CAPITOLO SESTO: L'ITALIA: UN PAESE A TURISMO DIFFUSO
L'Italia è un paese con un'antichissima tradizione turistica che nel corso dei secoli è stata attraversata da ogni tipo di viaggiatori (pellegrini, grandtouristi, aristocratici inglesi e ceto medio tedesco). Questo ha permesso di creare un'offerta molto diversificata, inoltre il turismo ha preceduto l'industrializzazione e ha contribuito all'equilibrio della bilancia durante il decollo economico, anche se il turismo moderno è stato importato in Italia, sul modello inglese, solo nell'Ottocento.
L'Italia dal Grand Tour al turismo culturale:
L'Italia è sempre stata una tradizionale meta turistica a partire dall'epoca dei pellegrinaggi dove le mete erano varie, non solo Roma ma anche altre località come, ad esempio, San Michele sul Gargano o Loreto furono in grado di attirare un grande flusso di viaggiatori.
Riguardo il Grand Tour, inizialmente il
limite territoriale del viaggio era Roma e in alcuni casi Napoli, passando da Genova o Torino e Venezia. Solo nella seconda metà del Settecento l'Italia meridionale venne inserita nel contesto di questa tipologia di viaggio quando, passando per la Puglia e per la Calabria, si arrivò fino in Sicilia che divenne una meta imprescindibile del Grand Tour. L'invenzione delle città d'acqua: la falsa partenza del Trecento: Parallelamente ai pellegrinaggi e al Grand Tour in Italia si sviluppò anche il turismo termale che ebbe una grande rifioritura tra il Trecento e il Quattrocento, principalmente per motivi terapeutici, ma anche per diletto. Le mete più importanti erano le terme di Montecatini, in Toscana, Porretta terme e bagno di Romagna, in Emilia Romagna, i bagni di Viterbo, nel Lazio. Il soggiorno termale in questo periodo storico era inserito in un contesto urbano, in quanto le amministrazioni locali si impegnarono nella regolamentazione enell'ampliamento delle strutture turistiche dei singoli comuni. Pian piano la causa terapeutica venne sostituita da quella del divertimento, in cui la voglia di fare festa e di socialità predomina. Questa fase di turismo termale in Italia durò circa due secoli: alla fine del Cinquecento, infatti, quasi tutte le località termali si presentavano come centri turistici in decadenza. Le cause furono diverse: dal cambiamento di gusti e di modalità di gestione del tempo libero alle epidemie di peste che caratterizzarono il Seicento. Lo sviluppo del turismo moderno in in paese ritardatario: In Italia il turismo moderno si sviluppò solo verso la fine dell'Ottocento, con un secolo di ritardo rispetto all'Inghilterra, quando il turismo termale divenne un fenomeno socialmente ed economicamente importante. Questo accade perché ben poche sorgenti termali vennero valorizzate con appositi stabilimenti e solo pochi centri seppero proporsi come metà.turistica nel Settecento. Quando, poi, le cittadine italiane riuscirono a proporre i loro stabilimenti termali come veri e propri luoghi di villeggiatura, la moda delle terme era ormai già stata superata dal turismo balneare e montano. Questo ritardo italiano venne però nel tempo recuperato e l'Italia riuscì comunque a proporre un'offerta adeguata alle esigenze della società industriale. Le storie delle località termali che per prime riuscirono a riproporsi come mete di villeggiatura presentano tratti comuni: investimenti da parte delle amministrazioni locali, per dotare le località di strutture ricettive dove trascorrere il tempo libero, un certo livello di imprenditorialità locale e straniera e un legame con le università per garantire adeguate cure mediche. La località più rilevante in questo senso fu Bagni di Pisa, la prima che realizzò una discreta mole di interventi pubblici dove il soggiorno.Iniziò per primo ad essere percepito come villeggiatura già nella seconda metà del Settecento. La località infatti divenne un vero e proprio laboratorio per l'Italia sul ruolo dello stato per lo sviluppo turistico. All'intervento dello stato si affiancarono numerosi interventi privati e Bagni di Pisa venne proposta agli inizi dell'Ottocento come la più bella villeggiatura d'Italia. Anche Montecatini cercò di rilanciare il turismo termale con un certo anticipo rispetto alle altre località, ma la mancata fiducia nelle possibilità del settore costrinse il governo ad abbandonare gli investimenti e solo nella seconda metà dell'Ottocento, con la creazione di grandi alberghi, del Kursaal e altre importanti strutture la località riuscì ad ottenere un prestigio nazionale e internazionale. La località di Bagni di Lucca cercò di riproporsi come centro di villeggiatura dopo la grave
crisi del Seicento, ma anche qui per una vera e propria svolta si dovette attendere la prima metà dell’Ottocento quando la cittadina passò dall’essere un centro di cura a un centro del loisir, grazie sempre all’investimento pubblico che riuscì a coprire il disavanzo con i proventi del gioco d’azzardo. Con la proibizione del gioco d’azzardo, nel 1853, a Bagni di Lucca terminò il periodo d’oro in quanto venne meno il turismo internazionale. Nel caso di Porretta, invece, non ci fu mai un piano di rinascita termale infatti a metà Ottocento il flusso turistico della località era molto inferiore rispetto a quelle delle altre città termali. Un bilancio alla vigilia della prima guerra mondiale: All’inizio del Novecento in Italia il turismo termale viveva il suo periodo d’oro, quello balneare aveva già la sua clientela mentre quello montano iniziava il suo sviluppo. Nonostante ciòl'arretratezza economica, derivata da un ritardo sulla rivoluzione industriale, non permetteva un ampio sviluppo turistico in quanto la popolazione non era ancora abbastanza ricca per permettersi di andare in vacanza (il turismo in Italia rimane ancora un fenomeno meramente altoborghese e aristocratico). L'agenda politica, troppo impegnata a preoccuparsi dello sviluppo industriale, lasciò la promozione del settore turistico in mano agli imprenditori privati, alle associazioni volontarie e alle società ferroviarie. Le associazioni volontarie furono molto importanti nella promozione del turismo italiano. - Turismo termale: Dall'unificazione d'Italia fino alla prima guerra mondiale il turismo termale ebbe il suo massimo splendore grazie ad un progressivo tasso di crescita dei visitatori. Importante in questo periodo fu la città di Salsomaggiore che grazie alla sua vicinanza a Milano (centro generatore di domanda) e al suo legame conL'università di Pisa divenne un esempio di sviluppo di un centro turistico a rivoluzione industriale già avviata. L'amministrazione di Salsomaggiore accompagnò lo sviluppo termale con numerosi interventi pubblici e in mezzo secolo la città si riempì di lussuosi alberghi, centri termali monumentali e tante opportunità di intrattenimento. Anche nella zona di Napoli si registrò una forte crescita di bagnanti, soprattutto sull'isola di Ischia dove però questo successo venne fermato dal terremoto del 1883. In ogni caso durante la Belle Epoque i centri termali italiani erano le più importanti località turistiche d'Italia alla pari degli altri centri termali europei d'eccellenza.
Turismo montano: Seppur con un certo ritardo anche il turismo montano si sviluppò in Italia verso la fine dell'Ottocento, a partire dalla Val d'Aosta dove vennero scalati i versanti italiani del monte Bianco.
del Cervino e del monte Rosa, per passare poi nella zona delle Dolomiti. In queste zone nella seconda metà dell'Ottocento vennero costruiti i primi alberghi dotati di comfort, a discapito delle poche e malfamate locande che li avevano preceduti, sistemi viari e ferroviari che permisero di raggiungere facilmente le vallate dai centri urbani di pianura e trafori. Gli sport invernali si diffusero in Italia solo agli inizi del Novecento e il turismo montano, anche se si stava iniziando a sviluppare, continuava a rimanere di piccole dimensioni e non era ancora una voce importante nell'economia alpina. - Turismo balneare: prima della metà dell'Ottocento esisteva la consuetudine di fare il bagno al mare nei mesi caldi, sia per trovare refrigerio, sia per diletto. Questo tipo di attività però rimaneva circoscritta alle singole zone e non portò ad investimenti per la promozione del settore. Soltanto nella prima metà dell'Ottocento siIniziarono a costruire i primi stabilimenti balneari in particolare a Viareggio (1823), Rimini (1943), Lido di Venezia (1857), Cagliari (1863). Nel nord Italia si sviluppò il turismo balneare nella zona di Sanremo, grazie anche alla sua vicinanza con la Costa Azzurra, e come sulle coste francesi, questo nasce in una realtà dedicata all'agricoltura. I turisti tendevano a non mischiarsi con la popolazione locale, e per questo motivo nacquero delle vere e proprie colonie straniere, con ville, alberghi e impianti sportivi e ricreativi.
Dal 1870 iniziarono gli investimenti dell'amministrazione comunale per modernizzare la città ed adeguarla al nuovo carattere turistico che stava assumendo: vennero realizzati l'acquedotto, nuove strade, una nuova rete di fognature ma soprattutto il collegamento ferroviario con Lione, che rese Sanremo ufficialmente una meta per il turismo internazionale. I privati invece pensarono al resto attraverso la costruzione di strutture
ricreative e ricettive. Anche la zona di Viareggio fu interessata al turismo nei mari caldi in questo periodo soprattutto dal 1860 in poi con l'inaugurazione della linea ferroviaria Viareggio-Pisa. Nel Sud dell'Italia invece, la zona interessata al turismo balneare, era quella di Carpi e della penisola sorrentina. Carpi era un'isola poverissima ma la sua fama crebbe rapidamente tanto da essere inserita, nel 1855, nella guida Murray for travellers in Southern Italy. Il periodo tra le due guerre: Lo scoppio della prima guerra mondiale portò a una contrazione dei flussi turisti in Italia. Tra guerre ed epidemie morirono più di 1,2 milioni di italiani e molti territori vennero distrutti e ci fu un forte disavanzo del bilancio dello Stato, tra inflazione e debito pubblico. Il dopoguerra fu caratterizzato inoltre da un forte instabilità politica con conseguente calo dei consumi e proteste sociali (biennio rosso). Dopo la prima guerra Mondiale.L'industria turistica sembra ancora nella sua fase dell'infanzia (settore antiquato e privo di strutture ricettive adeguate) e c'è la necessità di promuovere l'immagine dell'Italia.
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