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IL SENSO DEL SACRO

JULIEN RIES

Durante i decenni 1950-1970, abbiamo assistito in Occidente a una querelle che agitò il mondo dei

teologi, dei filosofi e di numerosi circoli intellettuali: era la querelle sul sacro, che finì per sfociare

nella teologia della morte di Dio. Ci si domandava come uscire da questa lunga controversia.

Baetke preconizzava uno studio del sacro considerato come il centro della comunità religiosa

ggrazie al culto e alla lingua. A suo avviso, è attraverso la lingua che ciascuna comunità determina il

senso del sacro.

Il sacro, la sua origine e la sua essenza sono messi in evidenza grazie al vocabolario religioso.

La semantica storica consiste nel classificare il significato di ciascuna parola seguendo il loro ordine

di successione e la data più o meno antica in cui sono apparse all'interno di una lingua, cosa che

rende necessario l'utilizzo della cronologia.

Huguette Fugier ha selezionato testi letterari e iscrizioni riuscendo a dimostrare che attraverso l'idea

romana di sacro si rivela tutta una concezione dell'homo romanus, della sua vita e del suo

comportamento.

Mircea Eliade analizza le ierofanie, cioè le manifestazioni del sacro all'uomo, che scopre così la sua

esistenza ed entra in una vita santificata. È l'homo religiosus il centro della ricerca delle storie delle

religioni.

Tra le scienze umane, la storia delle religioni occupa un posto privilegiato, poichè apporta un

contributo di primo piano ai dibattiti che preoccupano i nostri contemporanei: quelli su cultura e

umanesimo, scienza e religione, religione e fede, psicologia del profondo ed esperienza religiosa,

incontro tra le religioni e società pluralista, teologia delle religioni e specificità del cristianesimo

.

Le numerose e preziose tracce che l'uomo ha lasciato dal paleolitico permettono allo storico delle

religioni di identificare i grandi tratti dell'homo religiosus: vestigia, iscrizioni rupestri, pitture,

sculture, disegni, luoghi di preghiera, grotte, santuari e templi, riti.

CAPITOLO 1

Nel dibattito attuale sull' esperienza religiosa regna una grande confusione.

l'origine di questa confusione risale a diverse cause come la proliferazione del lessico religioso, un

difetto di rigore in diversi settori delle Scienze delle religioni, una vera e propria inflazione nel

campo della letteratura religiosa contemporanea.

É necessario precisare il concetto di religione: una religione non è semplicemente un ammasso di

miti riti e pratiche varie. Innanzitutto è un pensiero strutturato che spiega il divino e il Cosmo.

Inoltre grazie alla visione del mondo che una religione propone l'homo religiosus si situa nel Cosmo

e nella società specificando con il suo rapporto con la divinità uno specifico comportamento

esistenziale.

Così ogni religione è un fenomeno storico vissuto da Uomini e Donne in un preciso contesto sociale

culturale storico economico linguistico e occupa un posto nello spazio e nel tempo nella scienza

delle religioni.

La ricerca inizia necessariamente da un investigazione storica che costituisce la solida base

dell'edificio delle scienze religiose.

I fatti religiosi rivelano comportamenti che vanno oltre il livello strettamente storico-culturale del

loro svolgimento: ogni fatto religioso è riducibile a fatti non religiosi.

Eliade insiste sul fatto che il fenomeno religioso deve trovare il posto nell' insieme degli oggetti

dello spirito affinché si possa coglierne l'aspetto trans-storico.

Tale interpretazione terrà conto del rapporto vitale che esiste tra l'homo religiosus e il suo

comportamento esistenziale e senza dubbio un possibile entrare nel cuore dell'esperienza della fede

vissuta dall'uomo religioso, ma è necessario interpretare il discorso attraverso cui quest'uomo rende

conto della sua esperienza.

L'opzione sociologica nel dibattito sul sacro:

Le ricerche sul sacro sono iniziate alla fine del XIX secolo. All'alba del ventesimo secolo la scuola

sociologica francese vede nel sacro una categoria concettuale la cui origine sarebbe da ricercare

nella società. Il Sacro è considerato una categoria della coscienza collettiva.

Roger Caillois pensa che il Sacro si presenta come una proprietà stabile e passeggera introdotta in

aggiunta al reale, si tratta di un'energia misteriosa e pericolosa difficilmente maneggiabili ma molto

efficace.

Caillois ha posto l'accento sugli sforzi che l'uomo fa per evitare l'invecchiamento della società e ha

tentato di mettere in evidenza la dialettica tra sacro e profano che assicurano l'equilibrio e

funzionamento del gruppo sociale.

L'opzione fenomenologica:

L'opzione fenomenologica è una nuova strada che tenta di comprendere il fenomeno specifico del

Sacro.

Nathan Soderblom è interessato all'origine psicologica del concetto di sacro. Egli cerca nella

reazione dello spirito umano la presenza di ciò che appare sorprendente in senso soprannaturale.

Rudolf Otto scopri delle facce del Sacro quello numinoso, quello come valore, e quello come

categoria a priori dello spirito.

Grazie all'interpretazione dei segni del Sacro l'uomo religioso può percepire e scoprire il numinoso

che si manifesta nello svolgersi della storia.

Così, accanto alla rivelazione interiore individuale del Sacro, esiste una rivelazione storica.

Agli occhi di Otto è su questa doppia manifestazione del Sacro che si fondano rispettivamente la

religione personale e le diverse religioni.

L'opzione antropologica ed ermeneutica:

Eliade mostra che il Sacro si manifesta con una potenza di ordine totalmente diverso rispetto

all'ordine delle forze naturali.

L'uomo coglie il Sacro perché esso si manifesta.

Per indicare l'atto della manifestazione del Sacro propone un termine: ierofania.

L'analisi delle diverse ierofanie permette di cogliere tre elementi presenti in tutte le manifestazioni

del Sacro ovvero: l'oggetto naturale attraverso il quale avviene la manifestazione, la realtà Invisibile

e il numinoso. il divino è l'elemento di mediazione, oggetto naturale rivestito di sacralità e per

questo stesso motivo separato dal suo contesto naturale.

È attraverso la sua manifestazione che lo storico coglie la natura del Sacro:esso è una potenza di

ordine diverso dall'ordine naturale, e ha la sua fonte nella divinità.

La ierofania mostra che il Sacro svolge un ruolo fondamentale come mediatore tra la realtà

trascendente e l'homo religiosus.

Secondo Bonhoeffer l'umanità si sta incamminando verso un'epoca non religiosa.

Perciò la teologia deve smettere di fare assegnamento su un a priori religioso dell'uomo.

La religione e l'uomo religiosus corrispondono a un epoca dell'umanità che terminerà a presto.

La via aperta la Bonhoeffer fu proseguita dalla teologia della morte di Dio.

Questa teologia si è sforzata di separare, persino di contrapporre la fede e la religione.

La Fede è la relazione del credente con Il Dio vivente, mentre la religione è segnata dall'impronta

del sacro e cerca di mostrare che la secolarizzazione frutto della civiltà industriale rappresenta una

chance per lo sviluppo di una fede veramente purificata.

Parallelamente a questa controversia teologica una sinistra guidata da Durkheim e una destra che ha

R. Otto come capofila hanno un tratto comune: cercare nelle esperienza affettiva del Sacro la madre

delle religioni che sposa il concetto di sacro a quello di bisogno.

Le tesi teologiche secolarizzanti e le posizioni riduzionistiche degli psicologi della religione non

hanno contribuito a chiarificare il dibattito intorno al Sacro.

CAPITOLO 2

Homo Faber, homo sapiens, homo religiosus:

Il punto di partenza della lunga marcia dell'umanità è quello della preistoria.

Lo conosciamo Grazie a tutto ciò che ha fabbricato specialmente agli utensili e alle armi.

Il cammino prosegue e presto troviamo questo personaggio mentre scolpisce incisioni rupestri e

dipinge grotte adattate a santuari: parliamo dell'uomo sapiens.

Lo storico delle religioni constata che quest'uomo crede a una realtà che oltrepassa il mondo e che

pensa a una sopravvivenza dopo la morte.

Quest'uomo è un uomo religiosus.

Il suo modo di vivere mostra numerose analogie con il modo di vivere di certe culture orali attuali.

Grazie alla comparazione con queste comprendiamo che l'uomo religiosus della Preistoria ha fatto

un'esperienza religiosa nella quale è intervenuta la credenza in un essere supremo.

Linguaggio e messaggio dell'homo religiosus:

Al termine di un cammino molto lungo l'uomo religiosus comincia a trasmetterci il suo pensiero

attraverso segni e simboli che noi ci sforziamo di decifrare. Ben presto tali segni si moltiplicano

grazie alle diverse scritture che ha inventato e il suo messaggio si arriva in tutta chiarezza. Ciò che

ci dice nel presente chiarisce segni e simboli precedenti.

Aver messo in evidenza l'unità spirituale dell'umanità del paleolitico fino ai nostri giorni è certo una

conquista preziosa della storia delle religioni: essa permette di comprendere l'uomo religiosus, il

suo pensiero, il suo comportamento, la sua esperienza spirituale nel Cosmo.

IL SACRO NELLA CIVILTà INDOEUROPEA

Sul Lapis Niger scoperto a Roma nel 1899 nel luogo chiamato Tomba di Romolo figura la parola

sakros.

Così fin dalla fondazione di Roma ci troviamo in presenza del lessico e del problema del sacro.

Il sacro a Roma e nel mondo latino:

George Dumezil hai identificato delimitato e spiegato la vasta eredità indoeuropea presente alle

origini di Roma e ha mostrato il ruolo essenziale di una teologia delle tre funzioni incarnata in tre

divinità: Giove detentore della sovranità celeste e giuridica, Marte dio della forza della guerra

Quirino divinità responsabile del nutrimento del Popolo.

Il Romano ha cercato di rendere la sua vita e la sua attività perfettamente conformi alla volontà

degli Dei. Dal radicale sac deriva sancire, un verbo che significa conferire validità realtà fare in

modo che qualcosa ti venga reale.

I re sono sancti per il fatto di essere stati scelti conformemente alla volontà degli Dei il che li

qualifica all'esercizio delle loro funzioni. Il rapporto con gli dei è conforme al reale.

La sacralità nel mondo ittita:

La testimonianza degli Ittiti proviene dai più antichi documenti scritti dalla civiltà indoeuropea il

termine Saklai è un sostantivo il cui senso profano è abitudine e il cui senso sacro è rito, cioè la

norma secondo cui è opportuno celebrare una divinità. Nella parola ritroviamo il radial

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/06 Storia delle religioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher perrellsss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dei culti e delle religioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Dondarini Rolando.