeli risultò divisa fra "obbedienza romana" e "obbedienza avignonese".
Il contesto storico in cui si inserisce il Concilio di Costanza è quello dello Scisma d'Occidente e
dello sviluppo delle idee conciliariste.
Il motivo scatenante lo scisma, fu la messa in dubbio della validità dell'elezione di Urbano
VI (successo a Gregorio XI) avvenuta, sotto la pressione del popolo romano, la mattina dell'8
aprile 1378. Una parte dei cardinali, ritenendo illegittima l'elezione di Urbano VI, elessero
a Fondi, il 20 settembre 1378, un nuovo papa, l'antipapa Clemente VII ( al secolo Roberto di
Ginevra ), che pose la sua residenza ad Avignone. Lo scisma divise la cristianità occidentale in
due obbedienze, quella di Roma e quella di Avignone, cui si aggiunse, nel 1409, l'obbedienza
pisana (Concilio di Pisa), che, nel tentativo di risolvere la grave crisi del papato, finì per
aggravarla ulteriormente, perché elesse un altro papa, Alessandro V. Di fatto c'erano tre papi,
ognuno con un suo seguito; cosa che, come conseguenza, divise il mondo civile e politico, gli
Ordini e le Congregazioni religiose, le Università, gli stessi Santi parteggiavano chi per un papa,
chi per un altro.
Di fronte all'impossibilità di riconciliare le parti, si fece strada nei teologi la teoria conciliare,
già affermata, in vario modo, nel Medioevo: “se un papa cade nell'eresia o nello scisma, può
essere deposto da un concilio, convocato dai vescovi o da chi abbia sufficiente autorità”.
Questa teoria, che aveva motivato il fallimentare Concilio di Pisa, portò alla convocazione, da
parte del re dei Romani Sigismondo del Concilio di Costanza (1414-1418).
La soluzione della crisi fu possibile soltanto qualche anno dopo, grazie all'iniziativa di
Sigismondo di Lussemburgo e del nuovo pontefice pisano Giovanni XXIII, succeduto nel
frattempo ad Alessandro V. Convocato a Costanza, in Germania, nel 1414, il nuovo concilio
chiuse i lavori soltanto nel 1417, quando tutte le questioni che minacciavano la stabilità
della Chiesa furono adeguatamente discusse e superate. Affermata l'autorità del concilio, i
padri conciliari dichiararono antipapi Giovanni XXIII e Benedetto XIII. Il papa Gregorio XII,
per il bene della Chiesa e accettando l'autorità del concilio, preferì dimettersi
spontaneamente. Nel corso di un breve conclave i padri elessero pontefice il cardinale
Oddone Colonna, che assunse il nome di Martino V. Il concilio di Costanza non negò
l'autorità papale e fu profondamente cosciente dell'importanza vitale del supremo
pontefice per la Chiesa.
PASSAGGIO ETA’ MODERNA
Non abbiamo una data certa del medioevo. L’età di passaggio riguarda un cambio di mentalità.
Colombo è già un uomo moderno e quindi non è esatto dire che il Medioevo è finito nel 1492, anche
perché l’uomo medievale ha paura del mare. Per capire il passaggio bisogna andare al 1300-1400.
Prima il cambiamento era solo mentalità, invece nell’epoca nostra il cambiamento negli ultimi 150
anni è stato totale.
La modernità è diversa dall’età moderna, in quanto la modernità inizia prima e finisce dopo. La
modernità è un concetto, è uno stile di vita, si intende il cambiamento. Dal 1400 cambia tutto,
cambia anche il modo di pensare, tutto parte dalla società cristiana. Date importanti: 1517: riforma
17
protestante, 1492: scoperta dell’America, 1303: Bonifacio VIII prende il posto di Celestino V. Con
Bonifacio VIII abbiamo il trionfo della Chiesa. Egli istituì per la prima volta il Giubileo, 1300, con
conseguente indulgenza plenaria. Arrivarono a Roma 1 milione di persone. Questo Papa, 3 anni
dopo, ad Anagni venne umiliato da un nobile di nome Sciarra Colonna: schiaffo di Anagni. Il Papa
più potente che sia mai esistito muore di crepacuore per l’umiliazione subita, Sciarra Colonna era
stato mandato dal Re di Francia, Filippo il Bello. Al tempo, l’Impero era a pezzi, e si dà spazio ad una
nuova entità politica che inizia ad affermarsi: lo Stato Nazionale in Francia.
Infatti il Re di Francia si permette di catturare il Papa e di schiaffeggiarlo = distacco tra politica e
Chiesa (laicismo). Nicolò Machiavelli, 200 anni dopo, con l’opera “Il Principe” fotografa ciò che era
la
già successo, e cioè il distacco tra politica e Chiesa modernità inizia nel 1303.
LA PESTE NERA
1347. Una tragedia arriva in Europa, forse da Costantinopoli: la peste nera. La lezione di questo
evento ce la dà Boccaccio nel suo Decamerone, ossia il rifiuto della Realtà, la ribellione.
L’uomo di metà ‘300 non è più medievale, da qui nasce l’UMANESIMO, l’uomo viene messo prima
di Dio, passaggio ad una società antropocentrica. Con le date del 1303 e del 1347, ci sono state e 2
140
ribellioni, una riguarda la politica contro la Chiesa, l’altra riguarda l’uomo contro la religione
anni dopo con Lorenzo il Magnifico, dopo che il Fratello era morto mentre lui si era salvato, una
volta tornato a casa scrive “quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia”. Anche Dante
rappresenta la fine del Medioevo, contento nella Divina Commedia. L’arrivo della peste nera ha
il
facilitato la fine del Medioevo Medioevo non rifiuta i classici, il mette in ordine, mentre
l’Umanesimo-Rinascimento ritornano ai classici, è per questo che si usa il termine medioevo, per
indicare un’età che andava superata.
Nel 1307, il Papa Clemente V si sposterà in Francia e quindi la vittoria di Filippo il Bello.
anni
1453-1454 di catastrofe annunciata.
Nel 1453 Maometto II entra a Costantinopoli, caduta dalla parte d’Oriente (l’Impero d’Occidente
era caduto 1000 anni prima). La Turchia diventa islamica, cambia nome: Istanbul. Da questo
momento, i Turchi saranno l’incubo d’Europa.
Nel 1454 c’è la “pace di Lodi” e durò per 40 anni, in questo periodo ci sarà la famiglia dei Medici
Firenze e Roma saranno la culla dei geni di quel periodo. Negli anni ‘90 si ritornerà in guerra con
l’arrivo di Carlo d’Asburgo.
SPAGNA
Il 500 è il secolo d’oro della Spagna. E’ stata popolata da popolazioni belliche, soprattutto però dai
Baschi di origine misteriosa. La Spagna venne occupata da Cartagine, lo scontro tra Annibale e i
romani nasce in Spagna. Caduta Roma, arrivano in Spagna i Visogoti. All’inizio del 700 arrivano in
Spagna i Mussulmani che la conquistano, ad eccezione di un pezzo al Nord della Spagna. Si dice che
un gruppo di cavalieri Visigoti si riuniscono e formano l’ordine di Covadonga e giurano di voler
liberare la Spagna.
LA RECONQUISTA
Piano piano si inizia a liberare la parte nord-est della Spagna; si formano due regni differenti, uno è
quello più forte: la Castiglia, l’altro è meno forte ma più ricco perché sta sul mare: Aragona. 18
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